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Autore: MaxT    01/06/2009    5 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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42-rivolta  
Cara Rowena, grazie per la bellissima recensione. Sono contento che l'avventurosa missione della riluttante "Luce di Meridian" ti sia piaciuta. Certo, la fortuna ha avuto la sua parte per evitare uno scontro che poteva essere disastroso.
La Elyon del n.40 era, lo ammetto, irritante. Io vedo questo personaggio come piuttosto infantile in diversi comportamenti, ma a me piace così. 
Però questa condotta apparentemente irresponsabile ha una giustificazione. 
Nel lontano terzo capitolo lei ha preso una pozione per dimenticare il loro amore, ma lui no; dopodiché sono astutamente rimasti vicini, e Elyon ha ripreso ad innamorarsi, anche perché percepiva i sentimenti inespressi di lui.
In sei mesi Elyon ha cambiato parere su varie cose: alcune non le vorrei anticipare, hanno a che fare con il segreto della lettera postuma della madre accennata nel cap. 5;  dirò solo che si è anche abituata  all'idea che una erede creata nello stesso modo di Vera sia possibile e  perfino preferibile ad una naturale; il fatto di non potere avere eredi da Caleb ora per lei è andato in secondo piano. 
Quindi  percepisce che è attratto da lei (ho resistito a  fatica alla tentazione di metterle in bocca una frase colorita), ma non capisce perché non voglia uscire assieme, e per questo insiste. Posso anticipare che capirà le reazioni di Caleb solo dopo aver appreso i fatti dimenticati attraverso Eleanor, alla quale non si può nascondere nulla, se non altro perchè è una ex-007 oltrechè una vice-mamma.

Ora vi lascio in compagnia di Vera e delle gocce che, vi ricordo, hanno l'aspetto e l'identità di Elyon e delle W.I.T.C.H.  Quest'oggi non avranno una gran bella giornata, poverine.
Grazie a Silen Arpia per l'accurato e amorevole betaggio (se fosse scappato qualcosa, comunque, la responsabilità era e rimane del sottoscritto), e nuovamente a Rowena per la rilettura.

MaxT

PROFEZIE


Riassunto delle puntate precedenti 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a impadronirsi del Cuore di Kandrakar e a sostituirsi ad Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. Carol si è opposta, ed è stata costretta con l'ipnosi.
Vera e Wanda hanno sottratto il Cuore di Kandrakar a Will. 
Il giorno dopo, ritrovatesi davanti allo specchio magico della libreria, le W.I.T.C.H. assistono alla trasformazione delle loro gocce in copie delle guardiane e della regina, ed alla loro partenza per Meridian, in contemporanea all'arrivo di Elyon a Heatherfield.
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.
A Heatherfield, rifugiatasi con i genitori nella sua vecchia casa, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, contenuta in disegni e frasi casuali, la cui interpretazione fino a quel punto era ambigua. La profezia prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza, ma Will non si rassegna.
Facendo un sopralluogo nella casa delle Gocce a Midgale, Hay Lin percepisce frammenti di ricordi contraddittori: le sembra che Vera sia cambiata subito dopo l'ultimo incontro con Elyon. Questa non sa dare spiegazioni convincenti del cambiamento, ma non sembra risentita per il tradimento. 
L'Oracolo convoca Elyon, e le impone di recuperare al più presto il Cuore di Kandrakar, pena il carcere. Le WITCH si offrono di accompagnarla nell'impresa, ma lei intende tentare da sola. 
Caleb riesce a teletrasferirsi da Elyon, che gli dà istruzione di tornare a Meridian per sconsigliare qualunque rivolta prima del suo stesso ritorno dopo un anno.
Poi Elyon parte da sola per Meridian e riesce a  recuperare il Cuore di Kandrakar ingannando le gocce; il talismano viene poi trattenuto dall'Oracolo per una purificazione.

Cap. 42

Rivolta




Meridian, sala del trono

“Lord Thetras, lei è stato convocato qui per sciogliere i suoi dubbi”.
Nonostante il largo sorriso, gli occhi della regina che lo studiano dall’alto del trono non promettono niente di buono. Anche le guardiane, disposte a cerchio attorno a lui, non gli risultano per niente rassicuranti.
“Quali dubbi, Altezza?”. L’uomo dalla pelle color salvia cerca di sorridere al disopra della sua lunga barba candida, ma il suo tentativo di sembrare disinvolto viene frustrato dalle lunghe orecchie che si piegano insistentemente verso il basso. Tutta questa situazione gli dà un’impressione strana di già vissuto. Forse un qualche sogno?
“Lei ha avuto l’impressione che io sia cambiata”, gli risponde lei severa. “In realtà è la situazione ad essere cambiata. C’è in atto un complotto, qualcuno si sta servendo di menzogne per seminare dubbi a corte. Lei non vuole…”.
Al consigliere sembra che gli occhi della regina stiano diventando luminosi. Anche le guardiane
 

Quanto è passato? Un secondo? Un minuto? Ha avuto l’impressione di un lieve mancamento, ma ora è sereno. Non ricorda le parole esatte, ma la Luce di Meridian gli ha dissolto tutte le sue angoscianti perplessità.
La regina ora gli sorride radiosa, e anche le guardiane sono amichevoli.
“Caro consigliere, io conto sul suo giudizio equilibrato. E, se si accorge che qualcuno ha dubbi, me lo segnali subito, così possiamo convocarlo per un chiarimento!”.
“Grazie, Altezza” dice profondendosi in un inchino sincero, “E’ ammirevole trovare una persona del Vostro livello così disponibile e franca. Confesso che ero turbato, ma ora capisco che non c’era alcuna ragione”.
“Grazie, Lord Thetras. E’ una fortuna avere la sua collaborazione”.

Appena i pesanti battenti si sono richiusi dietro al funzionario congedato, il sorriso radioso della regina lascia il posto ad un’espressione preoccupata. “Allora, ragazze, come è andata?”.
“Bene” risponde entusiasticamente Irma, “Era del tutto convinto”.
“Anche una settimana fa era convinto” le ricorda flemmatica Cornelia, gettando acqua fredda sul suo focherello, “E poi, in capo a qualche giorno, lo abbiamo trovato nuovamente pieno di dubbi”.
“E non è il primo”, conviene Taranee pensierosa. “Sembra che gli effetti della suggestione postipnotica siano solo temporanei”.
La guardiana dell’acqua difende la sua briciola di ottimismo: “Ma questa volta abbiamo usato i nostri poteri al massimo!”.
Elyon annuisce: sa che non possono fare di più senza creare danni neurologici permanenti. Si stringe nelle spalle, scoraggiata. I membri del Consiglio dei Veglianti come Lord Thetras sono l’elite di Meridian, in senso intellettuale e psichico. I pensieri di lei e delle sue compagne, consapevoli di essere sotto un’identità fasulla, si sommano ai sospetti anche inespressi e alle ansie degli altri abitanti del palazzo nel creare un clima che viene percepito da ogni sensitivo.
Giocherellando con gli inutili occhialini, Taranee sentenzia: “Se anche questa volta non dovesse funzionare, dovremo inventarci una nuova strategia”.
“Facile a dirsi” sbotta Elyon, “Ma quale?”. Si stringe la testa tra le mani come per spremersela, ma dopo un lungo silenzio non ne è ancora sgorgata alcuna idea nuova e geniale.
La guardiana dell’acqua ribadisce, non più molto convinta: “Eppure, questo lavaggio del cervello sarebbe stato definitivo per chiunque”, poi raggiunge Hay Lin sul balcone, dove la cinesina si è appoggiata a contemplare incerta la città sottostante, illuminata dal sole del pomeriggio.
Taranee le ribatte, arricciandosi una ciocca di capelli: “Ma, a quanto pare, su questi consiglieri ha l’effetto di uno shampoo”.

La regina guarda Will. Fin dalla mattina, la guardiana coi capelli rossi è più chiusa e sfuggente del solito. Eppure, negli ultimi giorni aveva tirato fuori una vera grinta da leader, ed era stata lei a darle la forza di continuare questa finzione partita così male.
Will, che cos’hai oggi?”.
Le rimanda uno sguardo stupito. “Avevi detto di non riparlarne”.
“Di cosa non volevo riparlarne?”. Si fa prima a leggere la mente, pensa.
Un attimo dopo, un’espressione incredula le deforma il viso. “Noo!”
“No cosa?”, chiede la guardiana sempre più stupita, poi capisce. “Non eri tu?!?”.
“No! Io ero in questa stanza!”. La regina si porta le mani alla bocca mentre le sue fragili sicurezze cadono una dopo l’altra. “O cieli turchini! Come ha fatto ad arrivare fin qui?”.
Will, allarmata, guarda verso Cornelia. “Chi hai incontrato in biblioteca ieri notte?”.
La bionda è a disagio: le sue escursioni notturne dovevano restare segrete, ed invece… Le tocca rispondere: “Era un corpo astrale, intangibile. Vera, immagino”.
“Non il mio!”, risponde la regina, scuotendo decisamente la testa, “E cosa  facevi… ma ne riparleremo dopo”.
Will si morde le labbra. “Ma quella che ho afferrato io era solida, in carne ed ossa!”.
“Afferrata?”. Con gli occhi fuori dalle orbite, Elyon assorbe dalle compagne il ricordo di quella notte movimentata. “Lune sincrone! Ma questo significa che la barriera dimensionale non funziona!?!”.
Sempre più pallida, Will ricorda: “L’ho afferrata quando ha cercato di sottrarmi il Cuore di Kandrakar”. Lo evoca nel palmo, preoccupata. La debole luce violacea è solo un pallido riflesso di com’era una settimana prima. “Secondo te, funziona ancora?”.
Taranee pone una domanda cruciale: “Lo hai perso di vista mentre lo aveva in mano lei?”.
Dopo un attimo di palpabile silenzio, l’altra risponde incerta: “Mi ha voltato le spalle… forse sì”.
“Ma allora potrebbe averlo preso e sostituito con una copia!”.
Le altre si guardano mentre realizzano le terribili implicazioni di ciò che è appena emerso. Gli occhi di Irma non sono mai stati così spalancati, mentre Hay Lin piagnucola sommessamente, coprendosi la bocca col palmo della mano.
Elyon afferra il Cuore senza troppi complimenti, mentre Wanda si guarda bene dal protestare.
Lo rigira tra le mani. Lo guarda in trasparenza. Chiude gli occhi, mentre tenta di far risuonare il suo corpo con le energie del ciondolo.
Dopo qualche secondo deve ammettere, sconfitta: “Non lo so! Forse è solo una copia molto ben fatta, ma se è l’originale non ci sarà di nessun aiuto”.
“Ragioniamo” dice Therese, “Elyon è arrivata sul Metamondo, quindi forse la barriera dimensionale non funzionava neanche prima. Perché non sono venute anche le guardiane?”.
“Probabilmente non potevano farlo senza il Cuore” risponde Vera, “Ma come ha fatto lei a passare il firewall contro il teletrasporto? Ho revocato la sua abilitazione, come pure quella delle sue amiche. Ora solo noi dovremmo poterlo fare”.
“E perché non ci ha trasformate in ranocchie mentre dormivamo?”, si chiede Irene, che ha vividi ricordi di questa leggendaria trasformazione, “Aveva la sorpresa completa dalla sua parte”.
“Forse perché una ranocchia non può evocare il Cuore di Kandrakar”, risponde cupa Wanda.
Vera si porta le mani al viso. “Tutto questo significa che lei potrebbe tornare anche ora, forse con le guardiane vere!”. Si accascia sul trono. “Che sciocca! Io credevo che il palazzo fosse impenetrabile”.
“Forse aveva un obiettivo ancora più importante”, suggerisce Wanda.
“Cosa vuoi dire?”, chiede Vera, ma è solo una domanda retorica.
Luce, possiamo resistere lo stesso”. La fissa con intenzione. “Non hai ancora sfruttato tutte le tue risorse!”.
Vera si irrigidisce, perché sa già dove arriverà il discorso.
“Intendo dire che non hai ancora indossato la autentica Corona di Luce” prosegue la guardiana, “Appena Elyon lo ha fatto, Phobos è stato immediatamente sconfitto!”.
“Già!” annuisce Irene, anche lei rivivendo ricordi non suoi, “Ha cominciato a luccicare e a svolazzare, ed è stata acclamata come una dea”.
Vera scuote decisamente il viso. “Possiamo fare anche senza!”.
“Perché? Sarebbe un vantaggio decisivo, soprattutto ora che loro si sono riprese il Cuore di Kandrakar”, insiste Wanda. “E se la lasci qui, può esserti sottratta. Forse era proprio quello l’obiettivo principale di Elyon”.
Carol sorride sarcastica. “Non preoccupartene troppo, grande regina!”.
Tutti gli sguardi si volgono su di lei.
Vera dà voce al pensiero di tutte. “Cosa vuoi dire?”.
“Che Elyon ha evocato più di una volta la Corona di Luce a Midgale. E’ chiaro che la porta sempre con sé, ed ha lasciato qui solo una copia da bigiotteria!”.
Con una smorfia di dubbio, Vera si alza e si dirige verso una nicchia sulla parete, dove vi è un cofanetto di metallo preziosamente rifinito a motivi floreali, delicatamente smaltato e placcato.
L’incantesimo protettivo non è un problema per lei: ad un gesto della sua mano, il coperchio si apre da solo mettendo in mostra, all’interno, la Corona di Luce sfavillante su un drappo di velluto rosso ciliegia.
La afferra con esitazione e la tiene fra le mani tremanti, poi chiude gli occhi, concentrandosi sulle sensazioni provenienti dal gioiello.
Dopo un lungo momento riapre gli occhi sollevata: “E’ autentica! Ne ho sentito le energie”.
“Ma certo” fa Carol sarcastica, “Forse Elyon la avrà riportata questa notte”.
Vera la guarda di storto mentre ripone la corona sul velluto del cofano. “Ti piacerebbe farmi venire un colpo, ammettilo”.
“Ebbene sì, lo confesso”, sorride la guardiana.
Wanda allontana la biondona con una spinta sgarbata e si rivolge alla regina.  “Ora indossala”.
Vera si irrigidisce di nuovo, accigliandosi a questo tono imperioso. Malvolentieri, torna a sfiorare timidamente la corona con una mano, come se scottasse. Poi la solleva prudentemente, come se ne avesse paura, e fa il gesto di porsela sul capo.
Esita a lungo.  “No, non posso!” . Abbassa la corona e lo sguardo.
“Perché no?” tuona Wanda.
“Perché… perché questa corona ha una volontà propria. La prima goccia di Elyon è morta appena la ha indossata”.
Tutte le ragazze ricordano l’episodio drammatico che diede il via alla rivolta contro Phobos.
“Ma è stato l’incantesimo di suo fratello, non la corona in sé!”, insiste Wanda. “Poi Elyon la ha indossata per quasi tre anni senza problemi!”.
“Sarà come dici, ma non la voglio mettere!”. La ripone decisamente. “Per le apparenze, basterà il simulacro”.

Wanda le si pianta davanti con le mani sui fianchi, torreggiando su di lei. “Luce, senza il potere di quella corona noi tutte siamo in pericolo. Devo essere io a dirtelo? Non lo capisci da sola?”.
La regina la evita, poi si siede incerta sul trono, cambia posizione più e più volte mentre cerca una soluzione.
Carol percepisce l’indecisione dell’altra. Forse è l’occasione buona per far valere il suo punto di vista. “E se rinunciassimo?”.
“Rinunciare adesso?”. Vera è ancora più impaurita. “Che ne sarà di me… e di voi?”.
“Fallo spontaneamente!” insiste l’altra, “Non credo che la punizione sarà così terribile!”.
La regina si rialza da quel trono che scotta, e comincia a camminare nervosamente avanti e indietro. “No…”. Scuote più volte la testa, ripetendo:. “No, non posso”. Dopo aver percorso svariate volte il perimetro della sala, si sforza di rispondere con calma, ma la paura traspare ancora da tutto il suo essere. “Elyon stava già pensando che sono l’unica persona in grado di contenderle il trono…E  ora le ho dato un motivo incontestabile per farmi fuori. Potrei essere cancellata, o quanto meno finire i miei giorni nella Torre delle Nebbie. Che altro carcere potrebbe trattenermi?”.
“Elyon, cancellarti? Sciocchezze!” la liquida Carol scuotendo la testa, “E poi, sei ancora nella posizione di poter trattare”.
Wanda si rivolge a Vera con energia. “Per me, dobbiamo continuare”. Poi si volta verso Carol: “Allora, possiamo contare su di te, o no?”.
I loro sguardi si incrociano come se fossero due spade. Per un lungo momento nessuna delle due lo abbassa, mentre la tensione si fa sempre più tangibile.
Alla fine è Carol a cedere, e annuisce malvolentieri.
“Bene”, riprende Wanda, “Ora dobbiamo pensare a nuove misure di sicurezza: è chiaro che nel sistema attuale c’è almeno una falla”.
 

Castello di Meridian, scuderia del corpo di guardia, alcune ore dopo

I primi due messaggeri a cavallo lasciano il palazzo, scendendo dalla rampa che scavalca il giardino fino a raggiungere l’incrocio poco distante. Da lì, diverse stradine di terra battuta tagliano i prati dell’altopiano finché i boschi o la distanza non le celano alla vista.
Mentre li guarda allontanarsi attraverso il portone della scuderia, il vice-comandante Darden è sempre più divorato da dubbi.
Dopo la convocazione da Sua Altezza la settimana prima, l’ufficiale non ha mancato di mettere in atto le istruzioni ricevute.
Aveva individuato varie persone con strane convinzioni sulla regina: domestici, funzionari, perfino alcune delle sue stesse guardie; qualcuna aveva perfino cercato di convincerlo che quella seduta sul trono non era la autentica Elyon.
Così, attenendosi scrupolosamente agli ordini, le aveva fatte scortare  fino da lei per essere interrogate.
La cosa che lo ha più sorpreso di più è che tutte, all’uscita, non ricordavano più niente dell’incontro, ma sfoggiavano solo una serenità quasi ebete.
A mano a mano che i mormorii hanno continuato a diffondersi, l’ufficiale ha preferito svolgere alcuni interrogatori di persona, e il quadro emerso lo ha turbato; per contro, non ha trovato neanche la minima traccia dei propositi di congiura paventati dalla regina.

Oggi quella guardiana con il costume più osceno e scosciato, quella Hay Lin, gli ha affidato tre messaggi reali da far recapitare ad altrettante unità militari stanziate fuori città.
Ora lui sta tenendo tra le mani il terzo, arrotolato ed avvolto in un involucro di seta. E’ diretto alla terza legione, costituita dai tarchiati Dabos dalla pelle marrone, l’etnia predominante nella contea di Mitlar, da dove proviene l’unità.
Tredici anni prima la legione era stata chiamata in città per compiti di ordine pubblico, intesi come lo erano ai tempi di Phobos, ed era stata battezzata “Demoni di Mitlar”.
L’unità si era macchiata di brutalità contro la popolazione, soprattutto il giorno della rivolta finale, perciò, dopo l’ascesa di Elyon, era stata mandata a costruire strade e ponti tra i villaggi della pianura a sud, e quindi ribattezzata “Genieri di Mitlar”.

“Vice comandante, sono pronto”. Il cavaliere in uniforme verde sul bicorno scalpitante tende la mano per sollecitare il messaggio. Attraverso il portone spalancato si vede, a breve distanza, il bivio illuminato da un bel sole. “Una giornata ideale per cavalcare, non è vero?”.
Anziché rispondere, l’ufficiale esita. Non potrebbe, ma può, e utilizza i suoi poteri per leggere il messaggio senza srotolarlo.
‘Per ordine di Sua Altezza…l’unità deve rientrare immediatamente in città in assetto di battaglia’.
Anche questa! E fanno tre! Cosa significa?
Porge il rotolo al messaggero, congedandolo con un saluto marziale, e lo guarda allontanarsi al galoppo.

I suoi pensieri vengono interrotti da un nitrito nervoso proveniente dallo stallo accanto a lui.
Un figuro con un informe pastrano marrone sbuca da dietro un cavallo.  Un ampio cappuccio fa ombra al suo viso. Chi ha fatto entrare questo tipo losco?
“Darden, vecchio mio!”, sussurra l’intruso intabarrato.
L’ufficiale trasale. “Questa voce… Caleb!”.
L’uomo sposta il cappuccio, mostrando parte del viso. “Proprio così, Darden. Ascoltami, sarò brevissimo”. Si guarda attorno, furtivo. “So chi ha preso il posto della regina e delle guardiane. Sono delle copie, che fino a poco tempo fa facevano le informatrici per conto di Elyon sulla Terra. La regina è in esilio lì. La ho incontrata, e mi manda a dirti…”.
In quel momento, dal portone ancora aperto entrano due stallieri con un carretto carico di fieno. Arrivano anche alcune guardie, che si raccolgono attorno ad un cavallo già bardato.
Caleb si stringe nel pastrano. “Tornerò. Aspettami!” sussurra, defilandosi verso l’uscita.
Gli stallieri guardano con ostile curiosità quell’intruso furtivo mentre esce senza salutare, e scende come un’ombra lungo la rampa.

I peggiori sospetti dell’ufficiale sono stati confermati.

Pochi minuti dopo, alzando lo sguardo dai suoi scenari da incubo, Darden sente la presenza di una delle guardiane prima ancora di avvertirne la voce.
Hay Lin gli si pone di fronte, minacciosamente vicina. “Vice comandante Darden, Sua Altezza desidera parlarti immediatamente”.
E’ arrivato anche il suo momento, quindi… ma forse può rovesciare la situazione: cinque dei suoi uomini si trovano alle spalle della guardiana.
“Prendetela!”.
Dopo un momento di sbalordimento generale, Hay Lin si gira per fronteggiare le guardie ancora incerte.
E’ un attimo. Darden afferra un bastone e la colpisce alla testa. La guardiana crolla al suolo senza un grido.
“Presto, non perdete tempo a legarla!”, ordina l’ufficiale. “Armi in pugno!”.
 

Meridian, sala del trono

“Sento voci… possibile che Darden sia così rumoroso?”. Irma sbircia socchiudendo i pesanti battenti ornati  della sala del trono, poi lancia un grido, tirandosi indietro.
 



La porta viene spalancata. 
Vedono una freccia incoccata su un arco teso, ed un elmo con dipinti quattro occhi gialli disposti a X.
“Strega!”, tuona la voce di Darden da sotto quel copricapo da incubo.
Il dardo viene scoccato verso il collo della regina seduta sul trono.
 


Tutto accade in un istante: Will spinge Elyon di lato, La freccia penetra nel suo costato, sotto il braccio sinistro, e la guardiana si accascia immediatamente sulle ginocchia della regina, tossendo sangue.

Irma e Taranee sono ai lati della stanza, e reagiscono immediatamente. Le loro onde d’urto spingono Darden e le altre guardie fuori dalla porta come fuscelli.
Le due guardiane contrattaccano. Dal vano scale provengono il sibilo di qualche freccia, crepitii agghiaccianti quasi elettrici, urla, tonfi, e il clangore di armi di metallo sul pavimento.
Dopo qualche secondo, tutto è finito. Si sentono ancora gemiti e grida che cessano all’improvviso.

Ancora seduta sul trono, Elyon è incredula. Sta sorreggendo Will sulle ginocchia. Le sue mani e la sua veste regale sono intrisi di sangue, e l’orribile odore dolciastro le prende la gola.  “Wanda…ti prego, rispondi!”.
D’improvviso il corpo morente svanisce con uno scintillio. La freccia ricade sul pavimento, schizzandolo ancora di rosso scuro.
Vera la guarda. Non capisce. E’ forse così che muoiono le gocce astrali?

“Eccomi, regina!”. Accanto a lei, Will è nuovamente in piedi.
La guarda senza capire. “Sei tu? Sei… sei tornata dalla morte?”.
Si abbracciano a lungo, incuranti delle macchie sinistre che i loro vestiti si scambiano. “Ma come hai fatto?”.

Irma rientra nella sala, e anche lei fatica a capire la scena.  “Luce, è opera tua?”.
“No, sono stata io!”. Will si batte sul torace. “Ho trovato il modo di sopravvivere con i poteri che abbiamo già!”.
“Come hai fatto?”, chiede nuovamente la regina, incredula.
“Bisogna attuare contemporaneamente la dislocazione, per allontanarsi dall’arma, e la trasformazione in sé stessi interi. Se si riesce a farlo prima di perdere coscienza, ogni ferita sparisce”.
“Sono senza parole!”.
Sul viso della guardiana, l’espressione di trionfo si trasforma gradualmente in una maschera di sofferenza. “Però… fa molto male”.
Si siede sui gradini della pedana. “Ho dei brividi”.
“Wanda, fammi vedere”. Vera le sfila il top del costume sul lato ferito. La pelle è intatta, ma la zona è segnata da un intenso alone rossastro dall’aspetto insano. “Forse è solo un ematoma”.

Irma raccoglie la freccia insanguinata da terra. “Guardate! Questa cosa ha gli occhi!”.
La punta è snodata, ed è costituita da quattro alette a croce con scanalature trasversali, tra le quali sporgono protrusioni simili a bulbi oculari.
Mentre la tiene in mano, la testa della freccia si gira leggermente verso di lei.
“IIIIH!”. Il dardo cade nuovamente a terra, spargendo altre macchiette di sangue.
“Una freccia-serpente!”, spiega Elyon. “E’ un’arma infallibile, cerca da sola il bersaglio designato dall’uomo con un elmo speciale”. Stringe i denti guardando Wanda. “Di solito quelle scanalature nelle alette sono intrise di veleno”.
La guardiana emette un gemito sommesso, e comincia a boccheggiare.
Vera la appoggia sulle sue ginocchia. “Non temere. Sei con la migliore guaritrice di questa città”. Sarà vero? Si chiede, cercando di mascherare la sua insicurezza.
Il respiro di Wanda si fa sempre più frequente. “Andate subito al … corpo di guardia… dovete stroncare la rivolta subito… o si diffonderà”.
“Tra un attimo andremo. Non ci coglieranno più di sorpresa”.

Taranee  rientra solo ora dalla scalinata. “Luce, dov’è Pao Chai? Era andata proprio al corpo di guardia…”.
Già, Pao… “Presto, recuperala tu, Terry. Sai già come fare”.
La guardiana chiude gli occhi.
Dopo un lungo istante, la cinesina emerge da un tremolio luminoso, immobile e distesa a terra a faccia in giù.
“Pao! Rispondi!”, grida Terry. Si avvicina per esaminarla. “Respira ancora”. Le tasta la testa delicatamente. “Ha una bozza sulla nuca”.
Vera passa brevemente le mani dietro la testa di Pao Chai.
Dopo pochi secondi la falsa guardiana si riprende. “Mmm…mal di testa...”.

“Wanda sta molto male”, la richiama Irma con l’angoscia nella voce.
Elyon torna subito a vedere, e pone le mani sulla zona avvelenata. Cerca di ricordare il nome del veleno usato di solito sulle frecce-serpente. Dev’essere un insieme di enzimi proteolitici simili a quello di alcuni ragni. Sa che esiste un antidoto, e di solito è portato assieme al flacone di tossico, nella faretra.
“Torno subito, Wanda. Vado a cercare un farmaco”.  Detto ciò, svanisce alla vista delle compagne.

Un grido proveniente dal vano scale richiama alla tragica scena al di fuori della sala del trono.
Guardando l’anticamera e l’ampio scalone non si vedono più le guardie di palazzo, né vive né morte. Solo una quindicina di fiori neri con le radici ben piantate nel marmo, tra le armi e le divise sparse sul pavimento. Muro e gradini presentano spaccature, e in un punto la balaustra del pianerottolo è crollata.
A metà scala Cornelia, appena arrivata, si copre il viso con le mani.

Pochi istanti dopo, un tremolio annuncia il ritorno della Luce di Meridian, con l’abito e le mani ancora insanguinate e una scatoletta rivestita in cuoio. “Ecco, trovato”. Si china su Wanda e sussurra: “Vedrai, cara, tra poco andrà meglio”. Spero.
Le tremano le mani. Afferra la sottile fiala flessibile, fatta con la pelle sottile di un animaletto marino, la sbuccia dal fine involucro esterno e la infila dentro una siringa di vetro con un ago metà  dentro e metà fuori.
“Ci siamo”. La siringa e l’ago sono percorse da minuscoli aloni azzurrini. “Ora stringi i denti”.
Inserisce l’ago nel fianco di Wanda, ed inietta parte della sostanza; la restante la inietterà in una vena del braccio.  “Un laccio, presto!”.

La voce di Cornelia la richiama dall’anticamera: “Luce, presto, vieni qui. Ci sono le guardie alla porta”.
“Altri ribelli?!?”, chiede con ira. Questa volta è decisa ad incenerirli.
“Forse no. Hanno sentito il rumore e le grida. Ci minacciano. Forse se vieni tu…”.
“Sai fare una endovenosa?”.
“Si, tranquilla”.

Elyon va verso il portone dell’anticamera. Ora prova più rabbia che paura.
“E allora?”.
Davanti a lei c’è un sottufficiale, il sergente Kord, con una decina di guardie in assetto di battaglia. “Altezza… abbiamo sentito urla, rumori…”.
“Arrivate tardi! Le guardiane mi hanno protetta, al contrario di voi! Adesso bloccate tutte le uscite del palazzo e cercate un medico. Subito!”.
Richiuso il battente davanti agli sguardi smarriti, torna da Wanda.
“Allora, come stai, cara?”.
Non bene, si capisce dal viso, pallido e distorto da una smorfia di dolore. “Mi brucia… ho nausea…”.
Le pone i palmi sulla parte lesa. “Tranquilla. Ora userò i miei poteri per limitare i danni”.
Le prende le mani, sente la sua stessa sofferenza. E’ atroce, più di quanto sembri da fuori. Ha bisogno di energia, molta energia. Soprattutto, ha bisogno di immaginare. La percezione dello stato del corpo è sempre poco dettagliata, quando non si soffre; invece sarebbe utile conoscerla e ricordarla, proprio per questi casi.

Dopo alcuni minuti, il respiro di Wanda si è un po’ regolarizzato.
La voce di Irma la richiama: “Vera, c’è il medico”.
L’uomo verde con la barbetta color ferro cerca di darsi un contegno, ma si capisce che è già sconvolto. Ha visto i segni della battaglia, i fiori abbarbicati nei pavimenti di marmo, e può immaginare cosa significa.
Elyon si alza. “Dottor Tarnos, questa guardiana è nelle sue mani. Torneremo rapidamente”.
Si china a salutarla : “E’ questione di minuti, Wanda”.
L’altra la afferra per un lembo del vestito e la tira vicino per sussurrarle all’orecchio: “Will… devi chiamarmi Will, ricorda… E Irma ti ha chiamata Vera... Dovrai prenderti cura del medico… quando avrà finito”.
“Vedo che hai conservato la presenza di spirito. Guarirai presto”. Tenta un sorriso rassicurante.
“Ricorda… al corpo di guardia non… non devono sapere … che il loro vicecomandante era … a capo della rivolta”.
“Non lo sapranno… Will”. Le sfiora la fronte fredda e sudata.
Luce… quello che è successo… può esserci utile… giustificherà qualunque nostra azione”. Stringe gli occhi ed i denti per una fitta che attraversa da parte a parte il suo torace. “Ora vai!”.
Vera si alza turbata. E’ possibile che questa impresa conti per Wanda più della sua stessa vita?
 
 

  
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