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Autore: Nao Yoshikawa    07/02/2017    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se non vi fosse stato alcun sortilegio?
Molti di voi diranno: "beh, non sarebbe esistito Once Upon a Time".
Io invece voglio provare a vedere come le cosa sarebbero potute andare, in compagnia dei personaggi che tanto amiamo.
Quindi, questa è la storia della principessa Emma, delle sue avventure e del suo grande amore.
Ma non solo...
Riusciranno i nostri eroi a vivere per sempre felici e contenti?
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EmmaxBaelfire
RumplexBelle
ReginaxRobin
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Il primo bacio

Emma aveva udito le parole di Emma, tuttavia non era stata in grado di muoversi, e come lei anche gli altri. Regina aveva invece uno sguardo incredibilmente sorpreso, mentre osservava l'espressione seria di Robin.
La principessa vide però l'espressione della Regina cambiare nuovamente e tornare ad essere inquietante e spietata come prima.
"E tu chi dovresti essere? - domandò con l'intento di schernirlo - il nuovo protettore della principessa? Come se un comune essere umano potesse fermarmi..."
"Ho detto stai indietro! - esclamò nuovamente Robin - potrò essere anche un comune essere umano, ma non intendo fuggire dai miei doveri. Principessa, dovete andarvene!"
Regina si ritrovò a pensare che quel suo modo di fare fosse sorprendente quanto sciocco. A quanto pare, quell'individuo sarebbe stato disposto a morire, e tutto per proteggere quella sciocca principessina da lei.
Emma si era intanto finalmente convinta, aveva afferrato Bae per un braccio e aveva fatto segno agli altri di seguirla.
"Andiamo!" - esclamò frettolosa.
"Dove credete di andare?!" - minacciò lei, cercando di di fermarla. Robin però si intromise tra le due, non gli importava di essere più debole, l'importante era che Emma si salvasse.
"Cosa credi di fare? - domandò la donna con un sorriso - vuoi forse provare a fermarmi?"
"Hai capito bene"- rispose.
"Oh... come sei coraggioso... e anche stupido!" - disse con disprezzo.
Robin si accorse di come la Regina fosse particolarmente abile a "maneggiare" la magia oscura. Vide creare dalle mani una sorta di fuoco nero che, ne era certo, se lo avesse colpito lo avrebbe ucciso o quantomeno ferito gravemente. E Regina aveva proprio intenzione di attaccarlo, di liberarsi di quel fastidioso individuo che si era messo in mezzo. Lui però non si fece colpire, guidato solo dal pensiero di prendere tempo e di impedirle di raggiungere Emma.
"Allora sei proprio testardo! - proclamò spazientita - ti hanno preso come se fossi una bestia da macello pronta a farsi ammazzare, forse dovresti tirarti indietro, non è un compito che fa per te!"
"Forse è vero. Ma finché ci sarà da difendere una lady in pericolo non mi tirerò indietro. Anzi, mi spiace alquanto che dobbiamo ritrovarci a combattere. In un altro contesto, sarei stato decisamente più cortese"
Regina spalancò leggermente gli occhi. A aveva capito male, o quel tipo le stava forse facendo la corte? Le venne quasi da ridere: nessuno aveva mai provato a conquistare il suo cuore, e il fatto che a farlo fosse qualcuno come lui, le sembrava assurdo.
"Mi spiace, ma penso che sarebbe stato inutile fin dal principio! Non sono esattamente un tipo romantico!" - disse andandogli contro.
"E' un vero peccato!" - disse lanciandole una freccia  che immediatamente lei riuscì a frenare.
"Cosa?!" - domandò con aggressività.
"Il fatto che una donna così bella come voi, sia anche così malvagia e temuta. Ma nessuno è completamente malvagio, credo ci sia sempre un po' di luce nell'oscurità"
Regina avrebbe voluto chiedergli "tu che ne sai?", ma di fatto non riuscì a proferire parola. Quel tipo la stava alquanto sorprendendo, non era debole,  né codardo. Non era scappato ed aveva osato tenerle testa, cosa che solo in pochi erano riusciti a fare. E poi, dovette ammettere che fosse anche parecchio affascinante.
"Qual'è il tuo nome?" - domandò freddamente.
"Robin Hood, direttamente da Sherwood, vostra maestà" - rispose con una leggera punta di scherno nella voce.
"Bene, sarà un nome che non dimenticherò, la prossima volta che verrò ad ucciderti"
"Questo significa che adesso mi lascerete andare?" - domandò.
"Non ti illudere. Tornerò, ed allora terminerò quello che ho cominciato" - sussurrò squadrandolo dall'alto in basso. Robin però non era spaventato, anzi, sembrava alquanto divertito da quella donna. Era sicuro che avrebbe mantenuto la sua promessa di tornare, ma stranamente, la cosa non lo infastidiva affatto. Forse era a causa della sua indole, ma avere a che fare con la Regina era stato un po' come avere a che fare con una donna dal pessimo carattere. La vide sparire in una nube di fumo nero, prima che potesse aggiungere qualsiasi cosa.
Emma, insieme a Bae e gli altri si era intanto allontanata. Non riusciva a stare tranquilla, continuava  a chiedersi se Robin stesse bene o meno, se fosse vivo, e per questo appariva molto agitata.
"Forse saremmo dovuti rimanere con lui!"
"E che avremmo potuto fare? Sarebbe finita come l'ultima volta!" - ribadì l'altro.
"Oh, sto morendo di paura!" - si lamentò David.
"Accidenti, finiamo sempre con il cacciarci in questi guai! - sospirò la bionda poggiando la schiena contro il tronco di un alberto - forse insieme siamo proprio una calamita per i problemi"
"E la cosa ti spaventa?"
"No, non mi spaventa affatto" - rispose lei a braccia conserte, alzando poi gli occhi al cielo. Le era venuto in mente le frase di Bae, quella sul fatto di scappare insieme se mai avessero provato a dividerli. Non poteva fare a meno di chiedersi se stesse scherzando o meno.
"Mmh... eri serio quando mi hai chiesto quella cosa?"
"Di che parli?"
"Oh, di quella cosa! - borbottò arrossendo - di scappare... Tu lo faresti veramente? Lasceresti la tua famiglia e tutto quello che hai... solo per me?"
Bae aveva alzato le spalle.
"Sì"
Emma arrossì. Certe cose le si facevano soltanto per le persone speciale, e proprio non riusciva a credere di poter essere speciale per lui.
"Ma... perché?" - domandò. Bae a quel punto si avvicinò come mai aveva fatto e le aveva accarezzato i capelli. La principessa potè notare come il suo sguardo ora fosse diverso, era certa che nessuno l'avesse mai guardata così.
"Forse, perché per te ne vale la pena..." - gli sentì dire.
Poi lo vide avvicinarsi. Bae, non badando al fatto che i loro fratelli li stessero guardando, si era avvicinato alle sue labbra e l'aveva baciata, molto delicatamente, come se fosse stata la cosa più preziosa sulla terra. Era stato a quel punto che il cuore di Emma aveva sussultato. Quello era il suo primo bacio, ed era veramente speciale come se lo era immaginato. In punta di piedi, a causa della diversa altezza tra i due, si era aggrappato a lui, e aveva ricambiato il bacio, chiudendo gli occhi.
Ovviamente la cosa non poté sfuggire agli altri tre. Gideon era arrossito, e  aveva gonfiato le guance. Rose e David invece avevano spalancato gli occhi.
"Si stanno baciando!" - fece notare quest'ultimo.
"Oh, che cosa romantica! - esclamò l'altra con aria sognante, afferrandolo - avanti, baciamoci anche noi!"
"Che schifo! Non ci penso neanche!" - protestò.
Emma e Bae si staccarono proprio in quel momento. Erano rimasti ad osservarsi, con gli occhi lucidi, e con un sorriso che parlava da sé. A distrarre la principessa fu proprio l'arrivo di Robin, il quale, straamente, non appariva neanche ferito.
"Robin! - esclamò Emma correndogli incontro - stai bene? Com'è possibile, sei tutto intero!"
"Beh, diciamo che ho trovato un modo per uscirne fuori - la rassicurò - piuttosto, voi state bene?"
"Sì... sto bene, stiamo tutti bene..."
"D'accordo. Forse è il caso che torniamo a casa..."
"Sì, forse è meglio. Ti prego, ti prego, non dire a mio padre che io e Bae siamo stati insieme, temo si arrabbierebbe tantissimo!"
"Non preoccupatevi principessa, non lo farò" - la rassicurò, poiché non voleva essere lui la causa della fine di quel nascente amore e, soprattutto, non voleva beccarsi un rimprovero da parte del principe James.
"Allora ci vediamo, Emma" - sussurrò Baelfire. Lei lo guardò, non potendo fare a meno di sorridere. 
"Sì... ci vediamo..."

Regina adesso si trovava nuovamente nel suo castello, più nervosa che mai. Non le era mai successo nulla del genere. Mai nessuno aveva osato andarle contro in quel modo, mai nessuno aveva osato prenderla in giro.
E soprattutto ce l'aveva con se stessa per essersi lasciata abbindolare. Aveva una reputazione, un orgoglio, non poteva permettersi di mandare tutto all'aria soltanto per... un uomo.
"Assurdo! Cosa vado a pensare!" - disse fra sé e sé. Le parole di Robin le erano entrare in testa e non riusciva più a farle uscire.
Nell'oscurità c'è sempre un po' di luce.... Anche lei un tempo era stata buona, gentile verso il prossimo, ed anche tanto ingenua. E com'era stata ripagata? Le era stato negato l'amore, e ciò non aveva fatto altro che indurire il suo cuore. Non avrebbe permesso ad un uomo qualunque di mandare all'aria anni di sforzi, per quanto gentile quell'uomo fosse.
Gli aveva promesso che sarebbe tornata, e così avrebbe fatto. E si sarebbe liberata di lui, in modo da non cacciarsi in un guaio, l'unico che non sarebbe riuscita ad affrontare.
"No - sussurrò - io non ti permetterò di prendere il mio cuore. Esso è invalicabile, e nessuno è in grado di arrivarci. Nel mio cuore... c'è spazio solo per la vendetta"
Aveva sussurrato queste parole, quasi come se stesse cercando di convincersi.
Perché lei era la Regina Cattiva, colei che aveva portato via tante vite, colei che era invincibile, indipendente, forte, e che assolutamente, non avrebbe avuto bisogno di nessuno, nella sua vita.

Emma, David e Robin erano tornati a palazzo. Malgrado lo spavento che la principessa aveva preso, era incredibilmente allegra, sorridente e distratta, cose che probabilmente dovevano essere le conseguenze del suo primo bacio. E tutto ciò che aveva intorno ora le appariva quasi estraneo, lontano.
"Bentornati! - li accolse Biancaneve - vi siete divertiti?"
"Sì, molto, non è vero, Emma?" - domandò David.
"Cosa? - bisbgiliò lei - oh... sì, assolutamente meraviglioso"
"Tesoro, stai male forse? - chiese la madre - hai il viso completamente arrossato"
"Sto bene... sto bene, davvero - le disse sorridendo - vado... vado in camera mia..."
A Biancaneve però non pté sfuggire quello sguardo, lo sguardo che solo chi è veramente innamorato può possedere, occhi pieni di vitalità e luce. Ed il pensiero la fece alquanto preoccupare, perchè se sua figlia si era innamorata di chi pensava, allora non c'era da stare tranquilli.
Quando i due bambini si furono allontanati, James si rivolse a Robin.
"E' andato tutto bene?"
"All'incirca, maestà. La Regina Cattiva ha provato di nuovo ad attaccare Emma"
"Cosa?! - domandò Biancaneve - davvero?!"
"Sì, ma non agitatevi, non ha corso alcun pericolo. Ci ho pensato io"
"Oh, cielo. Sei ferito? Ti ha fatto male? La forza di quella donna fa davvero paura!" - disse apprensiva.
"Non preoccupatevi per me, sto bene. Credo di essere in grado di gestire la situazione" - li rassicurò.
"Sorprendente - disse James - beh, se è così sono contento, e sono anche più tranquillo. So che Emma è in buone mani con te"
Biancaneve si era allontanata, pensierosa. Non aveva idea di quali delle cose fosse più pericolosa, se la sua acerrima nemica volesse uccidere sua figlia o il fatto che quest'ultima si fosse innamorata probabilmente della persona sbagliata. Forse sarebbe stato meglio parlarle.
La principessa stava distesa nel suo letto, con gli occhi fissi sul soffitto. Non faceva altro che ripensare a ciò che fosse successo quel giorno, ed il solo pensarci la feceva sorridere come una sciocca. Se quello era ciò che si provava quando ci si innamorava, allora era una sensazione stupenda.
Lo avrebbe rivisto il giorno dopo, e quello dopo ancora, poi sarebbero cresciuti e si sarebbero sposati. Forse stava correndo troppo con la fantasia, ma proprio non riusciva  a farne a meno. Ritornò alla realtà soltanto quando qualcuno bussò alla sua porta.
"Avanti"
Biancaneve entrò, cercando di apparire il più tranquilla possibile.
"Cara... scusa il disturbo, ma ero un po' preoccupata. Mi sei sembrata così distratta, poco fa..."
"Oh, non preoccupatevi madre, sto bene davvero. Anzi, sto benissimo, la vita è davvero meravigliosa!"
La più grande a quel punto si avvicinò. Quelli erano proprio tutti i sintomi di un innamoramento.
"Mi fa piacere. Come mai sei così felice?"
"Oh... non ne sono sicura... però forse... forse mi sono innamorata!"
"Ah, davvero? - domandò nervosamente - è... meraviglioso... e... chi è il fortunato?"
"E' Bae - sussurrò - madre, vi prego, non arrabbiatevi. Bae non è cattivo, anzi, è protettivo, e gentile, dolce... e bacia bene..."
"Ti ha baciato? - domandò sorpresa - questo è... oh, non so davvero cosa dire. Sai tuo padre come la pensa..."
"Ma voi la pensate diversamente, vero? - domandò supplichevole - vi prego, per favore, non separateci. Io... ci tengo veramente a lui!"
E a confermare quest'ultima frase era lo stesso sguardo di Emma. Voleva bene a Baelfire e si vedeva, e lei non avrebbe mai potuto dirle di stargli lontano. Sapeva riconoscere un sentimento vero, quando lo vedeva, ed era certa che il suo fosse vero quanto intenso.
"Questo ragazzo... deve piacerti davvero molto..."
"Sì, mi piace tanto, e piacerebbe anche a te se lo conoscessi"
"Ti credo, Emma. Il problema sarà convincere tuo padre, sai com'è..."
"Sì, lo so - borbottò - ma lo conviceremo, stanne certa..."

Lo stesso buon umore aveva colpito Baelfire, il quale appariva fin troppo distaccato da tutto ciò che aveva intorno. Quando era tornato a casa, era stato per il tutto il tempo in un angolo, a sospirare, e non aveva neanche toccato cibo. Belle, che lo conosceva bene, si era ovviamente accorta del suo cambiamento, ed inoltre, aveva anche riconosciuto i sintomi di un "male" incurabile che portava il nome di amore.
"Tremotino... non ti sembra che Bae sia un po' strano?" - gli domandò.
"Strano? Non ho idea di cosa tu stia parlando" - rispose.
"E che... non so, è distratto, ha un'aria sognante, ed è particolarmente allegro"
"Ah, avrà avuto una bella giornata" - disse con noncuranza.
"Certo che ha avuto una bella giornata - disse Rose, alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo - ha dato il suo primo bacio ad Emma. Erano così carini"
"Cos'ha fatto?!" - domandò Tremotino.
"Emh... niente..." - rispose la bambina nascondendosi dietro il libro.
"Lui... hai sentito Belle? Non posso crederci, mi ha disubbidito di nuovo!"
"Sì, ho sentito, ma non credo ci sia bisogno di agitarsi così..."
"Aspetta... tu lo sapevi...e  non mi hai detto niente?"
"Sapevo che fosse con Emma, e tra l'altro ti avevo anche detto che sarei stata dalla sua parte, ma no, non sapevo che ci fosse stato un bacio. A quanto pare si piacciono veramente"
"E questo non va bene! Ci sono mille mila ragazze in tutto il regno, e lui proprio di lei doveva invaghirsi?" - domandò agitato.
"Mi spieghi perché la cosa rappresenta un problema?"
"Perché? Perché credi che la Regina sia tornata? Ma per uccidere la principessa ovviamente! Io non voglio che Bae rimanga coinvolto, fisicamente ed emotivamente!"
"D'accordo, ma non credo che questo sia il modo giusto per affrontare la cosa. Forse... forse dovresti provare a parlargli, vedrai che con te si aprirà"
"Tu dici?" - domandò.
"Certo - lo rassicurò - solo ti prego... non essere troppo severo"
"Una parola, Belle. Quella tenera fra i due sei tu"
"Oh... non è proprio vero" - disse lei sorridendo, per poi buttargli le braccia al collo e baciarlo dolcemente.
"Oh - borbottò Rose contrariata - tutti si baciano tranne me"
"E non bacerai nessuno per molto tempo - le disse Tremotino - adesso vado"
Come Emma, anche Bae non faceva altro che pensare a ciò che fosse successo. Le ragazze non gli erano mai interessate poi di tanto, ma lei era diversa, era speciale, era una principessa, ma era forte, intelligente, simpatica, ed anche molto graziosa. Sentiva che avrebbe fatto di tutto per proteggerla dai pericoli e che avrebbe fatto di tutto per poterle stare accanto.
Tremotino entrò trovando la porta parte. Dovette effettivamente rendersi conto che Bae era particolarmente sognante, e la cosa di certo non gli fece particolarmente piacere..
"Siamo pensierosi, vedo" - disse attirando la sua attenzione.
"Amh... sì, ma non stavo pensando a nulla di che, davvero..."
"Belle mi ha fatto notare che effettivamente sei strano"
"Wow, non le sfugge niente"
"E tua sorella non ha saputo resistere dal dire ciò che hai fatto. Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro con te, Bae. Non voglio che tu frequenti quella lì..."
"Quella lì si chiama Emma - esclamò nervoso - e poi... tu non puoi dirmi quello che devo fare, è la mia vita!"
"Cosa?" - domandò minaccioso.
"Ho detto che è la mia vita!" - ripeté ancora più arrabbiato.
"Baelfire, stammi bene a sentire - gli disse, apparendo improvvisamente più minaccioso - tu ancora non capisci quanto può essere pericoloso. Ti caccerai nei guai, io so quello che è meglio per te!"
"No che non lo sai! - esclamò - lo so che passerò i guai, ebbene? Sarò pronto ad affrontarli perchè al contrario tuo, io non sono un codardo!"
Tremotino fu scosso da un fremito. Gli avevano dato del codardo così tante volte che oramai aveva perso il conto, ma il fatto che a dirglielo fosse stato proprio suo figlio, lo aveva fatto infuriare tremendamente. Così la sua mano si era mossa da sola e aveva schiaffeggiato il viso del ragazzo. Quest'ultimo era rimasto immobile e anche parecchio interdetto. Poi però si era voltato a guardarlo, con gli occhi lucidi, e senza aggiungere una parola, si era allontanato.
"Baelfire! - chiamò - dove stai andando?"
"A prendere aria, lontano da te!" - esclamò arrivando al piano di sotto.
"Ma sì, forse faresti meglio a calmarti!"
Baelfire a quel punto si era voltato, e con molta eleganza gli aveva fatto un gestaccio con il dito, per poi allontanarsi.
Quelle urla avevano attirato le attenzioni di Belle, la quale era apparsa alle sue spalle.
"Tremotino ma...  ma che è successo?" - domandò.
"Niente" - rispose freddamente.

La notte era passata nuovamente, una notte che Robin aveva passato insonne. Non era riuscito a chiudere occhio, il suo pensiero andava costantemente alla Regina, e non perchè ne fosse spaventato, al contrario, ne era rimasto particolarmente colpito. Ma formulare certi pensieri verso una persona che rappresentava una sua nemica, sarebbe stato sconveniente. Questo lo sapeva, sapeva che il suo compito sarebbe stato quello di ucciderla, se mai ci fosse riuscita, Ma anche volendo, non era sicuro che fosse esattamente quello che voleva. Aveva guardato a lungo negli occhi di Regina, e non aveva scorto solo cattiveria, ma anche tanta sofferenza.
Il sole era sorto da poco, ed era andato nei giardini per cercare di prendere un po' d'aria e mettere a posto i pensieri. Di storie ne aveva avute parecchie, ma mai nessuna donna aveva occupato i suoi pensieri come lei.
Lei che, senza che potesse immaginarlo, lo stava osservando. Era parecchio che lo osservava in realtà, e nel farlo aveva memorizzato il suo viso.
Poi le era apparso davanti, come se nulla fosse. Robin parve molto sorpreso, più contento in realtà. nel vedere di come ella avesse mantenuta la propria promessa. Allora, egli aveva preso il proprio arco e le proprie frecce, e le aveva lasciate cadere al suolo.
"Non intendo combattere, se è questo quello pensate" - le disse, sorprendendola parecchio.
"Idiota - rispose - mai vista una persona così poco attaccata alla propria vita"
"Me lo dicono in molti, in effetti. Siete tornata per provare ad uccidere di nuovo Emma? O per caso siete tornata solo ed esclusivamente per me?"
"Attento, non provocarmi. Cosa ti fa credere che sia tornata per te?"
"Beh, non mi avete ancora ucciso. Quindi questo mi fa ben sperare"
Regina si ritrovò zittita da quella frase. Stava perdendo tempo, eppure non riusciva ad attaccarlo o a fargli male non riusciva, o forse non voleva.
"Mi chiedo perchè uno come te abbia accettato un compito tanto ingrato"
"Beh, non ho una famiglia da cui tornare. E poi, la paga è piuttosto allettante. E, visto che siamo in vena di domande, maestà, io mi chiedo invece perchè ce l'abbiate tanto con la principessa..."
"Perché, mi chiedi? - domandò fulminandolo con lo sguardo - non è per qualcosa che lei ha fatto, ma per qualcosa che ha fatto sua madre, Biancaneve. Per colpa sua, ho perso il mio unico e vero amore. Pertanto, se io non posso essere felice, nessun altro lo sarà. E così ho intenzione di far soffrire entrambe, di farli soffrire tutti"
"Mi dispiace" 
"Ti dispiace? Di cosa, precisamente?"
"Che abbiate sofferto. Ma ne ero sicuro, non potevate essere nata malvagia"
"Non cercare di psicanalizzarmi"
"Non lo sto facendo. Sto solo dicendo che avevo ragione, nessuno nasce cattivo. Però... dubito che nella vendetta troverete la vostra felicità"
"E tu cosa vuoi saperne?"
"Nulla, in realtà. Però, se provate a far del male ad Emma, dovremmo essere l'uno contro l'altro, Mentre invece, adesso stiamo parlando così tranquillamente..."
Regina lo squadrò. Effettivamente, era tanto che non parlava con qualcuno... tutti l'avevano sempre e solo temuta.
"Credi che questo mi convincerà a desistere dall'ucciderla?"
"Lo spero. Vostra maestà, nella vita ci sono cose molto più importanti della vendetta... per esempio l'amore..."
"Ah, certo, immagino tu sia un animo romantico. L'amore non fa per me, assolutamente, l'amore rende deboli"
"Meglio deboli allora, che senza amore..." - sussurrò. Senza accorgersene si erano avvicinati l'un l'altro. Regina però non poteva. Lei era superiore, e se si fosse lasciata andare a futili sensazioni ed emozioni, non sarebbe più stata lei.
Robin fu distratto da una voce: sembrava quella di Emma. Quando si voltò, si rese conto che Regina non c'era più. Era scomparsa, ed era certo che qualcosa fosse cambiato in lei, come in lui.
Si era materilizzata di nuovo nel suo castello. Perchè aveva avuto la sciocca idea di andare da lui? Perché si ritrovava in difficoltà, dopo tanto tempo?
Come avrebbe potuto portare a terminare la sua vendetta in questo modo? Se avesse provato ad uccidere Emma, Robin sarebbe stato sempre lì a proteggerla.
Poi le venne l'idea che forse non doveva per forza ucciderla, non subito almeno. Forse c'era un modo migliore per farla soffrire. Robin aveva ragione, c'erano cose più importanti, come l'amore, lo stesso amore che le era stato negato.E proprio l'amore sarebbe stata la rovina di Emma. 
Un'idea si impossessò della sua mente, ma per realizzarla avrebbe avuto bisogno di aiuto.

Nota dell'autrice
Ah, questi adolescenti dagli ormoni in subbuglio, sono così ribelli. Anche se mi sono rispecchiata molto nello scrivere di Bae, forse perché anche io mi arrabbio così quando mi rompono le scatole. Probabilmente è per quello.
Un singolo bacio ha scatenato una tempesta di ormani in entrambi i piccoli, ma non tanto piccoli, protagonisti. E Regina ha capito che qualcosa non va, e che Robin non è come gli altri.
Chissà a chi chiederà aiuto? (eheh, ma neanche a dirlo)
   
 
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