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Autore: Lilith_Baudelaire_LuPa    07/02/2017    0 recensioni
Non è sufficiente avere le proprie mani pure, bisogna avere lo spirito puro...
Storia partecipante al contest “Divinità dell’Olimpo” Indetto da Dollarbaby sul forum di EFP.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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La notte è serena e luminosa e il silenzio è rotto solo dal rumore dei miei tacchi sul marciapiede. Avvolta nel mio lungo cappotto nero, mi dirigo a passo spedito verso il locale, “the wood”, la scritta al neon che campeggia in alto, è l’unico segno di vita nella cittadina ormai dormiente. L’interno è tutto verniciato con i toni del verde e ricorda un bosco. Lo trovo appropriato visto che sto cacciando proprio come una sinuosa leonessa, in cerca del mio cervo, di una preda da consumare e abbandonare. Poco distante da me un ragazzo dai capelli ricci e biondi balla sensuale e bellissimo, attorniato da ragazze ingioiellate, strette in abiti succinti. Gli leggo nello sguardo la sua presunzione da leone, la consapevolezza di essere bello e di poter avere chiunque… Ma non sa di essere invece la mia prossima preda. Mi tolgo il cappotto rivelando un lungo abito blu, con una lunga scollatura sulla schiena. Il mio unico gioiello è un ciondolo argentato a forma di cervo che cattura le luci del locale, gettando attorno a me riflessi ammiccanti. Mi basta guardarlo negli occhi e sorridergli leggermente per attirarlo a me, come sotto l’effetto del richiamo ipnotico di una sirena. Mi faccio offrire un paio di drink troppo dolci che mi fanno venire il voltastomaco, mentre faccio finta di ascoltare le sue noiosissime chiacchiere autoreferenziali. Crede di impressionarmi e di farmi cadere ai suoi piedi, pensa che io possa pregarlo per rivederlo ancora e sentirmi dire che appartengo a lui. Un’altra anonima conquista ad accrescere il suo già più che smisurato egocentrismo. E invece questa volta è lui la preda. Mentre torno verso casa, il sole che sorge alle mie spalle, e i soldi presi dal suo portafogli mentre giaceva svenuto per l’alcool, nella mia borsa, non posso che provare un leggero senso di pena verso quel gattino che pretendeva di ruggire. Mi guardo le mani perfettamente curate e smaltate di argento. Ma non è sufficiente avere le proprie mani pure, bisogna avere lo spirito puro. Mentre infilo la chiave nella toppa del portone di casa mia, lancio una breve occhiata alla luna che sta via via scomparendo, coperta dalla luce solare. In fondo lei è l’unica mia complice, l’unica a conoscere il mio segreto; e come lei, la luce del giorno cancellerà via anche le mie colpe. In fondo non mi interessa avere lo spirito puro. Voglio solo brillare, essere me stessa: incontrollabile, volubile e padrona di me stessa.
   
 
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