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Autore: hapworth    02/06/2009    1 recensioni
La porta si aprì rivelando la figura snella di Ayako con un caffè in mano – Signor Anzai le ho portato il the – gli disse sorridente – Oh Oh Oh... grazie Ayako. Dimmi è già qui? – lei annuì ridacchiando – Sta di nuovo sproloquiando sul fatto che non dovrebbe venire qui perché è un Genio... – sospirò esasperata, Anzai annuì e le chiese di farlo accomodare.
IN HIATUS || ATTESA DI REVISIONE
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con il settimo capitolo... lo so pensavate che fossi morta neh? E invece no! (ma ci sono ancora vicina dato che a scuola ci bombardano di verifiche... bah psicotici così ci rovinano proprio alla fine -___-).

Tornando al capitolo...  beh il titolo è idiota (come gli altri del resto) vi lascio alla lettura che è meglio. E tanto per ricordarmelo i personaggi di questa ff non sono miei ma di Takehiko Inoue e io non ci guadagno niente a scrivere.

 

La Soluzione di Anzai

07. Ciò che non funziona

- Ma non è possibile la sfiga mi perseguita! – esclamò Hanamichi esasperato mentre si chiudeva la porta di casa alle spalle: come, come, aveva fatto a perdere contro la Kitsune?! Adesso avrebbe dovuto parlare dei suoi problemi! Accidentaccio, per fortuna quel giorno si era salvato dato che il tempo della seduta era finito giusto in tempo. Ma la prossima volta? Oddio poteva fingersi malato? “Non credo... mia madre mi ucciderebbe di sicuro” pensò sospirando affranto.

Era terribilmente preoccupato: come avrebbe fatto alla prossima seduta a raccontare una palla credibile per non farsi compatire da quel dannato Rukawa? Non lo sapeva ma aveva una settimana di tempo per pensarci.

Il fatto che avesse dei problemi e si affidasse a quel nonnino non era una scusa valida per costringerlo a parlarne anche con un estraneo dei suoi problemi!

- Dannato nonnino! E dannatissima Kitsune musona! - urlò nella sua stanza rivolto al nulla apparentemente. - Hana-chan sono le cinque di mattina! - gli fece notare la sua mamma sbuffando mentre nella stanza si diffondeva un piacevolissimo odore di brioches e caffè appena sfornati. - Si scusa mamma! - si scusò per poi scendere in cucina come un turbine e divorare la sua colazione.

- Anzai ha deciso qualcosa per quelle sedute condivise? - chiese la madre al rossino mentre quello si faceva andare per traverso il thé per poi iniziare a spiegargli la nuova situazione. - Davvero? Ma è meraviglioso Hana-chan!- esclamò la donna sorridendo felice mentre Hanamichi la guardava allucinato - COSA?! Ma sei matta?! Io lo odio quello lì! Come potrei anche solo pensare di raccontargli i miei problemi?! - la donna scosse bonaria la testa - Non importa Hana-chan... la fiducia verrà da sé... e poi Kae-chan è tanto solo no? Non è una buona occasione per conoscerlo e capire perchè? - disse la donna mentre Hanamichi sbuffava non pensando seriamente alle sue parole.

Gli ritornarono in mente a scuola, durante una lezione di fisica, e allora capì che forse sua madre non aveva poi tutti i torti: magari Rukawa era solo perchè non voleva gli altri intorno... magari soffriva terribilmente per la perdita dei genitori ed era per quello che non permetteva a nessuno di avvicinarsi. "Magari vorrebbe un amico ma pensa che nessuno possa capirlo senza considerarlo un pezzo di ghiaccio o un ragazzo bellissimo..." pensò stupendosi egli stesso dei suoi pensieri: aveva pensato che la Volpe era bella? Beh effettivamente lo era... ma lui, ovviamente, quale Genio lo era molto di più!

Finalmente la giornata finì e Hanamichi poté tornare verso casa ma, purtroppo per lui, per strada intercettò la Volpe che dormicchiava sul tram - Ohi Volpe! Non ti hanno mai detto che non devi dormire sui mezzi pubblici? - il moro aprì, svogliatamente, un occhio per poi fissarlo contrariato - E ha te non avevo ancora detto che non devi mai svegliare le Volpi che dormono? - lo provocò dandogli un pugno a tradimento mentre Hanamichi si rialzava - Ero rimasto al cane... - e giù un altro cazzotto mentre Kaede "Da quando lo chiamo per nome?!" sembrava più pallido del solito.

- Ngh... - un gemito di dolore uscì dalle labbra del moro e adesso che gli era preso? Si era piegato in due tenendosi lo stomaco, manco lo aveva colpito nello stomaco! - Ehi che hai? - chiese lasciando trapelare la sua preoccupazione. - Niente... devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male - rispose la Volpe guardandolo con gli occhi socchiusi - Dovevo aspettarmelo da lui... - lo sentì sussurrare per poi sedersi.

- Tu non stai bene... e poi perché... – ma non riuscì a finire la frase che il moretto lo interruppe, prima con un’occhiataccia del tipo fatti-i-cavolacci-tuoi e poi con le parole – Do’aho non te ne deve fregare niente dei miei problemi – ma Hanamichi lo colse in fallo – Kitsune dannata lo sai vero che tra poco più di una settimana purtroppo dovrò farti da ascoltatore neh? – lo provocò.

Rukawa però fece un ghigno guardandolo appena – Ma prima dovrai farlo tu... tra due giorni ti ricordo – Hanamichi sobbalzò: cavolo se ne era quasi dimenticato, era così concentrato nell’attaccare briga con Kaede “Di nuovo?!” che non se ne era neppure accorto.

- Dettagli Kitsune, dettagli... io sono un Tensai non ho problemi! – esclamò sicuro di sé mentre vedeva Rukawa osservarlo dubbioso – Se come no... e allora per quale ragione vai da Anzai? – chiese il moretto – Dovrai aspettare per saperlo carino – gli rispose sorridendo sinistro per poi sparire fuori dalla porta del mezzo mentre vedeva appena l’espressione dell’altro mutare in una confusa.

“Che cacchio mi è saltato in mente?! Chiamarlo ‘carino’ ma sono impazzito?! Devo aver mangiato pesante non c’è altra soluzione!” si disse dandosi un calcio mentale mentre entrava in casa. Era così concentrato nell’insultarsi e nell’insultare Rukawa che inciampò sullo scalino di casa e diede una facciata per terra – Ma porca.... – si raddrizzò notando che sua madre doveva essere uscita a fare spese. Meglio, avrebbe avuto più tempo per inveire contro le Volpi dell’universo.

Inutile dire che due giorni dopo il povero Hanamichi era nero: non solo non aveva idee per mentire a Rukawa ma aveva anche pensato di dirgli la verità... doveva essere proprio impazzito!

Arrivò da Anzai incavolato con il mondo – Ehi ciao Hana! – lo salutò Ayako che, ovviamente, stava portando il the al nonnino – Nh – fece uscire un mugugno alterato mentre guardava la porta dell’ufficio del vecchio come se avesse voluto dargli fuoco.

- Oh Oh Oh ciao Sakuragi! – lo salutò allegro il nonnino ignorando palesemente lo sguardo-che-uccide del Tensai che sembrava non aver effetto – Rukawa è già dentro... se vuoi accomodarti – gli disse il vecchio, desideroso probabilmente di morire. Hanamichi si alzò e, sbuffando, entrò in quella che sarebbe stata la sua tomba, ne era certo. 

- Nh – fu il cordiale saluto di quella dannatissima Kitsune, sembrava che gli volesse far pesare la situazione più di quanto già non gli pesasse a lui. Sbuffò guardandolo contrariato, molto contrariato, e poi si sedette sulla sedia posta, manco a farlo apposta, di fronte a quella del moretto.

- Allora Do’aho hai intenzione di rimanere in silenzio per molto? Ti ricordo che hai perso – ecco che gli ricordava il perché si trovasse in quella dannatissima situazione! Ma dopo lo avrebbe ucciso, parola di Tensai! Quando avrebbe saputo da Rukawa i suoi problemi... oh come si sarebbe divertito ad ucciderlo lentamente! Molto, molto lentamente!

- Silenzio Volpe demente! Il tensai deve preparasi il discorso! – esclamò con una sicurezza che non era la propria. Non l’avrebbe mai ammesso ma aveva una dannatissima paura di quello che avrebbe pensato Kaede “Ecco che ci ricasco” di tutti i suoi sensi di colpa, i suoi sentimenti e problemi.

- Da dove cominciare? Forse dall’inizio... allora devi sapere che sono orfano da parte di padre per colpa mia – iniziò guardando a terra, non voleva vedere lo sguardo dell’altro. – Ebbene si, ho ucciso mio padre... oh non certo volontariamente. Semplicemente per colpa della mia propensione a risse dei tizi che volevano vendetta mi hanno bloccato mentre stavo correndo all’ospedale perché avevo trovato mio padre riverso per terra, probabilmente stava avendo un infarto – continuò, era terribilmente difficile parlarne, non gli piaceva dirlo ad altre persone.

- Ma questo è solo l’inizio... mia madre era caduta in depressione, strano a dirsi per una come lei eppure è successo. Io mi sono rifugiato semplicemente nelle scazzottate giornaliere, nelle dichiarazioni da Genio e nelle ragazzine immature che in fondo sapevo mi avrebbero rifiutato. È stato un meccanismo di difesa credo, per non pensare a quello che era successo. Ho deciso di fare il ragazzo infantile e megalomane per coprire i sensi di colpa e il disagio che provavo – prese fiato e osservò la finestra evitando lo sguardo blu del moretto.

- Poi mia madre è uscita dalla depressione dopo essersi confidata con Anzai... e così ha visto il mio disagio e ha deciso di spedirmi qui... che fortuna neh? – si derise da solo. sapeva che non era una grande storia da raccontare e che probabilmente c’era gente che stava peggio ma, in fondo, quello era il suo piccolo dramma.

Trovò finalmente il coraggio di guardare l’altro e lo vide con lo sguardo un po’ perso come se, in un certo senso, lo comprendesse... il pensiero che forse anche lui avesse indossato la facciata indifferente per difesa lo sfiorò appena prima di essere riportato alla realtà dalla voce dell’altro.

- Sei proprio un Do’aho... credere di essere colpevole solo perché ti hanno impedito di salvare tuo padre... poi il coprirti con questa stupida facciata... io su questo non posso dirti niente ma avresti dovuto aiutare di più tua madre... ma come ho già detto non posso giudicarti dato che anche io... – l’altro lasciò la frase in sospeso e Hanamichi divenne curioso... peccato che proprio quando stava per chiedergli di continuare la porta si aprì e...

- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO – inutile dire che l’urlo era stato il suo al vedere il dannato Porcospino – Ma non dovevi essere in Perù te?! – sbottò mentre cercava di staccarselo di dosso. Notò distrattamente il Volpino che si alzava e prendeva la giacca – Io vado... – disse rivolto ad Ayako e Anzai – Oh Oh Oh... ci vediamo la prossima settimana – lo salutò Anzai mentre la ragazza versava, come al solito, del thé per il vecchio.

Mollò un pugno sul grugno all’istrice e, dopo essersi liberato, prese la giacca e si dileguò mentre sentiva Sendoh – Hana-chaaaaaaaaaaaaaaaaaaan torna quiiiiii“ma mai nella vita!” rispose mentalmente chiudendo la porta dietro di sé.

Arrivato a casa valutò che in fondo aveva pensato che la Volpe si sarebbe divertita a sguazzare nei suoi problemi... e invece aveva anche cercato di aiutarlo. Certo a modo suo, ma ci aveva provato.

Si sdraiò sul letto pensando che tra una settimana sarebbe toccato a lui sentire Kaede... e, assurdamente, pensò che sarebbe stato bello aiutarlo con i suoi problemi, l’avrebbe aiutato a conoscerlo meglio.

Continua...

 

Chiedo ancora scusa per l’immenso ritardo. Colpa della scuola -.- dal 13 dovrei tornare attiva (si spera) quindi se sparisco di nuovo prima o poi tornerò!

Ringrazio chi ha letto e chi ha commentato.

Alla prossima!

By athenachan

 

   
 
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