Sehun
è un
uomo dalle poche ma granitiche certezze. Sa, per esempio, che Kyungsoo
è una
specie di Satana in miniatura concupito dall’angelico
Joonmyun e che Chanyeol è
una passiva sfondata tale da far sembrare (persino!) Yifan un rude
e
becero camionista tutto muscoli, birra e bestemmie in dialetto. Sa che
Lu Han è
il più insaziabile dei cerbiatti mannari, golosissimo di un
raviolo umano che
risponde al nome di Minseok. Sa che Jongdae e Zitao non la danno a bere
a
nessuno con le loro fantomatiche lezioni di yoga che si protraggono ben
oltre
un orario ragionevole; e Yixing non è meno discreto, le sue
mani così spesso
incollate al didietro di Baekhyun “per testarne il tono
muscolare” (testuali
parole). E’ perfettamente conscio del proprio sex appeal, un
fascino indiscusso
e travolgente che non risparmia nemmeno i fan di sesso maschile. Ma
soprattutto, Sehun è certo di una incontestabile -per quanto
avvilente- verità:
Jongin non capisce una fava.
Ora, Jongin
è l’amore della sua vita. Su questo non ci piove.
Jongin è, per citare le
immortali parole di Shakespeare, il suo faro sempre fisso che guarda
alle
tempeste e mai ne è scosso, la stella polare che guida la
nave errante del suo
cuore. Sehun non ha paura ad immaginare un futuro con lui e,
benché non lo
abbia ammesso ad anima viva, ha già scelto i nomi dei loro
futuri figli. In
altre parole, è cotto come la più stomachevole
delle pere cotte. Non ci vuole
un intelletto sopraffino per accorgersene.
Eppure
Jongin, un po’ fagiano ma di sicuro non scemo, fatica a
comprenderlo. Non ne
parlano mai, le rare volte che Sehun ha provato ad accennare
all’argomento sono
degenerate in una rotolata tattica tra le lenzuola o scivolate via in
un
silenzio impacciato ma definitivo. Però l’elefante
nella stanza resta, ingombrante
e rosa shocking, cosparso di piume e brillantini, e ad ignorarlo
è proprio
Jongin. Sehun, non potendo affrontare l’argomento a parole
(pena uno sciopero
sessuale a tempo indeterminato), cerca in ogni modo di veicolare
ciò che prova
attraverso piccoli gesti quotidiani.
Lo abbraccia, ne sfiora la guancia o la nuca con le labbra al
risveglio,
appoggia la testa sulla sua spalla quando siedono sul divano a notte
fonda a
chiacchierare di tutto e niente. Carica ogni carezza, ogni sorriso
sghembo di
tutta la tenerezza di cui è capace. Durante
l’amore, bacia la pelle di Jongin
con la riverenza che normalmente si rivolge a un dio. Entrare in lui
è come
unirsi con la sua anima; Sehun spinge, lo costringe alla resa, lo sente
irrigidirsi tra le braccia e lasciarsi andare con l’estasi
negli occhi
nutrendosi di quell’abbandono fiducioso. E pensa tra
sé, sottilmente agrodolce:
lo capirai prima o poi che farei qualsiasi cosa pur di renderti felice,
testone.
Testone o
fagiano che dir si voglia, Jongin mantiene il riserbo riguardo alle
proprie
insicurezze e sfoggia, alle volte, un’aria da
virtù offesa che ben si accorda
all’indole passiva-aggressiva dei grandi timidi. Sehun non lo
sopporta. Vorrebbe
che Jongin si decidesse a sfogarsi con lui, a mettere nero su bianco
quello che
non va nel loro rapporto, cosa lo fa soffrire. Sehun sa di non essere
un
fidanzato esemplare, è un essere umano e sbaglia
più volte di quanto gli
piaccia ammettere. Ma se l’altro non lo aiuta, se non si
decide a mettersi al
timone insieme a lui, dove andranno a finire? Come potranno schivare
gli
iceberg che si profilano all’orizzonte?
Una notte
Jongin scivola nel letto di Sehun, convinto che il ragazzo si stia
crogiolando
nel mondo dei sogni. Le parole arrivano in un sussurro quieto, un
mormorio da
preghiera.
“So
che sei
preoccupato per me. Mi dispiace. Non è colpa tua, sono io il
problema. Me li
creo in testa, i problemi. Talvolta mi viene una paura
incredibile”, rivela in
un soffio, “ho paura che tutto questo finisca, che ci
scoprano e cerchino di
separarci. Il futuro mi terrorizza, è una terra straniera.
Se potessi
conoscerlo già adesso, avere la certezza che sarai sempre al
mio fianco…” un
sorriso amaro gli si disegna in volto. “Ma non si
può e devo accettarlo. Fare
pace con l’angoscia che mi mangia il cuore. Finché
non ci sarò riuscito, ti
chiedo di portare ancora un po’ di pazienza. Sopportami,
ignora i miei sbalzi d’umore”
si china a baciargli i capelli. “Non ho alcun dubbio su di
noi. Tu mi rendi
felice. Sei la mia persona speciale”.
Con
delicatezza, per non svegliarlo, solleva le braccia di Sehun e se le
cinge
attorno alla vita, accoccolandosi contro il suo calore. Sehun,
ovviamente sveglio
come un grillo, simula un movimento dettato dal sonno e ne approfitta
per stringerlo
di più a sé. E sorride. Sospira,
perché Jongin ha ragione: è un sentiero irto
di pericoli, quello che hanno imboccato. Ma adesso può
aggiungere alle sue
poche e granitiche certezze la presenza (a volte tormentata, e tuttavia
fissa)
di Jongin, pronto a lottare insieme a lui; ed è solo questo
che conta davvero.
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cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/IlGeniodelMaleEFP/.
Il titolo
è
un omaggio alla fichissima sigla di Yuuri!!!
on Ice, fandom in cui ho debuttato da poco.
Quell’anime iper fagiano mi ha
frastornata a tal punto che non escludo un crossover, in futuro.