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Autore: Pioggia    02/06/2009    5 recensioni
Edgar è un molliccio, ma anche un gran chiacchierone. Molti non lo sanno, ma lui è una creatura importante. È un peccato che finora non abbia mai raccontato la sua storia. Quale? La storia.
- “Ehi, frena! Per favore... Rallenta! Fermati! Santo Godric... Impedimenta!”.
James le aveva provate tutte per riuscire a raggiungere la ragazza senza ricorrere alle maniere forti, ma arrivati all'ennesimo pianerottolo di chissà quale rampa di scala del castello la soluzione drastica era l'unica via che gli era venuta in mente per riuscire a placcarla...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto il tempo del mondo




- “Oh James, come ho fatto a non rendermi conto di quanto fossi sciocca?”.
- “Abbiamo tutto il tempo del mondo per recuperare” bisbigliò con le labbra a pochissimi millimetri dalle sue.
Senza che neanche se ne rendessero conto, stavano già baciandosi. Solo un lieve rumore di fondo, voci indistinte e sempre più invadenti, infastidiva Lily. Non voleva nemmeno aprire gli occhi per scacciare quell'insistente chiacchiericcio perché avrebbe dovuto interrompere un bacio, quel bacio!

- “Per le sottane di Circe!”.

Il parco, James, quella sensazione di immenso benessere... tutto era stato cancellato, come se fino a qualche momento prima si trovasse dentro una gigantesca bolla di sapone fatta esplodere da un bambino capriccioso in un secondo. Il tempo che era servito ad Alice per svuotare un intero secchio di acqua decisamente gelida sul Prefetto comodamente acciambellata sulla poltrona accanto al fuoco.

- “Lily, ti prego. Risolvi quanto prima questa situazione. È il terzo secchio che ti butto addosso in una settimana”.
- “Non che a te dispiaccia l'idea di svegliarmi così drasticamente” constatò acida cercando di scostare i capelli bagnati dal viso.
- “Beh, lo sai. Quando c'è da essere decisi sono sempre in prima fila. Ecco perché il lavoro sporco lo faccio io e non Mary”.
- “Lily, Alice ha ragione. Sei strana, anche più del solito”. Mary confermò le parole dell'amica con tono professionale; più volte Lily le aveva detto che avrebbe dovuto fare la psicologa e puntualmente doveva cercare di spiegarle (senza successo) in che maniera i babbani solitamente affrontavano certi problemi psichici senza l'uso di pozioni o schockantesimi.
- “Ragazze, io non devo risolvere proprio nulla. Sono... nervosa per i Gufo, tutto qui”.
- “Quando sei nervosa per lo studio urli, assegni punizioni, togli punti, fai venire crisi isteriche e di identità. Non circoli a zonzo come se fossi un infero perché la notte non riesci a dormire. L'altro giorno sei arrivata tardi a lezione per la prima volta in vita tua!” la contraddisse Alice con la sua innata delicatezza.
- “Concordo in pieno con la sua analisi, collega” annuì Mary.

Lily si morse un labbro e incrociò le braccia al petto.
Sapeva benissimo che dietro l'atteggiamento alla Holmes e Watson versione psichiatrica le sue amiche avevano centrato in pieno il problema. Checché dicesse o qualsiasi scusa inventasse, non poteva nascondere il fatto che da quel celebre pomeriggio nel quale aveva corso il rischio di trasformare James Potter in cibo per poppanti lei... beh, lei era cambiata.
Rimase accigliata per qualche secondo, ma la sua riflessione intensa venne interrotta da uno starnuto fragoroso.

Alice alzò gli occhi al cielo.
La sua migliore amica era talmente andata che si era dimenticata di somigliare a un gattino fulvo mezzo annegato.
Con un sospiro Mary le asciugò i vestiti e si diresse in silenzio verso l'uscita della sala comune seguita dalle altre.


Ai sussurri e ai borbottii James Potter c'era abituato.
Essere per anni al costante centro dell'attenzione, avere un innato talento per i guai e una predisposizione per la teatralità l'avevano portato alla lunga a ignorare le occhiate (malevole o ammirate, a secondo dei casi) che la folla scoccava al suo passaggio. Durante tutta la settimana però essere l'argomento principale delle chiacchiere dell'intera scuola l'aveva messo per la prima volta nella sua vita a disagio.
Mentre scappava mano nella mano insieme a Lily Evans (Lily Evans!) per correre dietro ad un non meglio identificato molliccio non aveva tenuto in conto le conseguenze di quel gesto e nemmeno della performance precedente con la quale avevano deliziato tutti, fantasmi e quadri compresi.
Cosa fecero i due una volta spariti dalla vista della folla e cosa avesse provocato il mancato duello non lo seppe nessuno e James non lo rivelò nemmeno ai suoi migliori amici.
Avrebbe dovuto confessare loro che per la prima volta nella sua vita aveva provato una rabbia incalcolabile, una gelosia mai sperimentata, che lo faceva sentire a disagio con se stesso.
Era dannatamente vero che i mollicci tirano fuori le paure più profonde di una persona: pensava continuamente a questo il cercatore. Il pensiero di perdere Lily, immaginare che lei fosse maltrattata o denigrata...
Con un sospiro cercò di cancellare quella specie di panico che faceva spesso capolino e si concentrò sul pasticcio di patate che stava martoriando da quasi un quarto d'ora senza pietà, distratto dalle continue vocine che sussurravano ancora alle sue spalle e dentro di lui.

- “Io non riesco a capire a cosa serva” sbraitò Sirius agitando la sua forchetta in aria.
- “Il ripasso prima di un compito è fon-da-men-ta-le” scandì Remus.
- “Ma stiamo parlando di Storia della magia! È impossibile che noi riusciamo a concludere qualcosa in così poco tempo” obiettò Peter.
- “Codaliscia ha ragione. Se non siamo riusciti a combinare nulla in tutti questi anni non so cos'altro possiamo fare”.
- “Magari provare a stare attenti a lezione anziché guardare le nuvole, i granelli di polvere e i ghirigori delle illustrazioni?”.
- “Lunastorta, gli amici si sostengono nel momento del bisogno. Non gli si dà un colpo di vanga in testa per farli cadere meglio nella fossa!”.
- “Esempio interessante: prima o poi la dovrei trasformare in realtà...” commentò il licantropo meditabondo. “Lily, tu come sei messa per il compito di Ruf?”.

La notizia di una verifica aveva gettato tutti gli studenti del corso del poltergeist in uno stato di confusione totale, tanto che svenimenti e crolli psichici erano all'ordine del giorno.
La strega si era appena seduta poco distante dai quattro malandrini e non poté fare a meno di arrossire leggermente incontrando lo sguardo profondo di James.
- “Ahem... pensavo di dare un'occhiata ai miei appunti e di confrontarli con quelli di Mary. Vorremmo fare anche qualche ricerca in biblioteca. Vuoi unirti?”.
In verità (anche se cercava di negarlo senza molto successo anche a se stessa) sperava che anche qualcun altro si unisse al gruppo di studio.
- “Sicuro!” esclamò convinto “E sarà meglio che veniate anche voi” aggiunse minaccioso.
- “Ramoso, quando hai gli allenamenti?”. Sirius aveva imparato già durante il primo semestre a Hogwarts che era meglio non stuzzicare eccessivamente Remus, specialmente se l'argomento in questione era lo studio e il periodo coincideva con l'avvicinarsi della luna piena.
- “Li posso spostare, la prossima partita è contro Corvonero tra un mese e la squadra è ben messa. Abbiamo tutto il tempo del mondo per recuperare”.

Un forte rumore di posate fece voltare gran parte della tavolata dei Grifondoro: Lily fissava il suo piatto mentre l'eco del sogno interrotto proprio qualche minuto prima si faceva largo con la forza di un uragano nella sua mente. E non solo.
- “Io... ho dimenticato di dare da mangiare al gatto” balbettò evitando lo sguardo di tutti.
- “Ma lei non ha un gatto” pigolò disperata Alice mentre guardava l'amica fuggire.
- “Devo andare anch'io”. La panca grattò nuovamente sul pavimento, mentre anche James spiccava il volo per seguire la chioma rossa del prefetto. Remus si prese la testa fra le mani e la scosse, seguito a ruota da Peter.
- “Abbiamo un problema e dobbiamo risolverlo al più presto” disse risoluta Mary fissando i Malandrini rimasti.
I tre, dopo un cenno d'intesa, si avvicinarono alle ragazze.
- “Sistemiamo questa cosa prima che scappi di mano a quei due e facciano qualcosa di stupido”.

L'autorevolezza marchio Black venne a galla in tutto il suo splendore.




Salut a tutti!
Spero che l'ultimo capitolo abbia chiarito tutti i problemi spazio-temporali e abbia sedato le vostre curiosità.
Purtroppo non posso dilungarmi troppo. La bella notizia ricevuta sabato implica anche un aumento proporzionale alla mia felicità del lavoro.

Siamo quasi alla fine della storia, mancano tre capitoli (epilogo compreso). Che cosa avrà in mente quel cagnaccio pulcioso? Al prossimo capitolo, "Librerie e polvere"!

Tchao!
  
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