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Autore: Geh__    10/02/2017    2 recensioni
E si sa, se sei uno Stark non puoi avere una vita tranquilla, figuriamoci se tuo fratello è Iron Man.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, T’Challa/Black Panter
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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UN ANNO E MEZZO PRIMA
Emma fece fermare il taxi vicino alla Avengers Tower, quella che un tempo era la Stark Tower. Non poteva definirsi dispiaciuta del cambiamento, quella torre l’aveva messa sempre, terribilmente, sotto pressione.
Quando non la riconoscevano e Emma si presentava a qualcuno, o quando leggevano il badge sul camice, capitava sempre la stessa cosa:
«Stark? Quella famosa Stark? Delle Stark Industries? Della Stark Tower?»
«Sì»
«E quindi… sei la sorella di Iron Man?»
«Sì»
«Cavoli! Posso chiamarti Iron Girl allora?»
Iron Girl? Davvero?
Entrò in una caffetteria per comprare dei cupcake, mentre era in fila per aspettare il suo turno, alla TV stavano trasmettendo l’ennesimo servizio sulla battaglia all’aereoporto tra Iron Man e Captain America. La sua attenzione fu distolta dalla cassiera.
«Cosa prende?»
«Sei cupcake, grazie»
La cassiera fece segno di assenso con una specie di grugnito. Emma non poté fare a meno di notare del pallore della ragazza e dei suoi capelli arruffati, nottata in bianco.
«Sono 10 e 50».
Dopo aver pagato si avviò verso la torre, ancora titubante da quando aveva ricevuto la chiamata del fratello un’ora prima.
«Tony? Lo sai che ore sono?»
«Buongiorno, Naso Rifatto! Ti devo parlare. E’ urgente»
«Ok, io sono a casa»
«Sarà meglio se venissi tu qui, il pigiama non ha nessuna intenzione di staccarsi dal mio corpo»
«No»
Emma subito riattaccò. Dopo averlo mentalmente insultato decise di tornare nel mondo dei sogni, ma non ci riuscì, perché ricevette una seconda chiamata.
«E’ decisamente importante. TOP SECRET. Non vuoi rivedere il…»
«No, Tony. Se vuoi parlarmi dovrai venire tu qua»
«Peccato… vuol dire che il nuovo gioco di Metal Gear Solid rimarrà nella custodia a prendere la polvere…»
«Tony, quel gioco esce tra tre mesi»
«Hai dimenticato con chi stai parlando?»
«Fanculo»
Arrivò nella torre, mentre si avviava verso l’ascensore, venne improvvisamente accolta da FRIDAY, e sobbalzò per lo spavento.
«Buongiorno, Miss Stark. Come si sente stamattina?»
«’Giorno, Friday… sto bene… grazie»
«Mi spiace averla spaventata. Vostro fratello la sta aspettando all’ultimo piano»
L’ascensore partì da sola, e durante il tragitto, si sentì un po’ a disagio. Perché sapeva che FRIDAY, in qualche modo era lì, e lei non sapeva cosa dire o se dire qualcosa.
Finalmente arrivò, e non si stupì affatto di trovare Tony spaparanzato sul divano a guardare la TV.
«Credevo avessi avuto almeno la decenza di vestirti, dopo che mi hai fatta alzare alle otto nel mio giorno libero»
Tony spense la TV e si alzò dal divano
«Ciao Naso Rifatto. Sono cupcake?»
Emma ormai era abituata all’appellativo con cui la chiamava il fratello, erano 10 anni che aveva ricorso alla chirurgia per il suo naso e si era diciamo, abituata, agli sfottò di lui. Glieli tirò di mano e si andò a sedere nell’isola della cucina «Li hai presi dalla caffetteria qui giù vero? Sì, sono buoni... non come quelli di Starbucks, non ci provassero nemmeno»
Emma raggiunse il fratello e si sedette di fronte a lui, iniziò a fissarlo con il suo peggior sguardo assassino, aspettando che lui le iniziasse a spiegare quella cosa urgente.
«Tony»
«Emma»
«Non mi dovevi dire qualcosa?»
«Ah, già. Vai sempre di fretta, vero? Devi andare dall’estetista? Non credo che alle tue sopracciglia dispiacerebbe»
Emma istantaneamente si toccò le sopracciglia e disse «Cos’hanno le mie sopracciglia che non va… TONY! Vuoi parlare?!»
«Va bene… va bene… conosci il Wakanda, suppongo»
Come poteva non conoscere il paese con cui le Stark Industries avevano commercializzato per il vibranio?
«Direi di sì»
«Sì, lo sapevo. Lo raggiungerò tra qualche giorno…»
Tony sarebbe andato in Wakanda? L’avrebbe lasciata da sola per l’ennesima volta?
«In che senso?»
«Ho delle cose da sbrigare»
Tony non la guardava in faccia, non aveva il coraggio di guardare il volto ferito della sorella. Per lui era ugualmente doloroso doverla lasciare lì, ma era per questo che aveva un piano B.
«In Wakanda?»
«Sì, Emma, in Wakanda!»
«E questa era la cosa urgente?»
Provò a mostrarsi indifferente, e probabilmente ci era anche riuscita. In realtà era arrabbiata, e ferita. In quel momento avrebbe voluto soltanto spaccare la faccia al fratello e sapeva che ci sarebbe riuscita, l’aveva fatto tante altre volte. Senza l’armatura non era poi questa gran forza.
«Non ho finito»
«Mi sembra una minaccia»
Tony alzò gli occhi al cielo e andò avanti alla finestra, Emma iniziò a far vibrare la gamba, cosa che faceva sempre quando era in collera.
«Vorrei che tu venissi con me»
Spalancò gli occhi, credeva di non aver capito. Andare con lui? In Africa?
«Ah?»
«Devo farti lo spelling? V-o-r-r-e-i…»
«Per quale oscura ragione dovrei venire in Wakanda con te?!»
«Hey! Solo perché lì sono di colore non vuol dire che le ragioni debbano essere oscure…»
Emma in altri casi avrebbe riso, ma in quel momento era un miscuglio di emozioni che non riuscivano a farla ridere per le battute idiote del fratello.
«Ho saputo che c’è mancanza di personale… medico. E sono sicuro che il Re T’Challa sarebbe felice di accoglierti, anche se per un periodo limitato»
Accoglierla? Perché cavolo avrebbe dovuto accoglierla? La domanda che frullava nella mente di Emma, dopo un po’, era soltanto una: perché cavolo sarebbe dovuta andare in Wakanda?
«Ma perché dovrei venire in Wakanda? Ce l’ho un lavoro qui»
«Per nuove esperienze! Non hai idea delle tecnologie che posseggono lì, e sono sicura che potrai sbizzarrirti a fare tutti gli esperimenti che vuoi»
«Non faccio esperimenti»
«Potresti»
Ad Emma, però, l’idea non faceva totalmente schifo. L’idea di andare a lavorare all’estero le piaceva, sarebbe stata, come ha detto il fratello, una nuova esperienza. Il fatto era però che non gli credeva affatto.
«Ci deve essere una ragione ben più grande se tu vuoi che io venga con te. Quindi, o me lo dici o non prendo minimamente in considerazione l’offerta»
Tony non rispose subito, la fissò per un momento, ma dopo diede sfoggio al suo sorriso migliore.
«Dio Emma, ma perché non ti fidi un po’ di più di tuo fratello?»
«Montecarlo»
«Ancora con Montecarlo?»
Emma ripensò a quei momenti di puro panico nel Casinò e al fatto che se non fosse stato per Pepper ora starebbe chissà dove, ma scacciò subito il pensiero.
«Fino alla fine dei miei giorni. In ogni caso, non lo so. Valuterò la tua proposta»
«Ma è fantastico! Lo prendo per un sì, anche perché credo di aver parlato già con il primario del tuo reparto…»
Tony iniziò a spingerla verso l’ascensore, ma Emma a quelle parole si girò di scatto verso il fratello.
«Tu cosa?!»
«Cosa io cosa?! Friday, chiama l’ascensore!»
«Hai parlato con il primario?!»
«Ah sì, di sfuggita, forse… ci sentiamo dopo, ciao Naso Rifatto!»
Con queste parole Tony la spinse dentro l’ascensore, che si chiuse da sola senza che Emma premesse alcun pulsante.
«Friday! Riportami subito sopra!»
Urlò la ragazza all’intelligenza artificiale premendo i tasti dell’ascensore, ma fu inutile, perché l’ascensore continuava a scendere.
«Mi spiace, Miss Stark, ma non posso»
Emma arrivò all’entrata ma non aveva alcuna intenzione di uscire, sarebbe restata lì ad aspettare il fratello fin quando non sarebbe uscito.
«Non ho nessuna intenzione di muovermi di qui. Ho tutta la giornata libera»
Dopo 5 minuti che a lei parvero tre ore, arrivò Happy.
«Ciao, Emma. Ho ordini di scortarti fuori dal palazzo»
Lo guardò con gli occhi sbarrati, e con la voce come un sussurro, gli disse «Non oserai»
Invece osava eccome, perché la prese in braccio e la portò fuori in strada.
«Scusa, tuo fratello…»
«Se, se! Ho capito! Andate al diavolo, tutti quanti!»
  
 Intanto, mentre Emma combatteva nell’ascensore, Tony stava bevendo un bicchiere di scotch.
«Allora? Se n’è andata?»
«Sta prendendo a calci Happy, signore. Ma è quasi fuori. Allora, ha accettato?»
«Non ancora. Ma lo farà»
«Lo spero, signore. Per lei ma anche per voi»
Lo sperava anche Tony. Si chiedeva cosa avrebbe fatto se la sorella non avesse accettato. Era ovvio che non si era accorta delle presenze di Rhodey e sua a controllarla da lontano ad ore alterne. Ma ora Tony doveva andare, e non poteva restare a New York da sola, perché Emma non era più al sicuro. 




 
                                                                                                                * * *
Salve! 
Qui ci troviamo un anno e mezzo prima, e la storia andrà avanti da qua fino ad arrivare ad Emma che si trova prigioniera dell'Hydra. 
Mi piacerebbe tanto ricevere una recensione, ci tengo davvero! 

alla prossima :)
  
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