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Autore: Anna_Art    11/02/2017    5 recensioni
Alastair è un ragazzo con poteri "speciali", fin dalla nascita. Il suo essere diverso dagli altri lo fa sentire un po' solo, ma non completamente. Perché un giorno non si aspetterà mai di incontrare qualcuno che cambierà ciò che sente nel cuore riguardo le sue doti soprannaturali.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3
 

Alzandomi con tranquillità dal letto tenendo sempre in mano il ciondolo a goccia, andai verso il bagno che si trovava all’interno della mia camera. Entrandoci, mi rinfrescai il viso per riprendermi un po’ dal sonno, poi dopo essermi lavato, vestito e pettinato, ero pronto per andare al piano di sotto per fare colazione.

Scendendo per le scale, sentii inaspettatamente qualcuno poggiare il suo braccio sulle mie spalle dicendomi: “Buongiorno fratellino”.

Portando i miei occhi alla mia destra sorrisi a Zack che era felice di vedermi. Sembrava tornato alla serenità di qualche tempo fa.

Ricambiando il suo gesto circondando il mio braccio sulle sue spalle: “Giorno anche a te. Hai dormito bene?”

“Molto bene grazie, tu?” Mi domandò.

“Anche io bene, grazie”.

Entrati in cucina dopo qualche passo, diedi il buongiorno insieme a Zack ai nostri genitori, che ricambiarono con felicità le nostre parole. In seguito entrambi ci sedemmo a tavola gustando una ricca colazione preparata a puntino dalla nostra mamma.
 

*** *** ***

In compagnia di Zack, uscii di casa che erano le nove e mezza, circa. Il cielo di un azzurro pastello ci rallegrava il cuore. Entrambi ci dirigemmo verso il bosco, dove trascorrevo i miei pomeriggi. Era raro che ci andassi di mattina, come in quel preciso istante. Ma Zack non voleva aspettare più, era curioso di capire fino in fondo ciò che gli avevo tenuto nascosto per tanto tempo.

Compiuti molti passi, arrivammo verso un sentiero che portava dritto al cuore di quel bosco. Prima di entrarci guardai Zack ancora una volta negli occhi: “Non parlarne con nessuno”.

“Tranquillo Alastair, ti ho già detto che rimarrà tra noi due. Non ti preoccupare”. Rispose.

Anche se mi fidavo di lui, ero comunque incerto nel mostrare Eiorn a qualcuno. Dovevo cercare di fare uno sforzo e fidarmi almeno un po’ di più di Zack, lui voleva solo far parte del mio circolo tutto qui, non aveva intenzioni cattive per come mi aveva dimostrato.

Sospirando: “Va bene, mi fido di te”.

“Contaci!” Esclamò sorridente.

Riprendemmo a camminare, avvicinandoci sempre di più al posto tanto atteso. Arrivato su quel prato dove ammiravo sempre il tramonto di sera: “Siamo arrivati”.

Zack si guardò intorno osservando le meraviglie di quel posto, in seguito portando i suoi occhi su di me: “Ma questo posto è stupendo, mai vista una cosa del genere. E qui che vieni sempre?”

“Sì”.

Dopo quelle parole, Zack guardandomi con espressione interrogativa: “Ma qui non c’è nessuno a parte noi due. Dov’è l’amico di cui mi hai parlato?”

“Devo richiamarlo. Dammi un po’ di tempo”. Gli dissi.

Presi in mano il ciondolo e, nei miei pensieri richiamai Eiron; intanto che Zack mi osservava silenziosamente con pazienza.

In poco tempo, vidi quella piccola goccia illuminarsi del colore dorato, vedendolo mi sentii al quanto preoccupato, anche se era Zack avevo comunque paura che qualcosa andasse storto, non volevo assolutamente che accadesse qualcosa alla tigre bianca che era per me importante.

Con quella piccola ansia, vidi in lontananza scorgere Eiron quasi arrivato a destinazione da me. Per un momento osservai il volto di mio fratello che stava guardando in alto con stupore nell’intento di capire cosa stesse arrivando da noi. Poi balbettante mi domandò: “E’ lui?”

“Sì, lui è Eiron”. Risposi con timore.

Senza dire altro, sentii improvvisamente un silenzio non molto gradevole, finché non atterrò davanti a me con la sua solita maestria. Lui osservò per un’istante i miei occhi, poi concentrò il suo sguardo su Zack che lo stava guardando sbalordito. In seguito avvicinandosi leggermente a Eiron, prese a dire: “Piacere di conoscerti io sono Zack il fratello maggiore di Alastair, ma sicuramente saprai già qualcosa di me”.

Ridendo: “Beh sì, Eiron sa quanto sei rompiscatole”.

“Cosa? Che hai detto al tuo amico? Ti sembra il modo di presentarmi?” Domandò Zack con imbarazzo.

“Dai non te la prendere”.

Prima di dire altro sentii nella mia mente la voce di Eiron: “Che umano simpatico. Avete chiarito tutto a quanto vedo”.

Portando i miei occhi su di lui: “Proprio così”.

“Cosa?” Domandò Zack con espressione interrogativa.

Guardandolo in faccia tentai di spiegare come stavano le cose: “Oh, scusa. Non ti avevo detto che Eiron parla attraverso la mia mente”.

“Seriamente? Ma come è possibile? Quindi io non posso parlare con lui?” Chiese.

“Puoi, ma tramite me. Almeno penso”. Risposi incerto. “Vero Eiron?” Aggiunsi, cercando certezza su di lui.

Lui mi rispose all’istante: “Prova a dargli il tuo ciondolo in mano”.

Come? Perché mai? Osservandolo un po’ stranito strinsi ancora per un attimo quella piccola goccia in mano. Poi portando i miei occhi su Zack che stava cercando di capire qualcosa a riguardo le nostre parole: “Cosa state dicendo?”

“Ecco, Eiron mi ha appena detto che devi tenere in mano il mio ciondolo”.

“E perché?” Domandò.

“Beh, non ne ho idea”. Risposi con sincerità.

Lui alzò appena le spalle, poi allungandomi la mano destra: “Se dice così ci sarà un motivo, posso prenderlo?”

Non risposi alla sua domanda, mi limitai con insicurezza a portare sulla sua mano il mio ciondolo. Era strano non averlo con me, visto che non me ne ero mai separato. Lasciato nella sua mano, guardai Eiron con espressione interrogativa: “E adesso, cosa devo fare?”

Anche dopo quella domanda non riuscivo a sentire la sua voce, perché? Eppure lui mi aveva sentito visto che mi stava guardando chiaramente in faccia e allora cosa c’era che non andava?

“Eiron?” Provai a chiamarlo nuovamente.

Ma l’unica cosa che arrivò a me fu un grande silenzio. Tentai di aprir di nuovo bocca, ma fui fermato dalle parole di Zack: “Alastair, lui ti sente sei tu che non senti la sua voce”.

Lo guardai stranito da quelle parole. Io avevo sempre ascoltato la sua voce, perché mai in quel momento non ci riuscivo?

Le mie domande ebbero subito una risposta da Zack: “Lui sta dicendo che non puoi sentirlo perché non hai più il tuo ciondolo. Solo con questo puoi ascoltare i suoi sentimenti e la sua voce”.

“E’ per quello che adesso riesci a sentire la sua voce?” Domandai, anche se era una cosa certa.

“Beh sì, a quanto mi ha detto lui”.

Mi rattristii leggermente, era brutto non poter percepire i suoi sentimenti e la sua voce. Zack poteva farlo e questo mi risollevava leggermente il morale, perché almeno aveva la possibilità di sentire la voce di Eiron come l’ascoltavo io.

Prima che pensassi ad altro, Zack riprese a parlare: “Eiron mi ha detto che basta toccare il ciondolo per ascoltare la sua voce. Quindi tocchiamolo insieme così possiamo sentire entrambi cosa ci dice”.

Sorrisi apertamente a quelle parole, perché ci tenevo ad essere parte della loro conversazione. Avvicinandomi a mio fratello, portai le mie dita al centro di quella piccola goccia che era poggiata sulla sua mano aperta. A quel punto potei sentire nuovamente le parole di Eiorn: “Adesso che mi senti possiamo parlare tutti insieme”.

“Alastair mi ha parlato di te proprio ieri”. Disse Zack.

Eiorn senza attendere neanche un minuto: “Anche di te mi ha sempre parlato. So quanto tu sei importante per lui. Ed è un piacere anche per me conoscerti”.

Il loro discorso era incentrato solamente della mia persona e per quanto fossero felice di avermi conosciuto. Entrambi si scambiarono molte conversazioni, di come ci siamo conosciuti io e Eiron, sui miei genitori, sul perché io temevo di far scoprire Eiron da altre persone. Finché non arrivarono al punto di parlare di qualcosa di altamente importante che non avevo mai saputo. Fu Zack a iniziare la conversazione: “Voi siete collegati da questo ciondolo, giusto?”

“Proprio così, la maggior parte dei nostri pensieri e le emozioni sono collegata da quel ciondolo che hai in mano”. Rispose Eiron.

A quel punto Zack domandò qualcosa che non mi ero mai chiesto prima: “Voi due siete collegati riguardo anche il corpo? Mi spiego meglio. Se uno dei due si fa male, l’altro sente ciò che è accaduto all’altro?”

Quella domanda era al quanto strana, ma anche interessante. In realtà sia io che Eiron avevamo sempre avuto un collegamento di sensazioni e addirittura certe volte anche sui pensieri. Per quanto riguarda il fatto che diceva Zack, non ci era mai capitato di soffrire per un male che uno dei due aveva, o almeno io non avevo mai percepito il dolore che sentiva Eiron, ma del mio non sapevo rispondere. Possibile che era percettibile solamente quando accadeva qualcosa di davvero grave? Visto che eravamo entrambi collegati da quel ciondolo e dai nostri poteri, non era da escludere.

Prima che Eiron prendesse a parlare, provai a dire le sensazioni che provavo io a riguardo: “Zack, io non ho mai sentito sensazione di sofferenza che provenissero da Eiron, come ferite o cose del genere”.

Dopo quella risposta, Zack guardò Eiron dritto negli occhi: “E tu? Hai mai sentito qualcosa? Ad esempio quella volta quando Alastair ebbe quel brutto incidente quando aveva quindici anni. Dove cadde sulle scale di casa nostra, battendo la testa provocandosi una ferita abbastanza grave”.

Quell’episodio accadde un anno dopo che avevo conosciuto Eiron, ricordavo che non ero riuscito ad andare a trovarlo per molto tempo. Quindi non avendolo visto, poteva aver sentito qualcosa, sempre se questa storia era collegata con noi.

Attesi una sua risposta guardandolo dritto negli occhi, come lui stava facendo con me, solo per un’istante però, finché il suo sguardo si rivolse a Zack: “Quella volta sentii quasi lo stesso dolore che provò Alastair”.

“Cosa? Davvero sei stato male per causa mia? Perché non mi hai detto niente? Potevo aiutarti, no?” Domandai con preoccupazione.

“Non c’era bisogno che mi aiutassi, tu stavi peggio di me in fondo, no? Io ho solo sentito il settanta percento della sofferenza che hai provato tu”. Rispose con sincerità.

Anche se aveva percepito il settanta percento, era comunque tanto per quella ferita grave che avevo avuto alla testa. E mi dispiaceva tanto che lui aveva superato tutto da solo. Io avevo la compagnia della mia famiglia e lui? In realtà non sapevo se era stato aiutato o meno, però in quel momento provai comunque un’enorme dispiacere.

Afferrando il ciondolo che aveva in mano Zack e stringendolo nella mia mano destra, mi diressi con passo veloce da Eiron che mi stava osservando. Arrivato a lui, portai le mie braccia al suo collo, abbracciandolo con preoccupazione. Poi gli sussurrai: “Dimmi almeno che non sei stato solo in quei giorni di sofferenza”.

Eiron poggiando una delle sue zampe sulla mia schiena nel gesto di abbracciarmi: “Non ti preoccupare, non ero solo. Anche io ho avuto qualcuno a cui tengo molto che mi ha assistito”.

Anche se non sapevo chi era: “Sono felice che ci sia stato qualcuno. La prossima volta prova ad avvisarmi però, me lo prometti?”

“Ci proverò”.

Accarezzai ancora per poco il suo manto, poi sciogliendo l’abbraccio gli sorrisi: “Grazie, ci contro allora”.

In seguito sentii la voce di Zack: “Alastair è meglio se andiamo a fare le commissioni che ci ha dato la mamma, che dici?”

Anche se era passato un bel po’ di tempo, mi sarebbe piaciuto rimanere ancora un po’ da Eiron, ma era meglio non dare troppo sospetto alla mamma, visto che dovevamo soltanto fare la spesa.

Portando la mia visuale su Zack: “Sì, andiamo”.

Prima di dire altro, Zack avvicinandosi a me e toccando la mano dove avevo il ciondolo: “Sono felice di averti conosciuto Eiron, spero di rincontrarti. E ti ringrazio per tutto quello che hai fatto e fai ancora per Alastair”.

Eiron disse apertamente: “Il piacere e tutto mio, prenditi cura di Alastair come suo fratello maggiore”.

“Certo, non ti deluderò”. Disse sorridente.

In seguito stringendo appena la mia mano, iniziò a tirarmi verso l’uscita di quel bosco. A quel punto provai a parlare: “Ehi Zack, un attimo. Non ho neanche salutato Eiron come si deve”.

“Dobbiamo andare, siamo in ritardo”.

Voltando leggermente la testa, osservando Eiron, dissi velocemente: “Ciao Eiron, ci vediamo presto!”

Lui mi guardò in lontananza, intanto che avanzavo sempre di più fuori da quel posto meraviglioso.

Con Zack ero riuscito a sapere qualcosa di nuovo su Eiron, cose che non mi erano passate per niente per la testa. Adesso che sapevo che anche la nostra sofferenza era collegata avrei sicuramente cercato di fare molta più attenzione. Per fortuna solo le ferite gravi erano collegate e non piccoli tagli o cose del genere, era strana come situazione, perché entrambi potevamo essere in pericolo. Avevo capito chiaramente, che chi non si feriva percepiva solo il settanta percento della sofferenza dell’altro è questo era al quanto positivo, anche se gravoso comunque. Tutto questo collegamento iniziava attraverso il ciondolo, ma allora cosa sarebbe accaduto se fosse successo qualcosa al ciondolo stesso? Questa era una domanda a cui non sapevo dare una risposta, forse l’unico che poteva saperlo era proprio Eiron.

   
 
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