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Autore: WriteMary    12/02/2017    2 recensioni
Zootropolis, città varia di fauna quanto di problemi.
Una volpe e una coniglietta alle prese con i più vari casi criminali.
Nuovi personaggi, occasionali citazioni e comparse del mondo Disney.
Tutto nell'ombra di una minaccia che prepara a lasciare la sua impronta.
Genere: Azione, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Distribuito nella zona nord-occidentale del Canal District, Il Docks contava un totale di 17 magazzini affacciati lungo i serpeggianti canali naturali.
Le strutture, alte anche quattri-cinque piani, erano ancora sorrette da palafitte di fondamento in legno, con sovrastruttura in laterizio rosso, segnato dalla continua risalita dell’umidità.
I tetti erano abbelliti con torrette e pinnacoli, visibilmente restaurati ma di nuovo infestati da audaci rampicanti.
Tre erano i canali principali, i più larghi e profondi, anche se la disposizione dei pontili suggeriva che un tempo ci fossero più diramazioni.
Zone morte; così le aveva chiamate Ulv commentando, appena sceso dal’auto, i ristagni torbidi di ciò che restava delle vie secondarie.
Il selciato era freddo e umido, bagnato da una leggera pioggia che obbligava ogni tanto Nick a scrollare lievemente le orecchie.
Entrambi gli agenti erano in borghese: la volpe sfoggiava una camicia lilla, cravatta verde a nodo largo e pantaloni grigi, mentre il lupo portava una maglia cerulea dallo scollo a v, jeans e leggera giacca di ecopelle.
Il piccolo spiazzo che li separava dall’ingresso del magazzino era recintato da un alto muro di mattoni, con un solo cancello d’ingresso dal quale la volpe attirò l’attenzione di un operario.
“Ricordi chi stiamo cercando?”
“Si, si… anche se non vedo il senso di ripetere questa sceneggiata.”
“Ancora? Te l’ho detto, se chiediamo direttamente di lui potremmo allarmare qualche suo eventuale complice, così come l’apparire in divisa; si vago e lascia parlare me.”
“Questo è già il quarto che visitiamo, non passeremo inosservati ancora per molto.”
“Sono tutte ditte private Ulv, perché mai dovrebbero avvisarsi a vicenda? Non siamo del controllo doganale.”
Al cancello sopraggiunse un tapiro in gilet da lavoro, che scrutando dalle inferiate del cancello chiese se ci fosse bisogno del suo aiuto.
“Siamo del Dipartimento di Polizia.” Rispose Nick mostrando la placca da cintura con affisso il distintivo. “Nulla di grave stiamo solo chiedendo informazioni.”
“Oh, questo spezza la routine, in genere ci fanno visita solo quelli della finanza.”
L’operario aprì l’oro il cancello, facendosi seguire all’ingresso.
“Devo farvi chiamare qualcuno in particolare?”
“Ci basta parlare col capo magazziniere.”
Il tapiro fece un veloce cenno di conferma, facendosi seguire nell’interno dell’edificio, passando per una stretta balconata metallica che sormontava le lunghe file di scaffali pieni di scatoloni poggiati su bancali; con altri animali che armeggiavano con terminalini e rumorosi muletti.
Superato il magazzino si ritrovarono nuovamente all’esterno, sulla banchina che dava direttamente sull’ampio canale.
Il tapiro indicò con la punta del naso il suo superiore: un tarchiato orso andino a braccia conserte.
Nick suppose avesse appena finito di rimproverare il piccolo tayra che aveva a lato, visto il suo fulmineo dileguarsi nell’istante stesso in cui l’orso incrociò lo sguardo egli agenti.
“E questi?” Chiese grattandosi il pelo sul collo. “Sono della Sanità Marittima?”
“Del Dipartimento di Polizia.”
L’orso tirò su col naso. “Forte; cosa posso fare per voi?”
“Stiamo cercando un orso” Rispose Nick.
“Che lavori o che abbia lavorato nella zona.” Aggiunse Ulv, valutando troppo sommaria la risposta.
“Un orso eh; piuttosto generico come profilo.”
Ulv guardò velatamente Nick, come a sottolineare quella frase.
Nick fece spallucce. “Non disponiamo di altri indizi, e poi credevo che un orso nella zona pluviale destasse già abbastanza sospetti.”
L’orso emise un bruito seccato. “Voi del centro ragionate sempre per stereotipi, si dia il caso che la mia specie sia tipica delle zone tropicali, tra l’altro abito nella parte alta di Raniforest.”
“Non era mia intenzione offenderla, solo…”
“Solo credeva non ci fossero orsi qui; beh si dia il caso che qui ho avuto modo di lavorare con molte altre specie di orsi.”
“Quindi ci sono anche specie non autoctone?”
“Santo cielo.” Rispose allargando le braccia. “Per lavoro si và ovunque ormai: ho lavorato con grizzly, panda, kodiak e persino un orso polare.”
Nick fece trasparire un sorriso; era convinto di poter escludere ogni complicità dei dipendenti, se questi avessero spontaneamente parlato di lui.
“Sicuro non si tratti di un orso kermode?” Chiese Ulv scambiando uno sguardo complice al collega.
Il capo magazziniere trattenne un commento scortese. “Sono un orso, so riconoscere gli orsi; non era ne un kermode ne un albino. Era un orso polare.”
Il lupo mosse leggermente il capo in segno di fiducia, rivolgendosi poi a Nick. “Non abbiamo idea a quale specie appartenga e visto il guardo sarà meglio avere un profilo generale di tutti gli orsi che hanno lavorato qui di recente.”
“I più recenti sono stati il kodiak e il polare.”
Nick lasciò a Ulv il piacere di trascrivere le inutili informazioni sull’orso kodiak, leggendo nel suo sguardo il chiaro messaggio –Te la farò pagare.
Quando invece venne il turno del orso polare, gli agenti posero le stesse domande ma con molta più attenzione alle risposte.
“Ricorda il nome?”
“Era estero, qualcosa come Morchim, Morshim, insomma qualcosa del genere.”
“Ha lavorato spesso per la vostra ditta?”
“Occasionalmente gli davano un impiego a tempo determinato, fa comodo avere qualcuno che riesca a sostituire un muletto, credo gli servisse arrotondare, non so.”
“È stato visto di recente?”
“Tre settimane fa è venuto a ripresentare richiesta, ma…” D’un tratto l’orso cambiò espressione, voltandosi verso l’altra sponda del canale iniziando a urlare. “Bajo! Non eri tu ad aver visto il polare?!”
“Il cosa!?” Rispose un piccolo ma robusto pudu a torso nudo con spesse corde arrotolate tra le braccia.
“L’orso polare!”
“Ah si! Ieri sera!”
“Fai il giro!” urlò ruotando la zampa. “Vieni qui!”
Il piccolo cervo alto, appena 85 centimetri, passò sopra il canale seguendo uno degli stretti ponti metallici che collegavano i due magazzini al secondo piano, arrivando il più in fretta possibile dal suo superiore.
“Questi sono due agenti di polizia, stanno facendo un paio di domande su i nostri vecchi dipendenti.”
“Sull’orso polare quindi; se lo cercate l’ho visto ieri sera di sfuggita, era in compagnia di un leone senza criniera.”
“Senza crin… si chiamano leonesse idiota!”
“Allora era una femmina enorme!”
“Cosa suona meglio?” Chiese Ulv incerto su cosa scrivere. “Femmina enorme o leone senza criniera?”
“Scrivi femmina enorme senza criniera.” Rispose la volpe
“Giusto… aspetta, questo poi va consegnato nel rapporto.”
“Cancella tutto. Metti solo grosso felino.”
Il lupo corresse gli appunti e prese a parlare col pudu. “Gli ha visti assieme, sa dove sono andati?”
“Giù, di là.” Rispose puntando lo zoccolo in una zona non definita.
“Sei scemo Bajo?” Commentò l’orso. “Di là non c’è niente.”
“Di là dove?” chiese il lupo.
“È la zona estrema del Docks, ci sono solo magazzini abbandonati, non certo un posto da frequentare la sera.”
“Oh suvvia.” Commentò il pudu. “Ci sono un sacco di motivi per appartarsi in coppia.”
L’orso ruotò gli occhi al cielo. “Vai a lavorare è meglio.”
 
“Sembrano buone tracce.” Commentò Thorley sorseggiando un caffè.
“È una conferma, certo.” Rispose il lupo. “Ma dovremo ispezionare tutta la zona abbandonata e non sono esattamente tre vicoli.”
“E dovremmo farlo di notte.” Aggiunse la volpe con finto entusiasmo. “Voi invece, qualche progresso?”
“Il tuo contatto si è rivelato tutt’altro che utile.”
“Hey che ci posso fare. Esistono anche i binari morti.”
“Quindi nessuna idea?” Chiese Ulv.
“Non proprio; Judy ha voluto tornare di nuovo al museo.”
Nick trattene una risata.
“Abbiamo finalmente incontrato il curatore e ci siamo fatti dare qualche altra informazione sulla scene del crimine.”
“Altre? Credevo non ci fosse altro.”
“È quello che pensavo, ma Judy ha voluto cercare a tutti i costi una stanza con un lucernario.”
“Perché?”
“Mi ha accennato qualcosa su dei recenti lavori al museo, ma temo abbia dato per scontato la mia attenzione; fatto sta che l’abbiamo trovata e caso vuole che era proprio la stanza dove è avvenuto il furto.”
“E non ve ne siete accorti?” Domandò Nick con fare incredulo.
“Era incompleta, mancavano ancora due o tre lastre di vetro ed era quindi coperta da uno spesso telo scuro, ecco perché non c’e ne siamo accorti. La stanza non era illuminata dai fari espositivi e non mi sono posto il problema; credevo fosse semplice allestimento.”
“Ok ma cosa implica la presenza del lucernario?” Chiese il lupo.
“Beh se io volassi…” Rispose Nick. “Non mi farei problemi a passare da lì.”
“Ok, ma come possono aver tralasciato questo dettaglio.”
“È quello che ho chiesto.” Riprese la tigre. “Il curatore e ci ha detto che i lavori hanno avuto dei leggeri ritardi, ma per rispettare le scadenze si è dovuto predisporre il tutto per rendere l’ala visitabile.”
“No intendevo come hanno potuto trascurare una vetrata incompleta? È come mettere un grosso cartello con scritto: Derubateci, è facile.”
“Scusa Ulv ma se hai una finestra rotta cosa fai?” Chiese la volpe facendo spallucce “La copri alla meglio e aspetti che ti sostituiscano il vetro; di certo non svuoti casa nell’eventualità che qualcuno entri.”
“Tra l’altro si sapeva che il museo stesse subendo dei lavori, ma i dettagli gli sapevano solo gli operai e i dipendenti del museo.”
“Judy c’aveva  detto che il progetto era stato affidato a Bentley e Barnes, ma il furto è avvenuto prima che rubassero i progetti, le due cose non possono essere collegate.”
“Non ne sarei sicuro.” Sostenne Thorley poggiando entrambi i gomiti sul tavolo. “Al curatore abbiamo chiesto informazioni su di un certo Verron Myers.”
“È chi sarebbe?”
“Il collezionista che ha pagato gran parte dei lavori e che possedeva i totem che sono stati rubati guarda caso nella stessa stanza.”
“Oh.” Si sorprese Ulv. “Immagino sarà il vostro prossimo obbiettivo.”
“Dovrebbe, ma Myers abita a Peakville, nella contea dei cervi.”
“Che è un po’ fuori dalla nostra  giurisdizione.”
“Già, ed è il motivo per cui Judy non e qui.”
Nick cambiò subito espressione. “C’è andata da sola? Ne sarebbe capace.”
“Ma no.”
La coniglietta entrò nella sala ristoro con un paio di documenti tra le zampe; si fece posto vicino a Nick e poggiò le carte sul tavolo. “Ecco è tutto a posto.”
“Tutto cosa?” domandò la volpe già temendo la sua frizzante sicurezza.
“Ho esposto il problema al capitano e lui mi ha assicurato che si accorderà con lo sceriffo locale per permetterci di operare liberamente sul territorio.”
“Scusa ma in questi casi non dovrebbe essere competenza della polizia locale?” chiese la volpe.
“Si, se sessimo dando la caccia a un criminale, ma in questo caso intendiamo solo fare delle domande”.
“È la prassi.” Sostenne La tigre. “È il modo migliore per non creare attriti con le autorità locali, anche se dovremmo sottostare al loro modo di fare.”
“Modo di fare?”
“Peakville è una piccola cittadina e più è piccola più è strana la gente che la abita.”
“Non per niente Judy viene da Bunnyburrow.” Commentò sarcastico Nick, colpendo la collega col gomito.
“Oh, quindi adesso sarei la strana?”
   
 
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