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Autore: Nyr    14/02/2017    3 recensioni
STORIA INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE
Questa storia è ambientata al Campo Mezzosangue, dove i Sette della Profezia e qualche altro personaggio dovranno cimentarsi in una nuova esperienza: Insegnare. Dopo la guerra infatti, Chirone li ha eletti Maestri. Ce la faranno i nostri eroi?
La storia raccontata da Rick Riordan subirà variazioni (leggere) per adattarsi meglio alla trama.
IL RATING POTREBBE CAMBIARE IN CORSO D'OPERA.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV

​Di ragazze folli,
​figlie di nessuno e
​litigate feroci

Era al fiume, la ragazza, lo guardava scorrere senza realmente vederlo, a esso si sovrapponevano immagini, mondi interi e davvero, una mente normale a quello sarebbe anche potuto impazzire…ma la sua no, la sua mente non poteva impazzire per un semplice, banale motivo: Barbara Gorgon era già folle.

Vi erano pareri discordanti su quella ragazza al campo, ma tutti erano d’accordo sulla follia che era propria della ragazza. C’erano i figli d’Atena, sempre così razionali e superiori che la consideravano normale, d’altra parte era figlia di Ecate e la follia era parte di lei; i figli di Ares la consideravano codarda, ma d’altra parte si sa che il cervello non era il loro forte: semplicemente non disdegnava la fuga se la situazione lo richiedeva; i figli di Apollo la ignoravano: la follia era una malattia incurabile, dunque non era affar loro; tra gli altri semidei aleggiava una sorta di muta accettazione, un misto tra le tre parti precedentemente prese, comune a tutti era un latente terrore che s’impossessava d’ognuno al suo passaggio, anche dei figli di Ares, sì.

– Hey, com’è che ogni volta ti trovo tutta sola? – E poi sì, c’era lei: Arya Heyes. Il loro rapporto era strano, quasi morboso, ma alla fine tutto ciò che le riguardava era strano quindi non c’era di che stupirsi.

Barbara era un enigma, Arya proprio non sarebbe dovuta esistere. Dopo il patto tutti i semidei avrebbero dovuto essere riconosciuti, ma lei alla sua entrata al campo non lo fu e così è tutt’ora. La gente la chiama Figlia di Nessuno, lei preferisce chiamarsi semplicemente Arya. È amica di tutti al campo e gli piace pensare che tutti siano amici suoi, anche se forse a volta è solo ingenuità la sua.

E’ solare, divertente, spensierata, ed è proprio questo che rende il suo rapporto con Barbara ancora più strano, quasi impossibile.

Arya non ha nulla: ne’ poteri, ne’ genitori divini, ne’ genitori mortali, e fino a qualche anno fa neanche un nome. Neanche sarebbe dovuta riuscire a entrare al Campo, eppure c’era entrata…Come poterla cacciare? Semplicemente Arya è quello che era lì anche se non avrebbe dovuto.

– Me lo stai chiedendo davvero? – La figlia di Ecate non si scomodò neppure a voltarsi, semplicemente inarcò un sopracciglio al fiume, pur rivolgendosi all’altra, che sbuffò.

– Oh adiamo Trilly, mi avevi promesso che saresti stata un po’ più socievole quest’anno! – Disse, arpionando il braccio dell’amica.

– Prima di tutto non ti ho mai promesso nulla, inoltre non chiamarmi così! – Disse, scacciando scocciata la mano di Arya dal proprio braccio.

– Non è colpa mia se sei una fatina scontrosa.

– Fare magie non mi rende una fata, le fate non esistono. – Roteò gli occhi Barbara, sedendosi sull’erba.

– Oh ma quanto sei pignola! Alza il culo che andiamo alla spiaggia con gli altri. – Disse, afferrando l’altra e facendo forza per tirarla su.

– Approfondisci “altri”.

– Izzy, Gabe e Alexander.

– Oh fantastico, ci sarà anche il mio adorato fratellino. E dimmi, loro sanno che vengo pure io? – Disse sarcastica la Gorgon, cedendo alle spinte dell’amica e alzandosi in piedi.

– Eddai, Alec è simpatico! E poi è ovvio che lo sanno, anche se non vieni mai sei sempre invitata, lo sai.

Barbara roteò gli occhi un’altra volta, ma quel giorno era troppo stanca per rifiutare l’esuberanza di Arya.

* * *

– Senti Gabe, mi dispiace, non volevo dirlo. – Il tono di Isabelle era di scuse, ma lo sguardo di Gabriel non portava rancore.

– Non ti preoccupare Iz, è meglio che tu me l’abbia detto; preferisco saperlo se il ragazzo di cui mi sono innamorato va con un altro. – Il sospiro che emise era rassegnato e forse anche un po’ addolorato.

– Mi dispiace anche per quello che ti ha detto Nico, non è da lui…non so perché l’abbia fatto. – Solo allora il figlio di Asclepio si voltò verso di lei, e ciò che traspariva dai suoi occhi non poteva che essere sofferenza, rassegnata sofferenza.

– Tu non sei tuo fratello, Izzy. Le sue colpe non sono le tue; non so neanche io il motivo per cui ha detto quelle cose, so solo che non era in lui. – Giocò un attimo con la forchetta che aveva tra le mani e poi proseguì – Sai qual è il problema Iz? – E quella domanda no, una risposta non la voleva. – Il problema è che fa male comunque, e pure tanto. – Lo sguardo che gli lanciò Isabelle era di pena, pena infinita, ma Gabriel non se la meritava quella pena, affatto. La ragazza comprese che quello non era il momento delle parole e quindi spinse in avanti il piatto e si protese verso di lui, cingendolo in un abbraccio al quale lui rispose poggiando il capo nell’incavo del collo.

* * *

– Reyna, si può sapere che diavolo stai dicendo? – Chiese Jason, ancora un po’ rimbambito da quella maledetta luce rosa, che ancora aleggiava ai lati della sua cornea.

– Ti sto dicendo che dovresti mollare una volta per tutte la McLean, te l’ho detto mille volte che non è la ragazza per te. – Sbuffò la ragazza, voltandosi verso il nuovo arrivato con sguardo di disapprovazione.

– Ma ti ho detto che l’ho lasciata! – disse lui invece, iniziando a mangiare.

– Mhmh, e allora cosa ci facevate avvinghiati dietro ai bagni stamattina?

– Un momento, ma tu sei mica tornata alle undici da Nuova Roma? E’ impossibile che tu mi abbia visto, sono andato prima delle lezioni! – Disse, guardandola sospettoso.

– Ho i miei informatori, ma tu non mi hai risposto. – Reyna non si scompose inarcando invece un sopracciglio

– Dei, che palle che sei…è stata colpa sua, ha usato la lingua ammaliatrice. – Sbuffò il ragazzo, finendo il pranzo con un ultimo boccone e voltandosi verso l’amica. – Dimmi di Nuova Roma piuttosto…tutto a posto?

– Octavian è la solita palla al piede, ma niente di nuovo. – Disse scrollando le spalle lei, con un sospiro nostalgico: ogni tanto le mancava ancora la sua vecchia casa, ma il suo posto era lì ora, al Campo Mezzosangue.

– Scuoia ancora peluche a tempo perso? – Chiese una voce ironica e allegra dalle loro spalle. I due si voltano verso Percy, che appena messo il culo sulla sedia iniziò a riempirsi il piatto di cibo.

– Dio mio Percy, è mai possibile che mangi così tanto? – Sbuffò Reyna, roteando gli occhi al cielo.

– Hey, qui c’è gente che spreca energie lavorando, mica me ne sto a girovagare tra Nuova Roma e dintorni, io! – il fare supponente del ragazzo non scalfì la ragazza che non gli diede retta, iniziando a mangiare a sua volta.

– Come se lavorassi solo tu, qui. – Ci pensò proprio Jason a continuare la discussione, preso dall’eterna competizione tra i due.

– Beh, non vorrai certo chiamare lavoro quello che fai tu! – rispose Percy, con un sorrisetto sulle labbra che sapeva di derisione.

– Vorrei ricordarti che io faccio esattamente quello che fai tu. – Disse il biondo, guardandolo esasperato. Percy rimase con la bocca mezza aperta, preso in contropiede.

Il momento di stasi fu interrotto dal sopraggiungere di Nico, che mezzo imbronciato e mezzo abbattuto, più del solito almeno, si sedette vicino a Jason, il più lontano possibile da Percy.

Reyna osservò attentamente il nuovo arrivato, ma non fece domande; probabilmente era per questo che lui la considerava uno dei suoi esseri umani preferiti – e non erano certo molti.

– Di Angelo, t’è morto il gatto? – chiese Percy, continuando a ingozzarsi di cibo.

– Jackson, ti hanno mai insegnato che non si parla con la bocca piena? – sbuffò lui per tutta risposta.

– Beh, tu sei un esperto di bocche piene, no? – Disse, allusivo, una volta deglutito il cibo. La tensione era palpabile e Reyna decise di interrompere il diverbio.

– Ragazzi, io devo fare rapporto a Chirone quindi è il caso che vada. – disse alzandosi, sperando che i due la smettessero di guardarsi in cagnesco.

Nico la ignorò e socchiuse gli occhi – non mi pare che un tempo ti dispiacesse. – sibilò. Reyna sospirò esasperata e se ne andò.

– Questo prima che ti ripassassi metà del campo. – sbottò Percy, con gli occhi verdi lampeggianti.

– Prima che… - Nico era incredulo, la bocca semi aperta e i pugni serrati. La terra intorno a loro iniziò a tremare e gli occhi dei tavoli vicini erano ormai tutti rivolti verso di loro, a quel punto Jason ritenne di aver visto abbastanza.

– Nico, hey Nico, calmati. E anche tu Percy. Non è il caso di dare spettacolo, siamo maestri, dovremmo avere un po’ di contegno. – provò a farli ragionare, posando una mano sul braccio del Figlio di Ade per calmarlo. Due paia di occhi si fiondarono su di lui e – Taci Grace. – lo misero a tacere. Il biondo incrociò le braccia e si alzò in piedi – Beh, fate quello che vi pare, scannatevi, ammazzatevi, però quando Chirone vi chiamerà nel suo ufficio io non vi aiuterò perché me ne lavo le mani!

Poi il biondo prese e lasciò il tavolo, dove quei due erano tornati a fissarsi con rabbia.

– Proprio tu – esordì Nico – proprio tu dici a me di essermi ripassato metà campo! Con che coraggio?

– Perché, non è forse vero?

No! – pronunciò Di Angelo con enfasi.

– Come sarebbe a dire no? – Percy si era alzato in piedi e pure il tono della voce stava lievitando, ormai tutta la sala non aveva occhi che per loro.

– Ti sbagli, qui se c’è qualcuno che è andato con altri sei tu! – lo accusò il figlio di Ade puntandogli un dito contro il petto.

– Ma quando, ma dove!

– Non fare il finto tonto, sappiamo entrambi che ho ragione.

– Ma cosa stai dicendo?! Se non ricordo male sei tu quello che ha detto che non ero il tuo tipo!

– Tu non capisci mai niente, niente!– e sulle ultime parole Nico non lo avrebbe mai ammesso, ma la sua voce si era spezzata.

Percy nel sentire la voce dell’altro così si bloccò improvvisamente, conscio d’un tratto di ciò che era stato detto e degli occhi che avevano addosso.

– Voi che avete da guardare, eh? – sbottò nella loro direzione, ma non fece in tempo a fare altro che una figura minuta si diresse nella loro direzione.

– Ehm, maestro Jackson? – lo chiamò Emily, sbucando da chissà dove. Percy ci impiegò qualche secondo a ricollegare il viso al nome, ma poi ci riuscì.

– Cosa c’è Bell? – chiese spazientito.

– Chirone vuole parlarvi, ha detto di raggiungerlo nel suo ufficio dopo le lezioni del pomeriggio. – E Percy sapeva che non sarebbe finita bene, lo sapeva perfettamente.

​* * *

Angie ghignò apertamente indirizzata verso l’amica che sconvolta guardava il ragazzo ricciuto davanti a lei.

– Hai ritrovato la mia cintura! – esclamò Leo, sorridendo a trentadue denti e cullando la cintura come fosse un bambino.

Honor guardò di sfuggita la figlia di Hermes ringraziandola con lo sguardo, poi si rivolse al maestro con il cuore che batteva a mille. – Oh sì, l’ho trovata per caso vicino ai campi di fragole e ho pensato subito di riportargliela. – Inventò sul momento, arricciandosi le punte dei capelli.

– I campi di fragole? Strano, non vado mai hai campi di fr-

– Honor voleva dire vicino al grande Pino, vero Honor? – si rivolse Anglica verso l’altra, con sguardo eloquente. Quella annuì energicamente, presa alla sprovvista.

– Oh, sisisi, volevo dire al grande pino, che sbadata – disse ridendo nervosamente.

Leo d’un tratto si illuminò come se gli fosse appena venuto in mente qualcosa, infatti si voltò verso la figlia d’Atena e le sorrise.

– Oh sì, il grande Pino! Mi sono addormentato lì sotto poco fa e me la sarò scordata.

Honor sorrise al maestro e questi la ringraziò un’ultima volta per poi scappare via diretto chissà dove.

– Allora, Angelica Valentine è un genio: vero o falso? – E Honor ci provò davvero a guardare male l’amica, ma un sorriso le spuntò inevitabilmente tra le labbra.

​Spazio di Nyr:
​Dopo quanto? un anno? forse anche di più. Dopo tutto questo tempo, però, sono ancora quì! Ho continuato a scrivere in quesgto periodo, ma continuavo a scrivere e cancellare, scrivere e cancellare, perchè tutto mi sembrava estremamente sbagliato e così eccolo quì, il capitolo che alla fine ne è uscito fuori. Forse non è il massimo, ma doveva essere così, per potermi finalmente sbloccare. Cosa ne pensate?
​Per chi fosse interessato ho pubblicato anche un'interattiva su Harry Potter (Next Generation), se vi va passate a dare un'occhiata, le iscrizioni sono aperte fino al 23 febbraio!
​Ricordate, le recensioni fanno sempre bene al morale!
baci
​Nyr

  
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