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Autore: Atocheg    14/02/2017    1 recensioni
Una nuova pasticceria è stata aperta in città, e quando un ragazzo decide di provarla, gli viene ricordato che sulla superficie ora non ci sono solo gli umani...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Muffet, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Fidanzato con un ragno? Devo ammettere che me lo sarei aspettato più da Tauman che da te. - commentò, ridacchiando leggermente, Fabio, per poi ricominciare a scrivere sul suo quaderno.

 

I due ragazzi, insieme al suddetto Tauman e a Nartis, erano seduti all'ombra di un cipresso nel giardino di Fabio, impegnati a scrivere una relazione sull'ultimo lavoro svolto in classe. Al sentir menzionare Muffet, Nartis rabbrividì leggermente.

 

- Innanzitutto, non ho mai detto che siamo una coppia. - lo corresse velocemente Aden – E poi, la tua ragazza si comporta come un cane e quella di Tauman si chiama letteralmente "Coniglio". Anche se volessi fidanzarmi con Muffet – Al solo sentir dire quelle parole Nartis rabbrividì nuovamente – Non sarebbe strano quanto voi due. -

 

- La mia Bunny ha solo una fervida immaginazione. - la difese Tauman, impegnato, anziché a scrivere, a intagliare un modellino della suddetta ragazza. Il sole che ormai stava scomparendo all'orizzonte si rifletteva nella lama che stava usando, illuminando il volto pallido e le labbra, coperte dal trucco violaceo.

 

- E poi, tu sei cotto di un mostro. Più anormale di quello... - aggiunse Nartis, senza alzare lo sguardo dal quaderno.

 

- Ammettilo, sei solo invidioso perché lui ha trovato una ragazza. - lo punzecchiò Fabio, sorridendo nel vedere Nartis sbuffare.

 

- Non è la mia ragazza. Seriamente, non ti è mai capitato di baciare una tua amica? - lo corresse nuovamente Aden, sbuffando, per poi voltarsi verso Nartis, sorridendo leggermente – Su, sono certo che troverai quello giusto per te, prima o poi – disse, cingendogli le spalle con un braccio e stringendo leggermente, ricevendo un sorriso rincuorato dal fratello – Ma devi smetterla di lamentarti di Muffet, ok? - aggiunse, ridendo e stringendo un po' più forte il fratello – Sul serio, dovresti conoscerla, sono certo che andreste d'accordo. - disse, quando un'idea si fece strada nei suoi pensieri, e si rivolse agli altri tre con un ampio sorriso – Perché non venite con noi a visitare il sottosuolo? Muffet voleva farmi vedere dove abitava, e non credo si lamenterà a vedere altri interessarsi alla sua storia.-

 

- Perché no? Potrebbe essere divertente. - rispose Tauman, continuando ad intagliare il legno e sorridendo allegramente all'albino, prima che un'idea gli venisse in mente – Può venire anche Bunny? Sono certo lo adorerebbe. -

 

- Fintanto che non lo si faccia di San Valentino, a me sta bene. - disse Fabio, e per qualche secondo vi fu un profondo silenzio tra i quattro, mentre tutti gli occhi erano puntati su di lui – Che c'é? - domandò, sollevando le spalle – E' la prima volta che trascorro San Valentino da fidanzato. Voglio passare la giornata con Lily. -

 

- Non ti facevo un romantico. - disse divertito il biondo – Cosa farete? -

 

Il resto della conversazione si concentrò sui progetti per la festività in arrivo: Fabio e Tauman avevano entrambi intenzione di portare le loro ragazze al cinema, Fabio a vedere l'ultimo film d'amore di Mettaton (- Lily va matta per quel robot – commentò lui), e Tauman l'ennesima versione di Nightmare; Nartis, almeno secondo gli altri, avrebbe passato la giornata a commiserarsi per non essersi ancora confessato al ragazzo che gli piaceva (facendo arrossire lievemente il ragazzo in questione), e Aden aveva in mente di accompagnare Muffet in una visita della città.

 

- Ho l'impressione che, con quanto si concentra sul lavoro, non ha mai avuto modo di scoprire la sua nuova casa... - aggiunse infine, quando, giunta ormai la sera, i quattro erano rientrati dentro casa, e Aden, Nartis e Tauman si stavano preparando ad andarsene.

 

- Beh, buon divertimento, allora. - commentò Fabio con un sorriso appoggiato all'uscio di casa sua, per poi prendere Aden da parte, mentre gli altri li osservavano incuriositi – Sicuro che non siete fidanzati? -

 

- Sicurissimo. - rispose l'albino, per poi ridacchiare – Cos'è? Stai già pensando di tradir...? -

 

- Chiediglielo. - lo interruppe l'altro, con tono tremendamente serio, lasciando Aden confuso.

 

- Cosa le dovrei chiedere? -

 

- Cosa secondo te? Di diventare la tua ragazza, ovviamente. - rispose lui, dandogli un leggero colpo sulla spalla – Vi piacete, no? Tu glielo hai detto, lei te lo ha confermato, mettetevi insieme. Fidati, non ti conviene perdere l'occasione. - aggiunse, per poi sospirare – Senti, questo è il mio consiglio. Sta a te se seguirlo o no. - detto questo, lo riaccompagnò all'ingresso, dove li aspettavano gli altri due - Ci vediamo domani, ragazzi. - li salutò con un sorriso, quando i tre salirono sulla macchina dell'albino e partirono.

 

In poco tempo raggiunsero anche la casa del biondo, che, dopo essere praticamente saltato fuori dall'auto ed aver compiuto a balzi il percorso fino alla porta, saluto entusiasta i due fratelli e sparì dietro la porta. Alla fine, i due arrivarono al loro condominio e, dopo aver parcheggiato, entrarono nel loro appartamento.

 

Dopo una cena veloce, passata a chiacchierare, come sempre, con la sua famiglia, l'albino si diresse in camera sua, si stese sul letto e, perso nel suo fantasticare, si ritrovò a pensare al consiglio di Fabio.

 

"Chiederle di diventare la mia ragazza? Sicuro, magari le chiedo anche di sposarmi..." pensò sarcastico "Anche se non ha tutti i torti... Dopotutto, quante sono le probabilità che mi dica di no? Sì, ma se poi sembro andare troppo di fretta?" Alla fine, però, si decise su cosa fare e, preso il cellulare, iniziò a messaggiarsi con Muffet.

 

- Ciao, Muffet. Come stai? -

 

Dopo una breve attesa, giusto un minuto o due, gli arrivò la risposta.

 

- Ciao caro. Io sto bene, grazie. Tu invece? Da qualche settimana stai venendo così poco in pasticceria... :( -

- Lo so, scusa. Dopo la pausa invernale mi hanno riempito di lavoro a scuola. Che ne dici se, per rimediare, passiamo una giornata insieme e ti faccio vedere la città? -

 

Qualche minuto passò prima che il cellulare vibrasse per il messaggio arrivato. Senza perdere tempo, lo riaccese, leggendo la risposta.

 

- Non credo sia possibile. Devo occuparmi della pasticceria.-

- Pensi sempre alla pasticceria. Non ti fa bene, lo sai? Io ti offro la possibilità di sfogarti un po'. ;) -

 

Mentre aspettava la risposta, Aden ripensò, ridacchiando, a come, prima di Capodanno, non avrebbe mai pensato di mandarle un messaggio del genere. Tuttavia, anche se non la aveva incontrata spesso negli ultimi giorni, dopo il bacio che si erano scambiati alla luce dei fuochi artificiali, ed aveva avuto la conferma che ciò che provava non era a senso unico, era diventato molto più sciolto in presenza di Muffet. Il suo pensiero venne interrotto da un vibrazione. La risposta era infine giunta.

- Ok, proverò a non occuparmi del lavoro per un giorno. -

- Ottimo. - scrisse lui, sorridendo – Ti andrebbe bene domani? -

 

Nuovamente aspettò un paio di minuti che Muffet considerasse la sua proposta.

 

- Va benissimo. Allora ci vediamo domani, caro.-

- Perfetto, a domattina. Buonanotte, Muffet. :* -

 

Appena ebbe mandato il messaggio, gli arrivò la buonanotte da parte della sua 'amica'.

 

Sorridendo, il ragazzo si coricò sotto le coperte e, pensando alla giornata che stava avvicinandosi, si lasciò andare tra le braccia di Morfeo.

 

 

Il giorno dopo si svegliò di buon ora e, dopo essersi preparato velocemente, ma sempre con la dovuta attenzione all'eleganza, l'albino scese in strada e si incamminò verso la pasticceria. Dopo il solito quarto d'ora di camminata, arrivò al locale, giusto in tempo per vedere Muffet girare il cartello per segnalare l'apertura. Appena lo vide, la ragazza lo saluto, con un ampio sorriso che mostrava le sue piccole zanne.

 

- Ciao, Aden. Sei venuto a fare colazione prima di andare a scuola? - domandò allegramente, prendendo quello che ormai era diventato il solito ordine del giovane: un croissant ed un caffé, ovviamente entrambi di ragno.

 

Pur non rifiutando il cibo offertogli, Aden scosse leggermente la testa – Ti sei già scordata cosa abbiamo deciso ieri sera? Niente lavoro oggi, la giornata sarà solo per noi due. - affermò, e la ragazza lo osservò confusa.

 

- Ma hai scuola... - obbiettò lei, ricevendo in risposta un leggero ridacchiare del giovane, che posò il cibo che teneva in mano e le si avvicinò.

 

- Non ho fatto un'assenza in quattro anni. E poi, sarei ipocrita a spingerti ad ignorare il tuo lavoro e poi non ignorare il mio, no? - nel parlare la prese per mano – Senza contare che, se dovessimo aspettare la fine delle lezioni, non riuscirei a farti vedere nulla della città. Ora, vogliamo iniziare questa 'escurzione'? - domandò, senza mai smettere di sorridere.

 

Dopo un'iniziale esitazione e qualche altra protesta, Muffet infine si arrese e, sistemata qualche istruzione per Papyrus, richiuse la pasticceria e si incamminò col ragazzo. Dopo una breve camminata mano nella mano, in cui Aden non poté fare a meno di notare le occhiate che ogni tanto qualcuno rivolgeva alla coppia, i due arrivarono a quella che il ragazzo ritené adatta alla loro prima meta: Il Museo della città.

 

"Quale modo migliore di scoprire la città che vederne la storia?" pensò, pagando i biglietti d'ingresso ed entrando nell'ampia sala. Come detto prima, il museo sarebbe dovuta essere solo la prima tappa della loro giornata, ma, poiché la città esisteva da tempi molto antichi, e di conseguenza il museo molto ampio, i due si ritrovarono a passare l'intera giornata in giro per il museo, osservando i vari reperti esposti e, occasionalmente, Aden si ritrovava a spiegare a Muffet la storia dietro alcuni di essi, vedendola affascinata dalle varie esposizioni, e ritrovandosi, a sua insaputa, a sorridere. Verso la fine, quando, visitato completamente il museo, erano tornati all'atrio iniziale, l'albino sentì Muffet tirarlo per una manica.

 

- Non mi hai raccontato niente di quella. - disse lei, indicando una statua marmorea: raffigurava due giovani, un uomo e una donna, stretti in un abbraccio, che si fissavano amorevolmente negli occhi.

 

Aden la osservò in silenzio per qualche minuto, prima di ridacchiare – Ah, già, me ne ero scordato. - affermò, avvicinandovisi – Vedi, secoli fa, quando questa città era ancora un borgo, ci fu una violenta epidemia. La figlia del borgomastro, purtroppo, fu una delle vittime. La statua fu scolpita da uno scalpellino locale in memoria di lei e del suo amato, che, si dice, le rimase accanto fino alla fine. Pochi giorni dopo la morte della ragazza, anche lui perì. Standole accanto, anche lui finì infettato... - spiegò, sospirando alla fine. Non sentendo risposta, dopo che Muffet lo aveva tempestato di domande durante la visita, si voltò verso di lei, e la vide osservare la statua in silenzio. Sorridendo, le si avvicinò e le cinse la vita con un braccio – Sai, dicono che il cielo fu così commosso del loro amore, che benedì la statua, e tutti coloro che si baciano in sua presenza staranno insieme per sempre. -

 

- Davvero? - domandò Muffet, voltandosi di scatto verso l'albino, e vedendolo ridacchiare.

 

- Così dicono, ma è solo una leggenda. Anche se, chi lo sa. Dopotutto, le leggende hanno sempre un fondo di verità, no?- rispose, sorridendo nel vederla comunque speranzosa – Ti andrebbe di prova...? - non fece in tempo a finire la domanda, che le labbra di Muffet si posarono sulle sue, anche se solo per un secondo, prima che la ragazza si allontanasse un pochetto, ed entrambi ridacchiarono – Lo prenderò per un sì. - disse lui, prima che una guardia si avvicinasse per informarli che il museo era prossimo all'orario di chiusura.

 

Uscendo, i due, videro che ormai era scesa la sera e, sorpreso, Aden prese il cellulare per controllare l'ora – Oh, cielo, il tempo è volato oggi... - commentò, per poi sospirare – Peccato, volevo farti vedere almeno qualcosa in più del museo. - disse, lievemente sconsolato, mentre i due si reincamminarono verso la pasticceria, solo per sentire Muffet ridacchiare e poggiargli il capo su una spalla.

 

- Meglio così, almeno adesso avrai un motivo in più per passare del tempo insieme a me. - disse, facendo sorridere di nuovo l'albino che, per l'ennesima volta, ripensò a quello che Fabio gli aveva detto il giorno prima.

 

" Alla peggio, mi dirà semplicemente di no, giusto?" provò ad incoraggiarsi, per poi prendere fiato - Muffet... senti, è da ieri che sto pensando ad una cosa. - iniziò, attirando l'attenzione della ragazza – Ci sono parole che un mio amico mi ha rivolto che mi hanno fatto riflettere. Vedi, mi piaci, questo già lo sai, ed adoro passare del tempo con te... -

 

- Aden, c'è qualcosa che stai cercando di dirmi? - domandò lei, con tono preoccupato, per poi sussultare, coprendosi la bocca con una delle sei mani – Sei fidanzato e la tua ragazza è gelosa? Dovevo capire che c'era un motivo se non eri venuto spesso, ultimamente. Oh, cielo, mi dispiace, non volevo... - cominciò a scusarsi, ma fu fermata da Aden, che le prese la mano con la quale si era coperta la bocca, sorridendo nervosamente.

 

-No, non c'è nessuna ragazza. Quello che sto cercando di dire è che, ecco... provo qualcosa per te, e da qualche tempo ormai. Dopo il bacio che ci siamo dati a capodanno, è come se fosse scattato qualcosa in me. Non ho idea di cosa sia ciò che provo per te, ma voglio scoprirlo. - disse, quasi tutto d'un fiato, per poi sollevare lo sguardo fino a far specchiare le sue iridi scarlatte nei cinque occhi neri della ragazza – Sempre se tu vorrai aiutarmi. - intanto, nella testa del giovane era un susseguirsi di "Tipregodimmisìtipregodimmisìtipregodimmisì...".

 

A Muffet ci volle qualche secondo per capire cosa intendesse l'albino, ma appena realizzò ciò che le era stato detto, un ampio sorriso si fece largo sul suo volto, mentre ognuno dei cinque occhietti mostrava una gioia smisurata – Oh, santo cielo. Sì, sì, SI'! - disse, urlando l'ultima affermazione, per poi, quasi letteralmente, saltare tra le braccia di Aden, che probabilmente sarebbe cascato a terra se non si fosse velocemente appoggiato ad un muro lì vicino, e, abbracciandolo fortemente, far incontrare nuovamente le loro labbra, in un bacio più intenso anche di quello che si erano dati la sera di capodanno.

 

Trascorsero il resto della camminata in silenzio. Nessuno dei due disse una parola, nessuno dei due sentiva ce ne fosse bisogno. Camminare l'uno affianco all'altra, mano nella mano, era più che sufficiente. Una volta alla pasticceria, si diedero la buonanotte, o meglio, restarono in silenzio per cinque minuti buoni e poi si augurarono buonanotte. Sulla strada di ritorno, ad Aden sembrò di starsi librando in aria, per quanto si sentiva felice. Giunto a casa, i suoi gli domandarono preoccupati dove fosse stato tutto il giorno, ma lui semplicemente li ignorò, andando in camera sua con un'espressione sognante, sotto lo sguardo perplesso dei suoi genitori e quello esasperato di Nartis, il cui unico pensiero fu "Se mi riempe la camera di disegni su Muffet, giuro che lo butto fuori di casa."


Ehi!
Credevate di esservi liberati di me, eh? XD
E invece no, sono sempre qui.
Ok, in verità dovrei preoccuparmi per scuola, ma, onestamente, non potevo far mancare alla storia un capitolo per San Valentino, no? ;)

A presto,
Atocheg

   
 
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