Capitolo con lo speciale di San Valentino! :) :)
MORZAN
- Smettila. – aveva sbuffato Brom per l’ennesima volta, cercando di togliermi il bicchiere di vino.
E per l’ennesima volta me lo ero ripreso, mandandolo giù in un attimo.
- Morzan, sai bene che bere non aiuta davvero. – mi aveva ricordato Derek, che teneva la piccola Katherine tra le braccia.- E perché sei qui con la bambina?! – avevo cercato di parlare in modo chiaro, ma le parole mi erano uscite strascicate e con il tipico tono degli ubriachi.
- Miranda tiene Alec. – aveva risposto. – Ma non è di questo che stiamo parlando. Secondo te bere aiuterà Murtagh a riprendersi?
- Aiuterà me a dimenticare di averlo ucciso. – avevo commentato.
- Non è morto. – Brom aveva sospirato. – Oromis lo guarirà. Senti, amico, lui e Selena sono via da una settimana ormai. È probabile che siano già sulla strada di ritorno, conoscendo le tempistiche di Oromis.
Volevo credergli … volevo credere a quelle parole con tutto il cuore.
Ma l’immagine del corpicino pallido e freddo del mio bimbo, riverso tra le mie braccia, era un incubo che mi tormentava in ogni secondo.
Perfino in quell’istante lo vedevo.
Murtagh era di fronte a me, seduto sul letto, il suo orsacchiotto preferito, il draghetto Spike, in mano, e mi guardava con un’espressione arrabbiata che mal si sposava con il suo viso dolce e di bambino, rendendolo grottesco al limite della bruttezza.
- Pelchè mi hai fatto male papà? – chiese.- Smettila!
- Non mi vuoi bene?
- Sta zitto! Lo so che non sei tu, sta zitto! ZITTO!
Al suo fantasma si aggiunse anche quello di Selena, ma anche qui non era la Sel che ricordavo: questa era una donna gelida e indifferente, che prendeva Murtagh tra le braccia e se ne andava.
Che mi lasciava.
- FERMA! – urlai disperato.Un angolino della mia mente mi ricordava che quelle immagini non erano reali, ma …
Ma erano fin troppo reali.
Fin troppo probabili.
Si voltò verso di me, e mai le avevo visto un’espressione tanto dura sul viso.
Quelle gelide iridi grigie, che la rabbia aveva scurito fino al colore del ferro, non erano quelle che ricordavo.
- Ti prego … - singhiozzai. – Non andartene.- È troppo tardi. – mi gelò. – Dovevi pensarci prima.
- Non volevo, Selena … ti prego, amore …
- Pensi davvero che lascerò mio figlio con un pazzo omicida?!
- Non ero io!
- Sei un debole. – sibilò la visione. – Un viscido verme codardo che non è in grado di proteggere la propria famiglia. Solamente una bestia.
Una bestia …
Era vero.
Non ero altro che un mostro …
Loro erano tutto ciò che di bello esiste al mondo, ma io ero solamente una bestia.
- … da quando sei partita.
- E non siete riusciti a fare niente?
- Niente.
Un sospiro.
- Grazie, ragazzi. Vedo se riesco a fare qualcosa.- Sta attenta.
Una porta chiusa.
Il materasso che si inclinava leggermente.
Una mano che mi sfiorava la schiena.
- Morzan?Quella voce …
Quella stessa voce che negli ultimi tempi avevo sentito accusatoria e rabbiosa, piena di rancore, era tornata a perseguitarmi.
Altro movimento.
Una piccola mano sfiorava la mia.
- Ciao papà!Un corpicino caldo che si raggomitolava contro il mio petto.
Fu quella sensazione a scuotermi dal torpore dentro il quale non mi ero nemmeno accorto di essere scivolato.
Il mio sguardo si spostò dal fairth che rappresentava me, Murtagh e Selena al piccolo accanto a me.
Fu istintivo allungare la mano per sfiorargli la guancia fresca e vellutata, e quando lo feci Murtagh emise un versetto compiaciuto, accoccolandosi contro di me e stringendomi la mano, insieme a Spike.
Durante quel tempo avevo sempre tenuto quel pupazzo, persuaso da qualche infantile convinzione che mi rendeva certo che Murtagh sarebbe tornato da me se l’avessi tenuto.
- Mi hai culato Spike! Glazie papà!Si arrampicò su di me per stamparmi un bacio sulla guancia, ma non ebbi il coraggio di guardarlo.
Mio figlio era il mio più grande orgoglio … e il maggiore ricordo della mia debolezza.
- Ti va di mangiare qualcosa? Ehi. – la mano di Selena sfiorò il mio viso, voltandolo verso il suo.Ma quello che lessi nei suoi occhi mi destabilizzò.
Non vedevo rabbia, rancore e odio.
Solo amore e compassione.
Perché non mi odiava?
Dopo quello che avevo fatto a Murtagh, come poteva non volermi morto?
- Amore, so che non sei stato tu. – sorrise dolcemente. – Non preoccuparti. Anche Murtagh lo sa.- La mamma mi ha detto che un signole cattivo ti ha costletto, papà. – fece il nostro piccolo con un’aria da sapientino che … beh, era troppo divertente. – Ma io lo so che mi vuoi taaanto bene e anche io e la mamma ti voliamo bene molto tanto, papà.
A quel punto sentii le lacrime lasciare i miei occhi e non potei non stringere forte il mio piccolo.
- Eppoi il tuo amico Olomis ci ha detto a me e alla mamma di dalti quetta cosa, papà. – continuò imperterrito, con gli occhioni sgranati. – Mamma, gli dai al papà la cosa che il suo amico Olomis ci ha detto di dale al papà?- Subito. – sorrise Selena e si chinò a prendere dalla borsa una pergamena.
La appoggiò sulla scrivania e tornò da me e Murtagh.
- E sai, papà, quetto tuo amico è stlano. – commentò, mentre mi restituiva il sorriso.- E perché?
Mi fissò spazientito. – Pecchè. – fece. – Ha le olecchie a punta! Anche i suoi amici hanno le olecchie a punta!
- E perché, il papà non ce le ha?La sua espressione fu impagabile quando gli feci vedere che anche io non avevo le orecchie come lui e la sua mamma.
Certo non appuntite e grandi come quelle degli elfi, ma di sicuro non rotonde.
- Sei stlano papà! – strillò. – Mamma! MAAAAMMAAA!!!- Non urlare. – brontolò lei. – Cosa c’è?
- Papà ha le olecchie come quei mangialattughe!
- Mangialattughe? – feci stranito.
- Si è messo a chiamare così gli elfi dopo che ha scoperto che non mangiano carne. – mi spiegò lei. – Ho cercato di non farglielo dire, ma non è esattamente semplice.
- Ehm … Murtagh, senti un po’. – cercai di spiegarglielo. – Loro hanno scelto di non mangiare la carne per non fare male agli animali.
- Ma è buona! A me piace tanto, papà. Soplattutto quando andiamo a caccia io e te!
- Senti un po’ qua. – fece Selena stupita. – E così il papà ti porta a caccia.
- Sì mamma! – mi tradì Murtagh, mentre già sentivo la vendetta di mia moglie aleggiare su di me. – Quando non ci sei andiamo a plendele la cena insieme nel bosco! E l’altla volta …
- Smettila! – lo implorai. – Murtagh, non devi dirlo alla mamma, te l’avevo detto! Adesso prima ammazzerà me e poi te!
- … mi ha fatto usale l’alco e insieme abbiamo pleso un glosso maiale peloso con le zanne, mamma. Ela glande così! – e allargò le braccia per farle intuire le dimensioni del cinghiale.
Selena mi fissò infuriata.
- Mi sembrava di essere stata piuttosto chiara, Morzan. – sibilò. – Ma forse non lo sono stata abbastanza.- No, amore. – cercai di giustificarmi, tentando anche un sorriso. – Sei stata chiarissima … ma non hai capito, tesoro, è … è un sogno, Murtagh si è solamente sognato che andavamo a caccia insieme … figurati se porto un bambino di tre anni, nostro figlio, a caccia e gli faccio abbattere un cinghiale …
- Oh, è esattamente una cosa che saresti in grado di fare. – ringhiò.
- Traditore. – sbuffai al piccolo.
Che se la rise.
E Selena mi tirò una sberla in testa.
- Non accusare Murtagh! L’unico colpevole sei tu, signorino. Devo porre limitazioni alle attività che fate insieme?- Ti stai preoccupando per niente. – la rassicurai stringendola. – Sì, l’ho portato a caccia, ma con le dovute precauzioni. Aveva tutti gli incantesimi difensivi e avevo sotto controllo gli animali della riserva. Adesso calmati.
- Posso fidarmi?
- Assolutamente.
Sospirò e si ravviò i capelli. – Bene, ma …
- Ma?- Ma? – mi fece eco Murtagh, tutto preso.
Un sorrisetto affiorò sulle labbra di Selena.
- La prossima volta vengo anche io.- Mamma! – gridò Murtagh. – Non puoi! Ti fai male e poi io e papà piangiamo con le laclime!
- Addirittura?!
- Oh, sì. Con i laclimoni! – disse convintissimo.
- Ma tu lo sai che la tua mamma è bravissima a cacciare? – gli dissi, catturando la sua attenzione.
- Non ti cledo papà! – e scosse la testa.
- Giuro!
- PAPAAAAA!!!!
Murtagh decise di rendere più soave il mio risveglio urlandomi nelle orecchie.
- Diamine … che vuoi?!Era furibondo.
- Papà. – iniziò. – La bimba Cheitilin è malvagia.- Katherine?
- Io la odiooo!!! – strinse i pugnetti.
- Perché? Che ti ha fatto? No, aspetta. Murtagh, non è nemmeno l’alba! Sei andato a disturbarla?
- No, papà. – rispose.
- Murtagh …
- Alec dolmiva e nessuno stava facendo la gualdia! – frignò.
- Ma … ma si fa?! – feci sconcertato. – Ma come ti viene in mente?!
- E lei mi ha visto e sono entlato nella culla con lei, pecchè ha una culla comodissima, papà. E abbiamo giocato, ma poi la bimba Katie mi ha liempito di una loba schifosa gialla e puzzolente!
- Ti ha vomitato in faccia?
- Sì!
- E perché non sei sporco?
- Pecchè il papà della bimba Cheitilin mi ha aiutato! E abbiamo letto il liblo dei Cavalieli dei Dlaghi.
Sospirai.
- Mi stai dicendo che a tre anni vai già a rompere le scatole alle ragazze nei loro letti?- Che diavolo succede? – sbuffò Selena svegliandosi.
- Tuo figlio si è introdotto nella culla di Katherine, che gli ha vomitato in faccia. E Derek gli ha persino letto un libro!
Selena guardò Murtagh un attimo.
Poi scoppiò a ridere.
- Oh, Murtagh … non andare nei letti delle ragazze. Sei ancora piccolo.Lui sospirò.
- Evvabbene. – brontolò. – Ma io volevo solo fale la gualdia alla bimba Cheitilin. Mica bacialla sulla bocca come fa il papà con te, mamma. Bleeeehh.E accompagnò il tutto con un fremito disgustato.
- Bravo. – mi complimentai. – Continua a pensare che fa schifo finché tu e Katherine non sarete abbastanza grandi.- Morzan! – sibilò Selena.
- Che c’è? Sono carini!