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Autore: PrincessintheNorth    14/02/2017    1 recensioni
La storia di Morzan e Selena, per come me la sono immaginata.
Dal testo:
"Signore, padrone!" esclamò Gedric.
"Che succede?"
"Lady Selena! Sta male!"
Il terrore si impossessò di me. Oddio. Cosa poteva avere?
"Cos'ha?"
"Senso di nausea, signore!"
"Portami da lei ..."
Corsi da Selena, e la trovai distesa sul nostro letto.
Accanto a lei, una guaritrice.
Selena dormiva, sembrava tranquilla: e la donna accanto a lei sorrideva.
"Cos'è successo a mia moglie?!" gridai terrorizzato.
La donna mi guardò, sorridente. "Congratulazioni, signore. Presto Lady Selena metterà al mondo un erede."
Prequel di "Family"! Se non l'avete letta, andate a darle un'occhiata!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brom, Morzan, Murtagh, Selena | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo con lo speciale di San Valentino! :) :) 





MORZAN

 

 

 

 

- Smettila. – aveva sbuffato Brom per l’ennesima volta, cercando di togliermi il bicchiere di vino. 

E per l’ennesima volta me lo ero ripreso, mandandolo giù in un attimo. 

- Morzan, sai bene che bere non aiuta davvero. – mi aveva ricordato Derek, che teneva la piccola Katherine tra le braccia. 
- E perché sei qui con la bambina?! – avevo cercato di parlare in modo chiaro, ma le parole mi erano uscite strascicate e con il tipico tono degli ubriachi. 
- Miranda tiene Alec. – aveva risposto. – Ma non è di questo che stiamo parlando. Secondo te bere aiuterà Murtagh a riprendersi? 
- Aiuterà me a dimenticare di averlo ucciso. – avevo commentato.
- Non è morto. – Brom aveva sospirato. – Oromis lo guarirà. Senti, amico, lui e Selena sono via da una settimana ormai. È probabile che siano già sulla strada di ritorno, conoscendo le tempistiche di Oromis. 

Volevo credergli … volevo credere a quelle parole con tutto il cuore. 

Ma l’immagine del corpicino pallido e freddo del mio bimbo, riverso tra le mie braccia, era un incubo che mi tormentava in ogni secondo. 

Perfino in quell’istante lo vedevo. 

Murtagh era di fronte a me, seduto sul letto, il suo orsacchiotto preferito, il draghetto Spike, in mano, e mi guardava con un’espressione arrabbiata che mal si sposava con il suo viso dolce e di bambino, rendendolo grottesco al limite della bruttezza. 

- Pelchè mi hai fatto male papà? – chiese. 
- Smettila! 
- Non mi vuoi bene? 
- Sta zitto! Lo so che non sei tu, sta zitto! ZITTO!

Al suo fantasma si aggiunse anche quello di Selena, ma anche qui non era la Sel che ricordavo: questa era una donna gelida e indifferente, che prendeva Murtagh tra le braccia e se ne andava. 

Che mi lasciava. 

- FERMA! – urlai disperato.

Un angolino della mia mente mi ricordava che quelle immagini non erano reali, ma … 

Ma erano fin troppo reali. 

Fin troppo probabili.

Si voltò verso di me, e mai le avevo visto un’espressione tanto dura sul viso. 

Quelle gelide iridi grigie, che la rabbia aveva scurito fino al colore del ferro, non erano quelle che ricordavo.  

- Ti prego … - singhiozzai. – Non andartene. 
- È troppo tardi. – mi gelò. – Dovevi pensarci prima. 
- Non volevo, Selena … ti prego, amore … 
- Pensi davvero che lascerò mio figlio con un pazzo omicida?! 
- Non ero io!
- Sei un debole. – sibilò la visione. – Un viscido verme codardo che non è in grado di proteggere la propria famiglia. Solamente una bestia. 

Una bestia …

Era vero. 

Non ero altro che un mostro … 

Loro erano tutto ciò che di bello esiste al mondo, ma io ero solamente una bestia. 

 

 

 

- … da quando sei partita. 
- E non siete riusciti a fare niente?
- Niente. 

Un sospiro. 

- Grazie, ragazzi. Vedo se riesco a fare qualcosa. 
- Sta attenta. 

Una porta chiusa. 

Il materasso che si inclinava leggermente. 

Una mano che mi sfiorava la schiena. 

- Morzan? 

Quella voce … 

Quella stessa voce che negli ultimi tempi avevo sentito accusatoria e rabbiosa, piena di rancore, era tornata a perseguitarmi. 

Altro movimento. 

Una piccola mano sfiorava la mia. 

- Ciao papà! 

Un corpicino caldo che si raggomitolava contro il mio petto. 

Fu quella sensazione a scuotermi dal torpore dentro il quale non mi ero nemmeno accorto di essere scivolato. 

Il mio sguardo si spostò dal fairth che rappresentava me, Murtagh e Selena al piccolo accanto a me. 

Fu istintivo allungare la mano per sfiorargli la guancia fresca e vellutata, e quando lo feci Murtagh emise un versetto compiaciuto, accoccolandosi contro di me e stringendomi la mano, insieme a Spike. 

Durante quel tempo avevo sempre tenuto quel pupazzo, persuaso da qualche infantile convinzione che mi rendeva certo che Murtagh sarebbe tornato da me se l’avessi tenuto. 

- Mi hai culato Spike! Glazie papà!

Si arrampicò su di me per stamparmi un bacio sulla guancia, ma non ebbi il coraggio di guardarlo. 

Mio figlio era il mio più grande orgoglio … e il maggiore ricordo della mia debolezza. 

- Ti va di mangiare qualcosa? Ehi. – la mano di Selena sfiorò il mio viso, voltandolo verso il suo. 

Ma quello che lessi nei suoi occhi mi destabilizzò. 

Non vedevo rabbia, rancore e odio. 

Solo amore e compassione. 

Perché non mi odiava? 

Dopo quello che avevo fatto a Murtagh, come poteva non volermi morto? 

- Amore, so che non sei stato tu. – sorrise dolcemente. – Non preoccuparti. Anche Murtagh lo sa. 
- La mamma mi ha detto che un signole cattivo ti ha costletto, papà. – fece il nostro piccolo con un’aria da sapientino che … beh, era troppo divertente. – Ma io lo so che mi vuoi taaanto bene e anche io e la mamma ti voliamo bene molto tanto, papà. 

A quel punto sentii le lacrime lasciare i miei occhi e non potei non stringere forte il mio piccolo. 

- Eppoi il tuo amico Olomis ci ha detto a me e alla mamma di dalti quetta cosa, papà. – continuò imperterrito, con gli occhioni sgranati. – Mamma, gli dai al papà la cosa che il suo amico Olomis ci ha detto di dale al papà? 
- Subito. – sorrise Selena e si chinò a prendere dalla borsa una pergamena. 

La appoggiò sulla scrivania e tornò da me e Murtagh. 

- E sai, papà, quetto tuo amico è stlano. – commentò, mentre mi restituiva il sorriso. 
- E perché? 

Mi fissò spazientito. – Pecchè. – fece. – Ha le olecchie a punta! Anche i suoi amici hanno le olecchie a punta! 

- E perché, il papà non ce le ha? 

La sua espressione fu impagabile quando gli feci vedere che anche io non avevo le orecchie come lui e la sua mamma. 

Certo non appuntite e grandi come quelle degli elfi, ma di sicuro non rotonde. 

- Sei stlano papà! – strillò. – Mamma! MAAAAMMAAA!!! 
- Non urlare. – brontolò lei. – Cosa c’è? 
- Papà ha le olecchie come quei mangialattughe! 
- Mangialattughe? – feci stranito. 
- Si è messo a chiamare così gli elfi dopo che ha scoperto che non mangiano carne. – mi spiegò lei. – Ho cercato di non farglielo dire, ma non è esattamente semplice. 
- Ehm … Murtagh, senti un po’. – cercai di spiegarglielo. – Loro hanno scelto di non mangiare la carne per non fare male agli animali. 
- Ma è buona! A me piace tanto, papà. Soplattutto quando andiamo a caccia io e te! 
- Senti un po’ qua. – fece Selena stupita. – E così il papà ti porta a caccia. 
- Sì mamma! – mi tradì Murtagh, mentre già sentivo la vendetta di mia moglie aleggiare su di me. – Quando non ci sei andiamo a plendele la cena insieme nel bosco! E l’altla volta … 
- Smettila! – lo implorai. – Murtagh, non devi dirlo alla mamma, te l’avevo detto! Adesso prima ammazzerà me e poi te! 
- … mi ha fatto usale l’alco e insieme abbiamo pleso un glosso maiale peloso con le zanne, mamma. Ela glande così! – e allargò le braccia per farle intuire le dimensioni del cinghiale. 

Selena mi fissò infuriata. 

- Mi sembrava di essere stata piuttosto chiara, Morzan. – sibilò. – Ma forse non lo sono stata abbastanza. 
- No, amore. – cercai di giustificarmi, tentando anche un sorriso. – Sei stata chiarissima … ma non hai capito, tesoro, è … è un sogno, Murtagh si è solamente sognato che andavamo a caccia insieme … figurati se porto un bambino di tre anni, nostro figlio, a caccia e gli faccio abbattere un cinghiale … 
- Oh, è esattamente una cosa che saresti in grado di fare. – ringhiò. 
- Traditore. – sbuffai al piccolo. 

Che se la rise.

E Selena mi tirò una sberla in testa. 

- Non accusare Murtagh! L’unico colpevole sei tu, signorino. Devo porre limitazioni alle attività che fate insieme? 
- Ti stai preoccupando per niente. – la rassicurai stringendola. – Sì, l’ho portato a caccia, ma con le dovute precauzioni. Aveva tutti gli incantesimi difensivi e avevo sotto controllo gli animali della riserva. Adesso calmati. 
- Posso fidarmi? 
- Assolutamente. 

Sospirò e si ravviò i capelli. – Bene, ma … 

- Ma? 
- Ma? – mi fece eco Murtagh, tutto preso. 

Un sorrisetto affiorò sulle labbra di Selena. 

- La prossima volta vengo anche io. 
- Mamma! – gridò Murtagh. – Non puoi! Ti fai male e poi io e papà piangiamo con le laclime! 
- Addirittura?! 
- Oh, sì. Con i laclimoni! – disse convintissimo. 
- Ma tu lo sai che la tua mamma è bravissima a cacciare? – gli dissi, catturando la sua attenzione. 
- Non ti cledo papà! – e scosse la testa. 
- Giuro! 

 

 

 

- PAPAAAAA!!!! 

Murtagh decise di rendere più soave il mio risveglio urlandomi nelle orecchie. 

- Diamine … che vuoi?! 

Era furibondo. 

- Papà. – iniziò. – La bimba Cheitilin è malvagia. 
- Katherine? 
- Io la odiooo!!! – strinse i pugnetti. 
- Perché? Che ti ha fatto? No, aspetta. Murtagh, non è nemmeno l’alba! Sei andato a disturbarla? 
- No, papà. – rispose. 
- Murtagh … 
- Alec dolmiva e nessuno stava facendo la gualdia! – frignò. 
- Ma … ma si fa?! – feci sconcertato. – Ma come ti viene in mente?! 
- E lei mi ha visto e sono entlato nella culla con lei, pecchè ha una culla comodissima, papà. E abbiamo giocato, ma poi la bimba Katie mi ha liempito di una loba schifosa gialla e puzzolente! 
- Ti ha vomitato in faccia? 
- Sì! 
- E perché non sei sporco? 
- Pecchè il papà della bimba Cheitilin mi ha aiutato! E abbiamo letto il liblo dei Cavalieli dei Dlaghi. 

Sospirai. 

- Mi stai dicendo che a tre anni vai già a rompere le scatole alle ragazze nei loro letti? 
- Che diavolo succede? – sbuffò Selena svegliandosi. 
- Tuo figlio si è introdotto nella culla di Katherine, che gli ha vomitato in faccia. E Derek gli ha persino letto un libro! 

Selena guardò Murtagh un attimo. 

Poi scoppiò a ridere. 

- Oh, Murtagh … non andare nei letti delle ragazze. Sei ancora piccolo. 

Lui sospirò. 

- Evvabbene. – brontolò. – Ma io volevo solo fale la gualdia alla bimba Cheitilin. Mica bacialla sulla bocca come fa il papà con te, mamma. Bleeeehh. 

E accompagnò il tutto con un fremito disgustato. 

- Bravo. – mi complimentai. – Continua a pensare che fa schifo finché tu e Katherine non sarete abbastanza grandi. 
- Morzan! – sibilò Selena. 
- Che c’è? Sono carini! 
 
   
 
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