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Autore: Kitsune no Pao    02/06/2009    1 recensioni
Ataru Moroboshi si ritrova nei panni del rivale Shutaro Mendo! Una ghiotta occasione di vivere il lusso da lui sempre invidiato all'amico-nemico...e se il prezzo fosse Lamù? Fanfiction dedicata ai " sensei " Achille88 ed Andy Grim, le cui storie hanno acceso in me la voglia, facendomi sognare!^^
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio.


Vista dall'esterno, la splendida residenza Mendo pareva un enorme, candida creatura marmorea, abbandonata al sonno dei giusti su una lussureggiante collina verde.


Una leggera pioggia primaverile ruppe l'immobilità dell'aria; lo scrosciare delle gocce sulle foglie della vegetazione diffuse un suono piacevole, quasi un fremito d'ali di eleganti uccelli.


All'interno dei lunghi corridoi sotterranei della dimora, assonnate guardie eseguivano con regolarità abitudinaria le loro ronde.

I passi risuonavano come il battito ritmato di un cuore.


La sala di controllo sotterranea era immersa in un brusio leggero di computer accesi e lampade; pochi soldati ed alcuni operatori svolgevano i compiti di routine notturni.

“ Sono le 4 del mattino in questo istante, abbiamo perso il contatto col soggetto già da alcune ore, oramai... eppure il rilevatore segnala che Ataru Moroboshi si trova ancora all'interno di questa tenuta...”

L'addetto alla posizione del turno di notte si voltò verso il signor Mendo, che sedeva al suo fianco: la testa abbandonata su una spalla ed un filo di bava ad un angolo della bocca.

“ ...dorme...” commentò con un sorriso “ beh, finchè non succede nulla, lasciamolo dormire!” pensò fra se e se la guardia, tornando a posare lo sguardo sulla lucetta rossa che indicava il soggetto, immobile sopra la porzione di mappa rappresentata.



Passi, lenti e cadenzati.

Un soldato di ronda passò davanti alla porta della sala di videosorveglianza, fece un cenno ai due commilitoni di piantone al prezioso ufficio e riprese la camminata.

“ Dev'essere uno nuovo “ sussurrò una delle guardie “ porta la divisa come una recluta ed invece di imbracciare l'AK fa la ronda con una pistola...”

“ Sicuramente è così, però è strano...non è un poco avanti la stagione per usare ancora il passamontagna calato sul viso?” domandò l'altro, sospettoso.

“ Bah!” sbottò il militare, grattandosi la nuca “ qui sotto è sempre frescolino in tutte le stagioni, glielo avrà consigliato la mamma oppure è uno che viene dal sud, comunque, fa parte dell'equipaggiamento standard...AHAHAH!!” concluse con una risata.

Alla fine del lungo corridoio il soldato di ronda girò l'angolo e sparì dallo sguardo attento dei due, sicuro di non essere visto studiò attentamente la disposizione delle videocamere - solo una in questo tratto ed ancora lontana - e con un rapido gesto si levò il caldo copricapo: Ataru Moroboshi si asciugò il sudore dal viso ed appiattendosi contro la parete scivolò sotto la videocamera, passando nel suo angolo buio.

“ Quei maledetti non si schiodano da li...e nella porta non c'è nessuna apertura per chiavi o simili, ne tastiere per codici segreti...si apre solo dall'interno. “ ragionò fra se, mentre studiava il da farsi.


Il signor Mendo si svegliò di colpo dal sonno; come se non si fosse mai sopito osservò la posizione di Ataru, immobile sullo schermo.

“ Non mi convince.” commentò, facendo sobbalzare l'addetto che non si era accorto del risveglio: “ ...se non sbaglio quella stanza è una delle armerie segrete della tenuta. Mi chiedo come vi abbia avuto accesso visto che sono perfettamente occultate...”

“ Non ha tutti i torti!” osservò l'addetto, ad alta voce “ ...anche se vi fosse penetrato fortuitamente dovrebbe almeno aver tentato di uscirne visto che oltre ad armi e divise in quella stanza non c'è nulla.” concluse.

“ Mandiamo qualcuno a controllare, è meglio.” ordinò il signor Mendo “ le guardie di piantone alla videosorveglianza hanno riferito dell'interessamento da parte del soggetto proprio per quella sala...”


Altri passi.

Davanti alle due basite guardie passò il soldato Johnny Sasaki, fece un cenno ai due ( impietriti ) e si avviò.

“ HEI!!” gridò improvvisamente una delle due guardie: “ La ronda è appena passata, hai sbagliato il turno, idiota!”

Johnny Sasaki osservò il collega stranito, s'accese una sigaretta ed appoggiò il fucile col calcio al suolo e la canna contro la bianca parete: “ ...dì un po, Mekaru, hai voglia di scherzare? Sono le 4 passate da poco, è il mio turno questo.”

La seconda guardia aveva già contattato la base: “ l-l'addetto alla ronda precedente è già sotto le coperte, dicono inoltre che...Lui...si è liberato degli indumenti ed anche del segnalatore di posizione, circola liberamente nella residenza!”

“ Dannazione! Allora quello di prima era ... Lui? “

Mekaru imbracciò l'AK e lasciò la posizione a Sasaki : “...ma non facciamo scattare l'allarme? Voglio dire, se il soggetto sta circolando liberamente nei sotterranei dovremmo quantomeno...” protestò quest'ultimo, ma Mekaru lo zittì immediatamente: “ E' solo uno sciocco e codardo civile, io sono un soldato; me la sbrigo io questa faccenda e senza buttare giù dalle brande il resto dell'esercito OK???”


Rapido avvicinarsi di passi; Ataru s'affrettò ad allontanarsi dalla posizione scorrendo alcuni corridoi, orientandosi di modo da non allontanarsi troppo dal suo obbiettivo; la sala della videosorveglianza.

Ancora non sapeva come ci sarebbe entrato ma, per ora, il rumore nervoso dei tacchi di stivali militari in rapido avvicinamento lo distolse dal pensiero.

Prima di svoltare un angolo, immettendosi su un nuovo corridoio, depositò al suolo una rivista aperta e ben in vista, lontana però dal campo visivo di una telecamera.

“ UH?!” esclamò Mekaru, al quale non era sfuggito il movimento sospetto in fondo al lungo corridoio “ ... laggiù!”

Correndo s'avvicinò all'oggetto al suolo, rallentò bruscamente alcuni metri prima di raggiungerlo ( possibile mina ).

Un interrogativo gli passò per la testa “ che ci fa una rivista porno qui?? Dev'essere uno scherzo...”

Con circospezione ridusse la distanza, chinandosi per controllare meglio...

“ Eh, guarda questa, si che è snodata!!” S'abbassò per voltare pagina quando qualcosa lo punse alla spalla; istintivamente sollevò il fucile e lo puntò verso l'angolo dove il corridoio si congiungeva ad un altro: un'ombra scivolò veloce, si guardò la spalla e vide conficcato un piccolo dardo.

“ Merda!” esclamò togliendoselo e con uno scatto svoltò, immettendosi su un nuovo corridoio.

Ataru lo attendeva appena dietro all'angolo: con un rapidissimo gesto lo disarmò gettando al suolo il pesante fucile.

Mekaru lo agguantò saldamente ma le forze lo abbandonarono, la vista si fece fosca ed il respiro lento...cadde al suolo sprofondando in un pesante sonno.


Mentre il giovane trascinava il corpo privo di sensi del soldato verso un punto dove desse meno nell'occhio, la radio prese a fare chiasso: “ Mekaru, Mekaru...qui Sasaki, tutto bene? Attendo notizie “.


“ Nessuna risposta, molto male!” disse Sasaki alla guardia al suo fianco “ faccio un nuovo tentativo, se tutto tace io faccio scattare l'allarme e vado a cercare Mekaru, tu dovresti correre alla centrale operativa e fare rapporto.”

“ Lasciando sguarnita la porta della videosorveglianza? Gli ordini di...” protestò la guardia, ma Johnny sapeva il fatto suo e soprattutto era più alto in grado.

“ Questa porta si apre solo dall'interno ed è di una lega imperforabile...come pensi che uno con una pistola a tranquillanti possa aprirla??”


Pochi secondi poi un nuovo appello; per un istante Ataru pensò di rispondere e simulare la voce dell'uomo, ma prima che potesse intraprendere qualsiasi azione le luci si spensero di colpo, sostituite da alcune lampade rosse, mentre una lunga sirena squarciò il silenzio.

“ L'allarme!” disse ad alta voce, puntò la sua pistola a tranquillanti verso una telecamera e fece fuoco, danneggiandola. “ Tanto vale rischiare il tutto per tutto!”

Dagli altoparlanti si diffuse il messaggio della presenza di un intruso e parecchie guardie cominciarono a disperdersi lungo i corridoi, alla ricerca dell'uomo col passamontagna armato di pistola ( secondo la descrizione ); non si fece il nome ne di Shutaro Mendo ne tanto meno di Ataru Moroboshi e questo convinse il giovane che c'era ancora una possibilità.


“ Aprire, ispezione!” gridavano i soldati bussando alle porte, prontamente aperte: un rapido controllo e poi via verso il prossimo corridoio.

Ataru aveva abbandonato la pistola a tranquillanti in pungo a Mekaru e, calatogli il passamontagna sulla testa, rimase in attesa dei soldati.

Con del trucco per mimetismo si dipinse il volto in modo da cammuffarsi; la cosa funzionò alla perfezione ed i primi soldati accorsi presero in consegna 'l'intruso', lasciando Ataru libero di muoversi verso il suo obbiettivo: “ Meglio controllare che non avesse un complice!” disse all'indirizzo dei soldati, che annuirono.


L'allarme scatenò il parapiglia anche nel centro di comando sotterraneo.

L'anziano Generale arrivò ansimando: “ ECCOMI SIGNORE, NIENTE DI CUI I MIEI UOMINI NON POSSANO OCCUPARSI!!”

“ Per carità non urli, ho già un' emicrania tremenda!” si lamentò il signor Mendo “...ma non sottovaluti Ataru Moroboshi, quel ragazzo è inarrestabile quando si prefigge un obbiettivo...ha già dato prova più volte di sviluppare un'immediata capacità in caso di necessità: non si ferma davanti a niente, pilota elicotteri, guida motocross, corre più di un ghepardo ed usa tecniche ninja avanzate...”.

“ M-MA I MIEI SONO SOLDATI DI PRIMA CATEGORIA, ADDESTRATI ALLA GUERRA, INVINCIBILI!”


“ Aprire, ispezione!” Gridò Ataru dopo aver dato un colpo alla porta metallica della videosorveglianza imitando perfettamente nel tono l'ordine dei soldati, felice che nel trambusto le guardie di piantone si fossero allontanate.

L'Addetto, conoscendo le procedure, fece scattare la pesante serratura blindata ed abbassò la maniglia; nello stesso istante la pesante porta spalancandosi lo colpì con violenza, mandandolo al tappeto.

Rimettendosi in piedi nel minor tempo possibile, infuriato coi modi bruschi del soldato, l'addetto alla videosorveglianza constatò ( dolorosamente ) che il ragazzo che gli puntava in viso il grosso AK 47 ed aveva già richiuso la porta altri non era se non Ataru Moroboshi ( molte volte l'aveva visto nelle riprese del sistema ).

“ Merda!” si limitò a dire.

Mekaru dormiva beato, liberato dal passamontagna ed adagiato su una sedia nell'ufficio di ronda.

I suoi commilitoni lo osservavano stupiti ed increduli, Johnny Sasaki intuì che il novellino di cui avevano fatto rapporto, colui che aveva preso l'intruso, altri non poteva essere se non il vero intruso, ovvero Ataru Moroboshi.

“ Merda!” commentò.

L'anziano Generale riagganciò il ricevitore della linea d'urgenza; il moccio che colava da una narice e le labbra con gli angoli all'ingiù tradirono con chiarezza il suo stato d'animo e la natura della chiamata:

“ La frittata è fatta, giusto? “ disse il signor Mendo, assestando una pacca sulla spalla del militare.

“ M-MA I MIEI SOLDATI...”

“ Mandate subito il Gorinjardiniere a tentare di arrestare l'energia elettrica!” ordinò il signor Mendo “ ed inviate Jack nella stanza di videosorveglianza, è l'unico in grado si svolgere una missione d'infiltrazione così complessa nel minor tempo possibile...fornitegli la mappa dei condotti d'aerazione dei sotterranei e dotatelo di idoneo equipaggiamento: siamo stati messi nel sacco da un bamboccio, signori, vediamo almeno di non aggravare la situazione. Ataru NON deve vedere quelle registrazioni od il nostro piano crollerà...non dimentichiamo che Shutaro CREDE, in tutti noi...”

  
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