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Autore: lost in books    15/02/2017    0 recensioni
Jason Baker voleva solo condurre un'esistenza tranquilla ma l'arrivo di una nuova studentessa nella sua scuola stravolgerà completamente la sua vita.
Descrizione modificata. Anche su wattpad.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Essere popolare non mi è mai interessato. Tutto quello che mi serviva per avere una vita tranquilla era essere nella norma, insomma né  un  genio, né uno sfigato, né un ragazzo popolare. Certo, essere amico d’infanzia di una delle ragazze più popolari della scuola aiuta a essere lasciato in pace, ma probabilmente me la sarei cavata comunque.
Tutti i miei problemi sono cominciati con l’insorgere delle mie nuove capacità.
Ormai sono passati vent’anni da quando sono spuntati i primi supereroi e con loro i primi supercattivi, persone dotate di abilità fuori dal comune come la vista a raggi x per esempio o leggere nel pensiero. Tutto ciò che prima era solo pura finzione che si trovava solo nei fumetti o in qualche film era diventato realtà. Ci sono voluti quindici anni per raggiungere un nuovo equilibrio: la gente aveva paura di ciò che era nuovo e fuori dal loro controllo ma per fortuna tutto si è sistemato grazie alla Lega degli Eroi fondata a Heaven City.
La Lega ha sempre fatto parte della mia vita, come la presenza di persone dalle capacità sovraumane, visto che ho solo 16 anni; ma per gente come i miei genitori non è stato facile adattarsi a questa nuova realtà.
Quello che non mi aspettavo era di diventare io stesso fuori dal comune. Avevo passato tutta la mia vita a cercare di essere il più normale possibile ma a quanto pare il destino ha deciso di prendermi in giro rendendomi tutto tranne che normale.
Tutti sanno che gli scompensi causati dall’adolescenza producono cambiamenti sul corpo e sull’umore degli adolescenti ma ora, se sei fortunato ( o sfortunato a seconda dei punti di vista) può anche avvenire lo sviluppo di superpoteri.
È bastata quella che sembrava una banale influenza a cambiarmi la vita. Un giorno sei un ragazzo normale e quello dopo sei in grado di sentire cadere uno spillo a un miglio di distanza, e non solo. A quanto pare tutti i miei sensi avevano subito un estremo aggiornamento di sistema.
Vedevo meglio, sentivo meglio, ero più forte e più veloce.
E non volevo che nessuno lo venisse a sapere.
Era una fredda mattina di novembre ed io mi stavo recando a scuola. Ero finalmente riuscito ad ottenere un controllo decente dei miei poteri dopo due settimane di allenamento quindi il mio umore era decisamente buono quel giorno.  Davanti all’ingresso della Riverside High mi stava aspettando la mia amica Faye Fujiwara e la sua espressione mi diceva che non era per niente contenta della temperatura.
“ Lo sai che potevi aspettarmi dentro, vero? Lo so quanto detesti il freddo” le dissi.
“ Si, così sparisci come al solito. Ma perché ti ostini tanto a non farti vedere in compagnia dei ragazzi popolari? Non ti capisco proprio. E dire che ci conosciamo dall’asilo” mi disse.
“ Gli altri ragazzi non fanno altro che spettegolare su di te se sei popolare e per chi desidera la tranquillità come me non è per niente l’ideale” le risposi.
“Sarà, ma oggi non mi scappi” mi disse con un sorriso a trentadue denti per poi cambiare completamente espressione ed indicare la scena che si stava svolgendo nel parcheggio.
Ethan Pines, riconosciuto da tutti come il bullo della scuola, aveva appena finito di torchiare il malcapitato del giorno e nell’allontanarsi aveva spinto una povera ragazza sulla sua strada senza fermarsi.
Faye non perse tempo ed andò subito a controllare che la ragazza ed il povero malcapitato stessero bene, ed io la seguii mio malgrado.
“ Tutto bene?” chiese Faye alla ragazza per terra porgendole la mano, mentre io mi occupavo dell’altro.
“ Sì , niente di rotto per fortuna” disse la ragazza dopo aver controllato il contenuto del suo zaino.
“ Non ti ho mai vista. Sei una nuova studentessa?” le chiese Faye.
“ Esatto. Mi sono appena trasferita qui da Heaven City.”
“ Da Heaven City? Caspita, vieni dalla città più fantastica di tutte. Comunque, bulli idioti a parte, benvenuta a Bloomville”
“ Grazie ” Le due ragazze si sorrisero.
“ Ma che modi che ho, non mi sono nemmeno presentata. Io sono Faye e quello  che sta cercando di scappare è Jason” disse improvvisamente indicandomi.
La ragazza nuova mi guardò. Aveva lisci capelli neri di media lungezza ed occhi azzurro ghiaccio. Per un attimo mi parve di scorgere una strana espressione sul suo volto, come se mi avesse già visto, anche se ero sicuro di non averla mai incontrata prima; ma riportò subito il suo sguardo su Faye.
 “ Allora siamo in due” le disse “ io mi chiamo Evelyn Sparks e non ho la minima idea di dove sia l’aula di chimica”
Evelyn tirò fuori dallo zaino un foglio con gli orari delle lezioni.
“ Prima sono passata a prendere i miei orari dalla segreteria e poi sono uscita a prendere una boccata d’aria prima delle lezioni per poi finire per terra dove mi avete trovata”
“ Ti posso aiutare io” le disse Faye “ comunque ti consiglio di tenerti alla larga da quel tipo che ti ha spinta. Ultimamente il suo già pessimo carattere sembra essere peggiorato, e credevo fosse impossibile”
“ Va bene, farò attenzione” le rispose Evelyn “ ma adesso è meglio se mi fai vedere dov’è l’aula di chimica. Non voglio fare brutta figura proprio il primo giorno”
“ Ok. Che ne dici poi di pranzare assieme così ti presento ai miei amici? Scommetto che non vedono l’ora di ascoltare qualche pettegolezzo su Heaven City e i suoi eroi.” le chiese Faye.
“ Certo” le disse sorridendo Evelyn e poi mi guardò.
“ E tu Jason? Vieni con noi?”
Preso in causa le risposi “No, io passo. Ho storia e l’aula è dalla parte opposta di quella di chimica. Ed il professor Howell odia i ritardatari”
“ Ok. Ci vediamo a pranzo allora?” mi chese.
Faye mi precedette “ Non credo. Jason preferisce pranzare in tutta tranquillità e diciamo che il tavolo in cui mangiano cheerleaders e sportivi non è il massimo della tranquillità”
“Sei una cheerleader?” disse Evelyn sinceramente stupita.
“ Già” le rispose Faye per poi rivolgersi a me. “Allora noi andiamo. Ci vediamo dopo Jason”
“ Ok ” le dissi riluttante.
Sapevo che non mi avrebbe lasciato in pace per tutta la giornata ma Evelyn per lo meno l’avrebbe distratta abbastanza a lungo.
Evelyn.
Mi dava una strana sensazione. Come se dovessi tenermi lontano da lei.
Con questi  pensieri mi recai a lezione appena in tempo per evitare una punizione.
 
xxx
 
Il resto della mattinata trascorse tranquilla e finalmente arrivò l’ora di pranzo.
Dopo aver riempito il mio vassoio con quello che mi pareva più edibile nel menù di oggi mi sedetti ad un tavolo e cominciai a mangiare. Poco dopo vidi Faye entrare in mensa con Evelyn ed entrambe, preso il pranzo, fecero per sedersi al tavolo dei ragazzi popolari, ma prima di sedersi Evelyn riuscì  a trovarmi con lo sguardo in mezzo a tutte le persone in mensa e mi salutò con la mano sorridendomi.
Ancora quella sensazione.
Io feci finta di non averla vista e Faye, che si era accorta di tutto, mi guardò malissimo.
Ero fregato. Me l’avrebbe fatta pagare.
Le due ragazze finalmente cominciarono a mangiare e mentre io stavo pensando a come riuscire ad evitare qualunque cosa Faye avesse in serbo per me, e conoscendola poteva essere qualsiasi cosa, si sentì provenire uno scoppio dall’altra parte della mensa rispetto a dove mi trovavo.
All’inizio pensavo fosse scoppiata una tubatura o qualcosa del genere, ma poi mi accorsi che il muro lì vicino aveva segni di bruciatura e in piedi a pochi passi dal muro si trovava Ethan, con uno sguardo furente rivolto verso un altro ragazzo. Non era la sua espressione ciò che mi preoccupava davvero, ma il fatto che dalla sua mano destra scaturissero delle fiamme ed Ethan non ne veniva scottato.
Ethan aveva dei superpoteri ed era l’ultima persona nell’intera scuola che, a mio avviso, avrebbe dovuto possederne.
Ecco perché era più nervoso del solito. Tutti quegli sbalzi di umore. Lui stava passando quello che stavo passando io, solo che non se la cavava molto bene con l’autocontrollo a quanto pare.
Improvvisamente si levarono urla per tuta la mensa. Gli altri ragazzi si erano accorti di  quello che stava succedendo e si scatenò l’inferno.
Tutti scappavano dalla mensa verso i corridoi e le più vicine uscite di emergenza, così io decisi di unirmi alla folla, sperando di trovare Faye una volta fuori da lì.
Sì, lo so. Molto eroico. Ma avevo già preso la decisione che se mi fossi mai trovato in una situazione del genere avrei lasciato che se ne occupassero le autorità competenti.
Una volta fuori riuscii a trovare Faye, ma il mio sollievo fu di breve durata perché era sull’orlo delle lacrime.
“Jason! Per fortuna stai bene” Faye mi strinse in un abbraccio stritolante “ho perso Evelyn. Non la trovo da nessuna parte. Ti prego, aiutami a cercarla”
“Non ti preoccupare, la troveremo” le dissi io.
Faye cominciò a spostare freneticamente lo sguardo ovunque e non si accorse che da un’uscita d’emergenza era appena apparso il ragazzo con cui Ethan era arrabbiato. Io corsi verso di lui e lui mi afferrò subito un braccio.
“ Ti prego devi aiutarla” mi disse concitato.
Io non avevo idea di che cosa stesse parlando “ Aiutare chi?”
“Una ragazza. Capelli neri, occhi azzurri. Lei ha distratto Ethan per permettermi di scappare, ma adesso è lei quella in pericolo.”
Vuoi vedere che è proprio Evelyn mi ritrovai a pensare.
“ Resta qui” gli dissi e corsi verso la mensa.
Siccome non c’era nessuno nei corridoi decisi che potevo anche permettermi di usare la mia velocità e appena arrivai all’ingresso della mensa quello che vidi mi fece venire i brividi.
Era davvero Evelyn la ragazza che aveva aiutato quel ragazzo ed ora era a terra con la mano sinistra a tamponare una ferita sanguinante sul braccio destro.
“ Così impari a fare l’eroina!” le stava dicendo Ethan.
Per fortuna lui non si era accorto di me com’era concentrato sulla sua nuova vittima.
Ethan materializzò un’altra fiamma sulla sua mano ed era intenzionato a colpire Evelyn.
Nessuno avrebbe potuto salvarla. Nessuno a parte me.
Così feci l’unica cosa che mi ero giurato di non fare e mi scagliai contro Ethan.
   
 
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