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Autore: Darkwriterita    15/02/2017    3 recensioni
Brigitta è una ragazza normale con un'altezza anormale: 2,03 m. Seppur il suo ormone della crescita abbia attentato alla normalità della sua quotidianità, Brigitta desidera ancora diplomarsi all'alberghiero per riuscire a realizzare il suo sogno di aprire un bar tutto suo.
Purtroppo però gli alieni, che non hanno mai nulla di meglio da fare, decidono di invadere la Terra.
Solo una squadra scelta segreta di guerriere soprannaturali può sconfiggerli: le valchirie. Brigitta diventerà una valchiria, quasi, per sua volontà.
Ma naturalmente anche l'amore entrerà a completare questo assurdo quadro, riuscirà Brigitta a combattere per la Terra e per conquistare la ragazza che ama contemporaneamente?
In un delirio dove valchirie combattono al fianco dei cacciatori per sconfiggere alieni e licantropi, amori passionali e migliori amiche discutibili, la quotidianità di Brigitta verrà stravolta.
E in più il centro studi di Riccione sembra nascondere più cose di quanto sembri...
(ogni riferimento a fatti, luoghi, o persone realmente esistenti è puramente casuale, gradirei non ricevere lamentele su questo fatto)
Genere: Comico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Capitolo 19: Arriva il big boss in modo random





Era un nuovo ed apocalittico giorno in casa Ciurringhi, come ogni mattina Clarissa si destò dal suo lungo e rigenerante sonno, si diresse in bagno ancora mezza assonnata, mentre la sua criniera che, come ogni mattina appena alzata, era diventata un cespuglio che le comprometteva la vista.

Sbadigliando si posizionò di fronte allo specchio per verificare quanto disastrosa fosse la situazione e...

-Ma buongiorno cara- Una voce maschile fece saltare dallo spavento la ragazza.

Sullo specchio, invece della sua immagine vi era un viso maschile, dai tratti affilati e dagli occhi furbi e maligni, erano da rettile e di un intenso color ambra che la guardavano con soddisfazione, i denti erano affilati e sembravano quelli di una belva e i lunghi capelli neri legati in un codino.

-Ma che caz- Disse sconcolta la giovane valchiria.

-Non dire parolacce nella mia illustre presenza carina eh, posso capire che la mia reincarnazione, in effetti sei proprio tremendamente affascinante come il sottoscritto, ma sai, sono Dio elegante-

Clarissa era sempre più sgomenta e confusa, stava forse impazzendo? Era forse un'allucinazione dovuta alla maligna influenza del Ragnarock?!

-Eh no cara, mica te la puoi sgavagnare definendomi solo un'allucinazione ceh, io sono il grande, magnifico, potentissimo e bellissimo Loki, colui che inganna e si diverte a vedere quegli stupidi dei di Asgard soffrire a causa dei miei complotti-

Clarissa osservava ora quel riflesso con la bocca spalancata, che diamine stava succedendo?! Ora quel riflesso le sapeva pure leggere nella mente oltre che parlare?!

-Aspe coso, te vuoi dirmi che sei davvero QUEL Loki?!-

-Quel MAGNIFICO Loki please-

La ragazza si mise le mani fra i capelli incominciando a spettinarsi più di quanto già non fosse, cercando di fare ordine nella sua testa e di dare una spiegazione logica e plausibile a quello che stava accadendo.

-Allora cara lascia che ti spieghi, io il grande Loki mi sono reincarnato in te, semplice terrestre, per riuscire a mettere in atto il mio malvagio piano di vendetta contro gli Asgardiani, anche detto: Ragnarock- Spiegò Loki con aria saccente.

-CHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE?!- Esclamò la giovane sconvolta.

-Si cara, te, semplice terrestre, sei la fortunata che io ho scelto te per essere la mia reincarnazione, lo splendido contenitore per la mia splendida anima-

Clarissa incominciò a camminare avanti e indietro per tutto il bagno sotto shock, non sapeva che fare, se ciò che quell'uomo diceva era vero, da un giorno all'altro lei era diventata la nemesi di tutte le valchirie e dell'intera Asgard.

-Oh no cara, non sei tu la loro nemesi, sono io, te sei solo il mezzo che mi ha permesso di elaborare il mio piano malvagio fino ad ora, oh andiamo credi davvero che tu sia stata rapita dagli alieni per caso? Che la mia adorabile figlia lupo sia stata schiavizzata da quegli esserini verdi così, per gioco? Eh no, Loki non fa mai nulla a caso, tutti voi siete stati mie pedine, perfino quella discendente del vampiro sudamericano e quei due stupidi robot- Disse sghignazzando Loki.

-Ehi! Pan non è stupida!- Esclamò la ragazza di riflesso.

-Ah no certo, è solo un'ubriacona che è troppo brilla pure per rendersi conto con cui fa sesso-

-Che vuoi dire?!- Chiese sconvolta Clarissa.

-Ah si, te non lo sai, ma la tua carissima fidanzata e quella che ormai è la tua cugina acquisita, sono state a letto insieme e sai, quello che è accaduto una volta può sempre riaccadere, chissà perchè la tua adorata Pan non te ne ha mai parlato, magari è perchè ha qualcosa da nascondere- Disse sorridendo malignamente il Dio.

Clarissa guardò il riflesso con gli occhi sgranati, bloccando la sua camminata nervosa, no, non voleva credere che Pan potesse farle qualcosa del genere, è vero era spesso un po' più che brilla, ma questo non significava certo che la potesse tradire così spudoratamente.

In più sapeva quanto Brigitta amasse Tiziana, e sicuramente non era il tipo da tradirla così, in fondo stava soffrendo tantissimo per non averla accanto.

-E non è forse la sofferenza e il senso di solitudine a far fare agli esseri umani i gesti più inaspettati? E poi ora col Ragnarock te devi allenarti con le valchirie, Pan si sentirà così sola-

Dannazione a Loki e il suo leggerle nella mente, non voleva credergli, eppure sentiva una grande rabbia crescerle dentro, probabilmente era dovuto anche agli effetti negativi del Ragnarock e il tono derisorio di Lui non aiutava di certo.

-Ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce-

Clarissa si mise le mani sulle orecchie, cercando di non sentire le insinuazioni di quel Dio.

La rabbia dentro di lei cresceva sempre di più, la sentiva dilagare nel suo petto, farle digrignare i denti e sgranare gli occhi, la facevano tremare d'ira.

-Ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce, ti tradisce-

La ragazza guardò con odio quel riflesso.

-Smettila- Disse la valchiria trattenendo a stento la rabbia.

-Smetterla di fare cosa? Di dire il vero?- Rispose sghignazzando Loki.

-Sta zitto!- Urlò Clarissa, tirando un pugno allo specchio, che si ruppe, ferendo la sua mano, ma lei non sentiva il dolore, sentiva solo la rabbia dentro di se.

L'immagine del dio lentamente scomparve, mentre nella stanza la sua tagliente voce disse un'ultima frase.

-Brava Clarissa, più lascerai libera la tua rabbia, più io potrò finalmente prendere il controllo, che il momento clou del Ragnarock abbia inizio-

Clarissa rivolse lo sguardo verso lo specchio crepato, nei suoi frammenti si rifletteva finalmente la sua immagine, ma per un'istante i suoi occhi azzurri erano stati sostituiti da quelli ambrati e serpentini di Loki.

La ragazza si accasciò a terra, sotto shock.

Dei passi si sentirono nel corridoi, seguiti poi dal rumore della porta che veniva aperta di scatto, mostrando una spettinata e assonnata Brigitta tremendamente preoccupata.

-Clarissa che è successo?! Ommiodio ma che è successo qui?! Stai bene? Il kit del pronto soccorso!-

Brigitta entrò con talmente tanta agitazione nel bagno che prese il kit con mani talmente tremanti che rischiò di farlo cadere minimo tre volte.

Prese la mano di Clarissa fra le sue, per accertarsi della situazione della mano sanguinante dell'altra.

-Che hai fatto?- Chiese preoccupata Brigitta.

Ma invece che una risposta, si beccò solo uno schiaffo che la lasciò sia lei che la ragazza ferita, allibite.

-Clarissa...- Disse ancora incredula Brigitta.

Clarissa si alzò di scatto, con la mano che ancora le sanguinava, prima di andarsene rivolse un ultimo sguardo allo specchio rotto e vide che le punte dei suoi lunghi capelli biondi annerirsi.

-Non cercarmi, ho bisogno di stare da sola per un po'- Pronunciò quasi sconfortata la giovane valchiria, per poi uscire, lasciando Brigitta a terra e confusa.

Clarissa indossò la prima felpona con cappuccio che trovò, insieme ad un paio di pantaloni da tuta, indossò le prime scarpe da ginnastica che trovò e corse fuori, coprendosi il viso con il cappuccio della felpa.ù

Era in cerca di un posto dove poter stare da sola a riflettere.

“Più lascierai libera la tua rabbia, più io potrò finalmente prendere il controllo”

Non ci voleva credere, non voleva credere che lei fosse davvero la reincarnazione di Loki.

“Tutti voi siete stati mie pedine”

Non riusciva di togliersi dalla testa quelle parole, possibile che tutto quello che avevano vissuto, la sua prigionia da parte degli alieni, Tiziana che veniva controllata da quegli piccoli esserini, perfino Pan e Peter, la regina del mondo, Carmelita, i suoi stessi figli!

Ed infine: se stessa.

-Non riesci forse ad accettare che tu, mia cara, sia nata solo per permettermi di mettere in atto i miei piani senza che quegli stupidi asgardiani se ne accorgessero?-

Eccolo, Loki che parlava nella sua testa.

-Che ti aspettavi? In fondo la mia anima è dentro di te- Disse pungente.

Clarissa camminava sempre più veloce, fino ad arrivare al ritmo di una corsa leggera, voleva solo liberare la mente in quel momento e lo sport era la cosa che glielo permetteva meglio. Per questo l'aveva sempre adorato, niente pensieri, solo la sensazione dei muscoli che si contraggono, le gocciole i sudore sulla pelle, il respiro sempre più pesante, l'aria fresca che s'infrangeva contro la pelle e che le riempiva i polmoni.

Queste erano le sensazioni che le permettevano di dimenticarsi di tutto il resto.

Non aveva una meta, voleva solo correre il più lontano da lì, per riuscire a mettere ordine nelle sue idee, sperando che nessuna voce fastidiosa la interrompesse con la sua voce fastidiosa.





Brigitta era ancora attonita in bagno, lentamente incominciò a rimettere apposto la stanza, pulì il sangue e si assicurò di buttare via ogni singolo vetro rotto, mentre puliva si chiese del motivo dello strano comportamento di Clarissa, il Ragnarock stava forse incominciando a colpire anche le valchirie?

Dopo aver ripulito tutto si preparò e chiamò Pan, sapeva che l'unica che era in grado di far ragionare la sua cara cugina acquisita in questi casi.

-Pronto, chi she al telefono?- Rispose Pan con il tono di una persona palesemente brilla.

-Sono Brigitta, ti devo parlare di Clarissa, si comporta in modo strano- Disse Brigitta con tono preoccupato.

-Aspettami arrivo, sei a casa no?- La voce dell'androide era diventata incredibilmente risoluta una volta citato il nome della sua ragazza.

-Si, fa in fretta, ho la pessima sensazione che ci sia qualcosa di grave sotto-

Brigitta dovette aspettare davvero poco, appena dieci minuti dopo Pan suonò alla sua porta, era spettinata, più del solito, e si vedeva che probabilmente non aveva dormito molto, in più l'immancabile odore di alcol che l'accompagnava era più pungente del solito.

-Eccomi Bri, dimmi tutto- Disse con sguardo serio Pan.

Si accomodarono sul divano in soggiorno, Brigitta incominciò a parlare, mentre Pan sorseggiava della birra da una bottiglia che si era portata dietro.

-E' stato stranissimo Pan, non sembrava lei. Stamattina mi sono svegliata sentendo uno strano rumore dal bagno, quando sono arrivata ho visto Clarissa che aveva letteralmente rotto lo specchio con un pugno, aveva la mano che sanguinava, così le ho proposto di curarla, ma quando mi sono avvicinata... mia ha tirato uno schiaffo- Spiegò Brigitta, cercando di riassumere al meglio, senza tralasciare nulla.

-Strano, è vero, Clarissa può essere un po' violenta a volte, tipo quella in cui per un pelo non massacrava di botte un gruppetto di teppisti, ma non è da lei schiaffeggiare le persone a caso, figuriamoci rompere uno specchio con un pugno! In qualsiasi modo io analizzi i dati di questo avvenimento non ne trovo la logica-

-In più non sembrava lei, i suoi occhi... erano colmi di rabbia, in qualche modo non le appartenevano-

Pan incominciò a battere il piede nervosamente contro il pavimento, era preoccupata a morte, doveva ritrovare Clarissa immediatamente, aveva una tremenda sensazione dopo il racconto di Brigitta.





“Papà sta per tornare, tenetevi pronti”

Tiziana si risvegliò di soprassalto, conosceva quella voce, risentirla dopo tanto tempo le dava una strana sensazione, la voce di suo padre che annunciava il suo ritorno era un'amara sicurezza, non poteva scappare dal suo ruolo di figlia devota, lo sapeva bene.

Si alzò lentamente, rendendosi conto che il tempo che le restava, prima che il suo destino si compisse era sempre meno, non mancava molto al momento della sua morte e questa certezza le lasciava un'amara malinconia che si propagava nel petto.

E la cosa che di più in assoluto l'amareggiava era dire addio, definitivamente a Brigitta. Anche se aveva ormai accettato che si sarebbero dovute separare pesto, ma le immagini di cosa avrebbero potuto avere insieme non facevano altro che attraversare la sua testa.

-Sorellina sei forse triste? Lascia che Hella ti tiri su il morale-

Hella comparve sulla soglia della porta, per poi correre incontro alla sorella e abbracciandola forte le gambe, in quanto era troppo bassa per arrivare più in alto.

-Hella... si sono triste, molto triste, abbracciami- Disse la ragazza lupo prendendo in braccio la sorella.

Hella strinse forte Tiziana, riusciva a percepire chiaramente il dolore della sorella, era palese quanto lei e la giovane valchiria si amassero e questa situazione doveva essere una tortura per entrambe.

-Mi metti giù? Vorrebbe parlarti anche Hel- Chiese la bambina, dando un bacio sulla guancia della sorella.

Tiziana fece come le aveva chiesto Hella.

La bambina fece un rapido giro su se stessa e in un attimo le due personalità si sostituirono, lasciando che quella più adulta prendesse il sopravvento.

Hel si sedette sul letto, a fianco alla ragazza lupo, nel più completo silenzio strinse Tiziana a lei.

-Ti voglio bene- Disse la dea della morte con un filo di voce, anche se il viso non esprimeva nessuna emozione, il tono era sincero ed in qualche modo triste.

Tiziana si accucciò sul petto della sorella, lasciando che le lacrime iniziassero piano a scenderle sul viso.

-Non riesco proprio ad avere speranza Hel, morire è il mio destino e non si può cambiare in alcun modo, ormai mi sono rassegnata, ma continua a fare così male, sopratutto ora che lui... lui sta per tornare- Disse singhiozzando la giovane Fenrir.

-Nostro padre...-

Tiziana annuì lentamente.

-Te non hai paura di morire, perchè sei già morta tante volte, hai paura che Brigitta soffra, vero?-

Tiziana annuì una seconda volta.

-Abbi fiducia sorella, perchè questa volta la giovane valchiria ha qualcosa in più, forse potremo finalmente uscire da questo limbo infinito- Disse Hel, con lo sguardo perso nel vuoto.

-Che vuoi dire?- Chiese incuriosita la ragazza lupo.

-Non so ne il come ne il perchè, ma in questo mondo Brigitta possiede un potere che non dovrebbe avere e ancora non riesco a capire il perchè, per questo in questa versione deve essere lei ad ucciderti, per questo è riuscita a tornare in vita, invece di morire contro gli alieni come tutte le volte precedenti, Tiziana, io sono convinta che questa volta sia quella buona, lo percepisco- Pronunciò sicura la dea della morte.

Tiziana guardò la sorella con uno sguardo positivamente sorpreso, non aveva mai visto sua sorella così sicura, o almeno da quel terribile giorno di centinaia di migliaia di anni prima, questo le dava speranza, sapeva che raramente le percezioni di sua sorella sbagliavano. Si asciugò le lacrime, si preparò velocemente e corse fuori casa, voleva correre da Brigitta e godersi i momenti che le restavano con lei, prima che fossero obbligate a combattere l'una contro l'altra ancora una volta e voleva anche dirle che si fidava di lei, che aveva fiducia che sarebbe riuscita a salvare lei, tutti e il mondo intero.

In più voleva farle ricordare il loro primo incontro, quello avvenuto nella prima versione del mondo, quello grazie al quale erano riuscite a ritrovarsi in ogni versione successiva e di innamorarsi ogni volta.

Tutti i ricordi di loro due, appartenenti a ogni nuova versione del mondo, le comparivano nella mente ed erano così dolci e amari allo stesso tempo, le parole di Brigitta, determinata a salvarla, erano diventati la sua nuova speranza.
















 
   
 
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