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Autore: PrincessintheNorth    15/02/2017    2 recensioni
La storia di Morzan e Selena, per come me la sono immaginata.
Dal testo:
"Signore, padrone!" esclamò Gedric.
"Che succede?"
"Lady Selena! Sta male!"
Il terrore si impossessò di me. Oddio. Cosa poteva avere?
"Cos'ha?"
"Senso di nausea, signore!"
"Portami da lei ..."
Corsi da Selena, e la trovai distesa sul nostro letto.
Accanto a lei, una guaritrice.
Selena dormiva, sembrava tranquilla: e la donna accanto a lei sorrideva.
"Cos'è successo a mia moglie?!" gridai terrorizzato.
La donna mi guardò, sorridente. "Congratulazioni, signore. Presto Lady Selena metterà al mondo un erede."
Prequel di "Family"! Se non l'avete letta, andate a darle un'occhiata!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brom, Morzan, Murtagh, Selena | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SELENA

 

DUE SETTIMANE DOPO

 

- Lassiami mamma! – strillò Murtagh imbufalito, mentre cercavo di metterlo nella vasca. 

Eravamo a Uru’Baen da tre giorni, ma il re non ci aveva ancora convocati. 

Meglio, dopotutto. 

- Smettila. Il bagnetto lo devi fare!
- Non è velo! 
- Murtagh Morzansson, smetti immediatamente di fare i capricci o non ti farò più fare la guardia a Katherine! – lo minacciai. 

La minaccia funzionò, perché entrò da solo nella vasca. 

- Uffa pelò. – brontolò arrabbiato. – Io volevo giocale ancola.
- È quasi ora di cena, piccolo. Non si mangia tutti sporchi. – gli spiegai mentre iniziavo a lavargli i capelli. – Se fai il bravo e ti fai lavare, poi ti lascio dentro a giocare con la tua barchetta, va bene?

Gli si illuminò lo sguardo nel sentir nominare la barchetta. 

- E va bene. – sbuffò, cercando di rimanere arrabbiato. – Pelò sei una mamma cattiva. 
- Ah. E perché?
- Pelchè io volevo giocale! 
- Ma mica Robert ti ha fatto male?
- Pelò mi piace giocale a fale la lotta con la ppada e lo scudo. 
- È spada, amore. 

Cercò di ripetere la parola, ma non gli venne. Pace. 

- Mamma?
- Dimmi. 
- Dov’è la bimba Cheitilin? 
- È andata a casa sua, tesoro. 

Murtagh mise il broncio. – Ma è casa nostla la sua casa. 

- No. La sua casa è molto più a nord, in un posto dove c’è sempre tanta neve, tranne che in estate. 
- E dov’è quetta casa?
- A Winterhaal. 
- E qua che succede? 

Morzan entrò con un mezzo sorriso, che però non mi convinse del tutto. 

- Amore, puoi venire un momento? – fece. 
- Potrei, ma tuo figlio potrebbe annegare, quindi non posso. – commentai. 

In un attimo, aveva tirato fuori Murtagh dalla vasca e l’aveva avvolto in un telo di spugna. 

- Morzan, che succede? 

Tutta quella fretta mi mise preoccupazione, perché non era da lui. 

Prendi il bambino e scappa. Io cerco di trattenerlo, sussurrò in fretta alla mia mente. 

Trattenere chi?

Il re. È qui per Murtagh. Prendilo e scappa con Dracarys immediatamente. 

E tu? 

Io me la caverò. Non mi ucciderà, amore, gli servo troppo. Ma tu e Murtagh … potreste non avere la stessa fortuna, ecco. 

In men che non si dica aveva vestito il piccolo e me l’aveva messo in braccio. 

- Non puoi restare qua … - sussurrai sconvolta, mentre cercava di asciugarmi le lacrime. 

Alla fine, era successo. 

Voleva nostro figlio ed era venuto a prenderselo. 

Morzan fece un piccolo sorriso e mi sfiorò le labbra con un bacio. 

- Starò bene, tesoro. Non preoccuparti per me. Ehi, tu. – si rivolse a Murtagh, le lacrime che gli luccicavano negli occhi. – Obbedisci alla mamma, va bene? Fa il bravo. 
- Pecchè papà? 
- Perché sì. Va al Nord. – tornò a parlare a me. – Derek e Miranda sono già là. 
- Ma … 
- Sssh. Andrà tutto bene. Adesso vai, muoviti. 
- Morzan … 
- Subito.

Gli bastò toccare un mattone del muro perché un passaggio segreto si aprisse. 

- Va, ora. 

Mi strinse ancora un attimo a sé, poi mi spinse nel passaggio, richiudendo la porta cosicché non potessi tornare indietro. 

No … 

MUOVITI! 

Guardai il viso di Murtagh, contratto dalla paura, e lo presi in braccio, iniziando a correre per le scale. 

Ti porterà alla torre di Dracarys. Sali e andatevene. 

Vieni anche tu … 

Non posso. Ci troverebbe subito. Usa il diamante dell’anello, è pieno di energia e sosterrà un incantesimo dell’invisibilità per almeno quattro giorni, il tempo di arrivare a Winterhaal. 

Morzan … 

Subito. 

Troncò ogni legame e non ebbi altra scelta se non quella di continuare a correre, fino a raggiungere una minuscola porta che però fui in grado di oltrepassare. 

Appena uscii, mi trovai accerchiata da almeno venti soldati, che guardavano me e Murtagh e tenevano le lunghe lance puntate su di noi. 

- Dacci il bambino e avrai salva la vita, donna. – ringhiò uno di loro, e Murtagh trasalì, stringendomi le braccia al collo e nascondendo il viso. 
- Mai. 

I soldati ghignarono, ma non fecero in tempo a toccarci che riuscii a sterminarli tutti con un’unica parola di morte.

- Mamma … - Murtagh iniziò a piangere, terrorizzato. 
- Sta buono, cucciolo. La mamma ti protegge, andrà tutto bene. 
- Pecchè ci volevano fale male? 
- Perché sono cattivi. Ma adesso la mamma gli ha fatto fare una lunga nanna e non ti faranno niente. 

Lo misi su Dracarys, legandogli le gambe con le cinghie, poi feci per tornare indietro ad aiutare Morzan. 

Ma il richiamo di Murtagh fu più forte. 

Non sarebbe sopravvissuto se l’avessi lasciato solo …

Così salii dietro di lui, stringendogli le braccia intorno alla vita, e Dracarys si preparò a partire. 

- Letta. 

Mi sentii gelare nel sentire quella voce. 

- Scendi dal drago, tesoro, prima che tuo figlio faccia una brutta fine. E porta giù anche lui, già che ci sei. 

Non potei che obbedire, sapendo che in gioco era la vita di Murtagh. 

Il piccolo rimase aggrappato a me mentre scendevamo, per fronteggiare l’uomo che lo voleva morto. 

Galbatorix era di fronte a noi, ma i miei occhi si riempirono di lacrime nel vedere l’uomo di fianco a lui. 

Ridotto in catene, ferito e sanguinante, Morzan non ce l’aveva fatta. 

- Morzan … 
- Il tuo caro marito ora è l’ultimo dei Rinnegati. 

Ultimo? 

No, Enduriel era … 

Un soldato avanzò, con un sacchetto di stoffa in mano. 

Gocciolava sangue, e inorridii nel capire cosa ci fosse dentro. 

- No … 

L’uomo sorrise, estraendo dal sacco il corpicino di un bambino. 

Era il piccolo Adam, il figlioletto appena nato di Enduriel e Amelia. 

L’aveva massacrato. 

- Sua madre non ha retto a lungo. – ridacchiò Galbatorix. – è morta di crepacuore ed Enduriel ha preferito togliersi la vita. 
- Sei un bastardo. – riuscii solo a dire, disgustata. 
- In realtà, dolcezza, sono un re. – sorrise, avvicinandosi. 
- Lasciali stare. – sibilò Morzan. 
- Non posso, amico. – ghignò. – Ti avevo detto o no di non affezionarti? E ora non sei nemmeno in grado di uccidere un bambinetto. Dovrò pensarci io. 
- Lascia stare Murtagh. – ringhiai. 
- Potrei, se facessi un accordo. 
- Selena, no! – gridò Morzan, ma era troppo tardi. 
- Andata. 

Il re sembrò deliziato. 

- La tua vita per la sua. E Morzan non lo frequenterà. 
- Non accettare! Selena! – urlò. 
- E a quel punto chi mi garantirà che hai rispettato la tua parte di accordo? – ringhiai. 
- Molto bene. – da divertita, la sua espressione sembrò infuriata. – Uccidilo tu stessa. 

Col cavolo. 

Vedendo che non lo facevo, divenne viola di rabbia. 

- UCCIDILO! 

Tentò di usare il mio vero nome, ma senza successo. 

- Come diavolo è possibile … - sembrò disorientato e approfittai di quel momento di debolezza. 

Iniziai un attacco diretto contro la sua mente e in contemporanea uno fisico. 

Ma come mi aspettavo, non ebbi successo. 

Mi respinse in un attimo, e ricambiò il favore, mandando me e Murtagh contro un muro. 

- La tua indisciplina non conosce davvero limiti. – sibilò. – Morzan, pensaci tu. 

Ma anche con lui, il vero nome non sortì alcun effetto. 

Grazie, Eragon

- Maledizione. – ringhiò. – Benissimo. La morte è troppo poco per due bastardi come voi. 

Liberò Morzan, che subito ci corse incontro, stringendoci forte. 

- Hai tre minuti, Morzan. – ghignò il re. – Dite addio al bambino. 
- Cosa?! – sussurrai sconcertata. L’aveva liberato, voleva dire che … 

Morzan scosse la testa. 

Le lacrime che gli scorrevano dagli occhi lasciavano tracce di pulito sul suo viso, lavando via il sangue e lo sporco. 

Prese Murtagh tra le braccia, stringendolo e coccolandolo. 

- Papà … - mormorò il piccolo, abbracciandolo. 
- Sssh. – gli sussurrò Morzan. – Andrà tutto bene, leoncino. 
- Pecchè sei tliste papà?

Morzan gli fece un piccolo sorriso, dandogli un bacio sulla fronte. 

- Non preoccuparti, cucciolo. Sii forte. – gli si spezzò la voce, mentre non riuscivamo più a trattenere le lacrime. - Piccolo mio. Ricordati che ti voglio bene. Fregatene di quello che dirà la gente, il tuo papà ti ha amato dal primo momento in cui ha saputo che saresti venuto al mondo. Un leone non si fa confondere dall’opinione delle pecore.

Gli occhi di Murtagh si riempirono di lacrime, mentre inconsciamente capiva che molto probabilmente non ci saremmo mai più rivisti. 

- Papà … 

- Andrà tutto bene. – lo rassicurai, cercando di trattenere le lacrime. Inutilmente. - La mamma ti vorrà sempre bene. Dovrai essere forte, amore mio. E ricordati … non mangiare i pistacchi, o starai male. Un giorno ci rivedremo, piccolo. Te lo prometto. 

- Murtagh … - Morzan deglutì, e li capii che aveva deciso qualcosa. – Non odiarci troppo. 
- Morzan, cosa … 
- Non soffrirà la nostra mancanza. – mormorò. – Non soffrirà. Tornac lo proteggerà. 

Pochi attimi dopo, l’espressione disperata di Murtagh si tramutò nell’indifferenza. 

E capii. 

Aveva sostituito i ricordi felici con rabbia, dolore e odio, così da vivere felicemente la nostra assenza. 

Non potei che trovarmi d’accordo, visto il frangente. 

L’attimo dopo, Galbatorix ci immobilizzò e un soldato mi strappò nostro figlio dalle braccia. 

Non pianse. 

Non si voltò nemmeno a guardarci mentre veniva portato via, e noi venivamo trascinati in una cella per maghi. 

Il ghigno di Galbatorix fu l’ultima cosa che vedemmo, prima che le guardie serrassero la porta.  

Relegandoci in un mondo di oscurità. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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