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Autore: AvversarioCasuale    16/02/2017    0 recensioni
In un mondo in cui la tua anima gemella è già stata decisa per te, hai possibilità di scegliere o l'unica cosa che ti rimane da fare è piegarti e accettare?
Francis non è mai stato così sicuro dei suoi sentimenti e di ciò che vuole ma lo stesso vale per chi è intorno a lui? E, soprattutto, vale per l'unica persona al mondo che abbia mai amato veramente?
E, infine, se la persona che ami non è quella che è stata scelta per te, ha senso lottare e opporsi al destino stesso pur di stare insieme?
Soulmate!Au e HumanNames!Used.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Svezia/Berwald Oxenstierna, Un po' tutti, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Camminare al fianco di Arthur verso casa non era mai stato così stressante: il ragazzo non faceva che borbottare e mordicchiarsi le unghie fino a farsi sanguinare le dita.
-Potresti smetterla, s'il te plaît ? - chiese lasciandosi sfuggire un frammento della sua lingua madre che trapelava raramente dal suo accento se non aveva intensione di mostrarlo. Con Arthur peró si sentiva libero di parlare senza particolari accortezze anche se, essendo un ragazzo nato e cresciuto in America e di ascendenza inglese, dubitava che capisse più di un paio di parole in francese.
-Scusa- rispose l'altro - è che non riesco ad essere stramaledettamene calmo come lo sei tu-
Francis scrollò le spalle.
-Non ne hai idea?- chiese  dopo qualche passo camminato in silenzio. Gli occhi verdi di Arthur lo scrutarono interrogativo per qualche istante. -Cosa intendi?-
-A proposito di domani- chiarificò - hai nessuna idea di chi sarà il nome?
Se solo tu provassi a concentrarti su dei possibili candidati, magari il responso di domani non sarà così inatteso-
Arthur scosse la testa -Il problema è esattamente questo, Francis! Io credo di sapere quale nome leggerò scritto da domani per tutti i giorni della mia vita-un momento di silenzio chiuse questa frase, periodo di tempo in cui Arthur riordinò i pensieri -e non sono sicuro che sia la persona adatta a me- lo sguardo di Arthur era fisso sul terreno e analizzava con interesse le crepe che incrociavano lungo la strada.
-E tu?- chiese per rompere il rumoroso silenzio che li divideva.
-Cosa ti ho detto, mon ami ? Non lascerò la mia vita decisa da sei lettere qualsiasi-
-Sei?- chiese l'altro d'un tratto partecipe.
-Dicevo per dire- si difese lui, affannandosi per trovare un modo per spostare il centro della conversazione lontano da lui. Il ragazzo sentiva ardere dentro di lui il desiderio di chiedere ad Arthur l'identità della persona che aveva menzionato prima ma sapeva che non avrebbe ricevuto una risposta.
-Perché credi che non sarebbe la persona adatta a te?- chiese allora, scoprendosi parimenti interessato anche a questa risposta.
Fu il turno di Arthur di stringersi nelle spalle. -Non penso di essere ricambiato, o che mai lo sarò. Penso che il suo genere di ragazzi siano più...be' più fichi di me- disse con un mezzo sorriso, nel tentativo di allentare la tensione.  Il breve silenzio fu rotto nuovamente dal ragazzo che salutò Francis e si incamminò lungo il vialetto di casa sua.
Il francese rimase ad osservare la direzione in cui era sparito, rimuginando sulla loro discussione e si ritrovò alla fine a parlare con il vento che era rimasto a fargli compagnia.
-Io ti trovo figo, Arthur-

 

-Facciamo una scommessa- propose Gilbert -altrimenti domani rischierò di annoiarmi a morte-
Francis sospirò. Era chiaro che lui non la prendeva affatto come una cosa seria. Lui e Gilbert, insieme ad Antonio e Lovino, erano stati grandi amici da quando il francese ricordasse, ma a volte il suo comportamento riusciva ancora a dargli fastidio.
E poi la scommessa che proponeva non sarebbe stata divertente visto il suo esito scontato.
-Andiamo Gilbert, lo sappiamo tutti che l'anima gemella di Antonio è Lovino- commentò suscitando l'ira del ragazzo che arrossì violentemente e iniziò ad urlare verso Francis. Antonio d'altro canto non fece che ridacchiare e allontanarsi leggermente da Lovino che, agitandosi e dibattendosi, rischiava inavvertitamente di colpirlo.
Gilbert si strinse nelle spalle, prendendo un altro sorso dalla birra che aveva di fronte.
-Lovino calmati- si intromise quindi Antonio -Non c'è motivo di arrabbiarsi: penso proprio che abbia ragione- quindi si piegò in avanti e, attento a non farsi colpire dagli arti del ragazzo che volavano in ogni direzione, gli lasciò un veloce bacio sulla guancia. Questo servì solamente a farlo arrabbiare ancora di più, cosa che scatenò le risate di tutti i presenti.
Lui e Antonio cercavano di divertirsi con i loro amici ma sentivano entrambi un'angoscia crescente per il giorno successivo che si avvicinava. All'inizio dell'ultimo anno scolastico, esattamente il primo sabato, tutti gli studenti in procinto di compiere 18 anni, e quindi che frequentavano l'ultimo anno, erano chiamati a partecipare ad una cerimonia. Cerimonia era un termine eccesivo secondo Francis che l'avrebbe definito qualcosa a metà tra un test e un'assemblea. Tutti gli studenti di quell'anno venivano radunati in una sala, solitamente la mensa, e uno per uno venivano ricevuti in privato da un medico che gli iniettava una particolare sostanza di cui lui ignorava la natura. Questa ad ogni modo reagiva con la pelle del soggetto innescando una reazione che portava alla formazione di una scritta -che appariva con un leggero bruciore come avevano affermato decine di volte Gilbert e Lovino- su una parte variabile del corpo in modo del tutto casuale, era infatti determinato alla nascita come poteva esserlo in neo, in cui si leggeva il nome dell'anima gemella di chi veniva testato: la persona cioè con cui si aveva più affinità, la persona migliore per lui e con cui quindi solitamente non si poteva evitare di innamorarsi. Qualunque cosa potesse sostenere con Arthur, non sarebbe mai riuscito a convincere se stesso che non fosse una cosa affascinante. Quello che Francis realmente odiava era l'idea che la persona che si sarebbe dimostrata perfetta per lui non fosse stato Arthur.   Non era sicuro di cosa avrebbe fatto in quel caso: sia stare con Arthur che stare senza di lui sembravano sembrate due ipotesi inconciliabili.
-Sei con noi, Francis?- si sentì chiamare da Antonio. Il suo sorriso non si era spento e di questo era grato: vedere Antonio sorridere in ogni circostanza spesso gli faceva venir voglia di sorridere a sua volta.
-Excuse-moi - rispose Francis -non stavo prestando attenzione-
-Lovino e Gilbert ci hanno chiesto se domani condivideremo anche con loro i risultati del test- riassunse il ragazzo castano -sai come hanno fatto loro con noi. Io penso sia una cosa carina, lo farò sicuramente. Dopotutto non ho segreti con il mio Lovino- disse, sporgendosi per ricevere un bacio che non ottenne. -E con il tuo Gilbert- commentò il ragazzo con i capelli bianchi, mimando il tono di voce decisamente troppo smielato di Antonio anche per i canoni di Francis.
-Si certo- rispose Francis a sua volta, spezzando le risposte di Lovino e Antonio e stringendosi nelle spalle -come volete, non ho problemi-
Gilbert e Lovino erano un anno più grandi di Francis e Antonio, quindi avevano fatto il test già l'anno precedente. Il motivo per cui si trovavano a studiare nello stesso corso dei due ragazzi più piccoli era che appena arrivati nella nuova scuola avevano scoperto la loro vocazione: il calcio. Si erano uniti alla squadra del liceo e avevano impiegato così tante energie e tempo da ritrovarsi a fallire l'esame finale dell'anno. Non che dopo quell'episodio abbiano abbandonato la squadra, è ovvio, ma con l'aiuto di Antonio e Francis erano sempre riusciti a passare per poco ogni verifica finale ed arrivare al quinto e definitivo anno non con pochi problemi perché erano stati introdotti anche loro alle meraviglie del pallone, diventando ben presto i quattro giocatori più bravi del liceo.
Appena avevano ricevuto i risultati del test, ad ogni modo, i quattro erano usciti insieme proprio come stavano facendo adesso -e come facevano quasi ogni sera per la verità-  e i due, dopo essere stati sfidati a farlo, avevano urlato nel locale il nome della loro anima gemella (dopo una gran dose rispettivamente di birra e vino per trovarne il coraggio). Tristemente nessuna Elizaveta aveva degnato Gilbert di una replica. Ben diversamente andò a Lovino che fin a qual momento si era comportato in modo normalissimo senza far trapelare alcun indizio, si alzò in piedi e urlò Antonio Fernandez Carriedo rimanendo poi impietrito in attesa della reazione del diretto interessato. I tre stavano ancora elaborando le parole che avevano appena udito, poiché solitamente appare solo il nome della persona designata e non anche il cognome, finché Antonio non si alzò a sua volta mormorando qualcosa a metà tra grazie a Dio ed era ora e lo baciò. 

   
 
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