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Autore: Meramadia94    17/02/2017    1 recensioni
Riguardando gli episodi riguardo al caso dell'uomo che fischiettava mi è venuta un'improvvisa ispirazione e non ho resistito.
E se quella notte le cose fossero andate in maniera leggermente diversa?
Riusciranno Sato e Takagi a dirsi ciò che provano l'uno per l'altra prima che sia troppo tardi?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Detective Boys, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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'' Ecco fatto.''- fece Shiratori restituendole il cellulare -'' adesso è sotto controllo. Se il tuo stalker si fa risentire lo troviamo subito.''
'' Grazie...''- fece Sakura. Per la verità avrebbe preferito che le forze dell'ordine si concentrassero solo ed esclusivamente sulla ricerca del fratello, sparito assieme ad un assassino da ormai due giorni, e non c'era stato nessun passo avanti nelle indagini.
In compenso però c'era stato qualcuno che si era divertito a farle telefonate anonime, cosa che aveva allarmato non poco i colleghi del fratello e le avevano messo sotto controllo il telefono, prima che succedesse qualcosa per cui qualunque soluzione fosse stata trovata, avrebbe solo ridotto il danno.
'' Non dovevate.... al momento la vita di mio fratello vale molto di più.''
'' Non dire sciocchezze.''- fece Shiratori -'' poni caso che quando ritroviamo tuo fratello viene a sapere che il suo bocciolo è stato minacciato da uno stalker e non ho mosso un dito pur sapendolo... prima massacra di botte me, e poi lui.''- poi sorrise tristemente -'' e a ben vedere... se se la prendesse con me, non potrei dargli torto... anzi, ne ha di buone ragioni per farmi un occhio nero.''
'' Dalle tue parole...''- fece Sakura -'' ne deduco che hai avuto le risposte che volevi.''
Shiratori annuì.
'' Sì. Ho parlato a Sato di quell'incontro in biblioteca... e da come mi guardava era ovvio che non aveva la più pallida idea di che cosa stessi parlando... non è lei. La bambina di cui mi ero innamorato... le somiglia molto, ma non è lei.''
Sakura gli mise una mano sulla spalla per consolarlo -'' Mi dispiace tanto...''
'' Credimi, a me di più.''- fece il poliziotto -'' non tanto perchè ho capito che Sato non è chi credevo fosse... ma per una convinzione sbagliata, ho aizzato i nostri colleghi contro tuo fratello... ho sperato che non tornasse vivo... e non solo in questa occasione, c'è n'è stata un'altra in cui sotto sotto... e credimi me ne vergogno da morire... ''
'' Non ti sei comportato bene. L'abbiamo capito.''- fece la ragazza -'' ma credevi di essere giustificato perchè sai come si dice... in guerra e in amore tutto è permesso, ma adesso conosci la realtà dei fatti quindi non c'è motivo di continuare, no?''
Il poliziotto annuì.
'' Sai, prima per un attimo speravo che non tornasse... adesso vorrei che fosse qui... non può morire... prima devo chiedergli scusa...''
La ragazza sorrise.
'' E lo farai. E sono certa che mio fratello ti perdonerà di tutto cuore.''
'' Dici?''- fece poco convinto -'' Io non ne sarei tanto certo... tecnicamente, quello che gli ho fatto passare è mobbing.... se io venissi a sapere che ero stato preso di mira per nulla sarei furioso.''
'' Ti perdonerà.''- lo rassicurò la giovane -'' tu spiegagli la situazione e sono certa che capirà... tutti commettiamo degli errori. E' per questo che siamo esseri umani.''
'' E tu?''- fece il poliziotto -'' non sei più arrabbiata con me?''
'' No... posso solo... augurarti di trovare quello che cerchi.''
'' Non sarà facile... non so niente di lei... so solo che è una ragazza coraggiosa, di specchiata onestà, forte, ma con un cuore gentile e sensibile...''
''In effetti è un bel dilemma... non è così facile rintracciare una persona senza avere nemmeno un indizio...''
Anzi, poteva dire che era a dir poco impossibile: inoltre per quanto ne sapevano, la ragazza misteriosa poteva anche essersi sposata o trasferita...
'' Ascolta, è una cosa molto romantica credere che nel destino che a distanza di anni riunisce gli innamorati... ma alla fine siamo noi che forgiamo il destino.''
'' Cosa vuoi dire?''- fece il poliziotto -'' che dovrei rinunciare a trovare quella ragazza?''
La ragazzina, di rimando sorrise -'' No. Ti auguro solo di trovare quello che cerchi.''
L'ispettore sorrise e le accarezzò la faccia.
'' Grazie... ma prima c'è un'altra persona da trovare.... tuo fratello. Hai la mia parola, dovessi smuovere tutte le quarantasette prefetture giapponesi, io te lo riporto.''
La ragazza sorrise, cercando di non  farsi scappare le lacrime che tratteneva.
Incredibile a dirsi, ma l'ispettore Shiratori era come se fosse la sua roccia in quel momento terribile, malgrado all'inizio l'avesse riconosciuto dalle descrizioni e dalle foto che suo fratello le aveva fatto avere  ed avesse provato immediatamente l'impulso di staccargli la testa a morsi, specie quando aveva capito che per lui il fatto che suo fratello non fosse reperibile era un qualcosa del tutto insignificante... ma adesso sentiva che era la persona di cui poteva fidarsi di più in quel momento.
'' Credi... che sia ancora vivo?''
'' Sai Sakura... ci sono due tipi di assassini.''- fece Shiratori incamminandosi con lei per tornare dagli altri. A breve sarebbe passato un insegnante mandato dal preside per recuperare tutto quello che avevano esaminato anche se con scarissimi risultati, e dovevano ancora finire di imballare il tutto negli scatoloni -'' ci sono quelli che uccidono per impulso e per totale sprezzo della vita umana...
E quelli che uccidono perchè sono stati costretti e non hanno visto altra alternativa in quel momento, ma che non hanno intenzione di uccidere ancora. Eiki Nabei ha ucciso un uomo, niente da dire, ma non ha mai fatto del male a nessuno... ha preso tuo fratello perchè si è fatto prendere dal panico ma non credo che voglia fargli  veramente del male.''
In sostanza... si, pensava che fosse ancora vivo.
O che per lo meno, fosse in salute.
In fin dei conti, Nabei era pur sempre il figlio di un avvocato, e doveva sapere che per quanto uno avesse preparato una difesa o un'accusa non si poteva mai essere sicuri al cento per cento che le cose sarebbero andate come sperava. Ed avere il cadavere o aver ridotto in fin di vita un rappresentante della legge lo avrebbe rovinato definitivamente.
Se lo augurava veramente... per Sakura almeno.
Se soltanto avessero avuto il minimo indizio...
Quando arrivarono nella stanza, vi era una giovane donna che non aveva niente a che fare con la questura centrale.
Era una ragazza sui ventotto anni, capelli scuri tagliati corti, indossava un maglione  a righe rosse e bianche orizzontali e dei pantaloni di jeans chiari.
'' La ringrazio per essere venuta.... oh, ispettore Shiratori, Sakura... Signorina, le presento la giovane Sakura... è la sorella dell'agente scomparso.''
La donna si voltò e i due quasi sbiancarono nel vederla in volto... aveva gli occhiali, gli occhi marroni... ma i lineamenti erano tali e quali a quelli di Miwako Sato.
Shiratori in particolar modo era  pallido come un cencio ed aveva una strana sensazione... ma era più che sicuro di averla già vista da qualche parte... si conficcò le unghie nei palmi delle mani per evitare di urlare che probabilmente era lei la ragazza della biblioteca... già una volta si era tratto in inganno e voleva essere cauto... però qualcosa gli diceva che stavolta era proprio lei. In fondo.... quante possibilità c'erano che anche lei fosse una che somigliava molto a quella bambina...?
'' Come stai cara?''- fece la signorina Kobayashi mettendo una mano sulla spalla di Sakura, parlandole con lo stesso tono che usava per consolare un suo alunno quando era abbattuto per un brutto voto o per qualche problema in famiglia o con gli amichetti...
Lo sguardo della ragazza fu più eloquente di mille parole.
'' Coraggio, vedrai che presto ci saranno delle bellissime novità.''- poi si riferì all'ispettore Megure per avere il modulo da firmare come conferma che il materiale era stato ritirato.
'' Ringrazi il preside per la sua disponibilità.''
'' Stia tranquillo lo farò....''- fece la giovane educatrice -'' Spero che vi sia stato utile...''
Stavolta fu Sato a parlare -'' No, purtroppo... non siamo riusciti a trovare niente che fosse rilevante.''
'' Oh, mi dispiace...''- fece la giovane donna.
A quel punto fu Conan a parlare.
'' Maestra, tu che cosa ne pensi?''
L'insegnante lo guardò confusa. E lei come poteva sapere dove un pericoloso criminale potesse nascondersi in tutta tranquillità e per di più con un ostaggio? Era solo una maestra elementare lei, non un poliziotto... anche se ammetteva che le sarebbe piaciuto molto far parte delle forze dell'ordine...
'' Conan ha ragione.''- fece Shiratori -'' Lei è una maestra elementare, e quindi conosce molto bene i bambini ed il loro modo di pensare, quindi dovrebbe conoscere anche i vari tipi di nascondigli che usano i bambini per i loro piccoli tesori.''
'' Non saprei dirvelo...''- fece la signorina Kobayashi senza togliere gli occhi da Sakura che pareva supplicarla di darle anche solo un'illusione a cui aggrapparsi con tutte le sue forze.
E per aver bisogno di un'illusione al posto della certezza di rivedere vivo il consanguineo, significava che malgrado cercasse di mantenere uno sguardo deciso e fermo, dentro stava andando in pezzi. Se non si era già rotta.
'' Adesso che ci penso...''- fece la docente -'' E' solo un'idea, ma sapete per caso se il signor Nabei aveva una scatola dei segreti?''
'' Scatola dei segreti?''- fecero in coro Sato e l'ispettore Megure.
'' E' una scatola, ma può essere anche uno scrigno in cui i bambini o gli adolescenti nascondono le cose a cui tengono di più, o che non vogliono far trovare ai genitori o agli amichetti: bigliettini, compiti in classe andati non troppo bene, il diario personale...''- spiegò Shiratori -'' anch'io ne avevo una da piccolo.''
I presenti lo fissarono  con gli occhi che sembravano due uova sode.
'' Che c'è?''- fece il poliziotto  per difendersi -'' Ho avuto otto anni pure io, sapete?''
'' Mai sostenuto il contrario...''- fece Sakura ridendo sommessamente sotto i baffi.
'' Comunque è un'ipotesi che varrebbe la pena verificare.''- fece Megure per poi ricordarsi di un dettaglio -'' Ma da quanto sappiamo, Nabei ha distrutto tutto quello che lo riguarda, quindi non so se...''
'' Dimentica un particolare.''- fece Conan -'' Ricorda i disegni di Nabei? Quelli che risalgono a dopo la morte del padre ed il ricovero della madre hanno sempre lo stesso soggetto. Lui e la sua famiglia. Gli mancava e gli manca tutt'ora.''
''... e quindi anche se ha buttato e distrutto ogni singola cosa che lo riguarda, c'è la speranza che abbia conservato una scatola in cui ci sono dei ricordi legati ai suoi genitori e ai tempi felici per poterli rivedere e ricordare...''- fece Sato che iniziava ad illuminarsi di speranza.
La sua speranza, come sperava, arrivò anche a Sakura.
'' E allora che ci facciamo ancora qui, andiamo a cercarla no...?''- fece la giovane.
'' Ma non sappiamo nemmeno se esiste questa scatola dei ricordi...''- fece Megure. Non che non credesse all'esistenza di un simile oggetto, anzi ci sperava con tutto il cuore, ma le ore stavano scorrendo molto veloci e le possibilità di ritrovare vivo Takagi si stavano riducendo all'osso e non potevano permettersi di sprecare uomini e risorse per correre dietro a qualcosa che magari non esisteva -'' E poi ammesso che esista... non sappiamo se dentro c'è quello di cui abbiamo bisogno...''- o che non sarebbe servito a niente.
Sakura iniziò a pensare di urlargli addosso parole ben poco simpatiche e poco consone al cognome che portava, ma Shiratori la fermò mettendole una mano sulla spalla per dire in maniera più civile e convincente, quello che avrebeb voluto dire la giovane.
'' Lo so. Ma è una possibilità. E come tale dobbiamo trattarla.''


'' Ehy...''- negli ultimi attimi del dormiveglia, il poliziotto sentì una mano appoggiata sulla spalla che lo scuoteva per incoraggiarlo ad aprire gli occhi -'' Su, svegliati.''
Il poliziotto aprì gli occhi e subito sentì una sensazione di malessere assalirlo. Dolori alle gambe, un vago senso di nausea e come se non bastasse si sentiva come se avesse la testa piena di cotone.
Mettersi a sedere fu una delle cose più difficili che aveva fatto.
'' Che c'è...?''- fece il poliziotto piantonando i gomiti per tenersi in equilibrio.
'' Ho riflettuto... e non avrei mai pensato di poterlo dire ma... sbirro, hai ragione tu.''- fece Nabei.
'' Su che cosa?''
'' Su mio padre e su di me.''- fu la risposta -'' Avevi ragione... non avrebbe voluto un assassino per figlio e vorrebbe che mi prendessi la responsabilità delle mie azioni...''
Sul viso del poliziotto si dipinse un sorriso di gioiosa incredulità -'' Quindi vuoi dire che...?''
Nabei annuì.
'' La fuga finisce qui. Mi consegno alla polizia e tu te ne torni a casa.''
'' Fantastico.''- fece il poliziotto alzandosi in piedi, seppur con uno sforzo incredibile. Gli sembrava di avere le gambe fatte di acqua e farina -'' Avvertiamo i miei colleghi... c'è un telefono da qualche parte...?''- nel dir così cadde rovinosamente per terra.
'' Ehy... tutto bene?''- fece Nabei andandogli vicino.
'' Si, tutto a posto... sono solo goffo, tutto qui.''- mentì. Non si sentiva per niente bene. Aveva il sospetto che dormire per terra, in uno scantinato freddo, con la pioggia battente che scalpitava sul vetro della finestra come se avesse voluto romperla per entrare, con l'unica protezione di una coperta di lana non gli avesse giovato granchè.
Nabei gli tastò la fronte.
Ardeva.
'' Hai la febbre alta.''- nel dir così lo abbracò e lo costrinse a mettergli un braccio attorno al collo.
Non fu semplice riuscire a fargli salire le scale e nemmeno a farlo arrivare alla sua camera, ma grazie alla collaborazione di Takagi fu più semplice.
Una volta arrivati nella stanza in cui Nabei dormiva, per  prima cosa lo fece mettere a sedere sul letto, gli tolse le scarpe e poi lo fece distendere sul letto, coprendolo.
Subito dopo andò in bagno, riempiì una bacinella d'acqua e vi mise a bagno un asciugamano prima di tornare da Takagi.
Posò la bacinella sul comodino e dopo aver spremuto a dovere l'asciugamano lo posizionò sulla fronte del poliziotto.
'' Che sollievo...''- e non solo per l'asciugamano bagnato che già gli aveva dato una splendida sensazione di refrigerio. Aveva quasi dimenticato  come fosse dormire su un letto vero.
'' Mi dispiace...''- fece prendendo una sedia ponendosi vicino a lui -'' Non ti dovevo coinvolgere in questa storia...''
'' Tranquillo, che vuoi che sia...''- fece Takagi cercando di sorridere, ingoiando un conato di vomito -'' E' solo un po' di febbre...''
'' Che ti è venuta perchè ti ho trascinato in una baia isolata e costretto a dormire in una cantina umida.''- aggiunse Nabei.
Takagi fece per dire qualcosa, ma un violento attacco di tosse lo costrinse a raggomitolarsi su sè stesso. Nabei sospirò esasperato.
Questo complicava un bel po' le cose. Anche se aveva deciso di costituirsi era impensabile pensare di arrivare fino alla fermata degli autobus con una persona che non si reggeva nemmeno in piedi e sotto la pioggia battente.
Avrebbe potuto andare a costituirsi da solo e dare subito alla polizia le indicazioni per recuperare l'ostaggio... ma non sapeva quanto ci sarebbe voluto prima per arrivare e spiegare tutto e per organizzare i soccorsi subito dopo... le sue condizioni potevano peggiorare da un momento all'altro e non aveva nemmeno un'aspirina in casa.
Se almeno non avesse avuto l'idea non così brillante, ora che ci pensava, di rompere gli apparechhi telefonici che erano in casa  avrebbe almeno potuto chiamare un medico...
Allora gli venne un'idea.
Si ricordò dell'estate antecedente al tragico omicidio del padre, quando avevano deciso di fare un escursione... e sua madre, pur non avendo mangiato niente se non una caramella senza zucchero, ed era praticamente svenuta davanti a loro.
Fortuna volle che tra i passanti che si erano fermati per dare loro aiuto, vi era anche un medico che anche dopo che sua madre si era ripresa, era rimasto con loro tutto il giorno e che li aveva addirittura invitati a cena.
Abitava da quelle parti e nemmeno troppo distante da dove si trovavano loro in quel momento, ora che ricordava. Non sarebbe stato difficile farlo venire alla baita, soprattutto se gli spiegava che c'era una persona che aveva bisogno di cure.
Però... per un attimo esitò. Quasi certamente aveva sentito la notizia dell'omicidio di Hiramune dai notiziari e quasi certamente sia al tg che sui quotidiani avevano messo la sua foto oltre alla solita raccomandazione '' Se qualcuno dovesse avere informazioni su quest'uomo non esiti a contattare la polizia'', e quasi certamente l'avrebbe fatto, e non sarebbe nemmeno riuscito a costituirsi...
'' Ma che ti prende?''- pensò passandosi una mano sulla fronte -'' In fin dei conti... cos'è lui per te? Niente. Solo un'assicurazione sulla vita in caso i poliziotti ti trovino...''
Ma non ci credeva nemmeno lui.
E se per lui quel poliziotto non era niente, si ricordò che c'era una ragazzina di nemmeno vent'anni per la quale lui era tutto... e se decideva di non correre rischi per non farsi scoprire, avrebbe condannato a morte l'agente... quella ragazzina sarebbe finita in un qualche istituto entro breve tempo, e non avrebbe nemmeno potuto dire addio come si deve all'unico familiare che aveva in vita... come era successo a lui.
Alla fine si decise.
Andò in cucina e recuperò un bicchiere e dell'acqua minerale che poggiò sul comodino.
'' Cerca di riposare e di stare tranquillo, d'accordo? Torno appena possibile.''- e nel dir così lo lasciò solo nella baita.
Il poliziotto si aggrappò al cuscino, tremando di freddo sotto le coperte, malgrado avvertisse allo stesso tempo un gran caldo. Solo il fazzoletto bagnato sulla fronte gli dava un po' di sollievo.
Fece come gli aveva consigliato Nabei e chiuse gli occhi, cercando di dormire e di godere della morbidezza del materasso su cui il suo aguzzino, anche se non era più sicuro che fosse la giusta definizione, gli aveva concesso di riposare.
'' Chissà se uscirò vivo da qui...''- pensò il poliziotto tra i deliri della febbre.
La prigonia si era risolta meglio di quanto potesse pensare... ma gli mancava la vita. Gli mancava il suo lavoro, gli mancava Tokyo, gli mancava la sua sorellina... eh sì, lo ammetteva persino avere Shiratori e la sua allegra combriccola con il fiato sul collo in quel momento non sembrava tanto male... ma la cosa che gli mancava di più erano un paio di occhi viola... un profumo che sapeva di fragola... quel viso che voleva apparire duro ed inflessibile, segnato dal dolore e dalla sofferenza, ma che quando si addolciva e sorrideva... era certo che persino la dea della bellezza sarebbe sfigurata al confronto.
'' Miwako... riuscirò mai a rivederti...?''- pensò mentre una lacrima gli rigava il viso congestionato dalla febbre, poco prima di cadere in un sonno per nulla ristoratore, interrotto e senza sogni.

  
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