Signori e signore, questo che vi appresterete a leggere dato che avete
aperto questa pagina (e che spero commenterete) è il secondo capitolo della fic
“La maledizione di Merlino”.
Ora vi svelerò qualcosa di più sulla struttura della trama: nella prima
parte della fic, narrerò del settimo anno alla scuola di magia. Nella seconda
parte invece verrà fuori un personaggio importante per la vicenda della storia.
Infatti, il titolo può sembrare “off-story” (me lo sono inventato ora).
Infatti, le vicende cui si riferisce il titolo saranno narrate più in
là, dopo la fine di Hogwarts.
In questa prima parte invece i nostri amici si scontreranno con voi
sapete chi.
Dopo di questo vi lascio alla (spero) gradita lettura di questo
capitolo.
Capitolo 2: Una strana sorpresa
Arrivarono alla stazione di King’s Cross.
I passanti li guardarono stranizzati.Già, perché 3 ragazzi apparsi da
non si sa dove, due con dei gufi nella gabbia danno sicuramente nell’occhio.
-Allora anche quest’anno è finito?- affermo Ron, -Purtroppo si- rispose
con scarso entusiasmo Harry. Infatti, quel ragazzo, preferiva sicuramente stare
a scuola piuttosto che con i suoi zii.
Infatti, a causa della morte dei suoi genitori era costretto a vivere
dai suoi zii da 14 anni.
Nel frattempo si avvicinò una ragazza, una ragazza che Harry conosceva
molto bene, poiché era la sua ragazza: Ginny Weasley.
La ragazza si avvicinò e baciò Harry, un bacio prolungato, un
arrivederci al loro prossimo incontro.
-Ciao- fu l’unica cosa che Harry riuscì a dire, ancora sorpreso da quel
gesto di Ginny che di solito era una ragazza molto timida.
-Ciao campione- rispose Ginny: aveva iniziato a chiamarlo così dopo la
vittoria di Grifondoro contro Serpeverde. Quella si che era stata un’esperienza
indimenticabile.
La ragazza con capelli castani, Hermione, tutto ad un tratto corse
davanti a lei, dove la aspettavano 2 persona, -ciao mamma, ciao mamma, mi siete
mancati- disse gioiosa lei, -ciao herm- risposero in coro i due genitori. Poi
con un gesto della mano salutarono i ragazzi poco distanti di lì, i migliori
amici di loro figlia.
Harry si senti spingere con forza e cadde a terra, -ciao sfregiato-, a
parlare fu un ragazzo fisicamente molto simile a Harry. Ma non ebbe il tempo di
finire di parlare che Rom gli si buttò di sopra sbattendolo forte a terra.
Molti babbani avevano assistito alla scena ed erano rimasti a guardare. Harry
si rialzò, non si era fatto niente, solo qualche graffio. Guardò Malfoy, ancora
a terra con Ron, con occhi carichi di odio. Stava per estrarre la bacchetta, ma
si ricordò che erano nel mondo dei babbani ormai. Quell’attimo di incertezza e
fu colpito di nuovo, stavolta da due ragazzi
molti grossi, ma poco intelligenti, Tiger e Goyle.
Tiger afferrò Harry per il collo, -lasciami- fu l’unica cosa che Harry
riuscì a dire, ma Tiger teneva salda la presa.
Nel frattempo Malfoy si era liberato e con Goyle stava riempiendo di
pugni Ron.
-lascialo stare stronzo- disse Ginny, ma fu avvicinata da Malfoy che
gli disse –così cerchi di difendere lo sfregiato- e lo colpì con uno schiaffo.
Ormai si era radunata una folla di babbani a guardare la scena.
Harry alla vista della sua Ginny colpita, non ci vide più dalla rabbia
e con uno sforzo incredibile rigirò Tiger che lo teneva fermo a terra. Si
diresse verso Malfoy, quel Draco Malfoy che tanto odiava e lo colpì in faccia
con un pugno facendolo cadere a terra insanguinato. –Chi è lo sfregiato ora-
disse Harry.
Ron, nel frattempo si era liberato da Goyle con qualche pugno ben
assestato e si avvicino a Harry.
Ma proprio sul più bello i due Grifondoro furono interrotti, da una
voce alle loro spalle.
////////////////
Un uomo incappucciato si dirigeva verso una villetta, con un giardino
tenuto in ordine.
Teneva una bacchetta in tasca.
Arrivò alla casa designata per il suo compito e suonò alla porta.
Aprì la porta un uomo robusto, -cosa vuole- domando freddo all’uomo.
Conosceva quei tipi, dovevano appartenere a qualche setta e chiedevano soldi in
giro.
L’uomo incappucciato non rispose ed allora l’altro uomo gli disse di
levarsi dai pieni e richiuse la
Porta. –Chi era ?- domando una signora, magra, bassina e con un collo
lunghissimo, adatto a spiare i vicini, uno dei suoi hobby preferiti. –Nessuno,
solo uno stup…-, ma non fini la frase, che sentì un boato dietro di lui. La
porta era saltata in aria, quell’uomo di prima era lì sulla soglia della porta,
con una bacchetta puntata su di lui. –Ma cosa diavol…-, le sue parole furono
interrotte da un ghigno, un ghigno malvagio. L’uomo incappucciato pronunciò due
parole –Flagellus Domini- e una saetta rossa parti dalla bacchetta e trapasso
da una parte all’altra, all’altezza del petto l’uomo che cadde atterra morto.
La donna sentito il rumore si avvicino e vide suo marito a terra morto. Ma non
ebbe
neanche il tempo di gridare che subito altre due parole furono
pronunciate dall’uomo: -Avada Kedavra- e un guizzo verde arrivò sul petto della
donna e la uccise senza grida e nessun rumore.
Arrivò in cucina, cercava un’altra persona, questa volta un ragazzo, un
ragazzo di 15 anni.
Dalle pentole, usciva un dolce profumo, quando l’assassino era entrato
stavano ancora cucinando.
Sali al piano di sopra, aprì una porta, ma si ritrovò in una stanza
vuota: negli armadi non c’erano vestiti, la finestra era chiusa, dal soffitto
polveroso penzolavano ragni. Era una stanza disabitata da tempo. –Non è qui-
bofonchiò il killer. Aprì un’altra porta, ma questa volta si trovò di fronte ad
uno spettacolo diverso: una stanza piena di aggeggi babbani, due di questi sembravano
delle casse metalliche con uno specchio. Per il resto c’era una miriade di
oggetti di svariato genere: delle custodie che contenevano dei dischi
argentati, di cui l’assassino ignorava l’utilizzo, e un letto, un vuoto. Ma
l’assassino sapeva bene, che un ragazzo vi era nascosto sotto.
Alzò la bacchetta: -richiamo ragazzo-, ed un ragazzo, un ragazzo molto
grasso fu scaraventato via da sotto il letto.
Il ragazzo tremava e piangeva, ma l’assassino guardandolo dritto negli
occhi, che diventarono rosso fuoco, chiuse il pugno della mano e fu come se il
ragazzo perse il respiro. Quindi aprì di scatto la mano ed un boato confermò
l’esplosione del ragazzo.
Pezzi di carne e di organi volarono per tutta la stanza, imbrattandola.
Fatto questo, l’assassino scese di nuovo al pieno terra, prese i due
corpi dei genitori del ragazzo.
Prese due corde, e legatele all’enorme lampadario, impiccò i corpi già
morti dei due.
//////////////////////
-Cosa state facendo?- gridò un uomo sulla quarantina, ma con un volto
più sciupato del solito.
-Remus!- rispose sorpreso Ron.
Malfoy e i suoi due scagnozzi erano ancora a terra, sorpresi
dell’accaduto.
Remus si avvicino: -Ron, Harry, vi sembra questo il modo di
comportarvi?!-.
Tese la mano a Draco, ma fu interrotto dall’arrivo di un uomo, un uomo
molto importante: Lucius Malfoy.
Infatti, Malfoy, dopo essere finito ad Azkaban era riuscito a scappare
e a far rivedere il suo processo di accusa, grazie alle sue conoscenza. Non contento
di questo, aveva persino ripreso il suo vecchio lavoro al Ministero.
-Ma guarda un po’ chi c’è- disse con la voce di uno che preannuncia
guai.
-Weasley, mi dispiace tanto per tuo padre- aggiunse con voce falsamente
dispiaciuta, -mi chiedevo come fate a vivere, già non era facile con i pochi
soldi che portava a casa quel falso mago di tuo padre, figuriamoci ora-. Per
Ron questo fu troppo, estrasse la bacchetta pronto a colpire ma fu bloccato da
Lupin.
-Attento Weasley, potresti pentirtene- disse e se ne andò con suo
figlio Draco e le sue guardie del corpo che se la ridevano sotto i baffi.
-Lo ammazzo un giorno, ammazzo tutta la loro viscida famiglia-, Ron era
ancora incazzato nero per quelle battute su suo padre.
Solo ora Harry si accorse che suo zio Vernon non era ancora arrivato.
Intanto Ron e Lupin se ne erano andati e lui rimase solo.
Attese per un’ora, due ore, tre ore…
Penso che i Dursley si fossero dimenticati di venirlo a prendere, o
magari lo avevano fatto volontariamente, considerato l’odio che provavano per
Harry.
Quindi Harry decise che la cosa migliore da fare era quella di prendere
un taxi…, ma poi si ricordò che non aveva soldi babbani.
Improvvisamente un rumore di clacson d’autobus lo scosse dia suoi
pensieri.
Quello non era un autobus normale, era l’autobus che usavano i maghi
nelle situazioni d’emergenza: il nottetempo.
La porta si aprì ed usci un uomo, un uomo che Harry conosceva bene,
Stan.
-Ern, lo sai chi c’è qui?…Harry… Harry Potter-disse tutto eccitato.
-Fallo salire, cosa aspetti- concluse Ernie, il conducente del
nottetempo.
-Destinazione?-, chiese Stan dopo che Harry si fu seduto.
Harry gli disse l’indirizzo di casa sua ed il nottetempo partì.
Era molto tempo che non ci viaggiava. Si ricordava che era scomodo per
i frequenti cambi di direzione del mezzo, ma Stan gli ricordò che grazie ad un
incantesimo ora non si presentava più questo problema.
Dopo mezz’ora arrivò davanti a casa sua.
-Strano- farfugliò Harry.
Infatti, la casa era buia.
Harry prese i bagagli, scese dal nottetempo, pagò e saluto Stan e
diresse alla porta di casa.
Appena la sfiorò con il dito, la porta cadde a terra, era stata
sfondata.
Harry, preoccupato, capì che c’era qualcosa di strano ed estrasse la
bacchetta.
Entrò con cautela in casa e raggiunse la cucina.
Accese la luce e…, lo spettacolo più terrificante cui mai avesse
assistito gli si presentò davanti.
-Benvenuto Harry Potter- sussurrò una voce alle sue spalle.
Harry non era solo…
/////////////////
E con questo fanno due.
Il prossimo capitolo lo pubblicherò tra qualche giorno.
Mi raccomando continuate a recensire e pensate al voto.
Da questo capitolo in poi potete mettere un voto sia sull’andamento di
tutta la storia sia sul singolo capitolo.
Tutte le critiche sono ben accette.
Ed ora ringraziamo chi ha recensito il cap. 1:
ale69: grazie,del
tuo commento, cercherò di essere più ampio mentre scrivo.
Non disperarti,non
moriranno (o quasi)…
derfel cadarn: bel nick eh!, cmq troppo gentile con il voto, se vuoi che sia ancora
meno
riassuntivo fammelo sapere.
Ciao a tutti!
MASTERWORLD