Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Lady Lara    19/02/2017    5 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L  capitolo
 
Per Onore, Giustizia e Amore … 
 
 
La donna sentiva un forte pulsare alla testa, poco sopra l’orecchio destro. La vista era ancora annebbiata e, per un momento, non si rese conto che accidenti ci facesse in fondo alle scale interne che scendevano verso le cucine. Si portò la mano al punto che le doleva e la ritirò sporca di sangue.
 
– Henry! Mio Dio! Quell’orribile pirata gli è corso dietro! Non sono riuscita a proteggere il piccolo! Se gli accadesse qualcosa di brutto non me lo perdonerei mai!
 
Betty non aveva idea di quanto tempo fosse stata lì per terra priva di sensi, dopo che un grosso pirata calvo, dalla faccia tatuata, l’aveva colpita all’improvviso.
Cercò di rialzarsi. Lo fece con grande fatica, non solo per la sua mole, ma soprattutto per le contusioni provocatele dalla caduta per le scale, dopo il colpo alla testa, e le conseguenti vertigini che le fecero perdere l’equilibrio. Non cadde, riuscendo ad aggrapparsi al corrimano delle scale. Si massaggiò la fronte e poi cercò di mettere un passo dietro l’altro. Si accorse che fuori ancora si sentiva il clangore di spade, spari di pistole, grida e … si, anche cavalli!
 
– Questi sono i cavalli dei soldati che arrivano dal porto! Mi devono aiutare a cercare il piccolo! Lo dobbiamo salvare da quel mostro del Duca!
 
Il desiderio di aiutare Henry, le diede la forza per superare il malessere che l’avrebbe fatta inciampare di nuovo. Con tutta la forza e il coraggio a lei disponibile, si avviò verso l’uscita.
La luce del sole le provocò ancor maggior fastidio all’occhio del lato colpito, ma riuscì a vedere, tra i cavalieri appena giunti, il Capitano Jones. Era sicuramente lui! Con il suo elegante pastrano in pelle nera che gli modellava le belle spalle ampie sul bacino stretto. Lo chiamò a tutta voce.
 
– Capitano Jones aiuto!
 
L’uomo si voltò ruotando con il cavallo. Betty poteva vederlo con il solo occhio sinistro, l’altro era quasi completamente chiuso e tumefatto per il colpo subito appena di lato, ma l’uomo non poteva essere altri che lui, con quei capelli scuri scompigliati per la corsa a cavallo e i baffi e la barba che gli ornavano labbra e guance.
L’uomo si avvicinò a cavallo e scese velocemente. Anche con un occhio solo, pur avendolo sempre visto da una certa distanza, Betty confermò il giudizio che aveva sulla sua avvenenza. Vide i suoi occhi chiari che puntavano dritti al suo volto e l’espressione interrogativa dell’uomo.
 
– Capitano Jones! Per amor di Dio aiutatemi! Il piccolo Henry è fuggito per le scali interne, inseguito da uno dei pirati! Non sono riuscita a difenderlo e a nasconderlo … sono stata colpita.
 
L’uomo vestito in pelle nera non ebbe bisogno che l’anziana cuoca aggiungesse altro. In un batter di ciglia era già corso verso l’interno indicato dalla donna.
 
***
 
Henry aveva il fiatone per la corsa. Era terrorizzato! Aveva visto morire l’uomo che considerava suo padre, aveva visto sua madre minacciata con un pugnale e la povera Betty colpita a sangue da quel bruttissimo uomo che lo stava rincorrendo. Si sentiva disperatamente solo e indifeso!
Gli risuonavano nel cervello le parole di sua madre. Doveva essere coraggioso e impavido come Killian! Ma come fare? La paura se lo stava mangiando in verità! Sgattaiolò nella sala da pranzo e gli si drizzarono i capelli sulla testa, quando quasi inciampò nel cadavere di uno dei pirati. L’uomo era riverso su dell’argenteria che sicuramente aveva tentato di rubare. Henry non poteva sapere che era stata proprio sua madre a togliergli la vita. Nella disperazione il piccolo notò le ante aperte della credenza, dove era custodita in precedenza l’argenteria. Poteva entrare lì dentro e lo fece, chiudendosi dietro le ante e lasciando un piccolo pertugio per sbirciare. Aveva fatto appena in tempo, poiché sopraggiunse il pirata dal volto tatuato.
 Vide l’uomo chinarsi sul suo compare e accertarsi che fosse morto. Lo vide prendere uno dei piatti d’argento e osservarlo con un sorriso avido. Poi l’uomo si guardò improvvisamente intorno, come se avesse avuto un’intuizione.
 
– Murdok! Che fai?! Non lo prendi quel ben di Dio? A quanto pare Daniels non lo potrà dividere con noi!
– Pensaci tu Dick! Io ho altro da fare!
– Stai cercando il moccioso?
 
Murdok emise un grugnito come assenso alla domanda e l’altro fece una risata.
 
– Certo che Rumbl doveva essere proprio cotto di quella Milah … si è fissato con questa idea di riprendersi suo figlio … speriamo che almeno ci dia una bella ricompensa!
 
Murdok non rispose, sembrava quasi che fiutasse l’aria come un cane da caccia. Henry si strinse in se stesso. Non sapeva chi fosse la Milah di cui quel Dick stava parlando, ma sapeva che Rumbl era il nome di suo nonno, il padre di Neal. Perché avrebbe dovuto dare una ricompensa a quegli uomini per prendere suo figlio? Il bambino, per quanto intelligente, in quel momento era talmente terrorizzato che non aveva nessuna voglia di porsi domande, se non quella di come sfuggire al pirata tatuato.
Dick svuotò la federa di uno dei bei cuscini che Belle aveva ricamato, per il divano posto su una delle pareti, e lo riempì velocemente dell’argenteria che Daniels non aveva potuto rubare.
 
– Amico io raggiungo gli altri, questo è un bel bottino! Sbrigati con il figlio di Mc Cassidy che ce ne andiamo … è arrivata la Cavalleria, ora saremo in minoranza!
 
Henry vide l’uomo chiamato Dick allontanarsi, mentre l’altro, Murdok stava aprendo gli sportelli della credenza difronte a quella dove lui si era nascosto. Sapeva che avrebbe aperto tutti gli sportelli fino ad arrivare a lui. Che fare? Aspettare o fuggire mentre era ancora voltato? Il bambino optò per la seconda soluzione.
 
”Fuggire ora!”
 
Come un fulmine si gettò fuori dalla credenza in legno massello intagliato. Murdok si voltò altrettanto velocemente al suono delle ante che si aprivano e, nonostante l’agilità del bambino, con due balzi lo raggiunse e lo afferrò per il colletto della giacchina di velluto azzurro. Lo tirò su di peso e se lo girò davanti per guardarlo in viso. Henry scalciava come un forsennato. Murdok rise sonoramente a bocca spalancata, mostrandogli quei dentacci neri e inviandogli una zaffata del suo alito fetido.
 
– Guarda guarda! Il gattino spaurito vuole graffiare come un leone!
– Io non ho paura di nessuno!         
 
L’uomo rise ancora e si portò il bambino sulla spalla come un sacco di patate, tenendolo per le gambe. Henry gli tempestò la schiena di pugni, ma non ebbe altri effetti che infastidire il pirata. Questi lo rimise a terra e gli mollò un violento ceffone che lo tramortì.
 
– Così starai zitto e fermo finalmente!
 
Murdok si ricaricò il bambino in spalla, ma qualcuno, in quel momento, fece sentire la sua voce imperiosa.
 
– Un pirata grande e grosso come te se la prende con quel micetto indifeso? Se hai le “palle” di un vero pirata affronta me!
 
Se c’era qualcosa che faceva innervosire Murdok, come molti altri pirati, era essere considerato un vigliacco. Si voltò lentamente verso l’uomo che aveva parlato. Lo vide in controluce, distinse la sua sagoma snella, atletica, vestita con un pastrano in pelle nera. Un brillio all’estremità del suo braccio sinistro gli fece realizzare chi avesse difronte.
 
– Hook!
 
Lentamente Murdok posò al suolo Il bambino e si portò la mano destra all’elsa della grossa sciabola che gli pendeva dal fianco sinistro.
 
– Non mi sarei mai aspettato l’onore di ammazzare il leggendario Captain Hook! Vediamo di che colore è il tuo sangue … dicono che tu sia di nobili natali … vediamo se è davvero blu!
 
Il duello iniziò con irruenza. Murdok usava la sciabola con grande forza, i suoi fendenti erano micidiali. Il suo avversario era agile e veloce, sapeva schivare quei colpi con salti acrobatici. Murdok fece un fischio di ammirazione, era uno che sapeva riconoscere il valore di un avversario, ma si stava rendendo conto che “quell’avversario” poteva ucciderlo veramente! La sciabola non sarebbe bastata a fermarlo, doveva trovare un altro diversivo puntando sulla sua forza fisica.
 
Combattendo si spostarono verso una delle colonne ornamentali, in marmo rosa, poste su piedistalli addossati alle pareti. Il pirata tatuato, apparentemente messo alle strette dall’altro, si infilò dietro una di quelle colonnine e, cacciando improvvisamente un urlo per intimorirlo, si gettò di peso sulla colonna, che cadde in direzione dell’avversario. Per lo slancio Murdok cadde in avanti appresso alla colonna. L’altro schivò il marmo, che si spezzo cadendo, e con un balzo felino si portò sul tatuato, passandogli a fil di spada ambedue i tendini di Achille. Murdok percepì il dolore dietro le caviglie e sentì come se i piedi se ne andassero per conto loro, non gli rispondevano più. La lama dell’avversario era stata ben precisa, attraversando il cuoio degli stivali e recidendogli i tendini. Bestemmiò maledicendolo, mentre non potendosi mettere in piedi, si ritrovò a gattonare sul pavimento in marmo che si stava sporcando con il suo stesso sangue.
L’uomo vestito in pelle si portò l’uncino nella tasca del pastrano e ve lo depose, facendo comparire davanti a Murdok la mano sinistra.
 
– Tu non sei Hook!
– No meat! Non lo sono! Ma potrai raccontare ai tuoi amici di aver incontrato “La Volpe”!
 
A Murdok si annebbiò la vista, stava perdendo molto sangue, mentre Jefferson Fox si allontanava per recuperare Henry, perse i sensi e non si accorse che sopraggiungeva dalla porta della stanza precedente Barba Nera. Questi prese una pistole da una delle due bandoliere che teneva per traverso sul torace. Con il pollice tirò indietro il cane dell’arma e poi, senza che Fox avesse realizzato della sua presenza, schiacciò il grilletto e fece fuoco colpendolo ad una spalla.
Jeff vide l’immagine dell’uomo, che lo aveva appena colpito, riflessa nello specchio della credenza difronte a lui, fu come la visione di un l’incubo durante il sonno, cadde a terra sanguinante, perdendo conoscenza per la violenza del colpo.
Barba Nera lo scavalcò senza alcuno scrupolo, né per lui né per i suoi due uomini che giacevano sul pavimento. Rimise la pistola fumante nella bandoliera e, chinatosi, afferrò il piccolo Henry, poggiandoselo ciondolante sulla spalla sinistra …
 
***
 
Gli uomini del Capitano Jones erano arrivati insieme alla cavalleria. Si erano buttati nella mischia dando man forte ai pochi soldati della Rocca. Molti ormai erano i feriti e i morti che giacevano a terra. Le azioni di combattimento erano state così veloci da non dare il tempo ad Emma di realizzare cosa stava accadendo intorno a lei. Il mondo intorno sembrava essersi fermato, soltanto una scena risaltava ai suoi occhi.
 
Killian … il suo amato Killian … l’amore della sua vita … quel giovane che aveva amato profondamente senza averne visto il volto e per cui aveva pianto nel lutto della perdita, mentre una speranza futura veniva spezzata … Quello stesso uomo che le aveva promesso un futuro insieme …. Stava cadendo lentamente, con un’espressione di dolore e rammarico sul bel viso, trafitto dalla crudele lama ondulata della daga che Rumbl ancora teneva nel pugno.
 
Per amor suo Killian si era distratto, preoccupato per la sua vita, messa in pericolo da una mostruosa Tamara, resa irriconoscibile dall’effetto del veleno. Le aveva urlato di stare attenta alle spalle e in quel modo le aveva salvato la vita, poiché Emma, pronta nei riflessi, aveva evitato il colpo mortale del pugnale di Tamara. Pur bloccata alle gambe, per la stretta di colei che era stata definita “La Venere Nera”, aveva reagito facendole saltar via l’affilata arma. Tamara era spirata pochi secondi dopo, il veleno ormai era arrivato a bloccarle il cuore e l’apparato respiratorio, soffocandola definitivamente.
Rumbl aveva approfittato di quel momento. Aveva riso del Capitano, mentre lo trafiggeva alla schiena, poco sopra il rene sinistro. La sua daga lo aveva trapassato da parte a parte, Emma ne aveva visto chiaramente la punta uscire dall’addome del suo uomo. Rumbl aveva ritirato l’arma mentre il Pirata si accasciava al suolo e non aveva trattenuto la risata maligna che lo contraddistingueva. Jones era stato un temibile avversario, ma aveva avuto una sola debolezza, la stessa che aveva avuto anni prima.
 
– Caro Capitano! L’amore può essere un’arma! Dipende da che parte di essa stai, tu stavi dalla parte sbagliata con Milah e ora con Emma … come vedi mentre è stata forza per me … è stata debolezza per te!
 
Emma non aveva potuto far altro che gridare il suo nome, come se urlandolo forte sarebbe riuscita a tenerlo aggrappato alla vita.
 
– KILLIAN!!!
 
Si era liberata dal cadavere mostruosamente gonfio di Tamara e con quel lungo e ingombrante vestito, ridicolmente elegante per quella circostanza, era corsa verso l’uomo che era la luce dei suoi occhi. Non aveva pensato nemmeno a rimpossessarsi di Excalibur, infissa tra quelle due lastre di pavimento, ed era corsa a prendere tra le braccia il suo Killian.
Rumbl aveva gioito sadicamente a vedere l’espressione di orrore dipinta sul viso della nuora. Sentiva un perverso piacere alla vista del suo dolore per l’amore che stava perdendo. Emma non si curò di lui, l'attenzione era solo per Killian.
 
Il “malvagio folletto” pensò che in quel mentre, così completamente indifesa e piangente, avrebbe potuto ucciderla in un secondo. Ma sarebbe stato troppo semplice, troppo facile e … troppo magnanimo. L’avrebbe ricongiunta con il suo Pirata, cosa che sicuramente Emma avrebbe preferito in quel momento. Il Duca decise che non le avrebbe fatto quel regalo, no … non ci pensava proprio! Aveva giurato a se stesso che le avrebbe portato via ogni felicità … quello stava facendo!
Non avrebbe mai sospettato che il suo acerrimo nemico, Killian Jones, l’uomo che lui aveva trasformato in Captain Hook, si sarebbe rivelato così utile per la sua vendetta.
Rise tra sé mentre guardava Emma ai suoi piedi, disperata, che cercava di tirare su Hook.
 
“ Non speravo in tanta fortuna! Due “piccioncini” … con una fava! È proprio il caso di dire così!”
 
Tutto sommato forse Rumbl non era poi tanto fortunato! Nella frenesia della battaglia, in quella manciata di secondi in cui era avvenuto il ferimento di Killian e la corsa di Emma, altri avevano visto il vile ferimento del Capitano … i suoi uomini! Spugna, nel suo grande affetto per Killian e nella sua emotività, aveva le lacrime agli occhi. Era incredulo difronte alla scena che vedeva ed era rimasto paralizzato con la spada in mano. 
 
– Te la dai una mossa Jack?!
 
Brontolo lo aveva richiamato appena in tempo, infilandosi tra il compagno e uno dei pirati di Barba Nera che stava per colpirlo a tradimento. Mentre Brontolo esternava, urlando verso l’avversario, la sua rabbia, Spugna si gettò verso il Duca. Odiava quell’uomo tanto quanto amava il suo Capitano. Ricordava perfettamente quanto Killian era stato male per la morte di Milah e quanto aveva sofferto per l’amputazione della mano. Lui e Jefferson erano i fedeli compagni che lo avevano salvato dall’emorragia, portandolo a quel convento di frati dove gli era stata cauterizzata la ferita e dove si era pian piano ripreso per giorni. Non poteva ora vederlo morire, Killian e la ciurma erano la sua unica famiglia!
 
Mc Cassidy si trovò a doversi difendere dal paffuto timoniere della Jolly Roger. L’uomo dal berretto rosso era furioso e Rumbl preferiva giocare facile. Con l’ironia e la cattiveria che lo contraddistinguevano, si passò la daga nella sinistra e si impossessò della spada di Jones.
 
– Caro Capitano a buon rendere! Tanto a te non servirà più!
 
Mentre rispondeva agli attacchi di Spugna, mostrando un sadico sorriso sghembo, Rumbl vide scendere dalle scale della torre Barba Nera. L’uomo portava un bambino buttato sulla spalla sinistra.
 
“Henry!”
 
 Rumbl riconobbe i capelli neri del piccolo e la giacchina di velluto azzurro che gli aveva visto indosso poco prima, quando lo aveva osservato di nascosto passeggiare con Emma.
 
Barba Nera, svicolando indisturbato tra i combattenti, fece un cenno a Rumbl e si avviò sul lastricato che portava verso il giardino, lì dove l’alta siepe di Biancospino nascondeva il passaggio segreto.
 Qualcosa colpì con un potente riflesso di luce i suoi occhi. Li strizzò e vide che la luce proveniva da un oggetto lungo e metallico infisso tra due lastre del pavimento.
 
“ Guarda guarda che bell’oggettino! Un bel trofeo da portare a casa!”
 
Tenendo Henry con la mano sinistra, Black afferrò con la destra l’elsa lucente della spada. Era un’arma magnifica, aveva la lama ondulata e delle eleganti incisioni che ne percorrevano il corpo. Si meravigliò della somiglianza che quella spada aveva con la daga di Rumbl. Sapeva che la daga dalla lama ondulata era un prezioso cimelio di famiglia per il Duca di Aran, ne aveva fatto fare diverse copie per gli accoliti della setta, era diventato anche il simbolo che si tatuavano all’interno del polso, ma Barba Nera non riusciva ad immaginare il motivo di quella somiglianza. Forse erano state forgiate nello stesso periodo? Disegnate dallo stesso artista? Non era poi così importante al momento!
Il pirata tirò l’elsa della spada, ma questa non si spostò di un millimetro. Provò ancora, accanendosi.
“Maledizione! Eppure non sembra inserita tanto profondamente!”
 
Provò ancora, cercando di strattonarla a sinistra e a destra, ma la spada non si muoveva, sembrava un corpo unico con quelle due lastre di pietra. Alla fine decise che stava perdendo troppo tempo, aveva il bambino con sé, era meglio sparire per il passaggio segreto, prima che qualcuno si accorgesse del bottino che aveva su una spalla e corresse a riprenderselo. Risistemandosi meglio Henry, si guardò ancora indietro. Vide la Principessa di spalle, inginocchiata a terra, mentre teneva tra le braccia Captain Hook. Stava sicuramente morendo! Se ne compiacque mentalmente con il suo “compare”. Rumbl aveva avuto la sua vendetta, peccato non aver potuto portarselo dietro Jones, già in passato Rumbl glielo aveva promesso come bottino e trastullo, ma a quanto pareva non era proprio destino! Avrebbe trovato qualche altro bel ragazzo nei prossimi porti che avrebbero visitato!
 
Vide che Rumbl stava combattendo con uno degli uomini di Hook, un tipo paffuto con un berretto di lana rossa in testa e parecchio arrabbiato. Se ne sarebbe liberato presto, stava combattendo con spada e daga mentre l’altro aveva solo la spada. Facendo un cenno a Rumbl con la mano, gli fece capire che era l’ora di tornare alla nave. Aveva perso la maggior parte degli uomini, i feriti li avrebbe comunque lasciati a terra, non poteva permettersi umanità nei loro confronti, ci avrebbero pensato i soldati ad occuparsi di loro. Si avviò verso la siepe e mentre iniziava a scendere per il passaggio, vide con la coda dell’occhio una bassa figura vestita con una lunga tunica marrone che, uscendo dall’edificio dietro l’orto botanico, correva dove la battaglia imperversava.
 
***
 
Per Rumbl era giunto il momento di dileguarsi, anche troppo tempo aveva perso con quel ridicolo pirata! Fece una finta con la spada e Spugna si gettò a sinistra per evitarla. Era il movimento che Rumbl voleva da lui! Con la daga poté colpirlo al bicipite destro, provocandogli la fuoriuscita di un vermiglio fiotto di sangue. Non rimase lì a contemplare il risultato. Spugna si era ritratto istintivamente, stringendo il braccio al torace per impedire di dissanguarsi. Un altro suo compagno gli era corso incontro facendosi il segno della croce. Rumbl vide che l’uomo si toglieva la cinta dai pantaloni e la stringeva al braccio dell’amico. Lo avrebbe salvato … sicuramente! Era arrivato in tempo.
Mentre Anton, Prete per gli amici, soccorreva il buon Spugna, Rumbl si incamminò svelto tra i cadaveri e i feriti, cercando di sfuggire attraverso il passaggio segreto.
 
 
Tra la mischia qualcun altro, a mani nude, aveva combattuto a suon di pugni gli avversari. Nonostante il marasma del combattimento aveva visto cadere Killian e le veloci azioni che si erano susseguite. Aveva visto sgattaiolare via Rumbl dopo aver ferito Spugna. Non poteva permettergli di farla franca. Aveva visto che direzione aveva preso e si mise alle sue calcagna.
 
Un bagliore sul lastricato colpì i suoi occhi. Non poteva crederci! Era ciò che gli serviva! Allungò la mano verso l’elsa di quella meravigliosa arma, che gli si offriva come se Dio stesso l’avesse messa sulla sua strada. Afferrò l’elsa e, in quel momento, gli ritornarono alla mente le parole che un uomo che ammirava gli aveva detto non molto tempo prima:
 
“ Non siamo assassini! Mio padre mi ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore … siamo noi a scegliere che uomini vogliamo essere …”
 
– Così sia per me! Per l’onore, per la giustizia e per l’amore!
 
La mano tirò l’elsa della spada e, come se questa avesse riconosciuto il suo padrone, si sfilò con facilità dalle due lastre di pietra che la bloccavano. La mano sollevò in alto Excalibur. Un raggio luminoso si riflesse lungo tutto il corpo della lama ondulata. Mai una spada era stata più leggera tra quelle dita, una grande forza e sicurezza si diffuse nel cuore puro di colui che l’aveva estratta.
Le gambe snelle ed agili corsero verso il punto in cui Rumbl si stava dirigendo.
 
– “Coccodrillo”! Pensavi che fosse finita così?!
 
Rumbl rimase bloccato al suono di quella voce alle sue spalle. Non poteva credere alle sue orecchie!
 
– Hook?!
 
Ancora con le due armi  nelle mani, la spada e la daga, Rumbl ruotò su se stesso.
 
Non era Hook l’uomo che si trovò difronte, era umanamente impossibile, lo aveva ferito gravemente. Riconobbe il giovane,  anche se l’aveva visto una sola volta in azione, sapeva che, nonostante i suoi diciannove o venti anni d’età, aveva un fisico prestante, non gli mancavano né la forza né l’agilità. Vide il suo viso, dalla pelle chiara, molto determinato in quella espressione corrucciata di chi ha le sue ragioni per essere furibondo. Rumbl fu costretto a mettersi in guardia. Il giovane gli si avventò contro a spada tratta.
 Il Duca dovette parare i suoi fendenti, aiutandosi con le due armi che teneva in mano. Sapeva che quel ragazzo era legato ad Hook. Lo stesso Jones era accorso a suo manforte quando si era azzuffato con Jason per la bella figlia di Angus O’Danag. Non sapeva come si chiamasse il ragazzo, ma combatteva con agilità ed eleganza, uno stile molto simile a quello di Captain Hook, probabilmente era stato il suo mentore con la spada e l’allievo aveva raggiunto l’abilità del maestro. Mc Cassidy si rese conto che con quel giovane dal viso bello e fiero, avrebbe presto avuto la peggio. Si era salvato da Captain Hook solo perché questi si era distratto a causa di Emma. Il giovane, dai capelli ricciuti e ramati, era concentrato, freddo nel combattimento e calcolava ogni sua mossa. Inutile sperare in una sua possibile distrazione! Non poteva perdere la vita con lui, né il tempo, doveva infilarsi in quel passaggio e salpare al più presto con suo figlio Henry, ormai il piccolo era nelle mani di Black!
Decise di usare l’astuzia, era abituato ai colpi sleali. Fece una finta e si abbassò a terra. Mentre il giovane parava il colpo della spada, si slanciò in avanti per colpirlo all’inguine con la daga, se ci fosse riuscito gli avrebbe tranciato l’arteria femorale e in men di tre minuti il ragazzo sarebbe morto dissanguato.
 
Quante volte con Jefferson e Killian quel giovane si era allenato? Killian gli aveva insegnato a difendersi anche dai colpi sleali, gli diceva sempre che un nemico non sarebbe stato lì a duellare come un gentiluomo, lo aveva allenato senza nessuna pietà, lo aveva fatto al fine di dargli gli strumenti per salvarsi la vita. Gli era grato per la sua durezza, una durezza che da poco aveva capito nascondesse un  profondo e sincero affetto per lui. Lo aveva capito grazie ad Emma, anche con lei Killian si comportava allo stesso modo quando l’allenava. Più teneva ad una persona e più il Capitano diventava severo ed esigente. Grazie a quanto aveva imparato, il ragazzo riconobbe “il colpo dell’assassino”, un colpo letale, che non gli avrebbe dato scampo.
Mentre Rumbl si slanciava con la daga verso il suo ventre, le sue muscolose e agili gambe lo aiutarono a spiccare un salto che l’avversario non avrebbe immaginato. In un attimo si sollevò in aria e con una capriola si portò dietro il Duca.
 
Rumbl rimase di sasso per l’agilità e la velocità del giovane, ma altrettanto velocemente si voltò per trovarselo dietro, pronto nuovamente all’attacco. Rumbl sollevò la mano sinistra con la daga per destabilizzare l’attenzione dell’avversario, ma questi, con un fendente, gli tranciò di netto quella mano.
Mc Cassidy vide saltar via il pugno, ancora chiuso intorno all’elsa della daga. Vide il fiotto del sangue schizzare dal moncherino e sentì il dolore lancinante di quel taglio netto. Terrorizzato, con gli occhi sgranati e la bocca aperta in un urlo muto, arretrò di alcuni passi. Un tremore si impossessò del suo corpo, non controllava più le sue reazioni fisiche e non si rese conto che sui suoi abiti da mendicante, all’altezza del pube, si stava espandendo sempre di più un alone di piscio.
 
– Questo per Killian!
 
Il ragazzo gli gridò contro quelle parole e Rumbl seppe che non si sarebbe fermato. La spada che il giovane teneva in mano brillava e la figura del suo possessore, dietro quel brillio, gli sembrò quella di un angelo vendicatore. Il sole inondava la chioma del ragazzo e sembrava conferirgli l’alone di un’aureola intorno al capo. Rumbl si sentì spacciato, ma l’istinto di sopravvivenza lo portò a sollevare la spada che teneva nella destra, la stessa spada che aveva preso poco prima a Killian Jones. Si gettò verso il ragazzo, ma questi fu più veloce e preciso.
 
 – Questo per mia sorella!
 
“Sua sorella?!  Sua sorella …. “
 
Quelle parole risuonarono nel cervello di Rumbl, mentre la lama ondulata della spada gli attraversava il cuore spaccandolo in due. La sua mano destra si aprì piano, lasciando cadere la spada di Hook e si aggrappò al bavero del ragazzo, così accostato a lui mentre lo teneva infilzato con la sua arma. Ora Rumbl ed il ragazzo erano occhi negli occhi, i visi a pochi centimetri l’uno dall’altro.
 
Chi fosse quel giovane furono proprio i suoi occhi “grigio tempesta” a farglielo capire. In una frazione di secondo gli tornò davanti una scena che pensava di aver dimenticato. Rivide una bellissima giovane donna mora che si chinava a baciare suo fratello, un bambino dai capelli ramati e riccioluti che piangeva, la sentì ripetere le stesse parole che aveva detto allora, mentre lui la spiava, poco prima di farla rapire.
 
“ Eddy tesoro, non piangere, sarà per pochi altri giorni! Lo sai non piace nemmeno  a me lavorare in quella taverna, ma ci servono soldi, la mamma sta troppo male! Torna a casa, io farò tardi purtroppo. Vedrai! Quando tornerà Killian ci porterà via di qui, faremo guarire la mamma …”
 
Quegli occhi! Quegli occhi li conosceva bene! Li aveva visti ridere con l’uomo che amava, li aveva visti scurirsi e schernirlo quando lei aveva rifiutato le sue avances, li aveva visti disperati quando si era accorta di portare suo figlio in grembo, piangenti quando il piccolo le era stato portato via, febbricitanti e rassegnati quando le aveva trapassato il cuore come adesso suo fratello aveva fatto a lui …
 
Quello era Eddy, il fratellino della donna che per lui era stata un’ossessione. Ovviamente Killian Jones aveva tenuto con sé l’ultimo ricordo della donna che avevano entrambi amato, l’aveva allevato sicuramente come un figlio e gli aveva insegnato a combattere, a sopravvivere. Quale ironia la sorte gli aveva riservato! Pensava che quel bambino fosse morto di fame e di stenti insieme a sua madre, invece era proprio l’angelo vendicatore che gli era apparso e lo aveva trafitto come meritava. Aveva dato la morte a sua sorella e lui lo aveva ricambiato con la stessa moneta. I conti adesso erano pari!
 
Guardando il viso di Eddy e i suoi occhi grigio tempesta, mentre Rumbl esalava l’anima ad demonio che venerava, quel viso diventò quello della donna che aveva barbaramente seviziato e poi ucciso. Vide i suoi lunghi capelli neri smossi dal vento. Poi, lentamente, la luce abbandono i suoi occhi e l’ultimo alito di fiato gli uscì dalla bocca pronunciando il suo nome. 
 
- Milah!
 
Il “Coccodrillo” perse la presa al bavero di Eddy. La  mano gli ricadde lungo il fianco. Le gambe gli si piegarono perdendo l’energia vitale. I suoi occhi rimasero cecamente aperti.
Era morto! Il “demoniaco folletto” era finito!
 
Eddy lo lasciò scivolare via dalla lama di Excalibur e lo guardò ricadere sul fianco sinistro, immerso nel suo scuro sangue.
 
 Giustizia era fatta! La giustizia di un ragazzo che aveva sofferto e aveva visto soffrire. Il suo pensiero corse a Killian. Era stato ferito gravemente, doveva andare da lui ed Emma. La battaglia stava finendo. I suoi compagni e i soldati stavano riportando l’ordine. Molti corpi giacevano a terra, bisognava curare i feriti e dare sepoltura ai morti. Pirati e soldati si distinguevano solo per il rosso della divisa di questi ultimi. Il lastricato e l’erba del giardino erano macchiati di sangue, era stata una vera e propria carneficina. Dalla torre ancora saliva del fumo, ma l’incendio non si era propagato,  grazie anche alla servitù che aveva cercato di arginarlo.
 
***
 
Killian sollevò la mano verso la guancia di Emma, le asciugò una lacrima con il pollice.
 
– Non piangere Swan, non voglio essere la causa del tuo pianto … te l’ho già detto …
 - Killian … amore mio! Non mi lasciare!
– Non vorrei tesoro …
- Mi hai promesso un futuro insieme …
 - Il tuo futuro comincia adesso Emma … anche se sarà senza di me … voglio che tu ne abbia uno e che tu sia felice …
- Non potrò mai esserlo senza di te!
– Si invece … fallo per me, avrai Henry e di me il nostro Piccolo fiore … non mi avevi detto niente … ora lo so che è già da qualche mese che esiste … Proteggi il frutto del nostro amore … è l’unica cosa che posso lasciarti di me …
 - Per me non è abbastanza! Non voglio crescere nostro figlio senza di te!
– Dovrai …
 
Gli occhi di Killian si stavano chiudendo. Emma gridò ancora più forte il suo nome chinandosi maggiormente sul suo viso. Stava morendo … stava morendo!
 
 
Una mano dalle dita tozze si posò sulla spalla di Emma e la strinse con decisione e fermezza, facendola spostare.
 
– Lasciami fare mia Principessa Sassone, non c’è tempo da perdere!
 
Con gli occhi annebbiati dalle lacrime, Emma vide al suo fianco Frate Benedictus, con il suo rubicondo viso barbuto e gli occhi cerulei vispi come quelli di un bambino.
 
– Svelta aprigli bene la camicia sul petto!
 
Come un automa, Emma non si fece ripetere l’ordine e velocemente aprì i bottoni del panciotto rosso e i pochi bottoni chiusi della camicia. Espose il petto di Killian al Frate e solo in quel momento notò la siringa nella sua mano destra. Fra Benny, con decisione, puntò l’ago sul petto del Capitano, all’altezza del cuore. Con precisione e sicurezza lo infilò per tutta la lunghezza e premette lo stantuffo della siringa. Il liquido rosso, in essa contenuto, fluì con calma nel petto di Killian. Emma aveva già visto quel liquido rosso, aveva visto il frate iniettarlo al gatto di Betty. Guardò in viso Killian. Era completamente inerme. Guardò atterrita il Frate, non aveva il coraggio di fargli domande.
 
– Stai calma Emma … stai calma … gli ho appena iniettato nel cuore un estratto di Rubeus Noctis …
 - Mio Dio Fra Benny! Perché!
– Perché?! Perché gli devo salvare la vita Emma! Non posso permettere che il vero amore finisca così “anche questa volta”…
 - Ma è veleno …
- No … non lo è … beh … si, lo sai, può esserlo! Ma se depurato e lavorato come ho fatto io … ha tanti poteri. In questo caso rallenterà il battito cardiaco al minimo. L’emorragia interna rallenterà e io avrò il tempo per operare il tuo amato Killian. Gli provocherà uno stato di catalessi, sembrerà morto, invece sarà in uno stato vegetativo …
 - Dici che funzionerà?
– Beh con Fuffy ha funzionato! L’ho tenuto per giorni in stato vegetativo … l’ho dovuto però nutrire per endovena se no moriva di fame! A Killian ho dato una dose più massiccia … in proporzione al suo peso corporeo ovviamente!
 
Emma era sbalordita ma speranzosa, fece un debole sorriso al frate e poi finalmente guardò intorno a sé. La battaglia era finita e i soldati della cavalleria stavano separando i feriti dai morti. Il medico militare prestava il suo soccorso.
 
Eddy arrivò al fianco di Emma e contemporaneamente si avvicinarono anche Brontolo, Anton e Spugna.
 
– Sei ferito anche tu Spugna?
– Non è grave My Lady, Anton ha bloccato la perdita con la sua cinghia!
– Hai bisogno di sutura, vai dal Maggiore Medico …
- Non posso Principessa … non voglio lasciare il mio Capitano!
– Allora fai come se fosse un suo ordine, sai che te lo ordinerebbe! I tuoi compagni aiuteranno me e Frate Benedictus a portarlo all’infermeria, deve essere operato subito!
 
Anche se a malincuore Spugna si allontanò per andare dal medico militare. Eddy e gli altri, delicatamente, sollevarono il loro Capitano e, seguendo Frate Benedictus, si diressero verso l’edificio oltre il giardino.
 
Il Frate fece depositare Killian su un tavolo di ferro coperto da un panno di lino candido e disinfettato. La ferita aveva smesso di sanguinare, segno che il Rubeus Noctis stava facendo effetto.
 
 – Emma! Mentre mi lavo le mani auscultagli il cuore!
 
Emma prese il cono auricolare del Frate e lo pose sul petto di Killian.
 
– Batte in modo estremamente fioco, quasi non si sente ed è molto lento!
– Perfetto! Va bene così Emma! Ora lavati bene la mani anche tu .. dovrai farmi da assistente nell’intervento.
 
Gli uomini di Killian erano rimasti lì in silenzio, erano preoccupatissimi.
 
– Miei signori, non è necessario che restiate qui, rendetevi utili con i feriti, andate a cercare i vostri compagni e date una mano a risistemare le cose, il Capitano è in buone mani, io e la Principessa faremo del nostro meglio per ricucirlo. 
– Gli altri stanno bene? Non ho visto Fox e Nicodemo …
- Nico è rimasto a bordo per ordine del Capitano, insieme a Bardo, ancora zoppica! Fox …
- Cosa è successo a Fox, Eddy?
– Non lo so Emma … eravamo appena arrivati e la cuoca lo ha chiamato verso di lei … era ferita alla testa, gli ha detto qualcosa e lui è sparito in casa … io ero dietro di lui con il mulo di Angus …
- Eddy … vai in casa e cerca Jefferson, parla prima con Betty … aveva Henry con sé … doveva nasconderlo …
 
Eddy capì al volo la situazione, suo nipote, il figlio di sua sorella Milah poteva essere ferito o in pericolo, non doveva perder tempo. Uscì di corsa, seguito da Anton e Brontolo.
 
 
Emma aveva mille pensieri e preoccupazioni che si affastellavano nella sua mente. Non aveva visto nemmeno suo fratello in battaglia, non era da lui, cosa era successo ad August? E Belle? Rumbl era arrivato da lei? Le aveva fatto del male?
Aveva visto il cadavere del Duca sul prato, vicino al cespuglio di biancospino, non sapeva chi lo avesse ucciso. Era vestito da mendicante, probabilmente si era intrufolato nella Rocca con i mendicanti che Benny aveva visitato quella mattina.  
Cercò di concentrare i pensieri su Killian.
Aiutata dal Frate lo denudò per prepararlo all’intervento. Lo posero a pancia in sotto. Emma gli passò un liquido disinfettante sulla parte ferita e Frate Benedictus iniziò a riunire i lembi più interni per passare poi agli esterni. La stessa procedura fu ripetuta voltando il paziente sulla schiena, dopo aver medicato e bendato la ferita ricucita. Fu necessario tempo e pazienza, non era facile riconnettere vasi sanguigni e tessuti. Fortunatamente il Rubeus Noctis aveva rallentato la fuoriuscita ematica, come ci si aspettava.
Mentre il Frate era chino su Killian, Emma notò la tumefazione sulla sua testa semicalva.
 
– Sei stato colpito anche tu vedo, come ti senti?
– Oh! Un regalino di Rumbl, mi ha ingannato travestito da mendicante, mi ha colpito alle spalle e legato come un salame … se non fosse stato per August non sarei arrivato in tempo per aiutare Killian!
– August! Signore ti ringrazio! Dove l’hai visto l’ultima volta? Io non l’ho visto nella mischia?!
– Tranquilla! Stanno bene tutti e due, sia lui che Belle … Belle magari un po’ meno, ma è viva e vegeta, pur se illividita …
- Come sarebbe?!
– Belle si è buttata dal terrazzo di sotto nel giardino per sfuggire al Duca … August le è caduto dietro per riafferrarla …
- Ma sono oltre venti metri di altezza!
– Siii!
– Come è possibile che siano vivi?!
– Figlia mia! Ti ricordi il telo che ho fatto mettere sulle mie piante? Te lo avevo detto che non si può mai sapere che sorprese ci può riservare il cielo! Quel telo li ha salvati. August è finito sopra Belle e lei è svenuta. L’ha portata da me e mi ha trovato legato ad una sedia, ero imbavagliato e nessuno mi poteva sentire. Mi ha liberato, mentre lui faceva riprendere Belle con dei Sali che gli ho dato, io ho preso il medicinale e sono venuto di corsa. August è dovuto restare al capezzale di Belle, aveva battuto la testa, ma non è nulla di grave!
– Tu sapevi?! No! È una coincidenza, non è possibile che tu abbia previsto che Belle si sarebbe buttata e August dietro di lei e che Killian avrebbe avuto bisogno di quel liquido!!
– Emma … lo so! È tutto molto strano … non me lo spiego nemmeno io … fin da ragazzo mi capitava di avere delle visioni … cose che poi capitavano … non sono visioni chiare, ho visto un uomo e una donna cadere … non ho visto di chi si trattasse, ma sentivo che erano legate da un forte sentimento … l’amore puro va protetto Emma … è una piantina troppo rara! Era da tanto che non avevo più visioni, tutto è ricominciato con il Primo Cav … con il tuo Pirata.
– Con Killian?! Che centra lui?
– Quando è stato ferito nell’attentato, andai sulla sua nave per suturargli la ferita al collo e medicarlo. Casualmente ho messo le dita nell’acqua della bacinella dove era caduta qualche goccia del suo sangue … da quel momento ho iniziato a vedere scene del passato, scene di un’altra vita precedente … e … il suo ferimento qui alla Rocca …
 
Emma sentì la pelle accapponarsi, stava provando paura per ciò che il Frate le stava dicendo e per altro che le avrebbe potuto dire.
 
– Esistono antiche teorie indiane che parlano di reincarnazione …
- Si ho letto qualcosa sui tuoi libri …
- Credo che tu e Killian siate legati da molto più tempo di quanto crediate … eravate destinati ad incontrarvi e a vivere ciò che vi è stato impedito in precedenza, le vostre vite sono collegate ad Excalibur … non mi chiedere come … so solo che “il Cigno e l’Uncino” si ritroveranno sempre, oltre la vita e oltre la morte, lo avete promesso secoli fa e finché continuerete a promettervelo … qualsiasi cosa accadrà … tornerete e vi ritroverete sempre … avrete un custode del vostro amore, anche lui sarà destinato a tornare e a vegliare su di voi …
 
Emma era rimasta basita. Quella promessa se l’erano veramente scambiata lei e Killian poco dopo essersi confidato il loro reciproco amore. Aquila Bianca, lo sciamano che aveva conosciuto a Neverland e che l’aveva unita in matrimonio con Killian, aveva ripetuto quel giuramento come centro di una profezia “ Il Cigno e l’Uncino si sarebbero ritrovati e avrebbero portato il cambiamento nella terra in cui si trovavano” e ora Fra Benny aveva detto più o meno le stesse cose!
 
Emma inoltre non poteva negare che, da quando aveva mostrato Excalibur a Killian e l’avevano toccata insieme, qualcosa era cambiato … aveva iniziato ad  avere dei sogni su loro due. In quei sogni si chiamavano con nomi diversi e vestivano in modo diverso. Killian le appariva con i capelli più lunghi sul collo, ma egualmente affascinante.
 
– Forse c’è veramente del vero in quello che tu dici Fra Benny … ora l’importante è che Killian sopravviva, voglio che possa crescere con me il suo bambino …
- I suoi bambini vorrai dire!
– Pensi che io possa aspettare due gemelli?
– No Emma, sono sicuro che porti in grembo un unico feto … parlo di Henry!
– Ma Henry è figlio di Rumbl!
– Figlia mia! Eppure hai notato la somiglianza di Henry con Killian e il “richiamo del sangue” che c’è tra loro!
– Si! Non posso negare di aver visto delle somiglianze, ma credevo fosse una mia impressione … dovuta all’amore che provo per l’uno e per l’altro!
– Emma possibile?! Non posso credere che tu non abbia notato il segno di Killian! Sei stata sua, aspetti suo figlio … lo vedi anche ora che è scoperto!
– Non so di che segno stai parlando …
- Lo stesso segno che ha Henry sulla spalla sinistra Emma, sono segni che si ereditano, loro hanno lo stesso segno …
- Ti sbagli Fra Benny! Killian ha un tatuaggio dove Henry ha quattro macchioline … lo ha fatto a Neverland, lo ha fatto in mio onore … mi ha detto che dice chi è e cosa vuole, è l’Orsa Minore, mi ha detto che sono la sua Stella Polare, quel tatuaggio lo doveva riportare da me …
- Non hai guardato bene Emma … eppure lui ti ha detto anche che quel segno dice chi è …
 - Continuo a non capire …
 - Figliola … Killian si è fatto tatuare le quattro stelle del carro … il colore di quelle stelle non è tatuato … sono le quattro macchie che condivide con suo figlio Henry! Vedi la differenza con le altre tre stelle del timone? Il pigmento del colore è diverso! Con grande probabilità suo padre aveva lo stesso segno e prima ancora suo nonno, per questo ti ha detto che quel segno dice chi lui sia … è il segno della sua famiglia!
 
Emma si avvicinò a Killian per guardare meglio il tatuaggio sulla sua spalla sinistra. L’emozione le riempì gli occhi di lacrime di gioia. Come aveva potuto non vedere la verità?! Le quattro stelle sul deltoide di Killian corrispondevano perfettamente alle quattro macchioline che Henry aveva nello stesso identico punto! Anche il colore era lo stesso. Quante volte asciugando dal bagno suo figlio aveva baciato quelle macchioline? Le considerava il segno di riconoscimento del suo bambino.
Aveva cercato una risposta alla domanda che si era posta su Henry, alla possibilità di capire se fosse veramente figlio di Killian. Ora aveva una prova certa che Il bambino partorito da Milah era il frutto del loro amore e non la conseguenza della violenza che la giovane aveva subito da quel mostro di Rumbl!
 Henry non aveva nulla a che vedere con i Mc Cassidy, se non il cognome che aveva ereditato da Neal. Il vero nome del bambino avrebbe dovuto essere:
 
Henry Flinth Jones!
 
Con gli occhi pieni di lacrime e amore per Killian e il suo bambino, Emma si avvicinò al volto del suo uomo. Lo guardò con tenerezza.
 
– Amore mio … ti prego guarisci presto … ho tante cose da dirti … hai tanta felicità da ricevere e da vivere … lo meriti. Hai ricevuto troppo male e ingiustizia, è ora che tu venga risarcito …
 
China sul bel viso di Killian, purtroppo pallidissimo, gli accarezzò la guancia destra e gli posò un dolce bacio sulle labbra. Le lacrime di gioia di Emma diventarono lacrime di profonda tristezza a sentire quelle labbra fredde. Ebbe la tremenda sensazione di perderlo definitivamente. Si allontanò angosciata, singhiozzando. 
 
– Emma! Non fare così, lui si riprenderà te lo prometto!
 
La Principessa abbracciò il suo vecchio Padre Spirituale in cerca di consolazione.
 
– Fra Benny … le sue labbra sono così fredde … il suo corpo sta diventando più freddo, io … io ho tanta paura che stia andando via da me …
 
Il Frate le accarezzò la testa come se fosse una bambina.
 
– Figlia mia … ti ho detto che sarebbe sembrato come morto … la circolazione del suo sangue è lentissima, come il battito del suo cuore, per questo è più freddo … è lo stato vegetativo indotto. La ferita è grave, ci vuole tempo per farla rimarginare. Ho rallentato il suo ciclo vitale per dare il tempo all’additivo cicatrizzante di agire. Dovrò continuare a somministrargli altro Rubeus Noctis nei prossimi giorni e a nutrirlo per endovena con una soluzione salina. L’intervento è riuscito perfettamente … ora è solo una questione di tempo e … di voglia di vivere del tuo Pirata.
– Quando sono stata avvelenata con la polvere di quelle bacche, ero in quello stato anche io … lui mi è stato vicino, mi ha scaldata con tutti i mezzi che ha potuto, mi ha nutrita e mi ha parlato disperatamente finché non mi sono svegliata … farò lo stesso con lui …
- Va bene Emma, ma non pensare di passare giorno e notte al suo capezzale … aspetti un bambino … hai avuto tante emozioni e strapazzo … devi riposare, ordine del medico!
– Lo farò … lo farò … ma non mi puoi impedire di essergli vicina … metteremo un letto vicino al suo o porteremo lui nella mia stanza!
– Emma … rifletti un attimo, sei sconvolta … calmati … vedremo come fare … aspettiamo tre - quattro giorni prima di muoverlo di qui … metteremo un letto vicino al suo se vorrai, ma … riguardati figliola …
 
Emma non ebbe tempo di rispondere a Frate Benedictus. Si sentì suono di voci e un lamento arrivare dall’esterno. La porta si aprì e comparvero Eddy, Anton  e Brontolo che portavano Jefferson tra le braccia.
 
– Signore Santo! Jefferson!
– Emma … gli hanno sparato alla spalla, lo abbiamo trovato così, privo di sensi, nella sala da pranzo.
 
Fra Benny intervenne immediatamente.
 
– Togliamogli anche a lui il pastrano e il resto, vediamo questi danni!
 
Jefferson era ancora esanime e ciondoloni. Vennero eseguite le istruzioni del Frate e questi esaminò la ferita.
 
– Il giovanotto è stato fortunato! Una pallottola lo ha colpito alla scapola e non è passata nel polmone, è rimasta infissa nell’osso, l’altra lo ha colpito più in alto ed è fuoriuscita senza ledere punti vitali. Ha perso molto sangue. Ma sta molto meglio di Killian. Gli basteranno un paio di giorni per riprendersi con il cicatrizzante al Rubeus Noctis.
 
Gli uomini sgranarono gli occhi a sentire nominare la pianta che aveva ucciso il loro ammirato Capitano Liam Jones!
 
– Tranquilli Signori miei, l’estratto di quella pianta velenosa, come additivo potenzia gli effetti di altri farmaci. Io lo aggiungo ad una polvere cicatrizzante a base di aglio, è miracolosa! A Fuffy il taglietto che gli ho fatto è rimarginato perfettamente, non si vede più, gli è ricresciuto anche il pelo!
 
Quei coraggiosi uomini di mare avevano un’espressione ora terrorizzata, più che preoccupata. Il Frate era inquietante. Non avevano capito che Fuffy era un gatto.  Se si guardavano intorno vedevano alambicchi e altri strumenti, pinze, seghetti, siringhe ed aghi. Era incredibile che uomini avvezzi all’incontro con spade e pistole, fossero terrorizzati da quegli strumenti medici!
Quelle espressioni terrorizzate e timorose strapparono un sorriso di tenerezza per loro ad Emma.
 
Anche per Jefferson il buon Frate si adoperò per curargli le ferite, disinfettandole, estraendo la pallottola rimasta nella scapola e cauterizzandole con un ferro arroventato. L’odore di carne bruciata si sentiva fino fuori il locale. Anton fuggì via a vomitare dietro uno degli alberi del giardino. Gli altri rimasero lì vicino, attendendo nervosamente di essere chiamati da Emma per sapere come fosse andata. Jefferson era stato ulteriormente sedato, non si accorse di nulla, dopo un paio d’ore avrebbe  iniziato a svegliarsi.
 
***
 
Eddy, durante l’intervento, era tornato nella Rocca a cercare ancora Henry.
 Belle si era ripresa e con August erano andati ad abbracciare Emma e a portarle il loro conforto e incoraggiamento per la salute di Killian. Non avevano visto Henry ed Emma ora era ancora più preoccupata di prima. Mentre lei restava con Killian e Jefferson, suo fratello e la fidanzata, che conoscevano tutti i possibili nascondigli dove si poteva essere rifugiato il piccolo, andarono a cercarlo.
 
I soldati superstiti nel frattempo avevano arrestato diversi pirati di Barba Nera, tra questi c’era anche Murdok che, con i tendini di Achille tagliati, aveva avuto bisogno di essere ricucito e medicato. Il Maggiore medico approfittò dell’ambulatorio e delle stanze che Frate Benedictus ed Emma gli misero a disposizione per accudire i feriti, sia soldati che pirati. Anche i nemici avevano umanamente la necessità di essere curati, questo era un principio che il medico e il Frate condividevano in pieno con la Principessa.
 
August non aveva ottenuto risultati nella ricerca di Henry. Nemmeno la ricerca a tappeto, fatta con un gruppo dei suoi militari aveva portato frutti. Il timore che il piccolo fosse stato portato via dai pirati fuggiti attraverso il passaggio segreto, stava prendendo sempre più piede in lui. Eddy e Belle gli si avvicinarono, nemmeno loro avevano trovato il bambino. La povera Betty non riusciva a darsi pace, non faceva che piangere, sentendosi in colpa. Aveva rifiutato anche di farsi curare il taglio sopra all’orecchio, sentiva di aver deluso le aspettative della sua Lady ed era terribilmente in pensiero per il piccino. Lei aveva visto in faccia quegli uomini. Aveva visto la loro crudeltà e determinazione nel voler catturare il piccolo. Belle cercò di consolarla, nonostante anche lei fosse angosciata.
 Avevano controllato ovunque, chiamando il bambino a squarciagola, ma la delusione ora era profonda e la preoccupazione anche di più.
 
– Belle … devo andare da Emma e dirle qual è la situazione …
- August … forse dovremmo cercare ancora … interrogare i pirati catturati …
- Il Maggiore Smoke ha già iniziato gli interrogatori. Lo scopo dell’attacco era di prendere te e Henry, nessuno di loro sa se qualcuno dei compagni ci sia realmente riuscito e in più Rumbl …
- Rumbl?!
– È morto Belle … non potrà più farti del male.
 
Belle, nonostante tutto, non ne provò nessuna gioia. In passato aveva visto l’uomo in lui e ne era rimasta affascinata. Dopo, dietro l’uomo, aveva scoperto una bestia.  Era vero ciò che diceva August, non le avrebbe fatto altro male, eppure, nel candore del suo cuore, provò un sentimento di pena per lui.
 
– Chi l’ha ucciso August?
– Sono stato io My Lady …
 
Eddy, dopo la ricerca del nipotino, si era avvicino ai due fidanzati e aveva sentito la domanda di Belle.
 
– Ho combattuto lealmente con lui ed ho dovuto difendermi dai suoi attacchi sleali … questa spada … non so … è come se mi avesse dato la forza per fare giustizia!
 Mia sorella Milah e la ferita di Killian sono state vendicate!
– Eddy, sappi che se l’avessimo catturato vivo, sarebbe stato impiccato senza processo alcuno, sappiamo perfettamente di tutti i crimini di cui si è macchiato!
 
Eddy assentì con il capo ad August e con Belle tornarono da Emma.
La trovarono al capezzale di Killian. Lui era pallido e inerme. Belle si fece istintivamente il segno della croce e iniziò una muta preghiera per quel coraggioso e generoso Capitano. Sapeva quanto Ema lo amasse e pregò che il buon Dio glielo restituisse presto. Emma era seduta su un panchetto, vicino al letto dove era stato posto il suo amato e gli teneva la mano. Aveva il viso stanco e sporco di schizzi di sangue. Ancora indossava il suo elegante abito verde, ormai macchiato dal sangue di Neal e strappato in più punti. La sua espressione era sofferente e preoccupata. Doverle dire di Henry sarebbe stato un altro duro colpo per lei.
 
– Emma … sorella …
 
Emma non si era accorta del loro arrivo e scattò in piedi al suono della voce di suo fratello. La sua espressione diventò ancora più angosciata e i suoi occhi, già arrossati per il pianto, stillarono nuove lacrime pronte a rotolare lungo i suo zigomi.
Con un soffio di voce riuscì a formulare quella domanda, temendone la risposta.
 
 – Henry?! Ti prego August … dimmi che non è tra i morti … dimmi che è in salvo …
- Tesoro … non è tra i morti … di questo siamo certi … ma non siamo riusciti a trovarlo da nessuna parte …
 - August … potrebbe essere stato portato via anche se Rumbl è morto?!
– Non ne abbiamo la certezza. Rumbl voleva suo figlio per portarlo con sé, Barba Nera potrebbe essere interessato ad un riscatto.
– August … Henry non è figlio di Rumbl! È Killian il suo vero padre!
 
Eddy, August e Belle rimasero senza parole, poi comparve il sorriso sul volto di Eddy.
 
 – Mio nipote è figlio di Killian? Come si può avere la certezza!
 
August e Belle si guardarono e poi si voltarono verso Emma con la stessa domanda dipinta sul viso.
 
– Ne avevo già sospetto per alcune somiglianze che avevo notato, ma solo oggi, grazie a Frate Benedictus ho avuto la prova! Hanno ambedue lo stesso segno sul deltoide sinistro … è una prova indiscutibile …
- Io l’ho capito dal primo momento che avete portato Henry sulla “Stelle del Mattino” …
 
Jefferson si era alzato dal suo letto, nella stanza adiacente a quella di Killian, con l’intenzione di andare a vedere come stesse il suo Capitano e aveva sentito il discorso.
 
– Nicodemo lo ha capito anche prima di me! Conosce Killian da quando aveva l’età di Henry, lo ha visto crescere … Quando ha visto il piccolo gli ero vicino e mi sono accorto che ha trattenuto improvvisamente il fiato quando è venuto verso di noi per salire sulla scala di cime. Nico era il primo falegname del Conte Colin Flinth Jones, lavorava nel suo cantiere navale e spesso il Conte portava con sé il piccolo Killian, lasciandolo arrampicarsi su per le cime. Io vivevo a casa loro con mia madre Olivia, spesso per fare compagnia a Killian portavano anche me. Credo che a Nico gli sia sembrato di rivederlo. Gli ho chiesto se aveva notato, ma Nicodemo è un uomo riservato e, come suo solito, mi ha detto che non erano affari nostri! Non ho detto nulla a Killian, in fin dei conti come si poteva essere certi? Ma lui ha veramente un segno di famiglia sulla spalla. Lo aveva anche suo padre. Lo ha camuffato a Neverland con un tatuaggio, ero presente in quel momento …  Liam lo prendeva in giro, perché il “fratellino” quel tatuaggio se lo stava facendo fare per una ragazza … era un periodo che aveva sempre la testa tra le nuvole e spesso il Capitano Liam Flinth Jones lo chiamava nel suo ufficio e gli dava delle belle lavate di capo. Non ho mai saputo chi fosse quella ragazza ma gli aveva lasciato il segno … in tutti i sensi!
 
Emma sapeva benissimo chi fosse quella ragazza. Era lei. Le parole di Jeff le confermarono ulteriormente quanto le aveva detto Fra Benny riguardo al tatuaggio e le confermarono maggiormente quanto Killian, come lei, pur senza essersi visti in volto, si erano innamorati come in un colpo di fulmine al loro primo incontro – non incontro.
Il loro legame era veramente qualcosa che andava oltre l’umana comprensione, erano stati creati per essere le due parti di un tutto!
L’emozione le fece sfuggire una lacrima dall’occhio destro. Si asciugò con il dorso della mano. Doveva ancora essere forte.
 
– Jeff … come ti senti? Sono passate meno di tre ore dal tuo intervento!
– Beh! La spalla e il braccio sono bloccati per il momento! Ma posso camminare e rendermi utile …
- Non credo che potrai andartene in giro figliolo, devi stare a letto almeno per un paio di giorni! Anzi, tornaci immediatamente!
 
Fra Benny era rientrato con un catino in mano. Stava ancora aiutando il Medico militare a operare e medicare i feriti. Jefferson ebbe un moto di stizza, non era uno che riusciva a stare fermo a lungo!
 
August aveva delle domande da fare al timoniere. Era stato trovato svenuto in casa, forse poteva dare qualche indizio su suo nipote.
 
– Jefferson, non troviamo Henry, tu eri in casa a cercarlo su richiesta di Betty, eri riuscito a vederlo?
– Non solo, stavo per portarlo in salvo! Si era nascosto in una credenza della sala da pranzo e quel grosso pirata dal viso tatuato lo aveva preso. Mi sono battuto con lui per liberare il piccolo. Mentre abbiamo duellato è rimasto in un angolo svenuto, quell’uomo lo aveva tramortito per tenerlo fermo, il piccolo è degno figlio di suo padre, lo stava tempestando di pugni! Dopo aver ferito gravemente il pirata sono andato a prenderlo in braccio per porlo in salvo. È stato in quel momento che Barba Nera mi ha sparato alla schiena, l’ho visto riflesso nello specchio posto sulla credenza davanti alla quale Henry era svenuto.
 
Belle si portò la mano alla bocca.
 
– Mio Dio, se lo ha preso Barba Nera allora è già fuggito e temo per la sua sorte! Se con loro ci fosse stato Rumbl avrebbe protetto il bambino dal pirata pensando fosse suo figlio. Ora ho paura di cosa potrebbe fargli.
– Belle … il pirata vorrà tenerlo in vita per chiedere un riscatto!
 
Emma era intervenuta cercando di darsi delle speranze.
 
– Non temo tanto per la sua vita, anche se in pericolo, temo di più per la sua anima!
– Perché mi dici per la sua anima?!
– Mi dispiace Emma, ma … Black è un pederasta …
 
Emma sentì appena l’ultima parola pronunciata da sua cognata. Le emozioni erano state anche troppe quella mattina. Le due persone che amava di più al mondo erano in gravissimo pericolo. Sapere Henry solo con un simile mostro, fu veramente troppo per lei e, perdendo i sensi, cadde al suolo ….
 
 
 
Angolo dell’autrice

Ammetto di essere una donna sanguinaria, ormai si è capito chiaramente! Ma ditemi voi se non avete sentito un sadico piacere per la fine di Rumbl!

A parte gli scherzi! Non sono una sanguinaria, anzi sono una romanticona! Purtroppo bisogna anche dare un certo realismo a situazioni come quelle che ho narrato. Riguardo a Rumbl è stata fatta giustizia, chi meglio del giovane Eddy avrebbe potuto estrarre la spada e compierla? Ve lo aspettavate? E del segno di Henry e Killian? Indizi ce ne erano fin dall’inizio della storia. Lo stesso Cillian aveva quel segno, Gwyneth lo aveva riconosciuto tramite esso nel torneo. Li avevate notati? Merlin è il guardiano dell’amore tra i due giovani amanti sfortunati, come ha detto Fra Benny ci sarà sempre un guardiano del vero amore che tornerà se loro continueranno a scambiarsi quella promessa. Chi è il nuovo (o vecchio) guardiano, credo che sia chiaro ormai. Merlin nelle sue divinazioni, metteva le dita nell’acqua dove anche la persona di cui voleva vedere il futuro le immergeva. Benny lo ha fatto accidentalmente con Killian e quella bacinella d’acqua macchiata del suo sangue, in questo modo si è rimpossessato dei ricordi del passato e delle visioni del futuro.
Ora tutti temono per il piccolo Henry e ne hanno ben ragione!
Spero di non aver turbato troppe persone con le scene violente, ma che ce ne sarebbero state era già scritto nelle caratteristiche della storia. Credo che il rating arancione possa bastare.
Per farmi perdonare, chi vorrà riconsolarsi con qualcosa di dolce e spiritoso, può leggere la mia OS di San Valentino “L’amore avrà sempre gli occhi tuoi”.
Ringrazio le tantissime persone che seguono questa mia storia e le mie dolcissime amiche di penna che costantemente mi lasciano i loro commenti. Grazie tantissime a tutti, di cuore!
La vostra Lady Lara
 
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lady Lara