Film > Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali
Segui la storia  |       
Autore: Soly_D    19/02/2017    0 recensioni
«Tu vuoi fare l’amore con me, Enoch?».
Quella domanda lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Mai Olive era stata così diretta in sessanta anni che la conosceva.
Accidenti, se ne era accorta allora. Enoch la scrutò attentamente in volto per capire cosa scatenasse in lei quella scoperta: non sembrava impaurita o arrabbiata, e nemmeno tanto sorpresa, solo curiosa.
Il ragazzo chiuse gli occhi. Fare l’amore, aveva detto Olive. Vederla completamente nuda, poterla stringere e sentirla tutta contro di sé, poterla baciare e toccare non solo sul volto e sul collo, ma anche sul petto, sull’addome e più giù, sempre più giù... Gli corse un brivido lungo la schiena e dovette fare ricorso a tutto il proprio autocontrollo pur di non mostrare quanto la sola idea di farla sua lo eccitasse come il ragazzino alle prime armi che effettivamente era.
[Enoch/Olive]
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
contest

Red
[like fire, blood and love]



Terza parte


«Enoch, mi aiuti con la cerniera?».
«Certo».
Enoch allungò le mani verso la schiena di Olive, in piedi di fronte a lui e girata di spalle. I capelli rossicci, acconciati in morbidi boccoli tenuti fermi sulla testa da una coroncina di fiori, erano raccolti tutti da un lato e lasciavano scoperto il collo e le spalle. Enoch accarezzò con le dita la cerniera del lungo vestito color pesco che avvolgeva il corpo magro e sinuoso di Olive, poi cominciò ad abbassarla lentamente, scoprendo centimetro dopo centimetro la pelle liscia e bianca della schiena.
«Grazie».
A lavoro completato, Olive fece per allontanarsi ma Enoch le poggiò una mano sul braccio e la trattenne. Olive arretrò senza voltarsi e Enoch la fece avvicinare a sé quel tanto che bastava per lasciarle un soffice bacio sulla nuca, uno alla base del collo e un altro, più lungo, tra le scapole, che tremarono impercettibilmente al suo passaggio.
«Enoch... di là ci sono i bambini... e anche Miss Peregrine», gli ricordò Olive, avendo compreso le sue intenzioni.
«La porta è chiusa a chiave. Basterà non fare rumore».
Olive non oppose alcuna resistenza, così Enoch la scostò lievemente da sé e abbassò le spalline del vestito già aperto che scivolò lungo il suo corpo e si accasciò per terra con un leggero fruscio. Enoch portò una mano sulla schiena di Olive e, partendo dal basso, percorse con i polpastrelli tutta la colonna vertebrale giungendo al gancetto del reggiseno. Ormai abituato, gli bastò un lieve movimento del polso per sganciarlo e anche quello raggiunse il pavimento. A quel punto Enoch circondò i fianchi della donna con entrambe le braccia e la attirò maggiormente verso di sé, fino a far scontrare la sua schiena completamente nuda con il suo petto coperto ancora dalla camicia bianca.
Con le mani accarezzò il ventre piatto, proprio sopra l’orlo degli slip, poi risalì lungo l’addome e giunse in prossimità dei seni nudi. Li chiuse tra le sue mani, impastandoli, prima con delicatezza, poi con bramosia. Olive abbandonò la testa contro la sua spalla e sospirò di piacere, tanto che Enoch potè sentire i suoi capezzoli inturgidirsi contro i palmi delle mani, solleticandoli piacevolmente.


«Enoch...». Stanca di quella dolce tortura, Olive si voltò tra le braccia di Enoch e si sollevò sulle punte dei piedi scalzi fino a catturare le sue labbra in un bacio che di casto non aveva nulla. Quando Enoch rispose e le loro lingue si intrecciarono, Olive sollevò le mani finalmente libere dai guanti e le infilò tra i capelli neri di lui, spingendosi contro il suo corpo. Sorrise nel sentire all’altezza del bassoventre l’erezione di Enoch trattenuta dai pantaloni neri dalla piega perfetta e desiderò averlo subito tutto per sé. Allora gli sbottonò la camicia, indugiando con le mani sul torace e sugli addominali appena accennati; poi scese in basso, sfilandogli velocemente prima la cintura e infine i pantaloni, che si afflosciarono sul pavimento accanto al suo bel vestito elegante da testimone di nozze.
Olive baciò Enoch sulle labbra, toccandolo delicatamente al di sopra dei boxer. Quando infilò la mano all’interno, trovandolo impaziente di prenderla, sorrise e accostò le labbra al suo orecchio.
«Mi aspettavi», constatò.
«Stasera eri particolarmente bella».
Olive inarcò un sopracciglio, memore della sua vecchia gelosia per Emma. «Più bella della sposa?».
«Certo che sì».
Olive sorrise compiaciuta. Enoch calciò via i boxer e afferrò Olive da sotto le ascelle, sollevandola con facilità da terra. Lei gli allacciò braccia e gambe dietro la schiena, aggrappandosi a lui come ad un’ancora di salvezza, e unendosi in un nuovo bacio, un incastro perfetto di labbra e denti e lingue, si gettarono insieme sul letto, l’uno sull’altro.
«Sposami», si sarebbe lasciato sfuggire Enoch più tardi, affondando con impeto dentro di lei, mentre baciava e mordeva i suoi seni.
«Sì, Enoch, sì», avrebbe risposto Olive, gemendo insieme a lui.
La loro prima volta era stata un disastro, la seconda meno incerta, la terza meno dolorosa, la quarta più naturale. Dalla quinta in poi c’era stato spazio solo per l’amore e la passione, in tutte le sue gradazioni di rosso. Ora non rimaneva altro che giurarsi fedeltà eterna come Jake ed Emma, circondarsi di deliziosi bimbi dai capelli rossicci e lo sguardo perennemente corrucciato ed invecchiare insieme come avevano sempre costantemente desiderato.


Era ormai il 1953 e Enoch e Olive convivevano da un po’ di tempo con i novelli sposini Jake ed Emma. Quando tutti e quattro avevano informato Miss Peregrine della loro decisione di allontanarsi per sempre dall’anello temporale e rifarsi una vita nel presente, alla direttrice era preso un colpo, tanto che per un attimo si era sentita svenire. Le ci erano voluti diversi giorni (e diverse tazze bollenti di tè!) per capire che le due coppie non avrebbero mai potuto essere felici restando per sempre nell’eterno 1943. Avevano bisogno di crescere, nel fisico e nella mente, di conoscersi al di là del contesto domestico, di amarsi in modo più maturo, più adulto, di sposarsi e avere figli come tutte le persone normali.
Il giorno del trasferimento del mondo reale Miss Peregrine e i bambini li avevano salutati con le lacrime agli occhi, ma Enoch, Olive, Jake ed Emma avevano promesso che sarebbero tornati presto a trovarli perché tutti insieme formavano una sola grande famiglia. E così era stato: ogni anno che passava, tornavano a far visita alla Casa dei Bambini Speciali portando con loro le novità sul presente e qualche souvenir per i più piccoli.
Olive aveva finalmente imparato a controllare i suoi poteri, attivandoli solo nel momento del bisogno: a casa, quando voleva asciugare più velocemente i panni appena lavati, e a lavoro, quando doveva accendere il forno a legna. Aveva infatti aperto una panetteria/pasticceria che aveva subito riscosso notevole successo grazie alla velocità con cui riusciva a cucinare i panini e i dolci in tempo reale. I suoi clienti, estasiati, dicevano che doveva esserci dietro qualche magia; di fronte a quei commenti così vicini alla verità, Olive ridacchiava sotto i baffi, inventando che la sua bravura era dovuta ai numerosi anni di esperienza che aveva accumulato nel suo paese d’origine.
La sua vecchia paura di bruciare Enoch era svanita nel nulla con il trascorrere del tempo e l’aumentare dei momenti di intimità con lui. Ora le mani di Olive non scottavano più, limitandosi a lasciare sulla pelle del suo uomo una scia calda e piacevole che lo faceva letteralmente impazzire.
Anche Enoch aveva imparato a combattere i suoi demoni. Giocare con le marionette era diventato solo un hobby, dal momento che ora aveva che fare con corpi vivi. Una volta stabilitosi fuori dall’anello, infatti, si era iscritto alla facoltà di medicina e chirurgia, e dopo anni trascorsi sui libri e in laboratorio era finalmente diventato un chirurgo di tutto rispetto, stimato dai colleghi per le sue numerose qualità, le stesse che aveva sempre esercitato per puro gioco e che ora gli permettevano di salvare la vita alle persone: coraggio, impegno, precisione, pazienza, concentrazione.
Jake aveva continuato la carriera militare. Diceva sempre che, dal momento che la sua unica abilità era combattere i mostri e di mostri in carne ed ossa non ce n’erano più, allora avrebbe combattuto per la patria. Emma faceva la maestra di storia in una scuola elementare; all’inizio ambientarsi nel mondo degli umani era stato parecchio difficile per lei, dato che i vestiti svolazzanti abbinati agli scarponi di piombo la facevano apparire una sorta di strano incrocio tra una dark e una hippy, ma poi era riuscita a conquistarsi la fiducia e l’affetto di tutti, sia delle altre maestre (ammaliate dai suoi precisi e dettagliati racconti sulla seconda guerra mondiale) sia delle mamme (compiaciute per la dolcezza con cui trattava i loro bambini) e degli alunni stessi (che si chiedevano in che modo Mrs. Bloom riuscisse a riprendere ogni volta la palla incastrata tra i rami degli alberi senza l’aiuto di una scala).
Insomma, tutti e quattro avevano finalmente trovato le loro rispettive strade e tutto procedeva straordinariamente bene... o meglio, in maniera straordinariamente Speciale.





The end.
Grazie di cuore a chi ha letto e recensito

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali / Vai alla pagina dell'autore: Soly_D