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Autore: nikita82roma    20/02/2017    1 recensioni
Rick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedale gravemente ferita. Si parte da "Always" ma il percorso poi è completamente diverso.
FF nata da un'idea cristalskies e con il suo contributo.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Rick Castle, William Bracken | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Kate fissò Rick negli occhi e lesse i suoi turbamenti. Non riuscì a sostenere a lungo il suo sguardo e non perché fosse in qualche modo accusatorio nei suoi confronti, lui non l’avrebbe mai accusata di niente, ma solo perché era lei che non riusciva a vederlo così tormentato. Gli aveva appena ripetuto il contenuto del messaggio che ormai sapeva a memoria quando si appoggiò contro la sua spalla con la fronte e subito sentì la sua mano protettiva sulla sua schiena, accarezzarla con dolcezza e poi abbracciarla con l’altra liberata dalla morsa delle sue. Cosa aveva fatto per meritarsi un uomo così, uno che l’amava nonostante lei fosse la causa di tutti i suoi problemi?

- Mi dispiace così tanto Castle. - Sussurrò contro il suo collo.

- Io sono molto fortunato Beckett, loro non lo sanno. - Gli diede un colpo sulla spalla. Come faceva a voler sdrammatizzare anche in quel caso non riusciva a capirlo.

- Hanno provato ad ucciderti due volte e ti minaccio e tu dici di essere fortunato? - Chiese ironica

- Tu mi ami, sfido a trovare qualcuno più fortunato di me. - Odiava il fatto che glielo diceva in modo così serio e si odiava perché quelle parole la facevano letteralmente sciogliere e le facevano dimenticare tutto quello che aveva in mente, provocandole solo una grande voglia di baciarlo e doveva fare un grande sforzo per rimanere concentrata.

- Però sei turbato da tutta questa storia, ti prego non negarlo, lo vedo. - Gli disse accarezzandogli il volto e spostando il suo ciuffo sempre più indisciplinato.

- Non è per me. Questa mattina quando sono andato al distretto la Gates mi ha voluto parlare. Mi ha detto che voleva fare in modo di tenere al sicuro me e la mia famiglia…

- Martha e Alexis…

- Già… Ha detto che nell’auto con me poteva esserci anche lei, è stata una doccia fredda, mi si è gelato il sangue. Dannazione Kate, ha ragione! Io non ci avevo pensato! Come ho fatto a non pensarci? Lei non è al sicuro qui e non lo è per causa mia. 

- Lo sai che non sei tu il responsabile di questa storia. - Gli disse seria

- No, Kate, non ti permetto di darti colpe che non hai. In questa storia ci siamo dentro insieme, è la tua storia, ma sono io che ho insistito per indagare e riaprire il caso.

- Troveresti il modo di assolvermi anche se mi trovassi con una pistola fumante in mano - rise Kate amaramente

- Certo, perché ti conosco. E so che non avresti sparato oppure avresti avuto le tue buone ragioni per farlo - Puntualizzò Rick

- Appunto - sorrise Beckett

- Le proporrò di iniziare l’università in Europa. Ci ho riflettuto molto oggi e penso possa essere la soluzione migliore. Un semestre o un anno, è anche un’ottima esperienza di vita, e poi l’Europa le è piaciuta tantissimo. 

Castle, come sempre, aveva cominciato a progettare, era certa che in quel breve tempo avesse già visionato tutte le università possibili, fatto una scelte di quelle più adatte a sua figlia per fattori di studio e non solo.

- Non pensi che dovrebbe essere lei a decidere cosa vuol fare? - Chiese Kate smorzando un po’ del suo entusiasmo mostrato anche in quella situazione complicata. Lui riusciva sempre a vedere qualcosa di buono anche nelle situazioni peggiori e lei amava questo suo tratto in modo particolare: Castle era un raggio di luce anche nelle notti più buie.

- Quali sono le alternative? Farla vivere sotto scorta tutto il giorno o tenerla chiusa a casa? - Rick si fermò troppo tardi. Kate di fatto stava vivendo così e lui aveva sempre cercato di non farglielo pesare, ricordandogli proprio nel momento peggiore quanto questo fosse sbagliato. - Mi dispiace Kate…

- Non ti devi dispiacere. Non è colpa di nessun altro se sono in questa situazione e di certo non volevo che la dovessero vivere altre persone, soprattutto non Alexis. Mi odierà per questo.

- Alexis è una ragazza intelligente, capirà che non è colpa tua, non ti preoccupare e se non lo dovesse capire glielo spiegherò io in ogni modo possibile. - Rick la guardò negli occhi per sottolineare le sue parole

- Non voglio mettermi in mezzo in alcun modo tra te e lei, intesi Castle? - Lo ammonì Beckett. Rick si appoggiò pesantemente allo schienale del divano e Kate lo seguì. Pensò ad Alexis e a quando pochi mesi prima suo padre e sua nonna erano stati presi in ostaggio in banca, a come quella ragazza che le parlava fosse così diversa da quella che aveva imparato a conoscere negli anni, quella che si confidava con lei e che poteva immaginare di chiamare amica. Era diventata fredda, aggressiva e anche lì sembrava colpevolizzarla di non fare abbastanza per salvare suo padre. Come l’avrebbe presa adesso nel sapere che lei era la causa di così tanti problemi non solo per lui, ma per tutta la sua famiglia? Sapeva perfettamente quanto Alexis era importante per Rick e quanto suo padre lo era per lei, non poteva permettersi che per colpa sua loro potessero avere anche solo il minimo battibecco che Castle le avrebbe sicuramente minimizzato.

- Tu fai parte della mia vita, sei una parte importante Kate e questa è una cosa con la quale tutti dovranno fare i conti, esseri umani ed anche i draghi. Sai oggi dopo che sono uscito dal distretto ho fatto una lunga passeggiata. Avevo bisogno di camminare.

- Tu Castle? Allora stai proprio male! - Lo prese in giro bonariamente toccando la sua pancia non proprio da atleta.

- Forse perché dopo quello che mi aveva detto la Gates, della possibilità di una scorta, pensavo che non avrei più potuto farlo per un po’. Ti ammiro sai? Io sono un pigro, potrei stare a casa giorni interi, anche settimane e non annoiarmi. Anzi, per scelta l’ho fatto più di qualche volta in passato, sai quando l’ispirazione non sempre veniva… Ora però sarebbe diverso rimanerci e ti ho pensato. Ho pensato a te che sei sempre qui e non puoi uscire e tu non stavi mai chiusa in un posto, sei una donna d’azione. Beh, ti ammiro Kate, perché nonostante tutto questo non fai pesare la cosa a nessuno. Ti prometto che quando questa storia finirà andremo ovunque vorrai.

- Ti ho solo incasinato la vita Rick. Mi dispiace

- Sei il più bel casino che potevo sperare di trovare. 

Si baciarono dolcemente, lasciando fuori da quel bacio timori e frustrazioni, paure e tormenti. Erano quei momenti in cui riuscivano a tenere tutto il mondo fuori dal loro abbraccio.

- Ti amo Kate. - Rick continuava a baciarla, lasciando una umida scia di baci tra la bocca ed il collo, quelli che facevano letteralmente perdere il controllo a Beckett. Lui lo sapeva e ormai faceva apposta a provocarla così, quando era troppo nervosa o preoccupata e lei sapeva che lui era il miglior antistress che potesse desiderare. Il modo in cui la bocca dello scrittore lambiva il suo corpo era qualcosa che la faceva andare fuori di testa, sembrava fatta appositamente per stimolare i suoi sensi. Quando Rick smise la sua dolce tortura e si fermò a guardarla, rise del suo sguardo deluso e tornò a baciarla sulle labbra lasciandole infine con un sonoro schiocco. Mise una mano in tasca e tirò fuori il ciondolo di legno che aveva comprato quella mattina, facendolo dondolare tra le dita.

- Per te. - Le disse con un sorriso. Kate prese quel cuoricino dove sopra c’era incisa una lettera R. Era un ciondolo semplice, grezzo, di poco valore ma a lei si illuminarono gli occhi - Ecco, so che non è il regalo che ti saresti aspettato da me, che avresti preferito un diamante o  qualcosa del genere…

- Zitto scrittore! - Beckett si fiondò sulle sue labbra baciandolo avidamente. - È bellissimo. È perfetto.

- Non preferivi i diamanti? - Chiese stupito

- Non mi interessano i diamanti o i regali costosi. - Lo spiazzò. Era la prima donna che gli diceva una cosa simile. Ma Kate Beckett era così, capace di sorprenderlo ogni volta.

- Dici sul serio o vuoi solo prendermi in giro perché ti ho regalato un pezzetto di legno? - Rick continuava ad essere incredulo della felicità di lei per quel misero regalo. Era convinto che ci avrebbero riso su e lei glielo avrebbe tirato dietro, invece lo aveva preso e lo stava guardando felice.

- Non è un pezzetto di legno. È un cuore con la tua iniziale sopra. È bellissimo. - Stupito dalla sua sincera contentezza si lasciò contagiare. Eppure era lui quello che vedeva le storie dietro le cose, questa volta era stata lei a vedere di più in quell’oggetto. Decise, quindi, di continuarla.

- Se quello è il mio cuore, non c’è posto migliore dove possa stare che tra le tue mani. - Così dicendo le chiuse il pugno con dentro il ciondolo e poi lo prese tra le sue. - Qualunque cosa accada, sarà per sempre tuo.

Quel momento scherzoso era diventato qualcosa di molto di più, di quasi solenne. Kate deglutì e le parole di Rick gli provocarono un brivido lungo la schiena. Quel “qualunque cosa accada” gli evocava nefasti scenari e quasi aveva paura ad aprire la mano, come se quel ciondolo le potesse scivolare via. Castle aveva quell’innata capacità di dirle le cose più semplici creandole delle tempeste emotive, perché ogni sua dichiarazione le sembrava assumere un significato più profondo di quello che fosse, e non sapeva se era per il tono della voce, per come la guardava o per le parole stesse, ma restava sempre intimidita e intimorita dal modo puro e profondo con il quale lui le esprimeva i suoi sentimenti. Avrebbe voluto essere brava con le parole come lui e fargli capire quanto era importante per lei, così importante da essere disposta a rinunciare a tutto per lui, anche alla cosa che aveva di più cara al mondo.

   
 
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