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Autore: PrincessintheNorth    20/02/2017    2 recensioni
La storia di Morzan e Selena, per come me la sono immaginata.
Dal testo:
"Signore, padrone!" esclamò Gedric.
"Che succede?"
"Lady Selena! Sta male!"
Il terrore si impossessò di me. Oddio. Cosa poteva avere?
"Cos'ha?"
"Senso di nausea, signore!"
"Portami da lei ..."
Corsi da Selena, e la trovai distesa sul nostro letto.
Accanto a lei, una guaritrice.
Selena dormiva, sembrava tranquilla: e la donna accanto a lei sorrideva.
"Cos'è successo a mia moglie?!" gridai terrorizzato.
La donna mi guardò, sorridente. "Congratulazioni, signore. Presto Lady Selena metterà al mondo un erede."
Prequel di "Family"! Se non l'avete letta, andate a darle un'occhiata!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brom, Morzan, Murtagh, Selena | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MORZAN

EPILOGO

 

 

 

Murtagh mi fissò infuriato, gli occhi luccicanti di rabbia. 

- Okay papà. – sibilò. – Se non lo fai, io non ti dico più che ti volio bene. 
- Oh, non lo farai. 
- Dammela! – strillò, iniziando a fingere di piangere e a pestare i piedi. 

Ma col cavolo che gli avrei dato Zar’roc! 

Quel bambino era capace di uccidersi con una margherita!

- Murtagh, senti, la spada del papà è … - tentò Selena, ma lui era talmente infuriato che le afferrò i capelli e li tirò talmente forte da farle lanciare una mezza imprecazione. 
- Tu sta zitta! SIETE CATTIVIII!! – urlò buttandosi a terra e iniziando a prendere a pugni il pavimento. – VI ODIOOOO!!! 

A quel punto, stufo del capriccio che andava avanti da quattro ore, presi il piccolo da sotto le ascelle e lo tirai su. 

Mi beccai un calcio nelle costole. 

- LASSIAMI PAPAAAA!!! – strillò continuando ad agitare le gambette. 
- E invece no. – ringhiai. – Tu adesso ascolti me e chiedi scusa alla mamma. 
- NOOO!!!
- Murtagh Morzansson, obbedisci oppure niente regalo. – lo minacciai. 

Quello sembrò avere effetto. 

Mi guardò male, ma smise di prendermi a calci e brontolò sottovoce. – Scusa mamma. 

 - Bene. Adesso, veniamo a noi. Sei ancora piccolo per usare le armi … 
- IO SONO GLANDEEEEEE!!!! 
- Grandissimo, ma anche il papà è ancora troppo piccolo per certe cose. – inventai. – E tu sei troppo piccolo per usare la spada vera. La tua di legno puoi usarla. Quella del papà la puoi vedere, al massimo toccare dove ti dico io, intesi? 

Murtagh sembrò soppesare l’idea. 

Poi mi fissò truce. – Ebbabene. – sibilò. – Pelò sono ancola molto allabbiato con te. Dovlai falti peldonale. 

- Oh, e come? – ridacchiai. 
- Devi dalmi una tolta gigante. 
- Una torta? 
- Sì. 
- Hai fatto un brutto capriccio, amico. Non ti sei certo meritato una torta. – commentai. 

Murtagh trasalì. – Pelò io ti volio tanto bene. – dopo di quello, fece un sorriso da malandrino … 

Come fai a non dargli tutto ciò che vuole?

 

 

 

 

 

Mi risvegliai da quel sogno solo grazie al pianto di un bambino. 

Ero nella tenda dell’esercito con Selena, che dormiva con una mano appoggiata alla pancia che celava il nostro terzo bambino. 

Ma la mia mente era ormai attirata da quell’acuto pianto che subito riconobbi. 

Era Belle. 

Sapendo che Katherine non si sarebbe svegliata, dato che l’avevo fatta scivolare io in un sonno incantato, mi alzai e raggiunsi la sua tenda, poco distante dalla mia. 

- Ehi … 

Presi Belle dalla culla, che piangeva con un’espressione triste sul viso. 

- Che succede, bellissima? 

Iniziai a cullarla un po’, portandola fuori perché prendesse un po’ d’aria fresca. 

Era una bellissima sensazione, tenere tra le braccia quella bambina. 

Con Murtagh non avevo mai potuto farlo, anzi, mia nipote era la bambina con la quale avevo passato più tempo in tutta la mia vita. 

Praticamente la rubavo a sua madre in ogni momento, con scuse sempre diverse: "la porto a volare" era la più comune. 

Le sfiorai la mente per capire cos’avesse, e capii. 

Le mancava Murtagh. 

E vedere quei grandi e limpidi occhi grigi riempirsi di lacrime nel ricordare come il suo papà la stringeva, la coccolava e l’amore che pervadeva ogni momento passato con i suoi genitori … 

Non potei accettarlo. 

Strappatemi Selena, uccidete Dracarys, ma Belle che piange di sofferenza no. 

Fu la sua espressione a provocare nella mia mente la nascita di un piano. 

Che iniziava in quel momento.

Ci misi meno di cinque minuti a farla dormire di nuovo, il che mi sorprese: con Murtagh, farlo dormire era un’impresa. 

Non appena i suoi occhi si chiusero, la rimisi nella sua culla e svegliai in fretta Katherine, che per prima cosa cercò un pugnale. 

Le spiegai in fretta il mio piano, più che altro perché pensavo che dovesse saperlo. 

E come mi aspettavo mi chiese di venire con me. 

Fu difficile decidere. 

Da una parte, non volevo metterla in pericolo; dall’altra, sapevo che non se ne sarebbe mai stata con le mani in mano a fare la moglie indifesa. In questo era identica a Selena.

Va a finire che se le dico di no, me la ritrovo morta dopo che ha combinato qualcuna delle sue, commentai tra me e me. 

Così accettai, e il suo viso fu illuminato da un gran sorriso che prometteva vendetta e speranza. 

 

 

 

La sorpresa sul volto di Selena quando, da partiti in due, tornammo in quattro, fu impagabile. 

Scesi in fretta da Dracarys e andai verso Belle. 

- Ehi, piccola. – attirai la sua attenzione e mi fissò incuriosita. – Guarda un po’ chi c’è là con la mamma … 

Guardò verso la sua mamma, e non appena lei e Murtagh si videro … 

Missione compiuta. 

 

 

 

 

 

Lo schiaffo no. 

Avevo sopportato di vedere Selena fisicamente e psicologicamente distrutta, Katherine messa peggio di lei, Belle incatenata. 

Ma lo schiaffo che Galbatorix diede a Selena … 

Quello non potei accettarlo. 

Uscii allo scoperto, seguito da Murtagh, Arya ed Eragon, incurante delle preghiere di Sel. 

- Lasciali. – ringhiai. 

Ottenni solo risate di scherno. 

- Non potete farmi proprio niente. – commentò lui. – Solo obbedirmi. Li libererò … ma ad un prezzo. Sceglietene uno da uccidere, o tutti tornerete al mio servizio. Ti piacerebbe, Morzan? – rise. – Non avrai dimenticato Mavis, spero. 

Nel sentire il suo nome, l’antico dolore ribollì, mai risolto e mai dimenticato.

Per un attimo, rividi il suo corpo esanime riverso tra le mie braccia, l’ombra del suo ultimo sorriso impressa sul volto mortalmente pallido.  

Come osava fare il suo nome?! 

- Stanotte verrà vendicata. – sibilai estraendo Zar’roc dal fodero. 

Ricordai le lacrime di Derek nel vederne il corpo martoriato. 

Ricordai le mie, di lacrime, nel perdere mia sorella e mio nipote.  

Ci chiese di nuovo di scegliere. 

Ci rifiutammo, e ci ritrovammo immobilizzati. 

Un incantesimo scomodo, ma semplice. 

Raggiunsi le menti degli altri, tranquillizzandoli e iniziai a lavorare al controincantesimo, ma lui afferrò Katherine per le manette. 

Il pugnale luccicò di morte mentre lo sollevava … 

- UCCIDI ME! 

Murtagh gridò, facendo esattamente il suo gioco. 

Galbatorix non avrebbe mai ucciso davvero Katherine: gli serviva in quanto Cavaliere e in quanto perfetta arma da usare per controllare Murtagh.

No, ragazzino, aspetta …  

Ovviamente ignorò me e sua madre e giurò al re. 

Tornando uno schiavo, un reietto … degno figlio di suo padre, come l’avevano definito tutti. 

Ma fu quando Galbatorix pugnalò Katherine allo stomaco che capii davvero. 

Senza Katherine, Murtagh non avrebbe più avuto bambini, il suo vero nome non sarebbe mai cambiato e di conseguenza sarebbe rimasto suo per l’eternità. 

L’urlo di mio figlio e il suo pianto quando Katherine chiuse gli occhi mi straziarono l’anima. 

E il dolore che mi provocarono liberò in me abbastanza energia da riuscire ad oppormi all’incantesimo del re e alzare Zar’roc. 

E, dopo centoventi anni di schiavitù, liberarmi dalle catene, trafiggendolo. 

 

 

 

 

 

 

 

DIECI ANNI DOPO

 

 

 

- Papààààà!!!

Mavis corse verso me e Selena, negli stranamente assolati giardini di Winterhaal. 

Dopo la caduta di Galbatorix ci eravamo ripresi il nostro castello tra il lago e le montagne, ma spesso andavamo al Nord, anche perché Murtagh e Katherine erano rimasti lì e la moglie di Eragon, Serena, era del Nord.

- Ehi, piccola. - mi saltò in braccio, stringendomi le braccia al collo. - Tanti auguri!

Era il giorno del suo decimo compleanno e aveva detto di voler festeggiare al Nord. “Katie è incinta, papà” aveva detto, sorprendendo sia me e sua madre per la saggezza di quelle parole. “Non voglio che si sforzi”. 

Perciò, la festa che avevamo intenzione di organizzare a casa l’avevamo fatta lì, e i giardini della capitale erano addobbati a festa con nastri oro, rosa, argento e bianco, come lei aveva voluto. 

Era stata Mavis, più che altro, a organizzare la festa: non aveva voluto minimamente che io e Selena ci intromettessimo, ma lo stesso discorso non era stato esteso a Katherine e, soprattutto, a Belle: zia e nipote si adoravano alla follia ed erano palesemente migliori amiche. 

- Hai visto che regalo mi hanno fatto Katie e Murtagh? - sorrise, gli occhi brillanti di felicità. 
- No, cos’è?
- UNA CORONA!!! 

E mi mostrò una tiara d’argento, decorata con zaffiri e ametiste che riprendevano il colore azzurro-viola dei suoi occhi. 

- Mettila, allora, no? 

Fece un sorriso emozionato e poi Selena la aiutò a mettersi il diadema. 

Era bellissima. 

Subito dopo scappò via per andare a giocare con Nadara, anche se poi le vedemmo litigare. 

Feci per alzarmi e andare a sedare la lite sul nascere, ma Selena mi tenne giù. 

- è solo una lite. - sorrise pacata, iniziando a riordinare la moltitudine di giocattoli, abiti e gioielli che la nostra piccola aveva ricevuto. 

L’attimo dopo, fu Grace, l’ultima arrivata, a saltarmi in braccio. 

- E tu cosa vuoi, eh? 
- Che fai le magie quelle tuuuuutte che scintillano! - sorrise la piccola. Aveva solo tre anni, ma era già sveglia. 

Somigliava tanto a Murtagh, lei. 

Gli stessi occhioni grigi brillavano d’intelligenza sul suo viso, ma il nasino all’insù era innegabilmente di sua madre. 

- Tipo queste? 

Mi bastò far comparire delle scintille perché la bambina fosse contenta, e un secondo dopo scappò via verso Katherine. 

Vidi Mavis correre da Murtagh, irritata, e poi lui, la bambina e Katherine raggiungere Nadara. 

Pochi attimi, e le due giocavano insieme come prima. Diedi un’occhiata a Belle, che stava facendo le coccole al suo drago argenteo, e a Killian, che giocava alla guerra con degli amichetti. 

Mi buttai sull’erba morbida, godendomi il sole dell’estate, ma ovviamente non feci in tempo che la mente di Murtagh raggiunse la mia. 

KATHERINE STA PARTORENDOOO!!!, gridò terrorizzato. 

Calmati. Ai bambini ci penso io, lo rassicurai, anche se non so quanto funzionò. 

 

 

 

 

Tre ore dopo, vidi Belle uscire di corsa dal palazzo, il fiato corto. 

- Allora? - fece Selena, preoccupata. 

Un gran sorriso illuminava il volto della nostra prima nipotina. 

- Sono due gemelli! - sorrise ravviandosi i boccoli biondo scuro. - Un maschio e una femmina. Papà mi ha detto di andare a dirlo a tutte le città con Killian!

E corse via, saltando sul suo drago con suo fratello e spiccando il volo. 

Le grandi ali del drago oscurarono per un momento il sole, e io e Selena la guardammo allontanarsi. 

 - No, io la seguo … - iniziai a dire, ma lei mi fulminò. 
- Murtagh sa quello che fa. - mi rimbeccò. 
- Murtagh è un ragazzino irresponsabile sfornabambini … 
- Murtagh ha trentaquattro anni. Belle starà bene. - rise, poi si sollevò sulle punte dei piedi. - Anzi … ti consiglio di risparmiare le tue preoccupazioni. 

Quel consiglio mi fece strano. 

- E perchè?

Un gran sorriso le illuminò il viso. 

- Aspetta nove mesi e vedrai. 

Detto questo, se ne andò, lasciandomi lì, imbambolato e intento a metabolizzare.

Era incinta. 

A quel punto la rincorsi, la presi per i fianchi e la sollevai, facendola girare in aria e beandomi della sua risata. 

- Un altro?! - gridai stupito. 
- Un altro. - sorrise baciandomi. 

Sospirai, pazzo di gioia, e la strinsi a me. 

C’erano voluti giusto centocinquant’anni, ma finalmente avevo una vita se non perfetta, la più bella che potessi mai immaginare. 

 

FINE. 

 

 

 

 

E anche questa storia è giunta al termine ... il ritardo nella pubblicazione dell'epilogo è dovuto principalmente a due motivi: quello che avevo scritto non mi convinceva e volevo fare qualcosa di decente ... okay, in realtà non ce la facevo a separarmi dalla storia, soprattutto perchè non avevo altri progetti. Adesso li ho, perchè a breve arriverà la traduzione di una storia (sempre nel fandom di Eragon) pubblicata su fanfiction.net, con il permesso dell'autrice che ho già ottenuto, quindi sono riuscita a postare questo capitolo con il cuore più leggero. 
Anyway, passiamo ai ringraziamenti!
Prima fra tutti, la mitica Rosanera Rinnegata!
I tuoi poemi mi hanno accompagnata durante tutto questo fantastico percorso ed è diventata un'abitudine leggere le tue recensioni alla sera, anche se spesso non rispondevo più che altro per mancanza di tempo o perchè non sapevo che altro dire se non "ehi, sono troppo d'accordo!": in tali casi il rischio spoiler sarebbe stato altissimo, perchè se ho un vizio è proprio quello di fare spoiler ovunque! 
è stato fantastico trovare un'altra persona che adorasse Morzan e che pensasse che non fosse così cattivo come Chris lo fa passare (anche se Morzanstronz fa la sua figura pure lui) e un bel po' delle tue idee che mi hai scritto nelle recensioni le ho usate nei capitoli, come per la passeggiata al chiaro di luna di Morzan e Selena!
Grazie mille per tutto il sostegno!


Eragon90:
il pugile della situazione! la prima cosa che hai scritto è "vediamo se c'è qualcuno da prendere a pugni" e li sono veramente morta dal ridere. Sei stato il primo a commentare la mia prima storia su questo fandom e ringrazio con tutto il cuore anche te per il sostegno dimostratomi. 



Che la vostra spada resti affilata!

A presto, dalla vostra

   
Renes Mikaelson. 

 

   
 
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