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Autore: Meramadia94    21/02/2017    1 recensioni
Riguardando gli episodi riguardo al caso dell'uomo che fischiettava mi è venuta un'improvvisa ispirazione e non ho resistito.
E se quella notte le cose fossero andate in maniera leggermente diversa?
Riusciranno Sato e Takagi a dirsi ciò che provano l'uno per l'altra prima che sia troppo tardi?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Detective Boys, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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'' Ci tenevo solo a ringraziarla...''- fece Shiratori aiutando la signorina Kobayashi a mettere nella macchina che le aveva prestato la scuola, l'ultimo scatolone contente i vecchi compiti scolastici di Eiki Nabei -'' Grazie al suo suggerimento, presto potremmo essere in grado di riportarlo a casa.''
'' Me lo auguro... sa... per la sorella del suo collega.''- fece la docente. Aveva appreso dai giornali prima e dal preside poi che un assassino era fuggito con un poliziotto in ostaggio e sulle prime aveva pensato che fosse solo una brutta faccenda... ma poi aveva visto la sorella di quell'uomo, poco più di una bambina, l'aveva guardata negli occhi... ed aveva visto una bambina spaventata che si sarebbe contentata persino di un' illusione pur di levarsi dalla testa l'immagine di suo fratello a terra, ferito se non peggio...
'' Lo so... è per lei che mi auguro di trovarlo quanto prima.''- fece l'ispettore -'' Sa, è una ragazza che da fuori sembra fragile e delicata come il nome che porta, ma dentro ha la forza di una tigre... solo che tutti prima o poi crolliamo. Specie quando vediamo il nostro mondo andare in pezzi.''
'' La conosce da tanto?''- chiese la maestra -'' Ho visto come ha cercato di calmarla e mi hanno detto che le sta molto vicino...''
Shiratori arrossì distogliendo lo sguardo -'' A dire il vero ci siamo conosciuti in questa occasione... ma sa.... lei e suo fratello sono fatti così... uno sguardo e conquistano tutti.''
La ragazza gli sorrise e per un attimo, almeno agli occhi dell'ispettore, la donna ringiovanì di almeno vent'anni, trasformandosi in una graziosa bambina di otto anni, con gli stessi lineamenti che caratterizzavano Miwako, ma infinitamente più dolci.
Di differente aveva solo gli occhiali, ma non gli era molto difficile immaginarla senza... non aveva dubbi.
Era lei.
Era lei la ragazza della libreria... ed era lei l'unica persona per cui il suo cuore aveva sempre battuto
'' Anche a me sarebbe piaciuto far parte della polizia... specie dopo quel giorno.''- fece la donna salendo in auto sul sedile del passeggero, seguita a ruota da Shiratori che si mise al posto di guida per riaccompagnarla a scuola.
'' Quale giorno.... se non sono indiscreto...?''- fece Shiratori con una punta di speranza nella voce.
'' No, non si preoccupi...''- fece la maestra sorridendo -'' Sono passati circa vent'anni da allora... stavo tornando a casa da scuola quando decisi di fermarmi in una libreria a leggere. Fu allora che mi accorsi che due ragazzi delle superiori stavano rubando dei fumetti... mi darà della pazza, ma in quel momento venni presa dalla voglia di fermarli.''
Shiratori quasi inchiodò di colpo malgrado il semaforo fosse verde.
'' Ehy, tutto a posto?''- fece la signorina notando che il poliziotto aveva assunto lo stesso colore di un pomodoro.
'' Sisisisisi....''- fece Shiratori riprendendo a guidare -'' prego, vada avanti...''
'' Ok...''- fece la maestra anche se non riusciva a capire tutto l'interesse del poliziotto per un aneddoto della sua infanzia - '' In mio soccorso venne un ragazzino che aveva circa la mia età, ma che aveva già dimostrato di conoscere a menadito tutto il codice penale ed è riuscito a farli scappare con la coda tra le gambe.''- fece la maestra, sorridendo leggermente al ricordo di quei due ragazzi strafottenti al massimo che si erano fatti mettere in fuga da una bambino di prima elementare.
'' Poi che è successo....?''- fece Shiratori, imponendosi un autocontrollo da far quasi paura per non dirle di essere lui quel bambino di vent'anni prima... scoppiava di felicità al pensiero di averla ritrovata, e senza pericolo di sbagliare questa volta... ma aveva paura.
Paura che la signorina gli dicesse che per lei quell'incontro era stato interessante, ma che poi non ci aveva più pensato nemmeno per un giorno, mentre lui aveva passato gli ultimi vent'anni a pensare a lei, e alla famiglia che avrebbero potuto costruire assieme...
Paura che gli confidasse di essersi innamorata e forse sposata con un'altra persona...
Forse aveva ragione Sakura.... affidarsi solo ed unicamente al destino era una scelta da folli sognatori.
'' Non ci incontrammo mai più.''- fece la signorina Kobayashi -'' La sera di quel giorno, quando tornai a casa, mia madre mi disse che mio padre aveva ricevuto un'offerta di lavoro migliore a Tottori e ci siamo trasferiti... io tornai a Tokyo non appena ho compiuto vent'anni per frequentare l'università e per lavorare.''
E questo spiegava il perchè, malgrado fosse tornato spesso in quella libreria ed in quel quartiere nella speranza di ritrovarla, almeno per sapere il suo nome, non l'avesse mai più rivista.
'' Speravo di poterlo rivedere un giorno... solo che non so nemmeno come si chiama, dove andava a scuola.... per quanto ne so potrebbe anche non ricordarsi per niente di me, potrebbe anche essersi fatto una famiglia tutta sua... e non gli darei torto...''
'' Se io fossi quell'uomo...''- fece Shiratori -'' E mi fossi formato una famiglia con un'altra donna.... dimenticandomi di una persona così coraggiosa ed onesta... sarei stupido.''- fece l'ispettore facendola arrossire.
'' Lei è molto gentile.... ma non posso pretendere che qualcuno mi attribuisca la stessa importanza che io ho dato a lui in una mezza volta che ci siamo visti...''- seppur molto intensa -'' e non posso pretendere che abbia aspettato per vent'anni qualcuno che magari nemmeno sarebbe tornato...''
'' Sa... che cosa diceva sempre mio padre...?''- a dire la verità era il suo pensiero, che aveva usato anche nel tentativo di fare colpo su Sato quando si erano ritrovati per un miai andato a buca, ovviamente per lui -'' Che se qualcosa succede, non è mai un caso... e che se due persone sono destinate a stare assieme, possono passare anche secoli, e possono spuntare tutti gli ostacoli immaginabili... alla fine ci si ritrova. Sempre e comunque.''
O almeno se lo augurava.
Lui aveva appena ritrovato la persona a cui aveva pensato per quasi tutta la sua vita, e con sua enorme  gioia aveva constatato che nemmeno lei lo aveva dimenticato e che anzi sembrava tutt'ora desiderosa di poterlo reincontrare almeno una volta... ma le circostanze in cui si erano ritrovati ( anche se lei probabilmente non lo aveva ancora riconosciuto) non si potevano certo definire piacevoli.
Lui aveva appena ritrovato l'amore della sua vita, mentre una sua collega non sapeva nemmeno se sarebbe riuscita a vedere il suo amato per dirgli almeno addio... aveva cercato di rassicurare Sakura sul fatto che se l'obiettivo di Nabei era vendicarsi della morte di suo padre era assai improbabile che scaricasse la sua collera anche sul poliziotto che aveva rapito... ma la verità era che non sapeva quanta rabbia repressa si portasse dentro. E se la rabbia che lo bruciava vivo non si era estinta nel momento in cui aveva tolto la vita al carnefice del padre, allora non era così assurdo pensare che potesse sfogarla proprio su Takagi... per quanto innocente potesse essere.
E se Takagi avesse tentato la fuga,perchè sapeva per certo che non era un uomo che si arrendeva ad una situazione disperata senza nemmeno fare un tentativo, allora era certo che Nabei lo avrebbe massacrato.
Ma si era guardato dal dirlo a Sakura, anche se non per cattiveria o per darle false speranze. Cercava di proteggerla come poteva.
Dopo tutto quello che aveva fatto passare al collega, ingiustamente per di più, era il minimo visto che per ora non era in grado di trovarlo e tenerlo al sicuro.
'' Lo trovi.''- fece la docente una volta scesa dalla macchina quando questa arrivò alla scuola elementare Teitan -'' Lo riporti a casa. Lo faccia per quella ragazzina.''
Shiratori annuì e salì in auto.
'' Oh...''- fece la signorina -'' E mi tenga informata, la prego.''
Dopo un ultimo cenno di assenso, rimise in moto e si diresse verso la villetta dei Nabei.

'' Ok.... inspiri... espiri.''- fece un uomo che avrà avuto non più di cinquant'anni con le mani sulla schiena del poliziotto che si era messo a sedere sul letto.
Takagi fece come gli era stato ordinato. Prese prima un respiro profondo e dopo pochi secondi svuotò lentamente i polmoni.
'' Ok, si può rivestire...''- poi si rivolse a Nabei che per tutta la durata della visita non aveva fatto altro che picchiettare l'indice della mano destra sull'avambraccio della sinistra -'' Niente di serio, una normale influenza... probabilmente ha solo preso freddo, niente che non si possa risolvere con due o tre giorni di riposo...''- nel dir così prese una scatola di  medicine e le porse a Nabei -'' Da non assumere a stomaco vuoto.''
'' Certo, la ringrazio...''- fece Nabei.
'' Ma volete spiegarmi come ha fatto ad ammalarsi e cosa ci fate qui?''
Nabei iniziò a sudare freddo e s'irrigidì come se lo avessero appena folgorato.
Non aveva minimamente pensato ad un alibi. Era stato talmente preoccupato che il medico lo riconoscesse e chiamasse immediatamente la polizia e concentrato a pensare a come convincerlo a non denunciarlo almeno per il tempo necessario a prestare a Takagi le cure necessarie, che non aveva tenuto lontanamente in considerazione che magari c'era la possibilità che quell'uomo non lo riconoscesse e quindi ad inventare una balla credibile per giustificare il motivo per cui si trovassero in un posto così sperduto.
'' E' stata tutta colpa mia...''- intervenne Takagi -'' Eravamo in villeggiatura per qualche giorno. Anche se c'erano chiari segni che stava per piovere, ho voluto fare una passeggiata nei boschi.... quando si è scatenato il temporale sono tornato subito a casa, ma purtroppo ero già lontano e mi sono preso tutta la pioggia... e nel correre sono caduto come un sacco di patate e mi sono pure fatto male alla fronte.''- nel parlare così al medico rivolse uno sguardo d'intesa al suo sequestratore, consigliandogli di reggergli il gioco.
Nabei non capì bene il motivo per cui il poliziotto avesse accampato una scusa, quando invece avrebbe potuto dire la verità, ma non ci pensò troppo a lungo e dopo pochi minuti accompagnò il medico alla porta, ringraznadolo per l'aiuto ricevuto.
'' Tu sei la persona più strana che abbia mai incontrato, lo sai?''- fece Nabei una volta che fu certo che il medico che aveva mandato a chiamare fosse abbastanza lontano.
'' Come mai?''- fece Takagi stendendosi sul letto.
'' E me lo chiedi pure?''- fece Nabei -'' Di solito una persona tenuta prigioniera da un assassino fa di tutto per tentare di scappare o epr chiedere aiuto. Tu invece... non gridi, non cerchi di difenderti, e nemmeno cerchi di far capire a chi viene qui dall'esterno che sei qui contro la tua volontà....
Perchè non mi hai denunciato?''
'' Perchè tu ti sei esposto solo per cercare un dottore per farmi stare meglio?''- fu la risposta del poliziotto.
'' Che razza di domande fai...''- fece Nabei, prontamente interrotto dal poliziotto -'' Cosa vuoi che ne...''
'' Non sai che fartene di un ostaggio morto, lo so.''- fece il poliziotto -'' Ma ti faccio notare che avresti avuto più possibilità se mi avessi lasciato qui o non fossi andato a chiedere aiuto...  lo vedi? Che non sei il mostro apatico e disinteressato della vita di tutti che vuoi far credere?''
'' Forse... chi può dirlo con sicurezza?''- fece Nabei -'' Tutto ciò che ti chiedo è ancora qualche giorno di pazienza. Appena ti sarai ripreso torneremo in città...''
O almeno sperava di avere ancora qualche giorno.
E non per avere il tempo di imbarcarsi per un paese senza estradizione, ormai aveva deciso di fermarsi, anzi di tornare indietro e di fare quello che Hiramune non aveva fatto: ammettere la sua colpa e scontare la giusta punizione. Un modo per dimostrargli che tutto sommato, anche se avevano commesso lo stesso imperdonabile reato, rimaneva sempre un uomo migliore di lui. Ed era un modo per chiedere perdono a suo padre per la delusione arrecatagli.
Solo che iniziava a temere che  l'azzardo commesso, non gli avrebbe reso possibile attuare questo progetto.
''... o magari è solo questione di due ore...''- fece Nabei. Anche se il medico non aveva dato segni di ricordarsi di nessuno dei due e di essersi bevuto la storiella della villeggiatura, nulla gli avrebbe impedito di ricordarsene in un futuro non troppo lontano. Sarebbe bastato aprire un giornale o vedere un notiziario e di sicuro avrebbe allertato la polizia dandogli coordinate molto precise.
'' Ed in quel caso non sarebbe una buona cosa...''- fece Takagi. Anche se in quel momento l'unica cosa che desiderava era tornare a casa per dire a Miwako che non riusciva ad immaginare nemmeno un giorno di vita senza di lei e che l'avrebbe aspettata anche per sempre se glielo avesse chiesto o fatto capire, e per consolare Sakura che quasi certamente era terrorizzata al pensiero di perdere anche lui, adesso l'unica cosa che riusciva a sperare e desiderare era che tardassero a trovarlo.
Almeno di tre o quattro giorni... il tempo necessario che riuscisse a fare sessanta passi senza barcollare a causa delle vertigini o per la nausea, tornare in città e permettere a Nabei di consegnarsi spontaneamente alla polizia.
Arrendersi e decidere di costituirsi lo avrebbe aiutato molto al processo, lui stesso avrebbe fatto del suo meglio per aiutarlo... ma ci sarebbe stato poco da sperare se la polizia li avesse trovati nei giro di qualche ora.
'' Tu non pensarci e soprattutto non preoccuparti: sprechi solo energie.''- fece Nabei obbligandolo a sdraiarsi e mettendogli un asciugamano bagnato sulla fronte -'' Riposati. Dovremo camminare parecchio per arrivare alla fermata dell'autobus. Io intanto cerco di mettere insieme qualcosa da mangiare, così potrai prendere le medicine.
Nel dir così lo lasciò solo, tenendo aperta la porta per assicurarsi che stesse bene. Takagi si accoccolò sotto le coperte, cercando di prendere sonno.
Si sentiva meglio, anche se era costretto ad ingoiare diverse volte per trattenere i conati di vomito ed aveva un cerchio alla testa. Inoltre il polso su cui era caduto quando Nabei lo aveva colpito iniziava a fargli male, ma cercò di non pensarci, concentrandosi sugli occhi viola di Miwako che lo accompagnarono sino al momento in cui finalmente, Morfeo lo venne a prendere.
Alla casa dei Nabei, oltre agli addetti, all'agente Chiba, Sato e l'ispettore Megure, impegnati nella perquisizione della villetta alla ricerca della fantomatica scatola dei segreti vi erano anche Sakura, una volta constatato che non sarebbero stati capaci di farla desistere dal partecipare all'indagine sino all'ultimo secondo nemmeno minacciandola, e i Giovani Detective.
In fin dei conti, nelle cacce al tesoro o per trovare il nascondiglio segreto di un bambino, erano proprio i bambini gli esperti in materia. Un aiuto da non sottovalutare.
Anche se non vi era molto da cercare.
Gli addetti avevano aperto mobili, cassetti, la credenza ed avevano trovato poco o niente: pochi vestiti e ancora meno stoviglie. Come se in quella casa non ci avesse mai abitato nessuno.
In compenso, i quadri, i soprammobili e le apparecchiature tecnologiche erano rimaste le stesse di quando vennero scattate le foto per i primi rilievi per l'omicidio dell'avvocato Nabei.
'' In questa casa...''- fece Sakura perquisendo l'armadio della camera da letto di Eiki Nabei prendendo persino a pugni il fondo dell'armadio per assicurarsi che non vi fosse un sottofondo  e quindi qualcosa di nascosto -'' il tempo pare essersi fermato.''
'' Già...''- commentò Shiratori raggiungendola -'' polvere e ragnatele a parte... trovato qualcosa?''
'' Macchè.''- fece la ragazza -'' almeno sapessimo se questa scatola segreta esiste...e di quale materiale è fatta, riusciremmo a capirci qualcosa...''
'' Giusto...''- fece Conan apparendo davanti a loro -'' proviamo a ragionare su questo. Ammettiamo senza remore che questa cosa esista, solo per un attimo.'' - propose il piccolo detective.
'' Allora... escludiamo pure che si tratti di una scatola di cartone o da scarpe.''- fece l'ispettore Shiratori -'' se parliamo di un posto in cui erano conservate gelosamente cose che Nabei non voleva condividere con gli altri abitanti della casa, è abbastanza improbabile che si tratti di un qualcosa accessibile a tutti.''
'' Se poi contate che la madre di Nabei era casalinga e quindi passasse molto tempo a pulire la casa, non era così improbabile che aprisse la scatola per sapere cosa c'era dentro...''- fece Ayumi seguita a ruota dai suoi amici.
'' Però se  il colpevole ci avesse scritto sopra che era segreta e che non andava aperta...''- fece Genta -'' allora non l'avrebbe aperta, no?''
Shiratori rise nervosamente -'' Come si vede che non sai niente di donne, caro mio.... credimi, te ne accorgerai... mai conosciute creature più curiose e ficcanaso di loro...''
In quel momento l'ispettore si trovò preso in mezzo a quattro fuochi: Sakura, Ai, Sato che nel frattempo li aveva raggiunti per iniziare a perquisire la stanza dei genitori, e persino la piccola Ayumi, sentendo il genere femminile offeso, lo fissarono con una faccia da orco.
L'ispettore sentì un brivido freddo attraversargli la schiena e tentò di salvarsi in contropiede -'' Ma le madri sono campionesse in questo.... tutte le altre non sono così brave a ficcanasare...''
'' Vabbè...''- fece Sakura riportando gli occhi sul bersaglio -'' Quindi è qualcosa che si può chiudere...''
'' Potrebbe essere davvero uno scrigno allora...'' - fece Mitshuiko- '' forse è una scatola di legno strutturata come un bauletto... la mia mamma ha l'hobby di decorarli e molti hanno la chiusura a scatto.''
'' Dimentichi un particolare.''- fece Ai non senza fulminare Shiratori con lo sguardo -'' Anche se mi secca ammetterlo Shiratori ha ragione.
Se io mettessi in ordine l'armadio di mio figlio e mi ritrovassi davanti ad una scatola simile, mi chiederei come c'è arrivata e sicuramente la aprirei per scoprirne il contenuto... no, parliamo di un contenitore abbastanza voluminoso, ma difficile da aprire, forse con una combinazione.''
'' Beh, di certo salta all'occhio...''- fece Sato -'' Ma qui in casa non abbiamo trovato nulla di simile...''
'' Forse l'ha affidato a qualche amico di cui si fidava... forse programmava di scappare subito dopo il delitto ed aver distrutto tutto quello che poteva portare a lui, ma non voleva distruggere i suoi ricordi e li ha affidati a qualcuno.''- ipotizzò Ayumi.
'' No, piccola.''- fece Sakura -'' è un'ipotesi che purtroppo non regge. Dai dati raccolti sinora Nabei non ha mai frequentato nessuno se non durante le ore di scuola e passava tutto il suo tempo chiuso in camera sua.''
'' Inoltre, ammettendo che avesse deciso di uccidere Hiramune e poi scappare è impensabile che abbia affidato a qualcun'altro una cosa del genere.''- fece Conan -'' di sicuro quella persona avrebbe collegato i due fatti ed avrebbe già portato il tutto alla polizia.''
'' Inoltre, quegli oggetti erano l'unico legame che aveva con un passato felice...''- aggiunse Sato -'' non c'era nessun valido motivo per decidere di  disfarsene o di darli via... ''
'' E' comunque...'' - aggiunse Shiratori -'' dalle valutazioni psicologiche che degli esperti gli hanno fatto dopo l'omicidio del padre ed il ricovero della madre risulta un soggetto che non riesce a dare fiducia a nessuno. Teneva a distanza chiunque, persino l'insegnante più benvoluta di tutta la scuola... io non ce lo vedo ad affidare una cosa così preziosa a qualcuno che nemmeno conosce.''- l'unico che poteva corrispondere a tale descrizione era il collega del padre che aveva assunto la tutela legale di Eiki Nabei dopo l'incidente, ma questi era morto il mese scorso e Nabei aveva scoperto la verità sulla morte del genitore solo pochi giorni prima, quindi non sarebbe potuto essere lui in nessun modo.
'' Siamo in alto mare purtroppo...''- fece Sato -'' forse siamo stati troppo ottimisti sull'esistenza di una scatola del tesoro...''
'' Magari non è in casa... o per lo meno non in questa...''- fece Sakura che ancora non voleva arrendersi -'' forse l'ha lasciata a casa del suo tutore legale...''
In quel momento Conan andò a guardare fuori dalla finestra.
La possibilità che non fosse in casa gli aveva fatto sorgere un dubbio da cui poteva nascere un'ipotesi... piuttosto azzardata ma molto plausbile.
Un posto da cui poteva controllare il nascondiglio dei suoi segreti... un posto che era certo sua madre e suo padre non sarebbero riusciti a trovare...
'' Scusate...''- fece Conan -'' Il signor Nabei non ha mai avuto un cane, vero?''
Sato e Shiratori si guardarono sopresi per l'affermazione del bambino ma poi dissentirono entrambi.
'' E allora i casi sono due... o il giardino è invaso da talpe giganti o sotto l'albero che si vede da questa stanza c'è sepolto qualcosa... e a giudicare dalla quantità di terra smossa dev'essere qualcosa di bello grosso oltre che molto recente.''
Sato si precipiò alla finestra e per avere una visuale migliore la aprì. Conan aveva ragione. Sotto quell'albero, l'unico di quel piccolo spazio verde delimitato dal vialetto d'ingresso, c'era qualcosa.
Senza la minima esitazione e cogliendo di tutti di sopresa si arrampicò sul davanzale della finestra e con l'agilità degna di un acrobata  saltò giù, tra lo stupore e la meraviglia generale.
Immediatamente si mise a scavare a mani nude sotto l'albero alla disperata ricerca dell'oggetto per cui avevano messo sottosopra l'intera abitazione. Non sapeva se quell'oggetto era veramente là sotto e non sapeva nemmeno se dentro ci avrebbe trovato qualcosa che l'avrebbe aiutata a trovare Takagi per riportarlo finalmente a casa, ma al momento quella speranza sottile come il filo di una ragnatela era tutto ciò che aveva.
Quando suo padre e Matsuda erano morti invece non aveva nemmeno quella... sapeva che sperare era inutile aggrapparsi ad una speranza che non aveva ragione d'esistere... ma se lo sentiva, con Takagi la speranza c'era e sarebbe sopravvissuta fino all'ultimo secondo.
Ed anche se così non fosse stato.... una persona razionale ed assennata come lei in genere non sarebbe stato nemmeno in grado di pensarla una cosa del genere, ma forse in certi casi era meglio l'illusione della disperazione.
A furia di scavare, le sue unghie urtarono qualcosa di metallico.
'' QUI C'E' QUALCOSA!!!''- gridò con quanto fiato aveva in gola.
Shiratori, Sakura e i bambini scesero le scale a rotta di collo per raggiungerla, ed in breve anche Megure fu sul posto.
'' Che hai trovato....?''- fece Sakura ansimando per la corsa.
Sato, senza rispondere, afferrò la maniglia della cassetta che aveva trovato.
Somigliava molto ad una cassetta per gli attrezzi, di colore rosso vivo, e con l'apertura a combinazione.
'' Forse Wataru...''- ansimò la poliziotta felice.
  
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