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Autore: hart    21/02/2017    3 recensioni
Nella Foresta Incantata c’è un nuovo Oscuro che farà da guida alla giovane Regina. Ma non tutto è come sembra. Il passato potrebbe cambiare il futuro, o forse è il contrario.
SwanQueen what if con accenni alla sesta serie.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due anni dopo.



Emma apparì improvvisamente nella stanza di Regina da vorticoso fumo nero e dorato.
«È il momento.» annunciò, cupa.
Regina, che dormiva beatamente, si tirò a sedere di scatto fulminandola con lo sguardo. Odiava quel suo modo di fare.
«Ti sembra il modo di entrare nelle mie stanze?!»
«Sta per partorire.» Emma disse soltanto. Il suo sguardo vagò sul corpo della regina poi, una lieve malinconia negli occhi.
Regina sorrise alzandosi dal letto, una sottoveste nera a coprirla appena dal suo sguardo.
«È il momento.» disse, emozionata, impaziente.
L'Oscuro annuì tornando a guardarla negli occhi.
«Raduna gli stregoni.» disse prima di svanire.
 
 
 
 
 
Emma apparve nel castello dei Charmings. Si rese invisibile, e osservò suo padre lottare contro le guardie nere con la neonata in braccio. Con quieto dolore lo vide crollare, ferito quasi a morte, dopo averla messa nel tronco intagliato. Osservò la sua vuota cavità quando le guardie lo aprirono per scoprire che la bambina era svanita. La immaginò apparire nella foresta con August. 
Con il cuore in pezzi, e felice al contempo, si voltò sentendo altri rumori. Sua madre entrò, disperata nel vedere il marito morente. Regina, furiosa, cercava la bambina, futilmente. Ma il sortilegio stava inghiottendo ogni cosa: aveva vinto lo stesso.
Un attimo prima che la magia la travolgesse, Emma estrasse il pugnale e lo conficcò nel suo petto.
 
 
 
 
 
Bianco. Fu il suo primo pensiero. Non c’era niente sopra di lei. Si mosse, e il suo corpo improvvisamente acquistò un peso, una forma.
Colonne, bianche. Non era vero che non c’era niente. Emma si voltò a guardarle, e sentì i capelli solleticarle la guancia. Li guardò. Biondi, lunghi, leggermente ondulati. Li toccò, come non faceva da tempo.
«Non dovresti essere qui, Salvatrice.»
La donna scattò in piedi, spaventata. L’uomo che stava fermo, in piedi alle sue spalle, vestito solo di una lunga tunica bianca stretta in vita da una cintura, le sorrideva benevolo.
«Chi sei?» gli chiese, la fronte corrucciata dalla confusione. «Dove sono?»
Il sorriso dell’uomo si allargò appena.
«Zeus.» si limitò a rispondere.
Emma spalancò gli occhi. Si rilassò un po’ tuttavia, anche se una dolorosa consapevolezza la avvolse.
Abbassò lo sguardo lucido.
«Sono…»
«Morta, sì. Ma non dovresti.»
La Salvatrice tornò a guardarlo.
«Ho dovuto. Dovevo salvarla.» disse in un sussurro disperato. Il dio le rivolse uno sguardo carico di compassione.
«E sacrificarti?»
Emma annuì e riportò gli occhi a terra.
«Sì.» sussurrò. «Ero nata, come potevo essere… doppia?» chiese, sperduta, tornando a guardarlo negli occhi azzurri.
Zeus le sorrise di nuovo.
«Lascia che sia io ad occuparmene. Certo, il tuo è stato un gesto azzardato, rischioso a dir poco. Ma non posso contrastare il destino, Emma. Neanche io.»
Emma ebbe appena il tempo di rivolgergli uno sguardo confuso prima che tutto svanisse.
   
 
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