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Autore: Cricrip    22/02/2017    3 recensioni
Zosan AU
L'Alleanza di Cappello di paglia è nei guai: Rufy è scomparso. Per prepararsi all'imminente attacco di Barbanera, Law (sostituto di Rufy) decide di allearsi con Water Seven. Per sancire tale alleanza però, Water Seven pretende un matrimonio: Roronoa Zoro dovrà sposare Califa della Galley-La. Le nozze sono fissate, ma non tutti ne sono entusiasti: Zoro infatti, all'insaputa di tutti, aveva una relazione segreta con un certo membro della ciurma... e ora Sanji è costretto a guardarlo andare all'altare senza poterlo fermare.
Dal testo:
"Il cuoco non sapeva staccare i suoi occhi da Zoro. Perché quelli erano gli ultimi istanti in cui poteva farlo liberamente: finita la cerimonia, lo spadaccino sarebbe stato della donna che stava per prendere in moglie. Che persona era? Come poteva Sanji definirsi un uomo? Lui che se ne stava lì buono, buono, applaudendo perfino, mentre cercava di ignorare quella sensazione di vuoto e mancanza che si sentiva crescere dentro, non volendo altro che sprofondare?
Che genere di persona poteva mai essere, Sanji, che trovava strategicamente accettabile che l’uomo che amava se ne andasse per sempre da lui?"
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kalifa, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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18.CON TE
A Sanji bastò una notte di riposo perché il suo fisico si riprendesse. Non era guarito del tutto ma almeno poteva tornare al lavoro e combattere.
Certo, per altre ferite la ripresa era più difficile.
Dopo che Zoro si era chiuso la porta alle spalle, non era più tornato.
Il cuoco era preoccupato: ora che l’intero castello di bugie e inganni era caduto temeva la reazione dello spadaccino… e Zoro era sempre stato imprevedibile.
Dopo quella notte, Sanji si era subito reso conto non era più necessario mantenere la farsa con Law: con Water Seven che sapeva, l’intero scopo della cosa veniva a mancare. Eppure non aveva detto niente allo spadaccino, sebbene fosse molto più che tentato di farlo. Avrebbe potuto… ma a che scopo? Il danno con Zoro era fatto… e Law aveva ragione: la pace e la possibilità di tenere a bada Barbanera erano appese a un filo. Se Sanji avesse tenuto la bocca chiusa, lo spadaccino avrebbe continuato ad ignorarlo e ciò più di tutto avrebbe mantenuto integro l’accordo con Water Seven… Sì, era stata la cosa più giusta da fare.
Ma ora tutto era a rischio.
Adesso come allora, Sanji non aveva idea di come Zoro si sarebbe comportato. Non pensava che avrebbe volutamente messo in pericolo gli accordi, però… chi lo sa che cosa si sarebbe potuto inventare?
Più il cuoco ci pensava e più si sentiva un vero imbecille.
E non soltanto per la questione dell’alleanza.
 
-Tu hai il mio cuore, la mia anima e la mia vita, si può sapere che altro vorresti ancora?
 
Era stato un così tale idiota per avergli detto quelle cose… gli aveva rivelato tutto. Chissà cosa frullava adesso in quella testa d’alga.
Zoro non era un tipo da sdolcinatezze.
L’ultima volta che aveva provato a fargli un discorso vagamente romantico era finita con lo spadaccino che gli lanciava un’occhiataccia e lo lasciava come un fesso per andarsene a scolare del saké in un bar.
Marimo.
Appena Sanji era uscito a convincere Chopper a lasciarlo andare, aveva preso a vagabondare in giro, tenendo bene aperte le orecchie nel caso di novità improvvise, ma tutto appariva tranquillo: l’unica preoccupazione rimaneva ancora la guerra. Il cuoco però cominciava a farsi irrequieto, incerto se continuare ad aspettare o andare direttamente a parlare di nuovo con Zoro. Alla fine non ebbe occasione di decidere, perché presto i Mugiwara furono chiamati a rispondere ad una nuova offensiva di Punk Hazard.
Fu un combattimento breve, ma che si risolse a loro favore.
Sanji era riuscito a vedere Zoro sul campo di battaglia, ma erano stati troppo lontani, e quando la piccola scaramuccia era finita lo spadaccino non era già più in vista.
Non aveva fatto alcun accenno a voler parlare o interagire con lui, e questo il cuoco non sapeva se ritenerlo un buono o un cattivo segno.
Quella piccola vittoria fruttò comunque loro la ripresa di un paio di posizioni favorevoli di Dressrosa, tanto che Kyros e gli altri progettarono un attacco per quel pomeriggio per sfruttare subito il vantaggio e cogliere impreparato il nemico. Appena Sanji l’ebbe approvato, cominciarono i preparativi.
Il cuoco fu impegnato a lungo, e stava giusto facendo una passeggiata per schiarirsi le idee dopo aver fatto un breve inventario delle truppe, quando una voce femminile lo chiamò.
-Gamba Nera!
Si voltò, e quello che vide fu una familiare minigonna nera, accompagnata da occhiali e capelli biondi.
Califa.
Quella era forse l’unica donna di cui non avrebbe fatto commenti galanti o si sarebbe perso in sdolcinatezze, non più almeno. Non dopo quella notte.
Era insieme a Pauly e Iceburg della Galley-la.
-Non pensavo di vedervi qui.- disse loro appena si avvicinarono.
-Stiamo per approntare le nostre armi anche su questo fronte.- riferì Iceburg- Nel caso di ulteriori attacchi. Abbiamo appena finito il confine di Alabasta.
-E’ un’ottima notizia.
Almeno i rimanenti della Baroque Works non ci avrebbero più causato danni. Alabasta era un mercato importante: forniva materiali da cava, vetro e fibre naturali. Vivi era probabilmente la principessa più ricca dell’Alleanza, insieme a Shyraioshi.
-Nuovi attacchi da Punk Hazard?- si informò Pauly.
-Stamattina,- rispose Sanji- ma è stato facile avere la meglio.
Ora che gli Smile di Caesar erano stati messi fuori gioco, era solo questione di tempo per riconquistare Dressrosa, ma ciò per il cuoco era una buona notizia solo in parte: presto sarebbe arrivata un’offensiva da un'altra fazione confinante, Sanji ne era certo.
Come avrebbero fatto a prepararsi all’imminente attacco di Barbanera se erano impegnati su tutti quei fronti? Le voci dicevano che era ad un passo dallo sconfiggere Big Mom, l’ultimo loro vero scudo contro di lui.
-Meglio per noi- disse Califa, poi gli chiese gentilmente- Sai dirmi dov’è Zoro?
Era un’attrice davvero molto brava. Non c’era sarcasmo nel suo tono, nessuna presa in giro, ma visto che lui sapeva che lei sapeva, e lei sapeva lo stesso di lui, non poté non percepire dell’ironia dietro quelle parole all’apparenza educate.
-Non lo vedo dalla battaglia di questa mattina.
-Capisco.- sembrava delusa- Vieni con me a cercarlo?
L’ultima cosa che avrebbe voluto fare era unirsi a lei per cercare Zoro. Poteva anche comprendere in parte le motivazioni della donna, ma questo non rendeva quello che gli aveva fatto meno meschino. Siccome però nonostante tutto restava un galantuomo, e sarebbe sembrato strano e scortese non accettare, le offrì gentilmente il braccio.
-Certo.
La donna accettò più che volentieri, appoggiandogli la mano sul gomito.
-Sei così gentile, Gamba Nera.
-E’ un piacere.
Dovette davvero mettere su uno dei suoi sorrisi più finti perché quelle parole risultassero vagamente credibili di fronte a Pauly e Iceburg.
Salutarono i due con cortesia, per poi incamminarsi insieme lungo il corridoio, verso l’infermeria.
-E’ passato un po’ dall’ultima volta che ci siamo visti.- esordì la donna, appena si furono allontanati abbastanza da non essere più udibili.
-Già.- si limitò a rispondere Sanji, chiedendosi quale fosse il vero motivo per cui Califa aveva voluto che lui la accompagnasse.
-Ho sentito che ieri sera le cose sono un po’ sfuggite di mano…
E così Lucci e Kaku non avevano perso tempo a comunicare la novità.
-Non è niente di cui preoccuparsi.- mentì Sanji, sperando di avere ragione- Non è cambiato nulla.
-Lo spero…- disse Califa, lanciandogli un’occhiata penetrante, che il cuoco cercò di ignorare.- Lo sai- continuò la donna- avevamo molte altre opzioni sulle nostre alleanze. Abbiamo vagliato a lungo le nostre possibilità prima di decidere. Big Mom era una tra queste e anche la Marina… erano molti quelli interessati alla nostra tecnologia, e, sebbene alcuni si opponessero con fervore alla cosa, tra tutti abbiamo scelto voi. Tuttavia il nostro aiuto non è senza impegno: sarà un bene per tutti se Zoro si comporterà a modo, e i Mugiwara non ci metteranno in imbarazzo… non sarebbe una cosa gradita.- sottolineò quell’ultimo termine con enfasi- Sarebbe un peccato porre fine a una così proficua collaborazione… non vorrei essere costretta a prendere misure drastiche per risolvere la faccenda.
Sanji incrociò lo sguardo della donna cercando di mantenere un’espressione neutra, mentre cercava di capire cosa la donna intendesse.
-Cosa…
-Io tengo a quest’alleanza, Gamba Nera.- rimarcò, e il suo tono aveva un che di definitivo- E so che anche tu ci tieni. Il mio è solo un avvertimento: tieni Zoro in riga. Non mi interessa cosa dovrai fare: spezza il suo cuore, spezza lui. Altrimenti lo farò io.
Sanji la guardò ma non rispose.
Tutta la comprensione che aveva provato per la donna era scomparsa. In quel momento gli sembrò di vedere la vera Califa, quella che fino ad allora aveva solo intravisto: fredda e calcolatrice.
-No.- disse.
Non l’avrebbe fatto. Non gli importava delle minacce della donna: niente più giochetti o bugie… adesso la scelta era di Zoro.
Califa, insoddisfatta di quella risposta, sembrò pronta ad aggiungere altro, ma non ne ebbe l’occasione: in quel momento infatti, varcarono la soglia dell’infermeria, la quale si rivelò piena come al solito di soldati feriti e dottori che si prodigavano per curarli.
Zoro era lì.
Seduto su uno sgabello sbilenco, aveva un’espressione concentrata mentre lucidava le sue katane e chiacchierava con Chopper, impegnato nel fare un’iniezione a uno dei suoi pazienti.
-Zoro!- lo chiamò Califa appena lo vide.
Alla voce della donna, le mani del Marimo si fermarono. Lo spadaccino alzò lo sguardo con un’espressione decisa, la stessa che di solito aveva quando si prefiggeva un obbiettivo importante. Espressione che non mutò quando registrò la presenza delle due persone che aveva davanti… e anzi essa sembrò intensificarsi nel momento in cui il suo sguardo fu attirato dal punto in cui il braccio di Sanji toccava quello di Califa.
-Pensavo che i matrimoni di Water Seven includessero solo due persone- disse guardando i due- Non ero stato informato di una terza.
Sanji non poté che spalancare gli occhi dallo stupore di fronte a una tale affermazione.
Zoro era… geloso di Califa?
La donna rise gioiosa, mentre si staccava svelta dal cuoco per raggiungere il marito.
-E’ così.- disse piegandosi per dare un bacio casto sulle labbra dello spadaccino, bacio che in Sanji ebbe l’effetto di un pugno nello stomaco.- Ci siamo solo noi due.
-Bene.- disse soddisfatto Zoro non appena le loro labbra si divisero.- Rimani a dormire qui?
-Sì, ripartirò in mattinata.
-Ottimo- commentò lo spadaccino.- Avremo tutta la notte per noi.
Anche Califa sembrò sorpresa di quell’atteggiamento da parte di Zoro, ma se in lei tale sorpresa sembrava accompagnarsi a un certo compiacimento, il cervello di Sanji era andato completamente in tilt.
Cosa significava quello? Dopo quanto gli aveva rivelato la sera prima? Aveva deciso di metterci una pietra sopra e semplicemente dimenticarsi di lui?
-Vieni ti mostro dove mi hanno messo- disse Zoro, porgendo il braccio alla moglie, in un gesto che risultava possessivo visto il modo in cui la donna e il cuoco erano entrati poco prima. Califa accettò volentieri.
Se ne andarono insieme, senza neanche darsi pensiero di salutare gli altri… compreso Sanji.
Il cuoco rimase a fissarli finché non sparirono dalla porta principale, turbato e confuso, con il cuore sospeso in uno strano limbo.
-Sembra che Zoro abbia cambiato idea su sua moglie, eh? Sono così uniti! Penso che cominci un po’ ad amarla no? Era così geloso di te…
-Scusa Chopper, devo andare.
Non poteva davvero sopportare l’innocenza della piccola renna al momento.
 
La sera arrivò più presto di quanto Sanji si aspettasse. Il resto della giornata era stato un totale disastro per lui: i Mugiwara avevano sferrato la loro offensiva contro Punk Hazard, ma il cuoco era stato talmente distratto che si era fatto prendere di sorpresa da uno dei subordinati più insulsi dell’intera fazione nemica. Per poco non si faceva uccidere, e tutto per colpa di quella stupida scenetta stucchevole tra marito e moglie.
E con lui faceva tante storie…
Borbottò per tutta la strada fino alla sua camera, ripetendo tra sé e sé svariati “Marimo” e insulti vari e ancora quando fu dentro, mentre si toglieva la giacca e si slacciava la camicia per andare a dormire.
Non aveva una gran voglia di mettersi giù, infatti sapeva che appena toccato il materasso si sarebbe messo a pensare a cosa stava accadendo in un’altra camera da letto di quello stesso edificio… o che era già successo. Aveva visto Zoro prendere per mano Califa e uscire dal refettorio prima degli altri…
Come una fuga d’amore.
Stupido Marimo.
Le sue mani, che stavano per arrivare al terzo bottone, si fermarono.
Questa è la tua risposta? Pensò triste, lo sguardo fisso nel vuoto.
Improvvisamente qualcuno bussò, distogliendo momentaneamente il cuoco da quei pensieri. Senza preoccuparsi di riallacciare i bottoni, Sanji si diresse verso la porta per aprire, chiedendosi chi mai potesse essere a quell’ora. Si aspettava quasi un altro attacco da Punk Hazard, o peggio da qualche altra parte.
Se non altro non avrebbe avuto il tempo di rimuginare.
Aprì senza farsi troppi problemi… ma quando vide l’altra persona davanti alla porta, si bloccò.
Rimase immobile a fissare quel viso familiare, i tre pendenti all’orecchio, l’immancabile haramaki e le tre spade al fianco, come se non li avesse mai visti prima d’ora.
-Z-zoro?- fu l’unica cosa che riuscì ad articolare.
Lo spadaccino era lì davanti a lui, vestito, con i capelli verdi bagnati freschi di doccia, che lo guardava con impazienza.
-Allora cuoco, mi fai entrare?- chiese scocciato, facendosi avanti senza aspettare la risposta.
Sanji lo fece passare, l’unica cosa che era ancora in grado di fare era guardare basito l’altro mentre sistemava le spade a fianco del letto e si toglieva haramaki, scarponi e maglietta.
-Z-Zoro?
Sanji sembrava non essere in grado di dire o fare nient’altro.
-Bé, cuoco? Che fai, non chiudi la porta?
Sanji chiuse la porta di riflesso, osservando lo spadaccino che si sistemava comodamente su un lato del suo letto, con le braccia incrociate dietro la testa ignorando il cuscino già presente.
Il cuoco camminò verso il proprio letto, fermandosi ad un passo da esso.
-Zoro, che ci fai qui?
-Resto.- disse con un tono di sufficienza, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.- Resto qui con te.
Un fremito sotto la pelle. Un improvviso calore in mezzo al petto.
-Ma Califa…
-Non ha nulla di cui lamentarsi- lo interruppe bruscamente Zoro- Ho espletato i miei doveri coniugali come prescritto, perciò mi ritengo libero di fare quello che voglio. E quello che voglio è dormire nel tuo letto.
Sanji si limitò a fissarlo, ancora troppo scioccato.
-Non puoi toccarmi.
-Lo so.- le parole suonarono come un ringhio.
-Sei appena stato con tua moglie.
-Mi sono fatto una doccia.- replicò annoiato l’altro.
Sanji continuò a rimanere immobile.
-Allora?- gli fece lo spadaccino seccato- Non riesco a dormire con te che mi fissi dall’alto con quell’espressione da ebete. Dormi e non rompere, torciglio.
Ma sentilo.
Ora in Sanji la rabbia aveva preso il posto dello stupore.
-Levati dal mio letto, Marimo!- ringhiò.
-No.
-Levati o ti prendo a calci.
-Non puoi.
Il cuoco si morse le labbra.
-Tsk!
Lo mandò a quel paese e si diresse a grandi falcate verso il bagno, continuando a inveire contro Zoro. Prese il lavandino a calci, rompendolo. Poi afferrò un asciugamano e tornò di là, lanciandolo dritto sulla faccia fastidiosamente soddisfatta del Marimo.
-Hey!- protestò questi.
-Levati quel sorrisetto compiaciuto e asciugati i capelli: mi bagni il cuscino.
-Pff!- sbuffò lo spadaccino, però se li asciugò. Una volta finito si risistemò comodo sul materasso e chiuse gli occhi- Finito con le sciocchezze?
-Non darmi ordini. Questa è la mia camera, Marimo.
Fece per entrare nel letto, quando un occhio di Zoro si aprì, scrutandolo.
-Dormi vestito?
-Preferiresti nudo?
Nessuna risposta.
Al che fu il turno di Sanji a ghignare, per poi mettersi sotto le coperte a fianco dello spadaccino.
I due si ritrovarono uno accanto all’altro, sdraiati; i corpi divisi, ma pericolosamente vicini. Il cuoco riusciva a sentire il braccio di Zoro a un niente dal suo, gli sembrava perfino di poter percepire il suo calore.
Non era facile per Sanji non ricordare cosa avessero fatto l’ultima volta che si erano ritrovati insieme nello stesso letto.
Per qualche minuto, nessuno dei due disse niente. Ma entrambi erano ben lontani dall’addormentarsi.
-Dov’è tua moglie?- chiese infine il cuoco.
-A letto. Pienamente soddisfatta se è quello che stai chiedendo.
Le immagini di quella notte gli tornarono davanti agli occhi, e il cuoco scostò la testa di lato, nell’opposta direzione di Zoro
-No.- disse- Non mi interessa.
-Lei ci è dentro insieme a loro, vero?- continuò poi lo spadaccino- E’ d’accordo con Lucci e Kaku. Lo sa.
Sanji spalancò gli occhi.
-Come lo…?
-E’ diabolica. E non nello stesso senso di Nico Robin. Fin dall’inizio avevo percepito in lei qualcosa di sbagliato, ma fino a ieri ero troppo preso da te per vederlo.
-Da me?
-Perché sei un idiota. Avresti dovuto dirmi tutto. Ora che so, non ho intenzione di dargliela vinta. Quindi io resto qui. E ci resterò tutte le notti. Resto con te.
-Zoro…
-Finché non ti tocco non dovrebbero avere nulla di cui lamentarsi giusto?
-Bé, sì. Ma se qualcun altro scoprisse che…
-Non lo scoprirà nessuno. Così siamo a posto, e finché dividerò il letto con lei ogni notte, il resto della notte potrò stare qui.
-Non è esattamente questo che vuol dire “matrimonio”.
-Non mi importa: se vogliono la loro alleanza e le loro apparenze intatte, si dovranno adattare.- dichiarò senza esitazione- Non ho intenzione di stare con lei per tutta la vita, è una donna vile e spregevole: tutto quello di cui le importa è il suo lavoro.
Buffo, entrambi erano giunti alla medesima conclusione riguardo a Califa. Ma se il cuoco ci era arrivato grazie a prove e ragionamenti, allo spadaccino era bastato l’istinto.
-Ho intenzione di liberarmi di lei non appena sarà possibile- continuò Zoro- Ma nel frattempo non ti permetterò di fare quello che vuoi.
-Non ci stiamo dando un po’ troppa importanza, Marimo?- chiese Sanji infastidito.
-No,- rispose quella faccia tosta, sorridendo- tu sei mio.
-Idiota.
-E’ vero.- replicò l’altro, poi il suo tono si fece più duro- E la storia con Trafalgar finisce qui.
-Non avrebbe senso nemmeno continuarla.- gli fece notare il cuoco, scocciato dalle assunzioni egocentriche (ma non per questo meno vere) che lo spadaccino stava facendo.
-Bene.- grugnì l’altro.
-Quindi il tuo atteggiamento di oggi era una messinscena.- indovinò Sanji.
Zoro storse il naso.
-Cercavo di tenermela buona per sbrigarmela in fretta, così sarei potuto arrivare qui prima. Per non farle sapere quello che penso ora che so tutto.
-Sorprendentemente intelligente da parte tua, Marimo. Ma visto che il piccione ci sta osservando anche adesso, lo verrà a sapere.
-Meglio. Se penserò alla sua faccia in quel momento sarò ancora più contento.
Sanji adorò l’espressione dello spadaccino in quel momento: una soddisfazione sadica e predatrice.
Il suo viso si avvicinò istintivamente a Zoro.
-Vorrei tanto baciarti, ora come ora, sai?- lo disse ad alta voce solo perché non poteva mettere in pratica l’atto.
Sentì lo spadaccino irrigidirsi e girare il viso dall’altra parte.
-No- disse deciso.
-Non lo sai?- lo prese in giro Sanji, d’improvviso di buon umore.
Zoro era lì, con lui. Non più in qualche camera o con qualcun altro dove non poteva raggiungerlo. Baciarlo non era l’unica cosa che voleva fare.
Al diavolo Lucci e Kaku. Poteva sopportare qualunque cosa gli avrebbero fatto se significava stringere di nuovo Zoro a sé.
-Piantala cuoco. Sai benissimo cosa intendevo.
Ma lo spadaccino aveva fatto un giuramento a Califa, e non gli avrebbe chiesto di tradire il suo onore.
-Va bene, va bene…
Ed era vero: andava bene così. Gli bastava averlo lì al suo fianco. Sorrise, mentre si girava nel letto. La sofferenza e il peso di quei mesi sembrò scivolargli via dalle spalle.
Erano di nuovo insieme, e quello che sarebbe accaduto l’avrebbero affrontato spalla a spalla. Niente più sotterfugi, bugie. Dopo mesi di solitudine, tra di loro si era ristabilita quella familiare complicità che c’era sempre stata.
Era come essere tornati a casa.
E se ripensava a Barbanera, agli amici lontani, alla guerra e agli attacchi che…
Sanji saltò su a sedere.
Un’idea improvvisa. Un’associazione di elementi, ricordi… episodi che prima non avevano senso ora si intrecciarono in un quadro completo.
Quello che prima Zoro aveva detto era vero: erano stati troppo distratti l’uno dall’altro per vedere chiaramente.
Ma ora la nebbia si era dissipata, e Sanji aveva capito: nessun caso, nessun destino avverso… solo un piano ben congegnato di qualcuno senza scrupoli né coscienza.
Era stato cieco. O meglio… era stato accecato.
-Hey che ti prende adesso, cuocastro?- si lamentò lo spadaccino, per quel movimento repentino del compagno.
Sanji si voltò verso di lui e sorrise. Con rapido ed abile colpo di reni cambiò posizione, portandosi sopra lo spadaccino. Senza toccarlo ovviamente, anche se aveva davvero una gran voglia di farlo tant’era euforico. Portò il suo viso e il corpo a meno di un filo da Zoro.
-Ho capito tutto, Marimo.
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Ebbene sì. Questo capitolo è arrivato e non è un miraggio! Chiedo scusa per l’enorme ritardo, gli esami di questa sessione mi hanno completamente bloccato e sono riuscita a riprendere in mano la storia solo di recente… :(
Molti di voi si aspettavano una reazione da parte di Zoro… spero non siate rimasti delusi!
Sembra che finalmente qualcosa si sia smosso. Che dite, l’intuizione di Sanji sarà giusta? E sarà la volta buona per cui i nostri protagonisti riusciranno a tornare insieme?
Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere questa storia! In particolare Kimky e pandamore per aver messo la storia tra le preferite e gengy, Kimky, Perrii e _Sof_ per averla messa tra le seguite.
Un altro grazie va a pandamore, Perrii, Bluly e Puffola88, per le loro recensioni che mi hanno restituito la speranza per questa storia in questi mesi!:)
Prossimo capitolo: Sanji comunica a Zoro quello che ha scoperto… cosa escogiteranno?
A presto,
Ciaociao!
   
 
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