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Autore: I will be your Harry Lou    23/02/2017    0 recensioni
Occhi violacei. Menti plasmate.
Ritoni al passato, decisioni per il futuro.
Non c'è niente di facile, ma la direzione da prendere, è estremamente semplice.
L'amore, può salvare tutto. L'odio, lo può distruggere.
Se si è uniti, se c'è un noi, c'è sempre un modo per superare gli ostacoli. Ma da soli, c'è solo oblio.
E' l'ultimo anno per il Branco di Scott McCall, o per i pochi che ne sono rimasti a farne parte, e nonostante là fuori ci siano pericoli molto più grandi, sanno che questo, sarà l'ultimo anno prima di doversi separare.
E' l'ultimo anno per il Branco di Scott MacCall, ma sarà davvero un anno come gli altri?
Scott non lo sa. Lydia e Stiles, nemmeno. Derek, ci è abituato. Malia, per niente.
C'è chi sarà sempre disposto a combattere per gli amici, c'è chi non potrà evitare di scappare.
Occhi violacei, menti plasmate.
Nuovi esseri, nuove avversità. Il pericolo c'è, ma ne varrà sempre la pena.
Ritorni dal passato per ricostruire il proprio futuro.
[Storia What If ambientata fine 4 serie, nuovi e vecchi personaggi, trama e coppie totalmente nuovi, insomma, se vi può interessare qualcosa di diverso, iniziate a leggere♥]
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Il branco, Nuovo personaggio, Scott McCall, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel momento in cui Kira riapri gli occhi, non riuscì a ricollegare tutti gli eventi immediatamente.
Quando si vegliò, non riconobbe la stanza buia in cui si trovava, né capì il perché fosse legata ad una sedia.
Non ci volle molto, che in poco ricordo tutto, ed i suoi occhi iniziarono a prendere un colore arancione fluorescente, mentre il panico la invadeva, iniziò a cercare di liberarsi da quella trappola in cui era erroneamente finita.
Iniziò a ricordarsi tutto, ed iniziò a chiedersi chi ci fosse in quella stanza con lei, o cosa le avrebbero fatto per farle chiudere la bocca.
Aveva paura a parlare. Voleva davvero chiedere aiuto, cercare di farsi sentire da qualcuno, dai suoi amici, ma allo stesso tempo, aveva una paura tremenda che se avesse attirato le persone sbagliate, non avrebbe più avuto la possibilità di urlare per farsi aiutare.
Iniziò a guardarsi intorno. La stanza era buia, e tutto era fermo ed immobile. Sembrava una specie di soffitta.
L’unica scorsa di luce che intravedeva, era da una minuscola finestra in alto a destra della stanza, ma sbarrata da persiane rotte e rovinate.
Ricordava tutto quello che era successo quella notte. Tutto quello che aveva visto. Si stava davvero cominciando a chiedere, se fosse un bene… od un male.
Era finita nel posto sbagliato nel momento più sbagliato in assoluto… e ora si chiedeva se avrebbe mai avuto possibilità di uscire e raccontarlo.
No, non potevano tenerla lì a vita. L’avrebbero trovata, prima o poi.
Scott e gli altri avrebbero sicuramente trovato un modo, una pista per trovarla. Fiutando l’odore, o magari facendosi aiutare da Lydia. Se era ancora a Beacon Hills, sicuramente l’avrebbero salvata.
Il problema… era che non aveva davvero la minima idea di dove potessero averla portata. Non sapeva per quanto avesse dormito, che giorno fosse, o fin dove erano riusciti a portarla.
Sapeva solo che si sentiva veramente debole, senza forze. Come se non mangiasse o bevesse da giorni interi. Non sapeva se sarebbero venuti a controllarla, magari portandole qualcosa con cui sfamarsi.
Non sapeva assolutamente niente. Sapeva solo che se non le avessero portato almeno qualcosa da bere, non sarebbe sopravvissuta a lungo.
Doveva fare qualcosa. A suo rischio e pericolo, doveva farsi sentire.
Provò ad urlare, ma tutto quello che ne uscì fu un gridolino stridulo. Le mancava la voce, aveva la gola secca ed ogni movimento che faceva le costava uno spreco di energia enorme.
Fu così, che decise di sfruttare le sue energie cercando di fare rumore. Tirò un calcio, anche se poco potente, alla scrivania polverosa e piena di oggetti davanti a lei, riuscendone a far cadere la maggior parte.
Fece abbastanza rumore da farsi sentire nelle stanze vicine o ad un possibile piano di sotto. Se c’era qualcuno in quella.. specie di casa, ora doveva solo sperare che venisse a controllare.
Restò ferma ed in silenzio per qualche minuto, forse 5, forse anche 10. Sperava solo che qualcuno l’avesse sentita, perché non ne poteva veramente più.
Dopo una quindicina di minuti, per sua fortuna sentì dei passi salire sulle scale. Di fatti, la porta si aprì poco dopo.
“Vedo che ti sei svegliata finalmente, Kira”
Dalla porta di legno cigolante, apparì un ragazzo, più o meno della sua età, e dall’aria estremamente familiare. Ed inoltre, era a conoscenza del suo nome.
Avrebbe voluto fargli mille domande, fra le quali Chi sei? Oppure Come sai il mio nome?
Avrebbe voluto sapere dov’era e da quanto, perché lui era lì e cosa centrava con quello che aveva visto quella notte… voleva sapere soprattutto, come fu possibile quello che vide, ma tutto ciò che riuscì a dire e con fatica, fu una semplice parola.
“A-cqua. -“
Il ragazzo si limitò a fare un piccolo ghigno, prima di avvicinarsi alla ragazza.
“Immaginavo avessi sete, piccola volpe. Vuoi dell’acqua? Si?” Disse questo mentre tirava fuori una bottiglietta d’acqua. La ragazza sgranò gli occhi ed annuì, agitandosi cercando di prendere la bottiglietta, ma le mani non si muovevano. Erano legate da una catena troppo stretta.
Il ragazzo slegò una sola mano alla ragazza, tanto era troppo debole, qualsiasi tentativo di fuga, si sarebbe
rivelato vano.
La ragazza, non appena sentì la mano libera, l’allungò per prendere la bottiglietta, ma questo ritrasse la mano, sorridendo.
“Oh. Non così in fretta, Kira. Come si dice?” Rise “Le buone maniere prima di tutto. Non te l’hanno mai insegnato?”
La ragazza lo guardo con uno sguardo misto fra ira, agonia, ma non riuscendo a fare di meglio, cecò di sforzarsi per accontentarlo.
“Per f-ore..”
“Come, scusami? Non ho capito nulla.”
“P-er… Fav-ore…” Ritentò la Kitsune, ed osservò il ragazzo supplichevole. Tutto ciò che voleva, era solo bere un po’ d’acqua.
Il ragazzo restò fermo qualche secondo osservandola, per poi distogliere lo sguardo, quasi come avesse cambiato carattere o modo di pensare, da un momento all’altro.
“SCENDI GIU’. ORA!” Una voce si sentì arrivare forte e potente, proveniente dal piano al di sotto. Il ragazzo scattò, riprendendosi e tornando ad osservare con occhi freddi la ragazza davanti a lui.
Lanciò la bottiglietta ai piedi della ragazza, senza preoccuparsi se riuscisse a prenderla o meno.
“Solo perché ci servi ancora viva” Finì, prima di richiudersi la porta alle spalle, lasciando di nuovo la ragazza nel buio di quella soffitta, sola e con più domande di prima.
Riuscì per fortuna a prendere la bottiglia, la bevve tutta.
La testa le girava, da morire. Non sapeva cosa fare, come comportarsi.
Per il momento, constatò, sarebbe stato meglio non opporsi, seguire i loro ordini e cercare di sembrare più docile ed impaurita che mai.
Una volta che avrebbe capito dove si trovava esattamente, avrebbe pensato anche ad un modo per contattare Scott e gli altri.
 
 
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Lydia aveva appena riposto l’ennesimo libro al suo posto, nella libreria del dottore scomparso.
Scott, Derek, e Liam erano tutti andati alla ricerca di quest’ultimo, cercando di seguirne le tracce e l’odore. Erano già via da qualche ora, e nessuno le aveva ancora detto nulla riguardo questo.
Lei era rimasta lì per cercare qualche altro indizio nei libri che il dottor Deaton aveva lasciato sul tavolo, qualcosa che significasse di più che un semplice foglietto con scritto Nemeton.
Lydia stava aspettando Stiles e Malia, dovevano andare a cercare il nemeton, o almeno provarci.
Malia era tutt’ora alla ricerca delle tracce di Kira, ma a quanto le aveva appena scritto, erano ancora a punto a capo.
Lydia, era abbastanza sicura che le due recenti scomparse fossero collegate fra loro, ma prima di allarmare gli altri, voleva avere in mano qualcosa di più concreto che un semplicissimo sospetto.
Arrivarono più o meno contemporaneamente, ed una volta pronti, si diressero verso la foresta, iniziando la ricerca dell’albero.
 
Nel frattempo, Scott, Derek e Liam, erano arrivati ad un vicolo cieco.
L’odore di Deaton arrivava fino ad un punto del bosco, poi s’interrompeva bruscamente, come se si fosse teletrasportato da un momento all’altro.
Iniziarono a guardarsi intorno, cerando qualche indizio, qualche strada od odore che gli erano sfuggiti, ma nessuno di loro tre trovò nulla di concreto.
Il dottore sembrava effettivamente essere sparito nel nulla.
Liam sentì in lontananza il rumore di rametti spezzati, e disse e tutti di restare fermi immobili.
Non erano soli.
Scott cercò con lo sguardo da lupo di capire quanto fossero lontani i rumori, ma si accorse ben presto che erano molto più vicini di quanto pensasse.
Si girò di scatto, tirando fuori denti e artigli per difendersi dalle persone che avevano proprio dietro le spalle, ma venne travolto e gettato a terra.
 
Venne travolto da Malia, che con i suoi occhi color ghiaccio gli era saltata addosso per aggredirlo, fermandosi giusto quando riconobbe che era Scott.
Tutto il gruppo si guardò perplesso per un attimo, finché Lydia non tirò giù le sue convinzioni.
“Stiamo girando intorno, ragazzi. E siamo qui tutti per la stessa cosa” Disse puntando il dito proprio dietro Scott, dove si trovava a pochi passi da loro, il tronco abbattuto del Nemeton.


 




*EEE Non dimenticate di farmi sapere come vi sembra la storia *
  
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