Innanzitutto vi chiedo scusa per il ritardo, ma ho una buona ragione: --> (ebbene sì, mi sono finalmente laureata! :D )
Quindi, in sostanza, ho scritto il capitolo tra cucci e spintoni, tra una ripetizione della tesi e l'altra, un festeggiamento e l'altro e un parente e l'altro XD
AVVISO:
a metà capitolo c'è una scena abbastanza forte ma non
credo di avere sforato nel rosso, visto che non mi soffermo nei
particolari.
Nel caso vi sembri il contrario e riteniate che debba alzare il rating ditemelo.
Buona lettura! ;)
21 Novembre 1802, Istituto di Durmstrang
Sascha non più bestia ma umana.
Nugolo di toxic death.
Sascha non più bestia ma umana.
Nugolo di toxic death.
Sascha non più bestia ma umana.
Jacob non stava quasi ascoltando ciò di cui Elijah e Philippe continuavano a discutere da più di mezz'ora nell'ufficio del Preside: davanti agli occhi continuava ad avere l'immagine di Sascha, attorniata dal nugolo dei toxic death, che passava dalla sua forma animale - quella maledetta - a quella umana.
Quante punture aveva ricevuto per ottenere quel risultato?
Su un normale mago, otto punture bastavano per spedirlo all'altro mondo.
Ma su un Sondereith quante ne servivano?
Di sicuro Sascha ne aveva ricevute molte, ma quante esattamente? Mica poteva mettersi ad analizzare il corpo della ragazza per contare ogni singola puntura!
Un certo numero di pizzichi e la maledizione è come se non esistesse.
"Jacob, tu che ne pensi?" Interruppe il filo dei suoi pensieri la voce di Elijah.
"Come?" Domandò spiazzato il ragazzo, trovandosi così di nuovo catapultato in una realtà dove Elijah e Philippe lo stavano scrutando attentamente con sguardo severo.
"Hai ascoltato qualcosa di ciò che abbiamo detto fino ad ora, ragazzo?" Intervenne Philippe con voce profondamente irritata.
"Suvvia, Phil! Il ragazzo ha appena visto la sua fidanzata rischiare di morire per motivi non legati al Torneo! E' normale che abbia la testa altrove." Tentò di rabbonirlo Elijah.
"Stavate parlando di che fine far fare ai lupi mannari usati nella prima prova." Rispose invece Jacob in tono di sfida "Ma ne state parlando da ormai un'ora: mi stavo annoiando." Commentò sarcastico. "Siete arrivati ad una soluzione definitiva?" Concluse.
"Fosse per me risolveremmo la vicenda con una battuta di caccia al lupo mannaro." Rispose Elijah "Ma il Preside di Ilvermony si oppone a tale soluzione, maledetto Sondereith! Come sia arrivato a ricoprire tale carica, quando qui non sarebbe degno neanche di pulire il pavi..."
"Elijah!" Lo interruppe Philippe "Inveire contro Hartnell non risolverà il problema. Ed è pur sempre... un ospite." Dal tono in cui pronunciò l'ultima parola si capiva molto bene come la pensasse però allo stesso modo del cugino. "Il wendigo e il nachmahren non rappresentano un problema: sono stati punti talmente tante volte che è questione di poco, prima che abbandonino questo mondo. Ma l'altra... è viva e vegeta, visto che qualcuno le ha fatto somministrare l'antidoto."
"Pertanto" Si reinserì nella conversazione Jacob, cogliendo al volo l'occasione mentre un'idea si faceva strada nella sua mente "dovrebbe essere un mio problema giusto? Mia la decisione, mia la responsabilità. Affidatemi la lupa e non sarà più un vostro problema. Ho in mente di usarla... per delle cose."
- * - * -
Sascha si tirò su di scatto, con il fiatone, ancora sconvolta da quell'incubo.
Era stato talmente vivido che le sembrava ancora di essere lì, in quella radura, a perdere sangue e a morire.
Ci mise perciò un bel po' a capire che non si trovava in nessun luogo a lei familiare.
Non era a casa sua, insieme a suo padre. E non era neanche dentro alla
gabbia, dove aveva trascorso gli ultimi due mesi della sua vita.
Era distesa su un comodo letto - un letto vero - in un'ampia stanza. E
dalle grandi vetrate in stile gotico passavano i raggi del sole che le
sfioravano la pelle.
Dov'era finita?
L'ultima cosa che ricordava era Jacob che la trascinava quasi a forza nell'arena, mentre lei cercava di opporsi.
Sia a lui che alla bestia che stava pian piano emergendo dentro di lei.
Lentamente la ragazza sollevò le braccia, scoprendo con sorpresa di non avere neanche un graffio. E ancora più lentamente si scostò le coperte, constatando così che anche le sue gambe erano prive di qualsiasi ferita o cicatrice.
"Vedo che ti sei svegliata." Interruppe i suoi pensieri una voce ormai a lei nota.
Silenzioso come al solito, Jacob aveva fatto la sua comparsa.
"Se sei in grado di alzarti in piedi, vieni con me. Ti mostro dove alloggiarai nei prossimi mesi."
"Ho forse scelta?"
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30 Novembre 1802, Istituto di Durmstrang
"Posso avere la vostra attenzione ancora per pochi minuti?"
Il
professore di Arti Oscure lo aveva chiesto come una gentilezza, ma
nessuno dei suoi studenti, nonostante la campanella che segnava la fine
dell'ora, si azzardò anche solo a pensare di non ascoltarlo.
"Il Torneo Tre Maghi ha una lunga tradizione che comprende non solo la competizione in sè" Iniziò a spiegare il docente "Ma anche un insieme di altri, variegati, elementi. Uno di questi è il tradizionale Yule Ball, che si terrà la notte tra il 24 e il 25 dicembre. Ad esso possono partecipare solo gli studenti dal quarto anno in su - a meno che non siano invitati da uno più grande - perchè da tradizione, si partecipa in coppia." A tale affermazione, un mormorio eccitato si diffuse per l'aula. "A tale evento potranno partecipare anche i mezzosangue." Concluse l'uomo arricciando il naso. "Potete andare."
Non appena il professore li congedò, Chris recuperò la borsa e si avviò fuori dall'aula con Trys.
"Questo vuol dire che potremmo anche non tornare a casa per le vacanze
invernali?" Domandò ironico "Proprio quello che ci serviva no?
Un altro po' di tempo da passare in questa scuola!"
"Il ballo potrebbe essere anche vagamente interessante, se non fosse
che finiremo per andarci da soli." Constatò Trys con un
sospiro.
"Perchè dici così?" Indagò Chris, battendogli una mano sulla spalla.
"Perchè, nel caso non te ne fossi accorto dal tono che ha usato il nostro caro professore, noi due siamo... i mezzosangue." Constatò l'Alastyn con un sospiro. "Quale ragazza accetterebbe mai un nostro invito?"
"Forse
quelle di Durmstrang." Ribattè l'altro facendo spallucce "Ma in
altre scuole non mi sembrano di mentalità così chiusa. E
anche per Durmstrang non è detto: Reyna è una Black, ma
non ci ha mai considerati inferiori, per esempio." Provò a farlo
ragionare.
"Un conto è parlare con noi, un altro sarebbe presentarsi al
ballo con uno di noi." Rimase sulla sua posizione Trys "Rovinerebbe
loro la reputazione o altre cose simili."
"Beh,
io fossi in te non sarei così pessimista." Provò il
kelpie "Proviamoci almeno ad invitarne una, prima di rinunciare in
partenza!"
"O mi stai nascondendo qualcosa o sei evidentemente molto più saggio di me."
Più o meno dello stesso argomento stavano discutendo anche Reyna ed Helene, pochi passi più in là.
Appena il professore aveva dato l'annuncio e li aveva congedati,
immediatamente le due ragazze si erano lanciate uno sguardo complice.
In parte perchè se lo aspettavano - il Yule Ball era una tipica tradizione del Torneo Tre Maghi - e in parte perchè sapevano quanto quel ballo sarebbe stato un passo fondamentale per costruire il proprio futuro.
Erano
entrambe ragazze purosangue e, indipendentemente da ciò che
pensavano, quel ballo era una buonissima occasione per mettersi in
mostra.
Ma molto dipendeva dall'accompagnatore.
Ma mentre Helene sapeva già che chi davvero avrebbe desiderato avere come principe azzurro - Willhelm Grimm - difficilmente sarebbe stato disponibile, Reyna non aveva ancora le idee chiare in merito.
In fondo il ballo era anche una buona occasione per potersi divertire, avendo così l'occasione di uscire dalle grige e rigide regole della fredda Durmstrang, almeno per qualche ora.
"Ho
come l'impressione che quest'anno, per Natale, rimarranno molte
più persone del solito al Castello!" Esclamò Reyna mentre
si dirigeva verso l'aula di trasfigurazione, seguendo la scia della
massa. "Almeno quest'anno avremo una buona scusa per rimanere, no
Helene?"
"Oh sì! Sono sicura che sarà un bellissimo evento!"
Commentò la rossa con aria sognante. "Il ballo, i trucchi, il
vestito..."
"Per
Ercole!" La interruppe la Black, sbattendosi una mano sulla faccia,
facendo così voltare l'amica, preoccupata per la sua
sanità mentale "Il vestito!" Strillò con voce impanicata "Io non ne ho uno!"
La Sauer, a quelle parole, sgranò gli occhi "Ma come non ce
l'hai? C'era scritto chiaramente nelle cose da portare nella lista di
inizio anno!"
"Sì, ma non ci ho fatto troppo caso!" Rispose concitata Reyna. "E adesso come faccio?"
"Semplice" Rispose Helene sorridendo "Settimana prossima c'è la prima gita a Durms Burg. Andiamo là e te ne fai fare uno bellissimo!"
- * - * -
30 Novembre 1802, Foresta Nera, Impero Austro-Ungarico
Adrenalina pura le scorreva nelle vene, mentre una profonda eccitazione si era ormai impadronita di tutto il suo corpo.
Le succedeva sempre quando andava a caccia.
Stringendo appena le palpebre, iniziò a spostarsi velocemente verso la grossa quercia che si trovava a pochi metri, strisciando carponi.
Quando ne raggiunse il tronco nodoso, si nascose dietro di esso. Poi, dopo averne valutato velocemente sia la consistenza che la distanza dalla terra al primo ramo, spiccò un salto e iniziò l'arrampicata.
Tutto questo senza mai perdere di vista il suo obiettivo che continuava a muoversi, ignaro della sua presenza, a poca distanza da lei.
Quando ebbe raggiunto la cima dell'albero, Bianca si accomodò nella cavità presente tra il tronco e un grosso ramo, adatta a sostenere il suo peso.
E voltando appena la testa vide Will che si apprestava a compiere la medesima azione in un albero vicino.
Da quel momento non gli rimaneva altro da fare che aspettare.
E l'occasione si presentò pochi minuti dopo, quando l'obiettivo, un sondereith, comparve nella loro visuale.
Senza perdere tempo, Will gli puntò la bacchetta contro, facendolo prima rallentare e poi inciampare.
Mentre la vittima cadeva sul terreno sbattendo il viso, Bianca si lasciò scivolare giù dall'albero, atterrando con grazia dietro di lui.
Con un movimento secco gli afferrò i capelli, strattonandolo all'indietro e subito dopo spingendolo in avanti, facendogli sbattere violentemente la testa contro una roccia. Poi, mentre il sangue schizzava ovunque, gli spezzò il collo.
Il sondereith, colto completamente alla sprovvista, non ebbe neanche il tempo di reagire. Emise a malapena un gemito strozzato.
Bianca lasciò andare il corpo con noncuranza, facendolo cadere a terra come un burattino al quale erano stati tagliati i fili.
Con espressione disgustata, cercò di togliersi un po' di sangue che le era schizzato sulla manica. Poi si posizionò al centro dello spiazzo, ben visibile, in attesa degli altri, stringendo tra le dita il suo fidato pugnale.
Quello era solo il primo, il cosiddetto 'esploratore'.
Ma i moloch si muovevano sempre in gruppi.
Quando quella mattina lei e Will avevano saputo da Elijah che un loro branco stava per attraversare la parte più remota di quella foresta, si erano proposti subito di dar loro la caccia e ucciderli dal primo all'ultimo.
Quello era il modo migliore, per Bianca, di dimostrare di essere tornata operativa dopo i toxic death.
Ed era esattamente ciò che aveva intenzione di fare.
- * - * -
30 Novembre 1802, Istituto di Durmstrang
"Sei sicuro di non volere un altro cuscino?"
Kyle, steso comodamente sul letto, si trattenne dallo sbuffare e roteare gli occhi alla domanda di Clementine.
"Grazie Clem, sei molto premurosa, ma no." Rispose comunque sorridendole.
"Sei proprio sicuro?" Provò ad insistere lei, già con il cuscino in mano.
"Assolutamente." Confermò Kyle.
"Perchè secondo me quattro sono troppo pochi." Constatò lei, gettando un'occhiata dubbiosa al letto sopra al quale il ragazzo era ormai confinato da quel giorno in cui lei e le ragazze lo avevano ritrovato nella foresta. "Potresti essere scomodo."
"Eddai Cle, lasciagli un po' di respiro!" Commentò la voce divertita di Elizabeth alle loro spalle, che come l'amica si trovava in infermeria, pronta a rendersi utile. "Direi che quattro cuscini sono più che abbastanza!"
Kyle
cercò di rimanere impassibile, mostrando la sua faccia di
bronzo, ma dentro di lui non sapeva se gongolare oppure sbuffare.
Sicuramente in quel momento, con tutte e tre le ragazze a sua
disposizione, era il ragazzo più coccolato e viziato della
scuola. Ma al contempo anche il più tartassato. Non riusciva a
muovere un muscolo senza che qualcuno si preoccupasse per lui.
"Grazie Lizzie, meno male che esisti!" Commentò a quel punto sorridendo "Mi sa che Clem ha intenzione di soffocarmi, con tutti quei cuscini!" Esclamò divertito.
Nonostante
la sua scomparsa e il suo ritrovamento alquanto roccambolesco, il
ragazzo sembrava quasi essersi ripreso del tutto dalla sua 'gita nella foresta', come l'aveva ribbattezzata per stemperare la tensione Elizabeth.
Se non fosse stato per quel piccolo particolare...
"Ma sei sicuro di non ricordarti proprio niente?" Gli avevano domandato una volta la Miller, arrossendo subito dopo per l'imbarazzo. Forse con la speranza che un qualche ricordo, anche se minimo, gli fosse riaffiorato.
Ma
per quanto si sforzasse di ricordare, Kyle non riusciva a far emergere
neanche il minimo particolare di quel lungo periodo di assenza. La sua
mente aveva un enorme buco vuoto, che l'australiano riusciva soltanto a
colmare con sensazioni sgradevoli.
Come il terrore.
Ma a cosa fosse dovuto quel terrore, non gli era dato sapere.
"Non
lo starete ancora tartassando con le vostre premure vero?"
Domandò la voce allegra di Kathleen, che aveva fatto capolino
proprio in quel momento dalla porta dell'infermeria
"Ehilà campionessa!" La salutò Kyle sorridendole "Che si
racconta di nuovo nel Castello? Sono ancora l'argomento principale di
conversazione?" Si informò.
"Non
più." Rispose Kathleen avvicinandosi e sedendosi accanto al suo
letto. "Adesso c'è un nuovo argomento sulla bocca di tutti."
"E sarebbe?" Si interessò il ragazzo. Era da quando era stato
trovato che non metteva piede fuori dall'infermeria. Qualunque notizia
nuova era una possibile fonte di distrazione.
"Il Yule Ball ovviamente!" Risposero in coro tutte e tre.
- * - * -
“…E quindi è così che le margherite hanno architettato, già da molto tempo, la nostra disfatta e la loro inevitabile vittoria!”
Brandendo la solita forchetta come se fosse la spada di un condottiero, Patton dissipava definitivamente ogni sorta di dubbio che poteva essersi creato in merito alla questione ‘Le margherite saranno in grado di ucciderci?’.
“Oh
Jones fai il bravo Caposcuola e passami quel piatto di purè di
patate!” Tra gli americani il cercatore degli Wampus era
l’unico che ancora non si era saziato da quella corposa cena
tenuta quella sera.
“E
credi che i denti di leone possano essere loro alleati?” Era
difficile capire se Camille fosse dello stesso parere di Pat o, magari,
se si stesse solamente divertendo a dargli corda in compagnia di Tyler.
“Ti sei mai chiesto come faccia ad inventarsi tutte queste teorie? Sarebbe interessante scoprirlo.”
Con la voce che sembrava quasi un sussurro, Livvy si rivolse a Liam
che, seduto di fronte a lei, giocava distrattamente con due forchette
facendole scontrare a duello a mezz’aria, come se fossero le armi
di due guerrieri dalla forza sovrumana.
“Interessante sarebbe sapere il sapore del suo corvo allo spiedo, o bollito, o…” Il
ricettario del Caposcuola fu bloccato dalla comparsa del preside
Hartnell proprio alle spalle della Campionessa
americana. “Oh, ehm… buonasera preside, cosa la porta
da queste parti?” Con il suo proverbiale sorriso sghembo, Liam
attirò tutta l’attenzione dei sui compagni verso
l’uomo che rispose con un grande sorriso, come se avesse sentito
tutto il discorso di Patton e i commenti di Liam e Livvy.
In fin dei conti una cosa del tutto plausibile…
“Mio
caro Jackson sono giusto di passaggio prima di ritirarmi nei miei
alloggi dove ho ancora alcune faccende da sbrigare. In ogni caso sono
qui per comunicarvi una notizia di fondamentale importanza – in
realtà c’è la possibilità che ne siate
già a conoscenza, ma va beh…” Senza aspettare
ulteriori convenevoli David prese la parola avvicinandosi ancor di
più ai propri ragazzi e parlando con aria quasi da padre.
“Si è finalmente capito che la foresta si sta
ribellando?! A quando le prime lezioni di difesa contro la
vegetazione?!”
Ormai Patton viveva per predicare la propria idea, ne era così
convinto che Liam e Tyler lo avevano sentito più di una volta
parlare nel sonno esponendo nuove teorie.
“Non esattamente, ma per alcuni di voi può essere
altrettanto drammatico: dovrete invitare uno studente, o studentessa,
per farvi accompagnare al Yule Ball che si terrà per festeggiare
il Torneo Tremaghi!” Il preside era veramente su di giri e
guardava i ragazzi uno ad uno con un sorriso a trentadue denti, quasi
come se si attendesse un invito per essere accompagnatore.
Le reazioni dei ragazzi rappresentarono le varie personalità e modi di reagire di ognuno di loro.
Camille rimase con la bocca spalancata per un attimo, quasi spaesata
per la notizia, per poi riprendersi subito dopo e battere le mani
felice pensando già all’abito da indossare.
Livvy rimase in silenzio, a meditare sulle parole di David.
Tyler sorrise timidamente, annuendo debolmente in direzione del preside.
Liam borbottò qualcosa diretta più che altro a se stesso
per poi scuotere leggermente la testa sorridendo, come se tutto fosse
solamente un sogno decisamente strano. Patton… Patton, dopo un
attimo di smarrimento, gonfiò il petto e si mise a guardare
tutte le ragazze presenti nella Sala del Ristoro come se tutte quante
erano lì a fare la fila per chiedere all’americano di
accompagnarlo.
Tante idee giravano vorticosamente nelle menti degli americani che, diligentemente, si dirigevano ai propri appartamenti.
L’unica a dare voce ai propri pensieri era Cammie, un continuo
discutere e commentare le possibili opzioni per l’abito da
indossare, da chi può esser invitata e quali coppie secondo lei
nasceranno. Una vera e propria miniera di pettegolezzi che Livvy
ascoltava in silenzio sperando con tutta se stessa che Will la
invitasse.
- * - * -
“Ancora
con questo discorso?! Ti ho già detto come la penso e come
agirò, perché dobbiamo discuterne di nuovo?!”
Dirigendosi a passo veloce all’aula di pozioni, Liam ruotò
gli occhi scocciato per il discorso intrapreso da Patton
sull’insegnante di pozioni e sul suo metodo di insegnamento.
“Non essere così cocciuto! Non è normale il suo
metodo di insegnamento! E poi ancora non ci ha fatto fare pozioni
contro le piante che ci stritoleranno nel sonno!” Rispose il
ragazzo, evitando all’ultimo un gruppo di ragazze Kelpie che
aspettavano fuori dall’aula l’inizio della lezione.
“Piuttosto pensa a chi invitare per il ballo. Sempre che sia la
possibilità che qualcuno accetti...” Senza pensarci su
più di tanto il Caposcuola cambiò discorso mentre, con
un’occhiata più veloce di un proiettile, dava uno sguardo
attento alle ragazze presenti nell’aula.
“Io posso invitare chiunque e quando voglio, pure a notte fonda,
perché sono pazze di Patton Powell!” La convinzione e
l’entusiasmo era tale che, non guardando cosa ci fosse vicino,
Pat inciampò con un piede in un pentolone, cadendo rovinosamente
a terra e attirando lo sguardo di tutti.
“In alcuni casi mi chiedo se invece non fossi tu quello pazzo da
legare.” Commentò Tyler che, sopprimendo le risate,
aiutò l’amico a rialzarsi per poi mettersi nella
postazione a fianco a quella di Liam e tirare fuori tutto il necessario
per la lezione.
“Bene,
se dici che sono tutte così pazze di te perché non
facciamo una scommessa? 25 galeoni a chi riuscirà ad avere
una accompagnatrice prima dell’altro!” Liam adorava fare
scommesse e di certo non si sarebbe tirato indietro nel proporne una
del genere, convinto di riuscire a vincere piuttosto facilmente.
“Ci sto, dammi un paio di giorni e ti presento la ragazza.
Comincia già a preparare i soldi!” Battendo un pugno sul
petto come in segno di forza, il Wampus cominciò a studiare tutte le povere fanciulle che prendevano posto nella stanza.
“Bene! Tyler, hai sentito che ha detto? Tempo due giorni
e… Tyler? Jones?! Per Giove, dove sarà finito
adesso?!” Il Caposcuola girò sul posto cercando
l’amico che, a sorpresa, non era più al loro fianco a
sentirli litigare ma era sparito chissà dove.
‘Ok
Tyler, non può essere così difficile chiederlo no?
Dopotutto è solamente una domanda, una domanda che ti stai
ripetendo in testa da giorni e che hai provato di fronte allo specchio
diverse volte’ Pensava il Caposcuola avvicinandosi ad un gruppo
di kelpie poco lontano da dove aveva preso posto con Liam e Patton.
“Ciao, sì sono io. Dimmi.” La risposta non fu
né gelida e né tantomeno troppo amichevole.
La Black aveva osservato gli americani più volte e in più
occasioni si era ritrovata a discutere con amici e amiche su quello
strano gruppo di studenti che, ovunque andassero, riuscivano senza
problemi ad attirare l’attenzione tutta su di loro. I due
Caposcuola poi erano di tutt’altra pasta rispetto a quelli di
Durmstrang e a loro modo sapevano completarsi a vicenda, era un duo
interessante ma che, a parte giusto un paio di parole scambiate in
qualche occasione, non aveva mai avuto la possibilità di
approfondire. Fino a quel momento.
“Beh…
A breve ci sarà il Ballo del Ceppo e mi chiedevo... se avessi
voglia di accompagnarmi.” Proferire l’intera frase gli
costò una grandissima fatica, soprattutto perché si
trovava a parlare di fronte a un gruppo ben nutrito di ragazze che
ascoltavano avide di sapere cosa avrebbe risposto a quel punto la
kelpie.
“Mh...
sì perché no!” La ragazza era nota per il suo
rispondere sempre in modo schietto e pure quella volta rispettò
la sua nomea, dicendo in modo diretto cosa pensava, accompagnando
il tutto con un sorriso innocente.
“Perfetto, io…” Le parole del ragazzo furono
bloccate dall’entrata in scena del professore di pozioni, il
professore Lindermann, un uomo alto, con capelli neri e corti, orecchie
a sventola e uno sguardo decisamente serio.
Dopo
un breve inchino ed un sorriso Jones si allontanò dalla ragazza
tornando al suo posto a fianco di Liam che sussultò nel momento
in cui lo rivede vicino.
“Per
tutti gli Dei, dov’eri?!” Sbottò Jackson senza
voltarsi verso l’amico e cercando di non muovere troppo il viso
per non farsi notare dal professore, capace di notare uno spillo ai
piedi di un armadio in fondo alla classe.
“A
prendermi l’accompagnatrice per il Ballo” Rispose con
nonchalance Tyler facendo cadere la mandibola a Liam per la sorpresa.
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1) Io inizio a chiedervi i vestiti, ma - a differenza degli accompagnatori - cercate di mandarmeli senza che io debba corrervi dietro questa volta!
Chi non me lo manda avrà l'onore del suo OC spedito al ballo in mutande.
2) cosa vorreste vedere di Durms Burg? (entro il 3/03!)