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Autore: foschi    23/02/2017    2 recensioni
Dal cap.1 ~
«Oh, ti sei svegliato »
Il biondo rivolse uno sguardo sofferente verso la figura che gli si stava facendo incontro. Riconobbe la figura di una donna alta, slanciata. I tratti delicati e lo sguardo fiero di chi otteneva ciò che voleva, sguardo di una dominatrice.
«Chi.. sei..? » rantolò il biondo accorgendosi di avere la gola secca.
«È irrilevante.. ricorda solo il mio nome, Arthur Pendragon » la donna si chinò su di lui con un sorriso maligno e malizioso «Irene Adler »
L’uomo si sporse in avanti, le mani unite sotto il mento «Chi è lei? »
Il ragazzo alzò lo sguardo lucido e determinato «Merlin Emrys »
I due presero tempo a guardarsi un momento. Sarebbe successo qualcosa, lo sapevano entrambi. Non sapevano il perché di quella reciproca curiosità ed attrazione…
«Non credi sia mio compito. Si rivolga a Scotland Yard» l’uomo si alzò e gli passò accanto, ma Merlin lo fermò trattenendolo dal polso, una stretta salda.
«Lo trovi, per favore, signor Sherlock Holmes »
[Cross-over: Merlin, Sherlock (BBC)]
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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If Destiny wants it…


Saalve carissime e carissimi! :D

Purtroppo sì, ecco questo nuovo capitolo. Non potevate fare a meno di questa storia, ammettetelo! ;D

Okay, sto scherzando, credo. Preparatevi che in questo capitolo vedremo un po’ di azione! Ma per non spoilerarvi nulla, vi lascio!

Ringrazio di cuore Relie Diadamat per i suoi commenti! Ed un grazie speciale a tutti i lettori e chi ha inserito la fiction tra preferite/seguite! ♥

Buona lettura! :D

 

 

 

 

 

 

 

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Cap.3 – Destroy him

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uther sbiancò quando, aprendo la porta, si ritrovò davanti la figura del rinomato consulente investigativo. Cosa ci faceva lui lì? Chi l’aveva chiamato?

«Signor Sherlock Holmes! » esclamò con un sorriso bonario tentando di mascherare la sua preoccupazione «A cosa devo l’onore di averla qui?

Sherlock entrò in casa ignorando i convenevoli. Gli occhi scrutavano ogni angolo alla ricerca di qualche conferma alla sua teoria.

«Mi dica, signor Pendragon, dove ha nascosto suo figlio?

L’uomo sbiancò ed abbozzò un sorriso «Cosa..? Spero stia scherzando »

«Mai stato più serio.. dov’è suo figlio? »

«Cosa sta insinuando? Che ho rapito mio figlio? » la voce uscì minacciosa

Sherlock… » mormorò John presagendo che la situazione sarebbe degenerata.

«Precisamente »

Uther corrugò le sopracciglia «Ora basta! Chi le dà il diritto di venire qui ed insinuare tali accuse? »

Sherlock sorrise «Il fatto che non poteva accettare che suo figlio, il ragazzo di Merlin, fosse omosessuale. È intollerabile per lei vista la sua mentalità antica »

«Sherlock smettila! »

«A meno che.. » continuò imperterrito il moro ignorando John «non ci sia altro, vero, signor Pendragon? »

«Ora basta! » tuonò Uther afferrandolo per il cappotto «La invito ad andarsene o chiamo la polizia »

Il sorriso di Sherlock si aprì di più «Non occorre, ho ottenuto quanto cercavo » si avviò alla porta «Avrà presto mie notizie »

Un John che continuava a ripetere parole di scusa ed un silenzioso Merlin lo seguirono.

Ma prima che il ragazzo potesse allontanarsi, Uther lo bloccò.

«Prova a ficcare il naso in affari che non ti riguardano » sibilò velenoso «e non garantisco della tua vita »

Merlin lo guardò durò «No, fino a che non avrò trovato Arthur e, le assicuro, lo troverò »

Si sottrasse alla presa, lasciando Uther in balia dei suoi pensieri: quello proprio non se lo aspettava. Doveva stare attento al ragazzo o tutto sarebbe sfumato; come aveva potuto non pensarci prima? Merlin non gli era mai piaciuto: dietro quell’aria da idiota si nascondeva una volpe. Ci pensò su e raggiunse una sola soluzione: doveva distruggerlo.

Una voce rispose dall’altra parte del telefono «Cosa succede? »

«Ha una nuova missione » sibilò Uther «Distruggere Merlin Emrys »

 

 

*****

 

 

 

Che non ci fossero guardie a sorvegliarlo, ad Arthur era sembrato davvero strano. Dov’era quella donna che lo lasciava raramente?

No che lo trattasse male, anzi, sapeva come tenerlo occupato e certamente era un’occupazione più che piacevole, eh! Ma era strano che quella donna l'avesse lasciato così all'improvviso.

Scosse la testa "Ti pare il momento, Arthur Pendragon?" si rimproverò mentalmente.

Non importava dove fosse lei, doveva scappare da quel posto e cercare Merlin, il resto sarebbe venuto dopo.

Si guardò intorno circospetto: nessuno sembrava provenire dal lungo corridoio. Uscì soddisfatto dalla camera, ma il suo istinto gli diceva di stare all’erta: c’era qualcosa di strano, perché non c’era nessuno a sorvegliarlo? E perché era stato così facile scappare? Che rapimento era se lo facevano scappare così facilmente? Gli era bastato scassinare la maniglia -ovviamente, doveva ringraziare i suoi amati film gialli! - ed ecco fatto!

Iniziò a correre cercando di fare meno rumore possibile, ma quel corridoio sembrava non aver fine. Le pareti color ocra incutevano un senso di oppressione, come se lo volessero trattenere lì. Arthur si scoprì per un momento impaurito: non voleva restare lì, non un secondo di più.

Era stretto e lungo, come le segrete di qualche castello medievale, ci mancavano solo l'oscurità e le torce e l'atmosfera era perfetta..!

«Ehi! » la voce squillante di un uomo lo costrinse a correre più velocemente, era troppo bello per essere vero. Alzò gli occhi al cielo «La fortuna mi ha già abbandonato? » sbuffò ironico. Sicuramente doveva aver visto la porta della camera aperta e si era subito messo al suo inseguimento.

Da quanto correva non ne aveva idea, ma l’uomo gli si faceva sempre più vicino, come un felino –se si poteva definire in questo modo un tale energumeno, eh! – che braccava la sua preda.

«Hah! » esclamò afferrandolo per una spalla e gettandolo con un tonfo a terra «La tua gita è finita »

Arthur tentò di divincolarsi dalla stretta possente dell’uomo; non poteva finire nuovamente in quella stanza, non ora che era a pochi passi dalla libertà!

«Non credo proprio »

Con un abile e veloce mossa riuscì a liberarsi e colpire con un gancio l’uomo che crollò a terra, probabilmente gli aveva rotto il setto nasale; alzò le spalle e lo lasciò lì agonizzante, continuando la sua corsa verso la libertà.

La guardia lanciava grida di dolore ed imprecazioni mentre il sangue scorreva fino al mento, sporcando la maglia. La mano sinistra di Arthur invece pulsava per il dolore, le nocche arrossate; Gli anni passati a Boxe gli erano meravigliosamente tornati utili.

La corsa si fermò nuovamente quando un altro uomo gli si parò di fronte «Credevi davvero di poter fuggire così facilmente? » lo derise.

Arthur lo guardò rassegnato: la fortuna l’aveva davvero abbandonato..?

 

 

 

 

Il vento leggero gli accarezzava il volto, scompigliandogli lievemente i capelli: nei pochi giorni di prigionia in quell’ampia stanza semi-oscura aveva dimenticato quanto fosse piacevole il calore del Sole.

 

Era riuscito a sfuggire all’uomo - un altro energumeno attirato dalle urla del suo collega - con un paio di pugni in pieno stomaco; ci stava prendendo gusto nel ricercare la libertà ricorrendo anche alle maniere forti: gli dava un senso di soddisfazione e lunsigava il suo non limitato ego.

Aveva poi superato la guardia quando egli si era piegato in due: solo così era finalmente riuscito ad essere libero. 

 

Inspirò profondamente l’aria fresca, ora doveva solo cercare Merlin, scusarsi e raccontargli tutto. Nella sua mente era tutto perfetto, ma aveva dimenticato un piccolo e cruciale: dove cercare Merlin?

«Diamine! » esclamò iniziando a correre. Londra era grande e lui poteva trovarsi in qualsiasi luogo! Ma soprattutto… poteva essere ferito!

Scosse la testa, no, non era momento di pensare al peggio: si riteneva un ottimista e l’avrebbe trovato!

Ma.. ne era davvero sicuro?

Non si aspettava di certo che la Dea bendata tornasse a baciarlo: il moro era lì, qualche metro davanti a lui, preceduto da due uomini; quasi non ci credeva per la sorpresa. Qualcuno, Lassù, doveva aver avuto pietà di loro.

Un senso di sollievo lo colse, ora era sicuro che tutto sarebbe potuto andare per il meglio. Ah, sbagliato, caro Arthur…

«Merlin! » chiamò a gran voce, sperando che lui lo sentisse, ma il moro non si voltò.

A ben vedere, nessuna delle persone - non molte in realtà - sembrava essersi accorta di lui. Questo lo infastidì: come facevano a non sentirlo? Stava urlando a squarciagola perché lui si voltasse! Ma sembrava che lo avessero preso per pazzo, viste le occhiate di compassione che gli rivolgevano.


 

Infastidito, lo chiamò più e più volte, ma il moro sembrava allontanarsi sempre più: era troppo immerso nei suoi pensieri per poterlo sentire. Iniziò a correre per raggiungerlo, ma una presa salda lo fermò stupendolo, tappandogli la bocca con una mano. Doveva essere un uomo, a giudicare dalla grandezza e dalla forza. Ma, stranamente, era un uomo magro e giovane, non oltre la trentina, ad avere una presa considerevole; doveva essere anche benestante a giudicare dal penetrante profumo che proveniva dal suo collo e dall'abito elegante che indossava.

Ma anche se aveva la bocca chiusa, Arthur non si dava per vinto: continuava a chiamare il nome del ragazzo che continuava ad allontanarsi sempre più.

«Merlin! » urlò dopo aver morso la mano dell'uomo che squittì allontanando la mano. Fu l'ultimo richiamo prima che la mano tornasse alla sua postazione.

Da dove fosse uscito fuori quell'uomo, Arthur non ne aveva idea: forse l'avevano chiamato le guardie che aveva atterrato. In realtà non gli importava, sentì solo che le speranze stavano morendo una ad una.

 

 

 

L'eco ormai lontano raggiunse le orecchie insolitamente grandi del moro che, spinto da quel lontano richiamo e da un sobbalzo del suo cuore, si voltò in tempo solo per vedere Arthur sbracciarsi. Sgranò gli occhi, incredulo: non poteva crederci, Arthur era lì?

Il cuore prese a battargli forte nel petto: era desto od era tutto un sogno? Da una parte si sentiva sollevato di ritrovarselo lì davanti, sano e salvo in apparenza; dall'altra una nuova preoccupazione crebbe quando vide che l'uomo lo stava trascinando via. 

«Arthur! » esclamò correndo verso di lui.

Doveva raggiungerlo, doveva salvarlo, non poteva perderlo adesso, non di nuovo..!

 

Disperato ed invocando il suo nome, inseguì l’uomo « Oddio no! Arthur! » Non se lo sarebbe mai perdonato se gli fosse stato sottratto di nuovo..! Come avrebbe potuto guardarlo in faccia se avesse letto negli occhi azzurri del ragazzo una tacita accusa? L'accusa di non averlo salvato quando l'aveva avuto davanti agli occhi.

Si fermò interrompendo il flusso dei suoi pensieri solo quando Sherlock, attirato dal grido del ragazzo e gettatosi al suo inseguimento seguito subito da John, lo fece cadere per terra, il rumore di uno sparo rimbombò nei timpani dei due. Merlin fece appena in tempo a vedere Arthur fatto salire su un auto.

I loro occhi si incontrarono per un momento, c’era tutto in quello sguardo: preoccupazione, tristezza, paura, amore.

«Maledizione! » esclamò il ragazzo alzandosi per raggiungere l’auto ma Sherlock lo trattenne, paralizzato dalla figura che era appena apparsa: Irene Adler si stagliava davanti a loro, un sorriso maligno sul volto e la pistola puntata contro di loro.

«Fate un altro passo e siete morti oppure, se ci tenete alla vita, andatevene e non immischiatevi più in questa faccenda »

«Tu.. » sussurrò Sherlock

La donna sorrise «Ciao, Sherlock. È da un po’ che non ci si vede.. »

 

 

 

*****

 

 

 

«Il soggetto è stato ripreso » mormorò al telefono la castana che si allontanava in auto con il giovane e l'uomo.

«Meglio per te. Lascialo scappare un’altra volta e sai cosa ti accadrà vero? »

Irene deglutì, per un momento i suoi occhi lasciarono intravedere un velo di paura «Certo, non accadrà più, glielo giuro »

«Me lo auguro »

La chiamata si interruppe e la donna guardò frustrata fuori dal finestrino. Era sbiancata quando lui l’aveva chiamata per informarla della fuga di Arthur: se anche lui aveva preso parte al gioco, era perché qualcosa, o meglio qualcuno, si era intromesso ed aveva ragione a preoccuparsi, visto che Sherlock aveva fatto la sua apparizione. Non doveva commettere passi falsi od avrebbe rischiato troppo..

«Cosa volete da me? Cosa vi ho fatto? » sbottò irato Arthur scuotendola dai suoi pensieri.

Irene lo guardò e, sorridendo maliziosa, si sporse verso di lui «Fammi un favore, non provare a scappare mai più »

Arthur provò a ribattere, ma sgranò gli occhi quando si ritrovò le labbra rosse della castana sulle sue: accidenti, riusciva sempre a sottometterlo. Si ritrasse infastidito ed Irene sorrise, non avrebbe permesso che né quei due ragazzi né Sherlock gli mettessero i bastoni fra le ruote, erano in gioco troppe cose fra cui la sua stessa vita.

 

 

 

*****

 

 

 

«Perché? » tuonò Merlin «Perché non mi hai lasciato inseguirla? Potevo salvarlo! »

Era irato e frustrato, con sè stesso e con Sherlock. Accidenti, gli era stato portato via di fronte agli occhi! Certo, non aveva previsto lo sparo e la comparsa di quella donna - stranamente così famigliare - ma avrebbe comunque raggiungerlo. Avrebbe potuto.. ma non l'aveva fatto. Si odiò per questo mentre lacrime di rabbia sgorgavano dagli occhi scuri.

«Non potevi salvarlo » mormorò John, paralizzato.

Sherlock guardò fisso il punto in cui prima c’era Irene «Se anche Irene è coinvolta in questo gioco, allora la questione è più seria di quanto possiamo immaginare » sussurrò il detective. Il volto era impassibile ma dentro di sé iniziava a sentirsi eccitato per la piega che stava prendendo la situazione.

Merlin invece ringhiò frustrato, l’aveva perso, di nuovo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Angolo Autrice

Ed eccoci alla fine di questo terzo capitolo. Che ne dite? C’è più azione e poi chi è questa nuova persona scesa in campo? Cosa nasconde Uther?

Rimanete sintonizzati per scoprirlo! ;D

Fatemi chiarire una cosa: i primi due capitoli sono capitoli-pilota, servono ad introdurre i personaggi e la vicenda. Il grande gioco inizia da questo capitolo! (Che ho modificato un po' su consiglio della cara Relie Diadamat)

Un’ultima cosa: che ne pensate delle immagini? Sono totalmente realizzate da me! ^^

Bene io vi lascio, aspetto un vostro parere!

Baci al prossimo capitolo,

Olivier_Rei=)

   
 
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