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Autore: vanessie    24/02/2017    4 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 47

“Progressi”

 

 

POV Kevin                           

Quel giorno di fine gennaio ero stato immerso nello studio per gli esami di febbraio…le sessioni d’esame erano sempre un periodo duro e faticoso, ma necessario per la progressione degli studi ed io, da bravo studente, ero super motivato nel voler raggiungere quell’obiettivo ancora lontano chiamato laurea. Diana mi aveva chiesto di uscire quella sera, avevo accettato volentieri, tra noi non era certo sbocciato l’amore, ma c’era amicizia e rispetto, parlavamo, ci vedevamo di rado visto che la nostra non era una storia, ma una semplice frequentazione sporadica. Sarei stato bugiardo nel dire che eravamo solo amici, ci eravamo baciati, c’erano state delle…coccole e del sesso. Mi aveva chiesto di andare a cena a casa sua e così dopo lo studio, feci una doccia e presi dall’armadio i vestiti: t-shirt nera, jeans scuri e una maglia grigia tagliata in stile giacca.

 

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Presi le chiavi di macchina e un cappotto, sistemando nelle tasche il portafoglio e il telefono. “Ciao zia” dissi a Valerie “Ciao Kevin, buona serata” “Grazie” risposi. Raggiunsi la macchina parcheggiata sul vialetto di casa e misi in moto, ascoltando la radio mentre guidavo verso l’abitazione di Diana. Come al solito pioveva, sperare di lasciare a Forks la perenne umidità e lo strato spesso di nubi era stata un’illusione, anche l’Irlanda era molto umida. Riuscii a trovare un parcheggio non troppo distante. Scesi dall’auto e suonai il campanello “Ciao” mi salutò lei aprendo la porta sorridente “Ciao, tutto bene?” le domandai “Sì, entra” rispose. Varcai la soglia di casa e tolsi il cappotto, Diana lo appese all’appendiabiti alla sua destra e si avvicinò per darmi un bacio. Poggiai le labbra sulle sue e restammo lì, in piedi, per un po’. Quando ci staccammo mi prese per mano, guidandomi verso il tavolo del salotto già apparecchiato. Notai che aveva indossato un abito corto nero, calze color carne e scarpe nere di camoscio con il tacco alto. Stava bene, era piuttosto attraente. Si era truccata e aveva ondulato i suoi capelli castani normalmente lisci. “Siediti pure” disse indicandomi la sedia. Obbedii dandomi uno sguardo intorno mentre lei era andata in cucina a prendere la cena. Il tavolo era posizionato accanto alla portafinestra che conduceva in giardino, la stanza era arredata con mobili in legno, i suoi genitori dovevano aver buon gusto a giudicare dalla minuziosità con cui erano disposti i soprammobili, dallo studio dei colori perfettamente abbinati. Diana tornò con in mano un vassoio di antipasti, me ne servì alcuni e si mise seduta alla mia destra. Cominciammo a mangiare e non potei far altro che pensare che la cucina non fosse esattamente il suo forte. I crostini avevano un sapore…strano, ma li mangiai senza dirle nulla, non volevo sembrare maleducato. “Che hai fatto oggi?” le chiesi “Sono uscita con le amiche, siamo andate al centro commerciale. Tu invece?” “Ho passato il pomeriggio a studiare” affermai “Una giornata all’insegna del divertimento!” esclamò con ironia “Un divertimento estremo” risposi ridendo. “Aspetta, prendo il secondo e arrivo” precisò tornando in cucina. Bevvi il vino che avevo nel calice e sperai vivamente che il secondo fosse migliore degli antipasti. Diana portò un vassoio con carne di maiale e verdure miste. Spostò alcune fette nei nostri piatti e questa volta il sapore era veramente…orribile! La carne era anche dura, forse non aveva ultimato la cottura. Masticai il boccone a lungo e lo ingoiai, sforzandomi di continuare a mangiare per non doverle dire che proprio non mi piaceva. Poverina, magari ci si era messa d’impegno, aveva fatto del suo meglio, per questo evitavo di esprimermi. “Da quant’è che non uscivamo insieme?” mi chiese interrompendo le mie riflessioni “Almeno…tre settimane” “Che hai fatto in questo periodo?” “Sono stato impegnato con i corsi della facoltà, ho studiato tanto per recuperare qualche vecchio esame, sono uscito con Patrick, Danny e Joshua e poi…il tirocinio e il lavoro al parco zoo-faunistico…” elencai facendo mente locale. “Sei andato alla fiera di Dublino sud? Quella con gli stand gastronomici e le bancarelle di artigianato?” mi domandò “No, quest’anno l’ho saltata, tu sei andata?” “Sì, praticamente io e le mie amiche l’abbiamo svaligiata! Abbiamo comprato una quantità di cose esorbitante” spiegò “Ohhh lo immagino, voi ragazze quando vi ci mettete portate via dalle bancarelle più cose di quante ne porterebbe via un uragano” scherzai. Ridemmo, per fortuna ero riuscito a finire ciò che avevo nel piatto. “Allora…da quanto tempo hai iniziato a cucinare?” le domandai “Non l’avevo mai fatto. Questa era la prima volta, volevo prepararti una cena” “È stata fantastica” mentii “Stai mentendo. Lo so, ha fatto schifo, era disgustosa, sono una cuoca fallita” “Non sei una cuoca fallita, sei solo inesperta” la consolai, lei sorrise e restò a fissarmi. “Mi sei mancato sai? Tre settimane senza vederci sono state tante e me ne rendo conto solo ora che siamo insieme” affermò “Sì…non siamo due tipi che si vedono molto” “Alcune volte mi chiedo se non sarebbe il caso di vederci più spesso, come due persone normali!” esclamò “Forse se non cucini tu potremmo anche farlo” dissi per fare una battuta, Diana si mise a ridere e anch’io lo feci. “È il momento del dessert” affermò alzandosi e prendendo dal mobiletto dietro di lei un vassoio argentato, contenente una zuccheriera, una ciotolina con meringhe e una bomboletta di panna spray. “Le meringhe sono fatte in casa?” domandai preoccupato “Non devi mangiare le meringhe, tranquillo” rispose prendendo in mano la bomboletta di panna e venendo a sedersi a cavalcioni su di me. La agitò e me ne spruzzò una striscia sul collo, per poi ripulirmi con qualche bacio. Avvertii crescere in me una sensazione di eccitazione “In effetti mi sei mancata anche tu, dovresti chiamarmi più spesso” dissi alludendo alle tre settimane di distacco “Ohhh dovrei?” rispose per provocarmi, annuii, mentre una nuova striscia di panna finiva sull’altro lato del mio collo. Inclinò la testa per leccarla via, dopodiché tolsi la bomboletta dalla sua mano “No, ora è il mio turno” affermai, mettendone un po’ sulla pelle del suo petto, libero dalla stoffa del vestito. Rise mentre la ripulivo con la bocca. Mi alzai in piedi, portandola su tra le mie braccia e lasciandola in piedi davanti a me “Aspetta, non ho sentito bene il sapore” la provocai, spruzzandone ancora un po’ sul suo petto. Si allontanò correndo e lanciando un gridolino, la inseguii e ci ritrovammo sul suo letto, dove restammo in ginocchio a baciarci qualche minuto, prima che a vicenda iniziassimo a spogliarci. I baci divennero profondi e lunghi, intensi, carichi di eccitazione. Mi buttò con la schiena sulle coperte mettendosi su di me, mentre eravamo ancora mezzi vestiti. Sì ok…non la amavo, lei non amava me, ci volevamo bene come due amici, forse non era del tutto corretto condividere quel tipo d’intimità, ma avrei compiuto 21 anni tra qualche mese e non stavamo facendo del male a nessuno. Ribaltai le nostre posizioni, mettendomi sopra e continuando a vicenda a baciarci. Il suo telefono prese a squillare, lo ignorammo, scesi con le labbra per baciarle il petto e il ventre per poi tornare sulla sua bocca. La suoneria si fermò, ma un messaggio in arrivo ci interruppe ancora “Fammi controllare chi è” sussurrò staccandosi da me e alzandosi dal letto per prendere il cellulare poggiato sul comodino. Ero così dentro all’idea di fare l’amore, tanto da avere già il respiro affannato per il desiderio. La osservai “Che c’è?” le chiesi “È un’amica, ha un problema” rispose leggendo l’sms. Mi buttai giù con la testa, come cazzo potevo ricacciare indietro quella voglia che sentivo? (ecco il video della cena di Kevin e Diana https://www.youtube.com/watch?v=VAlRVhC7LmM ).

Le sorrisi scuotendo la testa “Mi dispiace” disse “Dai, ti accompagno” le risposi. Ci rivestimmo e prendemmo la mia auto. Diana mi spiegò la strada per raggiungere la sua amica. Ci fermammo davanti ad un locale e trovammo la sua amica insieme ad altre ragazze e un ragazzo. Doveva essere ubriaca, perse l’equilibrio cadendo per terra “Ha esagerato stasera!” esclamò il ragazzo “Poi ti racconto” disse un’altra ragazza rivolgendosi a Diana. Il loro amico la prese in braccio “Kevin ascolta, forse è meglio se ci vediamo un’altra volta! Resto con i miei amici per dare una mano ok?” mi propose Diana “Certo, va bene. Ti riaccompagnano loro a casa?” “Sì, non preoccuparti. Ci sentiamo” disse dandomi un bacio sulla bocca per salutarmi “D’accordo, buonanotte” risposi tornando alla mia auto. Quando rientrai in casa cercai di far meno rumore possibile per non disturbare gli zii. Trovai il mio cagnolino ad aspettarmi ai piedi del letto. Avevo quel cucciolo da circa 8 mesi, era stato un regalo di zia Valerie, che aveva pensato di regalarmi un cane per aiutarmi a riprendermi dalla scomparsa di Megan. La zia sapeva quanto mi piacevano gli animali e la sua era stata davvero un’ottima idea. Lo avevo chiamato Fox, era un cucciolo di Alaskan Klee Kai, detto comunemente mini husky, dal temperamento sveglio, agile, curioso ed intelligente. Aveva gli occhi di colore diverso, uno marrone e uno celeste. “Hey Fox” sussurrai, lui venne verso di me e mi fece le feste, così mi accoccolai sul pavimento e lo accarezzai, giocandoci un po’. “Che c’è? Cosa speri di ottenere guardandomi così?” gli domandai osservando i suoi occhi dolci “Sì, lo so che vorresti dormire sul mio letto, ma non si può. Hai la tua cesta e devi imparare l’educazione. Domani staremo insieme, ti porto a fare un giro sulla costa!” esclamai.

 

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Fox mi leccò il viso ed io lo portai in soggiorno, dove avevamo posizionato la sua cesta. Lo adagiai lì e gli diedi l’ultima carezza della buonanotte.

 

NOTE:

Ciao, mentre il capitolo precedente ci mostrava Kevin nel rapporto con gli zii e gli amici, qui invece ci concentriamo sulla relazione con una ragazza, Diana, con cui Kevin si sta vedendo ogni tanto. La loro non è una storia d'amore è solo una sorta di amicizia speciale, Kevin infatti ci dice di non essere innamorato e soprattutto di non sentirsi pronto per una relazione vera e propria dopo la morte di Megan. Non dimentichiamoci tuttavia che Kevin è un ragazzo di quasi 21 anni, è single e alla fine non sta facendo niente di strano. Se prima non avete visto il video che mostra una parte della serata di Kevin e Diana, potete cliccare su questo link: https://www.youtube.com/watch?v=VAlRVhC7LmM . Nel video non troverete l'attore che interpreta Kevin, ossia James Maslow, ma è tratto del telefilm "The Secret Circle" da cui in seguito trarrò altre clip). Vi do appuntamento a venerdì!

Vanessie

   
 
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