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Autore: _thantophobia    25/02/2017    1 recensioni
[30 Days OTP Challenge][DenNor][Possibile presenza di altri personaggi][Raccolta disomogenea][Rating e generi vari]
Trenta momenti di due Nazioni.
Trenta momenti per descrivere il loro rapporto.
Trenta momenti di una storia che dura da secoli e durerà per sempre.
{I - "Tenendosi per mano": Si gira un’ultima volta a guardare il bosco e saluta quel troll fermo al limite, poi guarda la mano di Danmǫrk che stringe la sua.
Non tornerà indietro.
XV - "Indossando vestiti in modo diverso": E ha appena decretato che sostituirà tutte le camicie di Norge con delle maglie con scollo a V – perché gli stanno così tanto a meraviglia che dovrebbe essere illegale!}
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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XXIII: Litigando

 

Parole:720

No, non sono morta. Sì, sono stata anche io trascinata nella YoI-spirale e nessuno potrà salvarmi. E no, non vi libererete di me tanto facilmente.

Un po’ di angst(?), non odiatemi. Se volete, ulteriori spiegazioni al fondo.

 

Norvegia entra nello studio di Danimarca come una furia, il viso contratto in un’espressione di pura rabbia. Nei pugni, stringe un giornale e un foglio di carta – un telegramma, sembra.

-Lukie! Che succede?-

-Dimmelo tu cosa succede, razza di deficiente.- non urla, Norvegia: sibila quelle parole con così tanta acidità da mettere paura. Con forza, sbatte sulla scrivania di legno intarsiato il giornale e il telegramma.

-Cosa… -

-Il Consiglio Segreto dichiara la Norvegia una provincia della Corona danese.- sibila ancora, gli occhi viola fissi in quelli blu di Danimarca. –Mi spieghi questo telegramma, Danimarca?-

Mathias sente un brivido lungo la schiena: deve averla combinata davvero grossa se Lukas lo chiama così.

Cerca di dire qualcosa, ma non riesce a parlare: non può spiegargli cosa c’è dietro quella dichiarazione.

Si limita ad abbassare la testa, incassando tutti gli insulti che Norvegia gli rovescerà addosso.

-Ti avevo chiesto due cose, Mathias.- continua il norvegese, i pugni così stretti da conficcarsi le unghie nei palmi e far sbiancare le nocche. –Questa è la vostra risposta?-

Danimarca rimane in silenzio. Tutto quello che riesce a fare è sospirare e sfiorargli le nocche con la punta delle dita, allontanato subito dal norvegese con un gesto stizzito.

-Non mi toccare.- sibila di nuovo, furioso. –E rispondimi.-

-Non… - Mathias tartaglia sulle sue stesse parole. Balbetta, insicuro. -Non volevo farti arrabbiare… -

-Quello che mi fa arrabbiare non è questo.- mormora l’altra Nazione. –O meglio: non solo questo. Sono più arrabbiato per il fatto che tu non me ne abbia parlato.-

-Lukas, io… - tenta di parlargli Danimarca. Si alza dalla poltrona e gli si avvicina, sfiorandogli il viso – e solo in quel momento si accorge che gli zigomi di Norvegia sono segnati dai solchi umidi di poche lacrime.

Cerca ancora di dirgli qualcosa e di scusarsi, ma è bruscamente allontanato e quasi cade a terra per la violenza di quel gesto.

-Smettila.- lo liquida Norvegia, allontanandosi a passo di carica. –Torno a Oslo. Qui non sono più necessario, sono solo una provincia.- la solita calma nasconde a malapena la delusione della scelta di Danimarca, oltre che una buona dose di rabbia.

Rimane immobile per qualche istante, Danimarca, prima di raggiungere l’altra Nazione con pochi passi e afferrarlo per un polso – stringe forse un po’ troppo forte le dita intorno alle ossa e il successivo strattone è altrettanto forte, ma Mathias sembra non farci caso.

-Non usare più quel tono con me.- sibila, mentre Norvegia rimane in silenzio e non sembra nemmeno sorpreso dalla sua reazione. Sostiene il suo sguardo, impassibile, come in attesa. –Sei una mia proprietà, non permetterti di parlarmi così!-

Il successivo schiaffo arriva forte e imprevedibile e lascia il danese sorpreso. Sgrana gli occhi, Mathias, fissando l’altro con uno sguardo confuso e stralunato.

-Io non sono una tua proprietà.- sibila Lukas, trai denti, la mano ancora sollevata. –Io sono mio, Mathias. Non sono mai stato tuo.-

-Cosa stai dicendo?! Io ti… - quasi urla, afferrandolo per le spalle e strattonandolo. Norvegia riesce a liberarsi con un po’ di fatica e arretra di qualche passo.

-Smettila! Non dirlo!- anche Norvegia, di solito sempre calmo e impassibile, ha la voce alterata e tremante. -Per te non sono altro che un trofeo da esibire! Utile solo per saldare i tuoi debiti!-

Rimangono in silenzio per quelle che paiono ore, prima che Norvegia riesca di nuovo ad articolare una frase.  –E io che come un idiota mi sono fatto abbindolare dalle tue parole e da quelle di Margherita[1], pensando e sperando che non sarebbe cambiato nulla.- È deluso e, sì: anche furioso. -Pensavo che le tue parole fossero sincere. Ma a quanto pare avevo ragione quando mi sembrava che mi stessi solo usando… -

E Danimarca non sa che dire – perché forse solo in quel momento si rende conto di cosa ha davvero fatto, a Norge e al suo popolo.

-Sono stanco, Dan, di tutte queste guerre. Basta… -

Basta.

Già, ecco cosa ha continuato a urlargli – Basta, fermali, sono civili, basta, Sve sta soffrendo, basta! – eppure lui era sordo a tutte le sue preghiere e ha finito per ferire anche la persona che amava.

-Cosa sei diventato, Mathias?-

Quando Danimarca riesce ad articolare una risposta, Norvegia è già andato via – ma entrambi sanno che la discussione è solo rimandata.

 

-Io volevo solo proteggerti... -

 

Sei solo l’ombra di quello che eri.

 

 

 

 

 

 

1.       Margherita I di Danimarca, moglie del Re di Norvegia Haakon VI e prima reggente dell’Unione Kalmar.

 

 

S.S.P.P.: Sproloquio Storico Post Partum

Sarà una cosa lunga, preparatevi.

 

*respiro profondo*

 

Nel 1536 il Consiglio segreto di Danimarca dichiara la Norvegia una provincia, lasciandole comunque una semi-autonomia [questo serviva, essenzialmente, ad assicurare la successione al trono danese della dinastia Oldenburg e quindi evitare lotte per il trono, ma anche per evitare che il popolo norvegese pretendesse lo scioglimento della doppia Monarchia in quanto politicamente dipendente dalla Danimarca.]

Nonostante l’autonomia concessa, ogni decisione deve essere approvata dal Re: questo provoca un malcontento soprattutto dell’alta borghesia e del ceto nobiliare.

Qualche anno prima, una delegazione di rappresentanti dei ceti medio-alti, aveva chiesto la fondazione a Oslo di un’università e di una banca per agevolare la popolazione. La risposta del Re fu qualcosa di molto simile a: “La nostra banca e l’Università di Copenaghen possono sussistere ai bisogni di tutto il Regno”. Questo, l’innalzamento delle tasse e la dichiarazione a provincia [insieme alla perdita della diretta responsabilità giuridica sui territori di competenza – vedi Islanda, Groenlandia e Far Øer] portarono un malcontento anche nei ceti più bassi.

Come se non bastasse, l’Unione Kalmar si era sciolta da poco - dopo anni di dissapori e conflitti tra la Danimarca e la Svezia [che ebbero il loro culmine con la strage di Stoccolma del 1520] che, sommate alle continue guerre attuate dal governo danese, avevano portato a una certa instabilità politica e finanziaria.

 

OKAY. ORA HO DAVVERO FINITO *riprende fiato*

Il prossimo prompt sarà difficile, perché teoricamente dopo questo avvenimento i rapporti tra le due nazioni – storicamente parlando – sono praticamente distrutti.

 

Maki

  
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