XXIII: Litigando
Parole:720
No, non sono morta. Sì, sono stata anche io trascinata nella YoI-spirale e nessuno potrà salvarmi. E no, non vi
libererete di me tanto facilmente.
Un po’ di angst(?), non odiatemi.
Se volete, ulteriori spiegazioni al fondo.
Norvegia entra nello
studio di Danimarca come una furia, il viso contratto in un’espressione di pura
rabbia. Nei pugni, stringe un giornale e un foglio di carta – un telegramma,
sembra.
-Lukie!
Che succede?-
-Dimmelo tu cosa
succede, razza di deficiente.- non urla, Norvegia:
sibila quelle parole con così tanta acidità da mettere paura. Con forza, sbatte
sulla scrivania di legno intarsiato il giornale e il telegramma.
-Cosa… -
-Il Consiglio Segreto dichiara la Norvegia una provincia della Corona danese.- sibila
ancora, gli occhi viola fissi in quelli blu di Danimarca. –Mi spieghi questo
telegramma, Danimarca?-
Mathias sente un brivido lungo la schiena:
deve averla combinata davvero grossa se Lukas lo chiama così.
Cerca di dire
qualcosa, ma non riesce a parlare: non può spiegargli cosa c’è dietro quella
dichiarazione.
Si limita ad
abbassare la testa, incassando tutti gli insulti che Norvegia gli rovescerà
addosso.
-Ti avevo chiesto due
cose, Mathias.- continua il norvegese, i pugni così stretti da
conficcarsi le unghie nei palmi e far sbiancare le nocche. –Questa è la vostra risposta?-
Danimarca rimane in
silenzio. Tutto quello che riesce a fare è sospirare e sfiorargli le nocche con
la punta delle dita, allontanato subito dal norvegese con un gesto stizzito.
-Non mi toccare.- sibila di nuovo, furioso. –E rispondimi.-
-Non… - Mathias tartaglia sulle sue stesse parole. Balbetta,
insicuro. -Non volevo farti arrabbiare… -
-Quello che mi fa
arrabbiare non è questo.- mormora l’altra Nazione. –O
meglio: non solo questo. Sono più arrabbiato per il fatto che tu non me ne
abbia parlato.-
-Lukas, io… - tenta
di parlargli Danimarca. Si alza dalla poltrona e gli si avvicina, sfiorandogli
il viso – e solo in quel momento si accorge che gli zigomi di Norvegia sono
segnati dai solchi umidi di poche lacrime.
Cerca ancora di
dirgli qualcosa e di scusarsi, ma è bruscamente allontanato e quasi cade a
terra per la violenza di quel gesto.
-Smettila.-
lo liquida Norvegia, allontanandosi a passo di carica. –Torno a Oslo. Qui non
sono più necessario, sono solo una provincia.- la
solita calma nasconde a malapena la delusione della scelta di Danimarca, oltre
che una buona dose di rabbia.
Rimane immobile per
qualche istante, Danimarca, prima di raggiungere l’altra Nazione con pochi
passi e afferrarlo per un polso – stringe forse un po’ troppo forte le dita
intorno alle ossa e il successivo strattone è altrettanto forte, ma Mathias sembra non farci caso.
-Non usare più quel
tono con me.- sibila, mentre Norvegia rimane in
silenzio e non sembra nemmeno sorpreso dalla sua reazione. Sostiene il suo
sguardo, impassibile, come in attesa. –Sei una mia proprietà, non permetterti
di parlarmi così!-
Il successivo
schiaffo arriva forte e imprevedibile e lascia il danese sorpreso. Sgrana gli
occhi, Mathias, fissando l’altro con uno sguardo
confuso e stralunato.
-Io non sono una tua proprietà.- sibila Lukas, trai denti, la mano ancora
sollevata. –Io sono mio, Mathias. Non sono mai stato tuo.-
-Cosa stai dicendo?!
Io ti… - quasi urla, afferrandolo per le spalle e strattonandolo. Norvegia
riesce a liberarsi con un po’ di fatica e arretra di qualche passo.
-Smettila! Non dirlo!- anche Norvegia, di solito sempre calmo e
impassibile, ha la voce alterata e tremante. -Per te non sono altro che un
trofeo da esibire! Utile solo per saldare i tuoi debiti!-
Rimangono in silenzio
per quelle che paiono ore, prima che Norvegia riesca di nuovo ad articolare una
frase. –E io che come un idiota mi sono
fatto abbindolare dalle tue parole e da quelle di Margherita[1],
pensando e sperando che non sarebbe cambiato nulla.- È
deluso e, sì: anche furioso. -Pensavo che le tue parole fossero sincere. Ma a
quanto pare avevo ragione quando mi sembrava che mi stessi solo usando… -
E Danimarca non sa
che dire – perché forse solo in quel momento si rende conto di cosa ha davvero
fatto, a Norge e al suo popolo.
-Sono stanco, Dan, di
tutte queste guerre. Basta… -
Basta.
Già, ecco cosa ha
continuato a urlargli – Basta, fermali,
sono civili, basta, Sve sta soffrendo, basta! –
eppure lui era sordo a tutte le sue preghiere e ha finito per ferire anche la
persona che amava.
-Cosa sei diventato, Mathias?-
Quando Danimarca
riesce ad articolare una risposta, Norvegia è già andato via – ma entrambi
sanno che la discussione è solo rimandata.
-Io volevo solo
proteggerti... -
Sei
solo l’ombra di quello che eri.
1.
Margherita
I di Danimarca, moglie del Re di Norvegia Haakon VI e
prima reggente dell’Unione Kalmar.
S.S.P.P.: Sproloquio Storico Post Partum
Sarà una cosa
lunga, preparatevi.
*respiro profondo*
Nel 1536 il
Consiglio segreto di Danimarca dichiara la Norvegia una provincia, lasciandole
comunque una semi-autonomia [questo serviva, essenzialmente, ad assicurare la
successione al trono danese della dinastia Oldenburg e quindi evitare lotte per il trono, ma anche per evitare
che il popolo norvegese pretendesse lo scioglimento della doppia Monarchia in
quanto politicamente dipendente dalla Danimarca.]
Nonostante
l’autonomia concessa, ogni decisione deve essere approvata dal Re: questo
provoca un malcontento soprattutto dell’alta borghesia e del ceto nobiliare.
Qualche
anno prima, una delegazione di rappresentanti dei ceti medio-alti, aveva
chiesto la fondazione a Oslo di un’università e di una banca per agevolare la
popolazione. La risposta del Re fu qualcosa di molto simile a: “La nostra banca e l’Università di
Copenaghen possono sussistere ai bisogni di tutto il Regno”. Questo,
l’innalzamento delle tasse e la dichiarazione a provincia [insieme alla perdita
della diretta responsabilità giuridica sui territori di competenza – vedi
Islanda, Groenlandia e Far Øer] portarono un malcontento anche nei ceti più bassi.
Come
se non bastasse, l’Unione Kalmar si era sciolta da
poco - dopo anni di dissapori e conflitti tra la Danimarca e la Svezia [che
ebbero il loro culmine con la strage di Stoccolma del 1520] che, sommate alle
continue guerre attuate dal governo danese, avevano portato a una certa
instabilità politica e finanziaria.
OKAY. ORA HO DAVVERO FINITO *riprende fiato*
Il prossimo prompt sarà difficile, perché teoricamente dopo questo avvenimento i rapporti tra le due nazioni – storicamente parlando – sono praticamente distrutti.
Maki