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Autore: GreatLittleDream    26/02/2017    0 recensioni
E se Peeta avesse fatto solo finta di essersi innamorato di Katniss?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e Katniss siamo seduti da alcune ore sul tetto ad osservare i festeggiamenti di Capitol City della morte imminente di 23 tributi.
Questo pensiero mi ricorda che mancano meno di cinque ore all’alba.
Meno di cinque ore prima che questo gigantesco incubo ad occhi aperti incominci.
Avevo una sensazione acida  nel palato, e all’improvviso i fuochi non mi appaiono più così tanto luminosi e belli.
Mi alzo e do la buona notte a Katniss; finalmente sembra aver capito il mio piano, o forse solo quello che io voglio che creda.
Quando finalmente raggiungo il letto e mi addormento, sono tormentato da svariati incubi: vasi infranti, interviste, mietiture, sorrisi di Caesar, arene, volti di ex tributi e della ragazza di fuoco si sovrappongono, lasciandomi alla mattina con le palpebre pesanti e il corpo fiacco, provato dalla mancanza di riposo.
Il mio staf di preparatori lavora attorno a me per ore .
Non ho idea di come abbia fatto a non crollare esausto nel mentre.
Alla fine di tutto, ci rechiamo al piano terra dove incontriamo gli altri tributi.
Successivamente ,ci caricano su un hovercraft che ci accompagnerà fino all’arena.
Durante il viaggio un’assistente con una particolare pistola in mano si avvicina , e vedendo la mia espressione preoccupata mi spiega che mi inserirà un chip di localizzazione sottopelle, con l’aggiunta di un “Non farà tanto male.” che mi fa provare ancora più dolore quando l’oggetto metallico viene impiantato nel mio corpo.
Una volta arrivati, con il braccio ancora pulsante dal dolore, mi portano in una camera di media grandezza, a diversi metri dalla superficie.
L’idea di essere sottoterra non mi piace.
Mi fa sentire in trappola, ma il pensiero di ciò che c’è lassù mi piace ancora meno.
Portia mi mostra la mia tenuta: è molto semplice; però, come mi spiega la stilista è adatto a correre e a contrastare il freddo, cosa che mi sarà molto utile una volta nell’arena.
I minuti sembrano volare.
Una voce annuncia che mancano meno di dieci secondi al lancio, così mi affretto a salire sulla piattaforma.
La porta dell’ascensore si chiude e vengo spinto verso l’alto, verso l’arena, verso una nuova avventura.
La luce  improvvisa del sole mi acceca.
Puntini luminosi mi ballano davanti agli occhi disorientandomi.
Quando torno a vedere normalmente, scopro che mi trovo su una distesa di terra piana e spoglia, fatta eccezione per il gruppo di alberi alla mia sinistra.
Inizia il conto alla rovescia dei sessanta secondi: 59. 58… Ne approfitto per osservare gli altri tributi; alcuni sembrano concentrati, altri impauriti,  altri sicuri di sé, altri ancora sembrano non avere la più pallida idea del perché si trovino lì.
46. 45… Guardo in alto: il cielo azzurro incombe su di me.
23. 22. 21…Guardo i favoriti dei distretti uno, due, tre.
Sembrano pronti, scattanti.
La loro voglia di uccidere è palpabile.
18. 19… Ripasso velocemente il mio piano.
10. 9. 8…Guardo la cornucopia che trabocca di doni uno più allettante dell’altro.
5. 4. 3….Osservo Katniss. Il suo sguardo è fisso sulla cornucopia.
I nostri occhi si incontrano.
Faccio un segno di negazione con la testa.
Ricambia la mia occhiata stupita.
Spero che abbia capito; ormai non c’è più tempo.
2. 1… “Signore e signori benvenuti ai settantacinquesimi Hungher Games!”
 
I tributi iniziano a correre verso la cornucopia.
Quello che accade dopo è confuso.
Sangue, urla e clangore di spade si uniscono in un unico vortice di rumori.
Mi muovo verso la cornucopia.
Un ragazzo, probabilmente del distretto 5, se la memoria non mi inganna, cade davanti a me con un coltello infilzato nello stomaco.
L’impugnatura è lucida di rosso, e quella poca lama visibile brillava colpita dal sole artificiale dei riflessi dei colori della guerra.
Il sangue scende placido lungo il torace , le gambe, la faccia attraversata da un rivolo scarlatto.
I suoi occhi vitrei sono rimasti aperti, fissi su di me. è come se mi stessero bruciando vivo.
In una situazione normale sarei rimasto pietrificato davanti a una tale scena raccapricciante, ma in quell’arena tutto è diverso, reale crudele.
Pochi giorni di allenamento riescono a cambiare una persona, e ciò non fa eccezione con me.
Lì dentro, l’unica possibilità per poter vivere, per poter mangiare ancora pane, era strappare il futuro a qualcun altro.
La morte diventa una figura tangibile che corre su questo prato, raccogliendo le  anime dei tributi caduti.
Estraggo la lama viscida in mano, e dopo aver scavalcato il corpo continuo a correre verso i miei obiettivi: uno zaino e un’arma.
I muscoli delle gambe bruciano dallo sforzo, chiedendo pietà, ma non posso fermarmi o verri ucciso.
Uno zaino compare come per miraggio, tanto da travolgerlo quasi senza accorgermene.
Lo afferro, arrancando per riprendere il ritmo folle di corsa che avevo avuto fino a poco prima.
Cerco un’arma ora, che sia un pugnale o una lancia non ha differenza, ma il fato non mi è amico in quest’occasione.
Un gruppo di tributi è già sotto la cornucopia, tutte le armi sono già state prese o sono già state prese .
Lo scontro tra i restanti è vivo, un mattatoio.
Quando mi volto per tornare sui miei passi è troppo tardi.
Alcuni dei primi distretti, i favoriti, si trovano di fronte a me, sbarrandomi la strada come un muro invalicabile.
“Hey ragazzo innamorato!” urla una ragazza “Dove è finita la tua amata? Ti ha piantato?” chiede facendo scoppiare il gruppo in risate .
Una rabbia cieca mi invade, sento il sangue affluirmi in viso.
carico la ragazza che ha parlato, con il pugnale alzato, ma ancora prima che le mie dita la possano sfiorare Cato, il pupillo del distretto uno, mi colpisce in volto con l’elsa della sua spada, facendomi vedere per un istante le stelle. Mi torce il polso, facendomi perdere la mia unica arma, spingendomi giù, e schiacciandomi contro il terreno duro.
Appoggia un ginocchio sulle mie gambe, con l’altro mi blocca le braccia.
Sento il battito forte e veloce del mio cuore.
Il mio respiro, già affannoso per la corsa, aumenta quando la spada di Cato si appoggia sulla mia gola.
Il mio corpo, bloccato da quello del mio avversario, freme di ira.
“Cosa c’è ragazzo innamorato? Hai paura?”
Riesco a sentire il suo respiro caldo sul viso.
“Vi aiuterò a ucciderla” le parole lasciano le mie labbra con un sussurro “Vi aiuterò a ucciderla… Io odio Katniss Everdeen.”
   
 
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