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Autore: WriteMary    26/02/2017    2 recensioni
Zootropolis, città varia di fauna quanto di problemi.
Una volpe e una coniglietta alle prese con i più vari casi criminali.
Nuovi personaggi, occasionali citazioni e comparse del mondo Disney.
Tutto nell'ombra di una minaccia che prepara a lasciare la sua impronta.
Genere: Azione, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Che Verron Myers fosse benestante, non v’era dubbio.
Il grande atrio quadrato occupava il centro dell’antica villa, accogliendo chi entrava di fronte allo scalone d'onore, ornato di marmi e stucchi di pregiata fattura; dove in cima, spiccava un grande quadro di soggetto mitologico: raffigurante un possente cavallo, con otto zampe e armato di lancia puntata su vinti animali dalle fattezze mostruose.
Thorley ne scattò una foto col cellulare, incurante dei conseguenti sguardi che i pochi invitati già presenti.
Judy s’era poi avvicinata, ricordandogli di non essere in un museo, ma la tigre fece spallucce.
“La invio a Ulv; è roba che a lui interessa.”
Era da tutto il giorno che Judy non vedeva il sorriso della tigre, perché sebbene Jane avesse tentato di tutto per rendere interessante il soggiorno a Peakville , Thorley era sempre stato concentrato sull’orologio, seccato dell’attesa  e impaziente di venir a capo della faccenda.
Verso sera Judy aveva chattato con Nick, venendo per lo più derisa della sua situazione e resa partecipe degli insignificanti progressi dei loro pattugliamenti.
“…Almeno avrà di che distrarsi; Nick mi ha scritto su quanto siano entrambi stufi di girare a vuoto.”
“Non che la nostra situazione sia tanto diversa.”
“Se ho visto giusto non lo sarà.”
“Sei sicura; potrebbe essere un'altra volpe volante.”
“Potrebbe, ma vedo un po’ troppe coincidenze.”
“Terrò gli occhi aperti allora.”
Dall'atrio, i due agenti seguirono Jane, entrando in quella che in origine doveva essere una modesta sala da ballo, ora allestita con numerose teche e ripiani espositivi a custodia di  preziosi reperti e gioielli del passato, esposti con lo stesso riguardo del piccolo rinfresco al centro della stanza; mentre il tutto era sormontato da una volta a padiglione abbellita da bellissimi affreschi; che i commenti di un colto animale suggerirono all’udito di Judy d’essere del 700.
Visto lo spazio disponibile la coniglietta si aspettava molti più invitati, mentre dando una rapida occhiata si potevano contare appena una decina, forse più animali.
“Questa è tutta gente del posto?” Domandò Thorley sorpreso dell’eleganza di alcuni partecipanti.
“No.” Rispose Jane. “la maggior parte viene da fuori: intenditori, collezionisti o investitori; tutta gente che viene di queste cose.”
“Tutto organizzato in un pomeriggio?”
“Potrebbero essere gli ospiti di cui parlava Myers, anche se gli basterebbero due telefonate per organizzare il tutto; tanto la parte fisica la fanno i cinghiali.”
Thorley gli aveva notati subito; disposti sui quattro angoli della stanza, retti nella sorveglianza, silenziosi e scrutatori dei dintorni. “Chi sono, una specie di guardia personale?”
 “Una specie.” Rispose indicando con il muso le teche se non l’intero arredamento. “Tutta questa cianfrusaglia ha un certo valore e Myers non lesina sulla sicurezza.”
“È stato derubato in casa sua?” Chiese Judy.
“No. Credo sia solo paranoico.”
Judy rispose con un cenno, perché sebbene stesse parlando con entrambi la sua attenzione vagava da un lato all’altro della stanza; non si aspettava certo d’urtare per sbaglio la volpe volante, ma la sua presenza non era da escludere.
Jane le sfiorò la spalla; indaco poi con lo sguardo delle ampie corna che svettavano tra gli invitati.
Più alto, Thorley le vide appartenere a un wapiti, che sorseggiava un bicchiere di vino e rideva in una conversazione.
“Quello è il sindaco.” Suggerì il vicesceriffo “Se è qui Myers gli ronzerà sicuramente attorno.”
Ed era così; aggirando una bacheca contenete una zanna d’elefante con tribali incisioni nell’avorio, Myers si distinse accanto al sindaco, sfoggiando un elegante smoking blu dai bordi neri come il papillon.
Jane colse la palla al balzo, presentando i due agenti al Sindaco così da avere una buona scusa per avvicinarsi a Myers.
Il Sindaco sussultò d’impatto trovandosi davanti Thorley, scusandosi subito della reazione confidando che fino ad ora solo le alci gli permettevano di non abbassare il capo in una conversazione.
Ci fu un cordiale scambio di battute sulla taglia, seguite dalle cerimoniali presentazioni e accenni d’interesse del sindaco sulla gestione politica di Zootropolis con velate critiche a Lionheart.
Myers non si dimostrò affatto escluso dalla conversazione e appena vennero citati i leoni insistette nel farsi seguire riprendendo le redini del discorso
Mostrò a tutti orgoglioso il contenuto di una teca: un telo di un materiale simile al cuoio, steso ed illuminato da un faretto sul fondo, cosi da contrastare meglio i segni d’incisione di un tratto ormai consumato.
Il significato era ignoto, ma appena Myers diede l’introduttiva esposizione non solo le attenzioni dei quattro furono catturate.
“È un’antica mappa delle Pride Land.”
“Quanto ti è costata?!” Chiese Sbigottito il sindaco.
“Non molto; l’hanno praticamente regalata a un’asta.”
“È incisa su pelle di bufalo?.” Si avvicinò una capra delle nevi.
“Si, così mi hanno detto.”
“Ecco perché, risale ai primi periodi, quando i confini non erano ancora ben stabiliti; ce ne sono un sacco in giro, tutte diverse.”
Judy ritrasse la testa. “Pelle di bufalo ma…”
La Capra si sistemò gli spessi occhiali sul muso. “Non c’è nulla di stano mia cara. Le Pride Land saranno anche state il primo regno a introdurre leggi che comprendessero prede e predatori, ma le prime soprattutto, riguardavano la regolazione della caccia secondo il così detto Cerchio della vita. Era ancora comune che i predatori cacciassero le prede; anche se ironicamente quest’ultimi le difendevano dalle aggressioni esterne. Curiosa la storia non trova?”
“Eccolo; quando Oream attacca non lo si ferma più; non siamo davanti alla tua cattedra.”
Ci furono delle composte risate, dove gli unici a non parteciparvi furono giusto Jane, Thorley e Judy.
Tutti e tre si scambiarono rapide occhiate, poi il vicesceriffo si avvicinò al fianco di Myers parlando quasi a sussurri.
“Non ho intenzione di trascurare nessuno mia cara.” Rispose con un largo sorriso non ricambiato. “Venite pure.”
 
Superato il salone da ballo, una fuga di stanze conduceva ad una serie di ambienti destinati alla conversazione: molte erano chiuse ma le poche aperte mostravano la conversione da stanza da ricevimento a stanza del gioco da biliardo, studio e biblioteca.
Prima di congedarsi dal ricevimento, il proprietario aveva schioccato lo zoccolo e uno dei cinghiali aveva lasciato la sua postazione per posizionarsi fuori dalla porta del piccolo salotto dove i tre animali furono accolti.
“Si trattava del furto dei miei Totem no?” Suppose distratto Myers accomodato s’una poltrona in tessuto rosso. “Non ho molto da dire, se non lamentarmi ancora dell’assente responsabilità del museo. Cosa volete sapere?”
“Vede, durante le indagini è emerso che lei ha finanziato i lavori d’ampliamento del museo...”
“E con ciò? Non è la prima volta che appoggio il museo di Zootropolis, un ‘iniziativa che certo non azzarderò più a ripetere.”
“In fatto e che sono stati proprio i lavori a facilitare il furto.” Riprese Judy. “Il ladro è passato dai componenti mancanti del lucernario e…”
“Quindi è colpa mia?”
“No, certo che no e…”
“Mia cara agente, io ho pagato i lavori di costruzione, non gli ho supervisionati. Non è certo una mia responsabilità se gli hanno fatti male.”
“Non può negare che sia strano.” Puntualizzò Thorley incrociando le braccia. “Ha esposto i suoi reperti proprio nella stanza che ha finanziato e che a favorito il furto.”
Myers alzò un sopraciglio. “Lei ha idea di quello che sta insinuando? Io sono la parte lesa, la vittima. Il solo appoggio finora è stato il risarcimento del Museo; mi aspettavo che la polizia di Zootropolis sapesse fare il suo lavoro, invece…”
Judy prese immediatamente parola, vedendo i pugni stretti di Thorley. “Siamo qui proprio per fare il nostro lavoro signor Myers. Qualunque dettaglio potrebbe rivelarsi utile per…”
Fu interrotta; il cinghiale appostato fuori si sporse nella stanza. “Signore una telefonata per lei.”
“Non adesso Rod non vedi che…”
“È il compratore.”
Myers ruotò gli occhi. “Mai una tregua. Datemi un minuto.”
Uscì e il cinghiale richiuse la porta, non prima di far intendere ai tre che sarebbe rimasto li a lato.
I tre mammiferi mantennero un attimo di silenzio, poi Jane lo ruppe con un commento che la tigre non prese in simpatia.
“Non si sta rivelando affatto utile.”
“Me ne sono accorto!”
“Thorley calma.” Lo pregò Judy anche se chiaramente seccata.
Jane sospirò. “Temo ci farà aspettare un bel po’, non è la prima volta che mi lascia in questa stanza.”
La tigre trattenne un ringhio, cominciando a camminare avanti e indietro come fosse in gabbia.
Judy lo seguì con lo sguardo, poi si avvicinò alla porta e si allungò per aprirla.
“Dove vai?” La richiamarono entrambi.
“Do un’occhiata in giro.” Sussurrò. “Se Myers è un vicolo cieco cambio strada.”
“Vuoi cercare Kepala da sola?”
“Non posso lasciarti girare in casa d’altri.” Sentenziò Jane severa.
“Sto solo andando in bagno… ma la villa è grande, potrei perdermi.”
Saltò e fece scattare la maniglia, trovando immediatamente oltre lo sguardo del Cinghiale.
“Scusi saprebbe dirmi gentilmente dove sono i servizi?”
Il cinghiale alternò lo sguardo su lei e sui due animali ancora dentro il salotto, esitò un istante nel dubbio, poi indicò forzato la direzione.
Judy lo ringraziò e corse per il corridoio compiaciuta del vincolo della sorveglianza.
Svoltò di fretta l’angolo e appena sola assunse l’atteggiamento più furtivo possibile.
Percorse il corridoio costeggiando le pareti sulle quattro zampe e a ogni possibilità scattava per nascondersi sotto un qualunque mobile d’ornamento o tenda.
Si ripeté più volte, tendendo l’orecchio su tutte le porte che incontrava, fino a che non riconobbe una voce dietro una di esse.
“Sono Myers e non è un buon momento… Ovvio che sono ancora qui!
No, no sembrano avere le idee chiare ma iniziano a fare domande fastidiose…”
La coniglietta si assicurò d’essere sola e si sporse fino a scrutare nella serratura.
Distinse una parte dello smoking di Myers e il filo teso di un telefono fisso.
“…Beh è colpa vostra! Mi avevate fatto delle garanzie; temo vi costerà… Si,si il risarcimento mi è già stato versato… Ovvio, ho già fatto affari con lui sa come finziona… No, non è un problema è già informato sul prezzo… Si, 780 a pezzo; più difficile è stato…”
Judy si sentì sollevare di peso.
Le sue orecchie erano state strette all’attaccatura dallo zoccolo del cinghiale che aveva eluso.
La sollevò fino ad averla in linea con il suo grugno e in quell’instante Judy sferrò a molla un calcio dritto in fronte al suino che la allontanò di scatto facendola oscillare come una bandiera, scrollando poi il muso dal colpo.
Grugnì, serrando lo sguardo sulla piccola agente che prese a forzare lo zoccolo per liberarsi.
Lui la scrollò di nuovo e pesantemente aprì la porta mostrando Judy a Myers come fosse un trofeo.
Il maiale restò sbigottito e immediato schiantò la cornetta del telefono chiudendo la chiamata.
“Stava curiosando in giro signore, l’ho fermata.”
La coniglietta vide gli occhi di Myers sgranato su di lei, vagando poi con lo sguardo in cerca di soluzioni immediate: vedendo un altro cinghiale alle spalle di Myers, usa seconda porta sul lato e l’irraggiungibile arredamento dello studio.
Sulla scrivania però i suoi occhi calarono come attratti da un magnete; all’interno di una piccola valigetta, incastrati nel foam c’erano i quattro totem rubati.
Myers la richiuse immediatamente. “Rod razza di imbecille! Chi tiene d’occhio gli altri due?!”
Al cinghiale si spense la voce e Myers gesticolo furente all’altra guardia di prendere il suo posto, ma questi si bloccò non appena vide il vicesceriffo sulla soglia della porta.
Rob sussultò alla vista di lei e della tigre alle sue spalle e si ritrasse contro la parete con sempre Judy nella zampa.
La corda della tensione si tese nel silenzio, finché Jane non avanzò di due passi. “Conto fino a tre Myers. All’uno voglio una spiegazione, altrimenti al due ti metto le manette e al tre finisci in cella per aggressione.”
“Vicesceriffo, posso spiegare: la sua amica qui stava curiosando, i miei custodi hanno solo fatto il loro…”
“Ha i totem!” Esclamò Judy. “Quelli rubati, li ha in quella valigia!”
La tigre saettò lo sguardo sulla scrivania ma grugnendo Myers schioccò lo zoccolo facendo scattare il cinghiale al suo fianco in carica.
Questi puntò su Jane, ma Thorley si frappose afferrando il cinghiale per le zanne, trattenendo la carica anche se spinto contro la libreria a muro.
Il vicesceriffo balzò in tempo evitando il tutto, estraendo rapida la pistola puntandola dritta su Myers che saltò sul posto.
“Sei in grossi guai Myers! alza le zampe o...”
“O cosa! La tua amica qui e in mano mia.”
“A si, e come pensi di cavartela? Credi di riuscire a farci sparire tutti e tre senza che nessuno si ponga delle domande?”
“Il bosco qui dietro è esteso e quanto può essere difficile incastrare un forestiero.” Disse puntando lo sguardo su Thorley. “Una tigre di Zootropolis tra l’altro: città ormai nota per la recente crisi degli Ululatori notturni; sai quanto sia amico del Sindaco, mi basta devastare un po’ l’ufficio, sacrificare una vetrata e dire che vi ho persi nella notte. Piangeremo tutti la tua scomparsa Jane.”
 Lei rispose accennando un sorriso.“Sei sempre stato un romanziere.” E rapida afferrò la pistola per la canna e la lanciò in faccia al cinghiale che tratteneva Judy, che colpito dalla pesante impugnatura la lasciò cadere.
Judy atterrò sulle quattro zampe e come una molla si lanciò sull’arma caduta, afferrandola, rotolando a terra per poi puntarla sul cinghiale facendo balzi indietro fino ad arrivare al fianco di Jane.
Myers restò esterrefatto e dopo aver imprecato dette un ordine allo stordito sudtode che corse in carica contro le due.
Thorley però che ancora tratteneva il secondo, spinse con tutta la sua forza il suino indietro che travolse il primo.
I due cinghiali ruzzolarono sul tappeto e finalmente la tigre poté estrarre l’arma da sotto il giubbotto e puntarla su i due.
Myers perse il controllo, afferrando la valigetta e spalancando la porta sulla destra.
Jane lanciò le manette a Judy. “Vai! Io chiamo lo Sceriffo!”
La coniglietta corse come risposta e seguì la disordinata corsa di Myers.
Il maiale uscì dal più modesto colonnato della facciata posteriore, correndo nel grande giardino confinato dal bosco ormai nero della sere.
La coniglietta non ebbe difficoltà a raggiungere il fuggitivo, che si trovò l’arma nuovamente puntata contro appena  oltre la discesa della piccola scalinata.
“Posa la valigia e mettiti in ginocchio con le zampe dietro la schiena!”
Myers obbedì esausto dalla corsa, lasciandosi chiudere le manette sui polsi.
“Risponderai allo sceriffo locale e se non vuoi finire alla Corte di giustizia della Contea ti conviene raccontarci tutto quello che sai.”
Myers si alzò muto venendo sospinto a rientrare.
Judy Si chinò senza distogliere lo sguardo dal suino per recuperare la valigetta, ma proprio in quell’istante sentì gravare su di lei del peso.
Si trovò a terra con il muso immerso nell’erba, percependo la pistola sfilarsi dalla zampa e d’improvviso sentirsi di nuovo libera.
Si voltò di scattò, trovando poco lontana da lei la volpe volante.
Era poco più bassa di lei e la luce interna della villa risaltava il pelo marrone rossastro della testa
Più folto sulle spalle, mentre sul lungo muso affusolato si tracciò un sorriso beffardo, accompagnato dal tintinnio di due piercing ad anello sull’orecchio mosso appena.
L’ala destra era leggermente aperta, che richiudendosi poi elegantemente sul corpo dette il tempo a Judy di intravedere sulla membrana il teschio di un bovino tatuato.
“Kepala!” pronunciò a denti stretti.
Lei rise. “Oh cielo, quel nome gira ancora."
Judy si guardò rapidamente attorno in cerca dell’arma, venendo immediatamente derisa.
“È qui in giro Coda di cotone; solo che ormai è buio ti servirebbe una torcia.”
La coniglietta si rialzò sferrandogli un occhiataccia, vedendo subito la valigetta ai piedi di Kepala.
“La vuoi?” chiese ridendo. “Mi dispiace piccola.”
Kepala dispiegò le ampie ali e tenendo la valigetta per le zampe posteriori colpì l’aria elevandosi da terra con un solo colpo d’ala.
Judy corse la distanza che la separava da lei e saltò con tutta la sua energia, afferrando la valigetta riuscendo a far cadere il pipistrello a terra per l’eccessivo peso.
Kepala scoppiò a ridere, trovandosi distesa di schiena per poi colpire Judy in volto con l’artiglio del pollice.
Lei si ritrasse non riuscendo a trattenere la valigetta e venendo poi travolta dalla membrana alare in estensione vide di nuovo Kepala prendere il volo per poi planare in cima al muro di confine del giardino.
“Sei una delusione Myers. ti facevo più organizzato.”
“Non puoi lasciarmi qui!” Urlò. “Se mi sbattono dentro vi rovino tutti!”
Kepala rise. “Non puoi; non sai ne il mio ne il nome di chi mi accompagna, rovinati da solo.”
Judy la vide librarsi per l’ultima volta oltre il muro, fino a che la sua sagoma non si confuse completamente con quella degli alberi.
Si voltò verso Myers più scura della notte e percependo in lontananza le sirene della polizia lo obbligò a camminare ignorando i suoi lamenti.
   
 
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