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Autore: BiancaBeili    28/02/2017    1 recensioni
Ginevra, una ragazza di soli 17 anni che cerca di crearsi un futuro in questo mondo che ormai non ha nulla più da dare ai giovani. Storie d'amore intrecciate, lei che cerca di capire se stessa. Basta leggere per capirne di più.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi svegliai a causa di un fastidioso rumore assordante, strizzai gli occhi e mi rigirai nel letto. Quel frastuono però non si calmò così decisi di aprire gli occhi. Mi guardai intorno e all’inizio non riconobbi la semplice stanza d’albergo dove avevo dormito ma dopo essermi stropicciata gli occhi mi resi conto che ero ancora lì e che quel suono che sentivo era solo qualcuno che batteva contro la mia porta. Sbuffai alzandomi dal letto e avvicinandomi alla porta.
La aprì di scatto e mi trovai Simone davanti già vestito di tutto punto ma con una faccia non del tutto felice.
-Buongiorno, ti sembra il modo di svegliare le persone?- Tuonai facendolo entrare in camera.
-E’ tardi Ginevra, e tu sei ancora in pigiama.- Mi indicò.
-E’ normale che sono ancora in pigiama…stavo dormendo. Ma che ore sono?- domandai aprendo la mia borsa e cercando il necessario per lavarmi e prepararmi.
-Sono le 7- Disse Simone. Mi girai di scatto guardandolo in cagnesco.

“Mi aveva svegliato alle 7 del mattino per cosa? Ma tutto bene? Mamma mia che stress..”

-Vado a farmi una doccia, tu per favore chiama mia madre e avvisala che sono sveglia. Ieri non l’ho nemmeno chiamata per darle la buonanotte.-
Lo lasciai lì, andando in bagno e aprendo l’acqua della doccia che si riscaldò velocemente. Mi ci buttai all’interno sciogliendo tutti i miei nervi.

“Simone lo sa benissimo che odio essere svegliata di sbotto! E’ perdonato solo perché sono in una città che non conosco!”

Non ci misi molto ad asciugare i miei capelli e a vestirmi con dei semplicissimi pantaloni neri e un maglione. Mi truccai leggermente e uscì da quel bagno che ormai era diventato una sauna. Guardai Simone steso sul letto a giocherellare con il cellulare e misi in ordine la mia roba prendendo il portafoglio e le mie sigarette.

-Hai fatto colazione?- mi domandò, lo guardai alzando un sopracciglio e scuotendo la testa.
-Ma secondo te? Mi hai buttata tu dal letto! Ovvio che non ho fatto colazione.. quindi accompagnami giù che ho fame…
-Noto che stamattina siamo di buon umore- ironizzò il moro ancora con le chiappe sul letto.
-Muoviti o scendo senza di te.. – Dissi aprendo la porta e aspettandolo.

Dopo aver fatto colazione arrivò il suo amico pronto anche lui per andare verso l’appartamento. Ero nervosa ed agitata, era tutto nuovo per me. Simone mi strinse la mano e mi incoraggiò con lo sguardo di entrare in macchina. Ero pronta per tutto questo?
Il viaggio non fu lungo, scendemmo dalla macchina e Simone salutò il suo amico. Davanti a me c’era una casa a due piani con un piccolo giardino. Simone mi appoggiò una mano sulla schiena e iniziò a camminare.

-E se non mi piace?- Domandai fermandolo. La mia voce era quasi inudibile, la paura si era impossessata di me.
-Se non ti piace ne cercheremo un’altra, non ti preoccupare.- Mi tranquillizzò prendendomi per mano e trascinandomi davanti al cancello.
Una dolce signora ci accolse e ci fece salire all’interno dell’appartamento, iniziò a parlare a vanvera di cose –per me inutili- ma per Simone interessanti. Finalmente il portone si aprì e io mi affacciai cercando qualcosa, cercando una reazione. La signora mi guardò e mi afferrò il braccio convincendomi ad entrare.
-Vieni che ti spiego. Questo è l’ingresso e come vedi si entra direttamente nel grande salone molto spazioso e illuminato. Questa diciamo che è la stanza principale della casa che affaccia direttamente sul canale.- Spiegò aprendo la porta del terrazzo e facendo notare la vista. A pelle quella casa mi piaceva, ma era tutto ancora da vedere. Facemmo un giro completo e io mi innamorai della stanza da letto che aveva delle travi di legno sul soffitto. La signora dopo aver finito le sue spiegazioni ci lasciò soli per decidere cosa fare e per vedere meglio i dettagli della casa che magari lei non aveva spiegato.
-Allora? Commenti?- mi domandò
-Io amo quelle travi e mi piace anche la vista. Simone per me questa casa va più che bene..- accettai di rimanere in quella casa.
-Allora vado a dirlo subito alla proprietaria, tu resta qui- disse prendendomi le braccia con le sue mani. Gli sorrisi guardandolo uscire dal portone, iniziai a girare immaginandomi concretamente l’arredamento dei miei sogni.
“Ginevra riprenditi! Tu non sei così, qualunque cosa andrà bene basta non stare più in quel paese. Sei felice, ricordati che sei felice”
Simone rientrò poco dopo sorridendo e sventolando dei fogli sopra la sua testa, ovviamente era il contratto, gli andai incontro abbracciandolo forte.
-Andiamo? Ho fame..- dissi toccandomi lo stomaco con una mano.
Simone rise mostrandomi i denti e prendendomi per mano uscimmo di casa.
  
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