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Autore: Robigna88    02/03/2017    1 recensioni
CROSSOVER TRA The Originals/The Vampire Diaries/Supernatural/Constantine
Terza parte della serie The Family Business, sequel di The Family Business - The coven
Sono passati tre mesi da quando Allison ha preso il comando della Strige, affiancata da Tristan che sembra esserle fedele in tutto e per tutto. Il suo cambiamento e le sue scelte hanno colto alla sprovvista la famiglia Originale che di lei si fidava ciecamente e che ora la considera una nemica. Il più toccato da tutta questa storia sembra essere Elijah che di Allison è innamorato, ricambiato, e che si sente responsabile per il profondo mutamento della bella cacciatrice.
Quanto della vecchia Allison è rimasto dentro la nuova? Basteranno l'amore di Elijah, l'amicizia dei Winchester e di Constatine, dei Salvatore, di Castiel e di chi le vuole bene, a riportare ogni cosa al proprio posto?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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29.

 

 

 

 

 

Dopo le mongolfiere a Baton Rouge era stata la volta di un'altra piccola città della Louisiana; Houma. Lì Elijah aveva preso una camera in un hotel in attesa della cena, che sarebbe stata in uno dei migliori ristoranti italiani dell’intero stato. Allison si era riposata un po’, poi aveva fatto una doccia e una volta uscita aveva trovato sul letto una grande scatola rettangolare dai bordi alti. Sopra un bigliettino scritto a mano dal suo bell’Originale elegante

Vorrei, per favore, che lo indossassi.

Sempre che sia di tuo gradimento ti aspetto di sotto.

 

La donna corrugò la fronte e aprì la scatola; quello che le si presentò davanti fu un bellissimo vestito blu scuro con una fascia in vita e semi aperto sulla schiena. Sotto di esso un elegante cappotto di un bel color sabbia con scarpe abbinate. Piano lo prese e respirò a fondo guardandolo. Il tessuto era morbido e la taglia sembrava perfetta, esattamente il tipo di vestito che lei avrebbe comprato.

Con un sorriso asciugò i capelli che acconciò in morbide onde, poi si tolse l’accappatoio e si vestì. Il vestito le calzò a pennello, lungo fino a poco più su del ginocchio, perfetto insieme alle altre cose che Elijah le aveva regalato.

Un velo leggero di trucco ed era pronta. Lui la aspettava nell’atrio dell’hotel chiuso in un bel completo blu scuro e una camicia più chiara. I capelli pettinati di lato e la cravatta perfettamente dritta, come sempre.

Non la vide subito, ma quando si accorse di lei Allison ebbe la percezione che il suo sguardo si fosse addolcito di colpo. Le piaceva il modo in cui la guardava, esattamente come se non esistesse nient’altro al mondo. L’indomani sarebbero tornati alla normalità e per la prima volta da quando quella giornata speciale era iniziata, ebbe la sensazione che forse quel barlume negli occhi, quella premura, quella devozione incondizionata sarebbero durati anche lontano da mongolfiere e pacchi regalo.

“Wow” mormorò lui facendo qualche passo per andarle incontro. “Sei… perfetta.”

La donna abbassò lo sguardo e facendolo sentì che i suoi occhi si erano riempiti di lacrime. Niente lacrime oggi le aveva detto Elijah, solo sorrisi. Le lacrime di gioia però non valevano giusto? Sperò che fosse così perché dubitava che sarebbe riuscita a trattenerle. “Mi dispiace” gli disse asciugandosi le guance. “È solo che…”

Lui le accarezzò il viso sorridendole dolcemente. “Cosa?”

“Ti ricordi il giorno del nostro primo bacio” Allison si inumidì le labbra e respirò a fondo per riprendere il controllo.

“Sì, certo che me lo ricordo; avevi appena mangiato un gelato e la tua bocca sapeva di dolce.”

Lei rise. “Ti ricordi cosa ti ho detto riguardo ai posti speciali?” Elijah annuì così lei continuò. “Ci credo ancora sai? Che ognuno debba avere un posto speciale che li renda felici. Che sia una casa o un luogo qualunque, o persino una persona.”

L’Originale le baciò una mano. “È bello che tu ci creda.”

“Voglio… voglio che tu sappia che qualunque cosa accada in futuro, io quel posto speciale l’ho trovato” la donna piegò poco il capo. “Amo il modo in cui mi guardi, il modo in cui mi fai sentire. Amo il fatto che tu sappia scegliere un vestito per me, un vestito che mi sta meglio di qualunque altro vestito io abbia mai acquistato, tra le altre cose” ridacchiò. “Amo il modo in cui mi accarezzi la guancia per asciugare le lacrime quando piango, amo il fatto che tu sappia sempre cosa voglio per colazione e amo la tua premura e il modo in cui mi sorridi. Amo il modo in cui mi ami perché mai nessuno lo ha fatto prima di te, non così. Quindi qualunque sia il futuro che il destino ha scritto per noi voglio che tu sappia che amo ogni cosa di te e che sei il posto più felice in cui mi sia mai capitato di vivere.”

Elijah rimase con gli occhi fissi dentro i suoi, non si accorse nemmeno che alcune lacrime gli avevano rigato le guance fino a quando lei non le asciugò con un movimento delicato del pollice. Spiazzato sarebbe stato l’aggettivo giusto da usare in quel momento per descrivere come si sentiva; spiazzato dall’amore che aveva sentito in quella dichiarazione, dal battito del suo cuore che batteva in sincrono con quello della meravigliosa donna che amava. Senza dire niente avvicinò la bocca alla sua e la baciò, stringendosela addosso con delicatezza.

“Io ti amo più di ogni altra cosa al mondo” le disse. “Non sono altro che un’ombra senza di te, non lo sapevo prima di quel bacio al gusto di gelato di tanti anni fa. L’ho saputo solo nel momento esatto in cui le tue labbra hanno toccato le mie e mi sono sentito vivo come mai prima” le accarezzò i capelli facendo vagare lo sguardo dagli occhi alla bocca. “Ti amo più di ogni altra cosa al mondo” ripeté. “Più di ogni altra persona.”

Le baciò la fronte e rimasero così, immobili in quel momento di amore che spazzava via ogni dubbio ed ogni paura.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Il giorno dopo, di ritorno a casa, la normalità decise di lasciare loro un altro po’ di quiete e così il pomeriggio passò tranquillo fino alla sera che invece li rituffò con violenza a quella quotidianità da cui per ventiquattro ore si erano nascosti. La vita vera infatti, quella fatta di drammi e problemi, bussò prepotente alla loro porta dopo cena; aveva il volto preoccupato e pallido di Freya.

“Freya, hey” la salutò Allison aprendo. “Stai bene? Vieni dentro.”

La strega avanzò di qualche passo e si sforzò di sorridere a suo fratello che si era avvicinato per stringerla in un veloce abbraccio. Ad Elijah, ancor più che ad Allison, non sfuggì che qualcosa tormentava la maggiore delle sue sorelle.

“Che succede?” le chiese infatti.

L’altra si passò le mani tra i capelli con fare nervoso, poi scoppiò in lacrime. “Finn” farfugliò singhiozzando. “Lucien l’ha attaccato, l’ha morso e io non so come aiutarlo.”

“Quando è successo?” domandò Elijah allarmato, afferrando la sua giacca e passando ad Allison il cappotto.

“Due ore fa circa. Ho fatto delle ricerche quando Camille è morta, cercato soluzioni ma ho provato tutto ciò che avevo trovato e niente sembra aver funzionato. Non ho abbastanza potere. Morirà Elijah, nostro fratello morirà.”

Pianse più forte e si lasciò andare contro il mobile dietro di lei. Della Freya potente e fiera in quel momento rimaneva soltanto la piccola bambina impaurita strappata alle braccia di una madre indegna e di un fratello che era stato il suo primo amico. Quel fratello che ora stava morendo. Allison diede uno sguardo ad Elijah e dopo avergli baciato il palmo di una mano si avvicinò a Freya e la strinse in un abbraccio che lei ricambiò affondando il viso bagnato di lacrime tra i suoi capelli.

Le balenò in testa un’idea che avrebbe potuto funzionare ma decise di aspettare prima di comunicarla agli altri.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Finn si svegliò di improvviso dopo un sonno disturbato di circa un’ora. Gemette portandosi la mano sulla ferita ed Allison gli si avvicinò con una pezza bagnata.

“Hey” gli disse mettendosi a sedere su un angolo di divano vicino a lui. “Come ti senti?” domandò passandogli la pezza fresca sulla fronte e poi su tutto il viso.

“Ho avuto momenti migliori” borbottò lui chiudendo per un attimo gli occhi. “Dov’è Freya?”

“È insieme ai tuoi fratelli, stanno cercando un modo per aiutarti.”

“E tu sei rimasta qui ad occuparti di me?” il tono di Finn era sorpreso. “Lasciami indovinare, ora mi dirai che lo stai facendo per Elijah e non per me.”

“Sì è vero” confermò lei. “Lo sto facendo per lui e per Freya e per Klaus, Kol, Rebekah. Perché ti vogliono bene, perché sempre e per sempre vale anche per te anche se tu hai sempre pensato il contrario” fece un grosso respiro e bagnò di nuovo la pezza, stavolta gli rinfrescò le mani e le labbra. “Ma più di tutti lo sto facendo per te.”

“Perché?”

“Perché tu odi ciò che sei e Dio solo sa quanto questo senso di inadeguatezza possa far male. Voglio che tu sopravviva così da imparare ad amare te stesso Finn, così da capire che essere un vampiro non fa di te un mostro, non se tu decidi di non esserlo.”

Lui rimase per un attimo in silenzio, il respiro affannato e la mano ancora stretta tra il fresco della pezza e il calore della pelle della cacciatrice. In quegli occhi nocciola vide brillare tutto il fascino di un’anima pura e capì perché tutti la ritenessero così speciale.

“Mio fratello è fortunato” mormorò con un sorriso accennato. “Spero che ne sia consapevole.”

“Lo sono” proprio Elijah gli si avvicinò con Freya e gli altri della famiglia. Allison si fece di lato notando che la giovane strega piangeva ancora, segno che non erano riusciti a trovare nulla se non il coraggio di dire addio. “Fratello…”

“Non importa” Finn capì. “Solo non lasciatemi morire solo.”

“Non sei solo!” esclamò con decisione Klaus poggiandogli una mano sul capo.

“Mi dispiace fratello mio” Freya singhiozzò. “Non ho abbastanza potere e non ho una fonte da cui accingere. Non una che sia potente a sufficienza.”

Allison fece un grosso respiro prima di parlare. “Io forse ce l’ho” sentenziò attirando l’attenzione di tutti. “Credo che dovresti provare ad incanalare il potere della mia anima.”

   
 
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