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Autore: Diosmira    02/03/2017    0 recensioni
Una storia che parla d'amore e di paura, speranza e perseveranza.
Leggendola scoprirete la storia di una ragazza alla ricerca di ciò che le è stato tolto molto tempo fa: la Famiglia.
Lotterà con tutta se stessa per riaverla e attraversando gli oceani del tempo riuscirà ad ottenere la cosa più dolce: L'amore!
Ma potrebbe presto scoprire che spesso "l'amore può essere freddo come una tomba, un biglietto di sola andata per una tristezza infinita"
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga, Successivo alla saga
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Secrets

 

https://youtu.be/qI4U6v7PS2k

There’s a room inside your gut
Close the door and keep it shut
Let no daylight enter in
And the punishment begin



Londra, Inghilterra. 1918 

 

C'è una stanza nel tuo stomaco
chiudi la porta e tienila sigillata
non permettere alla luce di entrare
e lascia che la punizione abbia inizio





Prima che Claire terminasse il rituale su Emily, Giulia perse la pazienza.
Tutta quella cerimonia sperimentale era una pazzia, sarebbe stata una totale perdita di tempo: la ragazzina era terrorizzata, si reggeva a stento in piedi.
Il ragazzo, Adam, non era messo tanto meglio.
Non si sarebbe sorpresa se alla fine dei conti non avessero ottenuto nulla.
Solo altre morti. Tra cui la sua.
Ovviamente voleva evitare un risvolto simile, ma per farlo la ragazzina doveva sopravvivere, e non era una cosa così semplice.
Aveva visto Emily vacillare ancora prima che Paul potesse cominciare a dissanguarla, ma era naturale.
Era giustamente spaventata.
Sia a lei che ad Adam non erano state impartite le lezioni per convogliare il sangue magico nella giusta direzione e preservare quello vitale.
In un occasione normale sarebbero bastati pochi sorsi di sangue per completare il rituale, ma quella non lo era per niente.
E per la ragazzina poteva mettersi molto male.
Giulia aveva tentato di tenerla vigile il più possibile, ma sapeva che di lì a qualche minuto avrebbe perso completamente i sensi.
Per lo meno Claire aveva quasi finito.
Doveva solo resistere ancora un po'.
Forse quella notte non ci sarebbero state conseguenze drastiche da affrontare.
Per il momento.
Solo il tempo avrebbe deciso chi fra i due candidati era la vera gemma.
Il branco aveva solo deciso, avventatamente, di accelerare il tutto.
Poteva essere una buona idea come poteva rivelarsi un disastro.
Ma non furono le sue previsioni drastiche a farla infuriare, ma quello che realmente stava succedendo in quella sala.
I maggiori rappresentanti di ciò che era rimasto dei Figli della Luna stavano sorteggiando le vite di due giovani inesperti con chi sa quali speranze.
C'erano delle regole rigide da seguire in quel gioco, una delle quali la vedeva strettamente responsabile del risultato che quella cerimonia avrebbe avuto sulle vite dei giovani lupi in transizioni.
Si era gettata alla ceca in una partita sanguinosa tra i candidati che lei e Serena, la madre di Adam, rappresentavano.
Chi perdeva, perdeva tutto. E lei non era certo in vantaggio, per quanto potesse esserne stata certa solo il giorno prima.
Osservò meglio la figura della piccola Masen e scosse la testa, infastidita, prima di allontanarsi sbuffando.
Aveva davvero messo in gioco la sua posizione all'interno del branco per una mocciosa che non riusciva nemmeno a darsi un contegno nel trattenere i singhiozzi?
Vedendola in quel momento e confrontandola con Adam, che pur essendo visibilmente debole manteneva una calma impassibile, non avrebbe avuto dubbi su chi fosse la vera gemma.
Eppure la rossa era certa. Sapeva che persino William lo era.
Diamine, aveva puntato tutto sul fatto che William fosse certo!
Trovare una gemma non era mai facile, specie quando le loro madri preferivano giocare a nascondino, ma un purosangue in genere dovrebbe riuscire a riconoscerle.
Giulia era solo un'ibrida, dunque non sapeva bene come funzionassero certe cose, ma sapeva che in teoria era proprio questa sorta di sesto senso dei purosangue ad identificare una gemma. Tutto il resto, il sangue, la famiglia, i poteri latenti, poteva passare in secondo piano una volta appurata l'identità della possibile gemma..
William non si era mai sbilanciato prima, durante le ricerche valutava sempre ogni singolo indizio.
Da quando Giulia era diventata ibrida lo aveva visto esitare più volte, e probabilmente proprio questa sua mania di perfezione le aveva permesso di ingannarlo quando era toccato ad Anna essere messa alla prova.
Eppure quella prima notte, a Chicago, quando l'avevano trovata, Giulia aveva letto nei suoi occhi la certezza.
Avevano trovato quello che cercavano.
Emily era perfetta, lui stesso l'aveva detto.
E allora perché inscenare quella cerimonia tanto sanguinosa che non avrebbe fatto altro che portare altro sangue?
Perché costringere Serena a tutto quel dolore?
Vederla praticamente urlare in lacrime affianco al figlio insanguinato era straziante.
Giulia non riusciva a capirlo, ma era certa che qualcuno in quella stanza aveva mentito o nascondeva un terribile segreto, e lei avrebbe fatto uscire quel qualcuno dall'ombra.
E non per cattiveria, al contrario.
I segreti e le bugie in campi soprannaturali erano molto pericolosi, lei stessa ne aveva pagato il prezzo in maniera terribile.
Se per risparmiare altrettanta sofferenza a quella stega avrebbe dovuto mettersi in mezzo, l'avrebbe fatto.
Ma prima bisognava trovare William.
Lei probabilmente era stata l'unica a vederlo uscire dalla stanza, a causa della sua posizione frontale alla uscita.
Che William girovagasse da solo, di notte, e con chi sa quali pensieri in testa era molto rischioso
Il fatto che quella notte ci fosse la luna nuova non era certo una consolazione, al contrario, ciò avrebbe impedito a tutti di difendersi se qualcosa fosse andato storto.
Quello era un altro dei motivi che la spingevano ad essere contraria a quel rituale ridicolo celebrato nella notte meno adeguata possibile.
Bisognava ritrovare William e farlo senza allarmare nessuno.
Così, ignorando il suo compito di sorvegliare la ragazzina si allontanò.
Conosceva Claire, era sicura che avrebbe capito quando fermarsi senza il suo aiuto.
E comunque c'era Paul affianco a lei, gli fece un cenno per avvisarlo e lui ricambiò.
Ora che il suo rituale era completato, aveva ben poco interesse alla morte della candidata gemma.
La sua vita ormai era legata a quella di Emily, come presto lo sarebbe stata quella di Claire.

 

Who are you now to decide
Whether or not I can
Be exposed to what you hide
Just be a strong and silent man



Chi sei tu ora per decidere
se sono in grado o no
affrontare ciò che nascondi,
non sei che un uomo forte e silenzioso




Dunque Giulia scese dal piedistallo e cercò i gemelli tedeschi tra la folla che incitava la riuscita del sacrificio.
Li trovò che discutevano animatamente in fondo alla sala.
Non le ci volle molto per indovinare che si erano appena resi conto di aver perso il loro Signore, e probabilmente adesso stavano perdendo tempo ad incolparsi tra di loro.
Fece giusto in tempo ad udire le ultime battute dei loro discorsi prima di intervenire.

- Era vicino a te! - si stava infatti sfogando Christian contro il gemello impassibile, pur mantenendo il tono di voce ai limiti dell'udibile.
Evidentemente avevano capito anche loro che non era saggio informare tutti i presenti della scomparsa del Signore in una notte di luna piena.

- State perdendo tempo – li rimproverò Giulia alle loro spalle, anche lei sussurrando.

- Quando te ne sei accorta? - chiese calmo Peter, capendo immediatamente il motivo per cui la rossa si era allontanata dal pilastro in cui era legata Emily.
Se c'era una sola cosa più importante del rituale di quella notte, era sicuramente l'incolumità di William.
Sollevando lo sguardo sul resto del branco, si rese conto che Thomas li stava fissando proprio dal luogo in cui sarebbe dovuto esserci il loro Signore.

- Subito dopo la consegna dei pugnali si è allontanato – rispose nel frattempo Giulia.
- Non so se sia un bene o un male, ma di certo non doveva uscire da solo, Scheiße! - imprecò Christian nella sua lingua natale
Avevano capito tutti perché se n'era andato. E non era difficile intuire cosa era successo.
Giulia deglutì quando si rese conto pure lei, seguendo lo sguardo di Peter, che Thomas aveva gli occhi puntati su di loro.
Ormai era tardi per far passare inosservata la scomparsa di William, potevano solo tentare di contenere i danni, evitare di scatenare il panico.
La rabbia risuonò nel petto della rossa.
Thomas era un altro dei Guardiani de Signore della Luna, nonché il suo secondo in comando in assenza di Lucas, il traditore.
Il suo compito era quello di affiancare il lupo supremo quella sera.
Sicuramente anche lui aveva notato immediatamente l'improvviso allontanamento del moro dalla sala, perché non aveva fatto niente per fermarlo? O perché più semplicemente non era andato con lui?
Prima che potesse esprimere i suoi ragionamenti la voce di Peter la richiamò.

- Ci occuperemo noi di ritrovarlo. Nel frattempo conviene dire agli altri che siamo già con lui. Non oso immaginare cosa succederebbe se si rendessero conto che William è fuori, da solo, probabilmente privo di controllo in una notte di luna nuova! - - Già – replicò la rossa apprensiva. Christian era già uscito e lei non se ne era nemmeno resa conto, presa com'era dai suoi pensieri.

- Siate cauti, ricordate che siete entrambi vulnerabili – continuò. Fece per elencare un'altra serie di avvertimenti quando l'immenso ululato degli astanti crebbe d'intensità per poi spegnersi definitivamente.
La cerimonia era terminata.
Giulia si girò subito in direzione della giovane Emily, e ciò che vide non le piacque.
Se dall'altra parte della stanza Adam era caduto in ginocchio sotto il peso delle catene da cui la madre in lacrime lo stava liberando, Emily aveva ormai perso del tutto conoscenza.
Pallida, la testa rovesciata all'indietro in una posa piuttosto innaturale. Il respiro debole.

Pareva morta.
Il corpo fiacco che era totalmente abbandonato su se stesso, l'unico sostegno di cui disponeva era la costrizione delle strette catene che lei stessa aveva assicurato, e che solo lei poteva sciogliere.
Ai lati del pilastro a cui era legata la ragazza, Paul e Claire la aspettavano, le braccia conserte. Non avevano il permesso di toccarla.

- Ti conviene pensare a come far uscire viva la ragazza da tutta questa merda, Giulia – sussurrò Peter alle sue spalle – Io e mio fratello penseremo a William, tu occupati di lei. A nessuno di noi farebbe piacere vederla fallire, non ora che ti sei compromessa personalmente. È stato un vero azzardo. A vederla adesso dubito che qualcuno possa credere che sia una gemma! -
- Lascia questo affare a me – ribatté acida la rossa – perché non pensi a raggiungere Christian? Non vorrei che si imbattesse in William da solo-
La preoccupazione si delineò sul viso del giovane licantropo e Giulia lo sentì sospirare nervoso prima che si allontanasse senza dire altre parole.
E mentre entrambi si dirigevano dove c'era bisogno di loro, nella loro mente correva lo stesso pensiero: sarebbe stata una lunga notte.
L'unica differenza era che Giulia cominciava a credere che tenere in vita Emily sarebbe risultato molto più faticoso di tenere sotto controllo il Signore dei Figli della Luna.
Di sicuro sarebbe stata tutta fatica sprecata.
Quella ragazza sembrava avere una propensione naturale per attirare disgrazie, e mostri.
Ma soprattutto sembrava essere completamente inutile.
Sopravvivere sarebbe stata duro.
Un brivido percorse la rossa.
Erano trascorsi secoli dall'ultima volta che era stata tanto vicina alla morte.

 

But every wrong turn that you make 
will also be my mistake
Cause we’re connected through our hearts
And the devastating part

is that I foolishly defended you to myself
But secrets always have a way of coming out.

 

Ma ogni sbaglio che fai
sarà anche un errore mio 
perché siamo collegati attraverso i nostri cuori
e la parte devastante è 
che ti ho stupidamente protetto da me stessa,
ma i segreti trovano sempre un modo per venire fuori





Volterra, Italia. 1918

I’m beginning now to see
What you must have thought of me
In a body cast of glass
Life-changing information 

should just pass.

 

Ora comincio a vedere 
cosa devi aver pensato di me 
in un corpo fuso nel cristallo 
dovrebbero passare solo 
promesse di una vita migliore



Lucas era tornato dall'America da ormai tre giorni, ma non si era ancora presentato dinanzi ai volturi.
Era stato un viaggio lungo, seppur tranquillo, e lui se l'era presa comoda.
Aveva bisogno di riflettere.
In quella sua solitaria spedizione alla ricerca del suo ex branco aveva avuto modo di scoprire parecchie cose interessanti.
Non solo aveva trovato la Gemma, ma aveva anche scovato il loro attuale punto di ritrovo.
Londra.
Aveva colto il nome della loro direzione per puro caso, poco prima di partire dal porto, ma era stato un decisivo colpo di fortuna.
L'ennesimo di una lunga serie.
A chiunque altro il nome dell'imponente città inglese non avrebbe detto nulla di importante, ma non a lui.
No, lui aveva accompagnato quel branco di smidollati per più di tre secoli, li aveva protetti fin quando ne aveva avuto la possibilità, conosceva ogni loro punto di incontro.
Ovviamente dopo che aveva voltato loro le spalle avevano spostato la maggior parte dei loro quartier generali, ma evidentemente quello a Londra aveva resistito.
Lucas non se ne stupì particolarmente, dopo tutto era uno dei luoghi più sicuri che erano mai riusciti a trovare
Ad ogni modo, grazie a questa piccola informazione aveva potuto escogitare un piano che gli avrebbe procurato un immenso vantaggio, e non aveva dubbi che avrebbe funzionato.
Se a Chicago non aveva potuto prendersi la gemma, ora aveva un modo per averla.
E sarebbero stati proprio i suoi ex compagni a consegnargliela.
Un brivido di eccitazione gli pervase il corpo mentre pregustava la sua vittoria.
Il momento del suo riscatto era sempre più vicino.
Un problema però persisteva : quanto di tutto ciò poteva dire ai signori di Volterra?
Aveva già escluso di rivelare l'attuale posizione dei Figli della Luna: sarebbe stato molto facile organizzare una spedizione di una decina di vampiri e sterminare quel che rimaneva dei purosangue, ma ovviamente non era questo che voleva.
Nonostante fosse ormai più di un secolo che si era unito ai succhia sangue, li riteneva comunque delle creature ripugnanti e abominevoli, non avrebbe dato loro l'onore di finire la sua gente.
Se si fosse arrivato al punto di dover porre definitivamente fine ai Figli della Luna, allora avrebbe preferito farlo con le sue stesse mani.
E per quanto riguardava Emily, non poteva nascondere la sua esistenza, per quanto un 'informazione del genere avrebbe potuto rivelarsi altrettanto rischiosa.
Confidava nel fatto che William e i suoi l'avrebbero tenuta al sicuro, al meno finché non fosse passata a lui.
Dopodiché immaginava che nessun altro a parte i vampiri avrebbe corso rischi. A parte William, certo.
Se le cose fossero andate come pianificava, suo fratello non avrebbe visto l'alba del prossimo secolo.
Ricordando le condizioni in cui l'aveva trovato l'ultima volta che l'aveva visto, rabbrividì.
Era peggiorato ancora.
Probabilmente non avrebbe dovuto faticare molto per farlo fuori, ma era meglio non correre il rischio di aspettare.
Se da un lato William pareva perdere sempre di più il controllo sulla propria essenza bestiale, era pur sempre vero che il lupo che era in lui diveniva sempre più forte.
Senza una coscienza a controllarlo, sprigionava una potenza distruttiva per chiunque, nemico o amico che fosse.
E Lucas non voleva vedere altre vittime cadere per mano di suo fratello.
Era straziante.
Gli tornò in mente il ricordo di Anna, e di Giulia.
Strinse i denti.
A causa del suo gemello aveva perso la sua strega, e non era una cosa che si sentiva in grado di perdonargli, per quanto fosse cosciente di aver fatto cose peggiori.
Ma almeno lui aveva sempre avuto un motivo che andasse oltre la semplice furia cieca.
Scosse la testa distogliendosi da quei pensieri inutili.
Non poteva cambiare il passato, ma che esplodesse pure il cielo se lui non rimediava in futuro.
Fissò la grande piazza che si estenda di fronte a lui.
Un ombra nera alla base del palazzo dei priori di Volterra gli fece capire che era atteso.
Con una calma che non gli apparteneva avanzò verso l'imponente edificio, spingendosi fin nei sotterranei, guidato da un succhia sangue di poco valore.
Quando infine giunse dinanzi ai signori volturi, eternamente seduti nei loro scranni intarsiati, non seppe trattenere un sorriso sarcastico.
Era questo che temevano i lupi?
Un gruppetto di sanguisughe troppo codarde per uscire ad affrontare il mondo?
Riuscì a stento a controllare la nausea che lo pervase.
Dal canto suo Aro dovette scambiare quel suo sorrisetto per compiacimento in quanto si avvicinò a lui stringendosi le mani deliziato.

- Che notizie mi porti, mio giovane principe? - Chiese trattenendo una risata.

Cosa che non fecero il resto dei presenti.
Lucas cercò di contenere l'irritazione.
Non si aspettava certo che quegli ignoranti rispettassero il suo titolo, dopotutto era il loro territorio, ma da qui a sopportare le prese in giro correva una netta differenza.
Tuttavia si sforzò di parlare normalmente:

- Li ho trovati a Chicago. A quanto pare hanno trovato quella persona. - una esclamazione di sorpresa generale percorse le file dei vampiri presenti.

Lucas scelse con cautela le parole.
Dopotutto i vampiri erano davvero una razza ignorante.
Fino a pochi secoli prima non avrebbero nemmeno immaginato l'esistenza di una creatura come lui.
Tuttora non credevano all'esistenza delle streghe, tanto meno a quella del Popolo Fatato.
Non sarebbe stato facile spiegare loro l'importanza di una gemma e farla al contempo sembrare una cosa da niente.
L'ultima cosa che voleva infatti era che anche i vampiri cominciassero ad interessarsi a Emily.
C'erano già fin troppe creature a minacciare la sua esistenza.

- E dimmi – soggiunse Aro interrompendo i sui pensieri – cosa puoi dirci di questa persona? -
Alle sue spalle Caius e Marcus erano insolitamente attenti.
Lucas prese il respiro prima di parlare.
- E' una ragazza orfana fortunatamente, non hanno faticato molto a prenderla – Disse.
Era fondamentale che la considerassero una semplice umana, ma non era una cosa facile considerando che non lo era per niente.

Aro annuì concentrato.

- E quale sarebbe il nome di questa ragazza? Sai mi farebbe molto piacere se mi spiegassi perché mai la tua gente ha dato la caccia a lei per tanti secoli – terminò la frase con un sorriso affabile.

Per poco Lucas non imprecò.
Non voleva rivelare loro il nome della gemma, poteva essere troppo compromettente. Ma non aveva altra scelta se non tentare di giungere ad un compromesso.

- Non abbiamo dato la caccia a lei – soffiò prepotente – ma a delle persone che corrispondessero a determinati criteri. In ogni caso devono essere umani sacrificabili.
Aro sollevò le sopracciglia interdetto:

- sacrificabili? E dimmi, questa ragazza lo è? -
- Ha perso tutta la sua famiglia da poco a causa della spagnola, non è stato difficile far passare per morta pure lei - disse Lucas sollevando le spalle incurante.
In realtà dentro di sé era soddisfatto. Forse era riuscito a distogliere l'attenzione dei volturi dalla ragazza.
Proseguì inventandosi i vari motivi per i quali la ragazza era fondamentale per i lupi ma non necessaria per i vampiri.
Durante la sua spiegazione notò distintamente come Aro fremeva dalla voglia di prendergli le mani, ma sapeva che non avrebbe osato farlo, e se lo avesse fatto non lo temeva.

Se i Figli della Luna potevano vantare un qualche vantaggio sui vampiri, quello era sicuramente l'immunità dai loro poteri psichici.
A ben rifletterci se non fosse stato per il loro esiguo numero e la difficoltà che avevano per moltiplicarsi, la loro causa non sarebbe stata tanto disperata.
Ma i vampiri erano dei bastardi, e fin dall'inizio avevano mirato a distruggere i purosangue giovani, non ancora trasformati.
Doveva ammettere che era stata una mossa intelligente, per quanto sleale.
Con l'avanzare del discorso Aro parve perdere l'interesse per quanto accadeva tra i lupi.
Evidentemente aveva sperato di poter ricavare qualcosa utile, ma la sua speranza non era stata ricambiata.
Tuttavia non era la sua attenzione quella che cercava Lucas, bensì quella di Caius che lo guardava sprezzante dall'alto del suo scranno.
La prossima informazione gli sarebbe interessata senz'altro.

- Sono riuscito a infiltrare uno dei miei tra le fila di William – esclamò fissando il vampiro centenario negli occhi.
Come aveva previsto la sua reazione non si fece attendere.
Al nome del Guardiano dei Lupi il suo sguardo parve lanciare fiamme.
Aro e Marcus si girarono entrambi ad osservare il fratello, curiosi di osservarne il comportamento.
Il biondo dal canto suo concentrò il suo sguardo sul principe lupo e con un ringhio lo spinse a continuare a parlare.
- Terrà le cose d'occhio per me finché non avrò ciò che voglio. A questo proposito vi offro un accordo -

- Parla! - sibilò Caius impaziente.
Aro restò sorprendentemente da parte, alquanto divertito dalla situazione.
Si era già convinto che qualsiasi proposta sarebbe stata vantaggiosa. Dopotutto Lucas non lo aveva mai deluso.
E il licantropo lo sapeva.

- Ho ragione di credere che fra un paio di anni la ragazza sarà ritenuta inutile, dunque dovrà essere eliminata. Il mio uomo si assicurerà che riesca a scappare e ad arrivare a me. Voglio che voi la lasciate a me, senza torcerle un capello -
- E noi cosa ne ricaviamo, cane? - ribatté Caius poco incline ad arrivare ad un accordo.
- Suvvia fratello, lascia che parli! - intervenne Aro, evitando che Lucas perdesse la compostezza.
Il  lupo annuì e parlò.

- Porterò la ragazza qui. Sono certo che William la seguirà. Quando sarà arrivato, sarete liberi di eliminarlo. Alla sua morte il re sarò io, vi consegnerò i purosangue che mi rifiuteranno come sovrano e guiderò i restanti in modo da non interferire con i vostri affari, al contrario sarò a vostra disposizione qualora ce ne fosse il bisogno. Farò scomparire ibridi e mezzosangue, e la faida che ha reso nemiche le nostre razze per tanto tempo, causando morti e distruzione potrà avere fine. -
Il silenzio regnò nella sala quando finì di parlare.

Tutti gli occhi erano puntati su di lui, tentando di capire quanto di vero ci fosse nelle sue affermazioni.
Non mentiva.
Alla fine Aro si rivolse a lui.

- Saresti dunque disposto a consegnare la tua gente nelle nostre mani per una ragazza? Ne vale davvero la pena? -
Lucas puntò gli occhi sul vampiro con decisione.

- Sì, ne vale la pena -

Era forse l'unico modo che aveva per salvare la sua gente.

 

But I don’t break that easily
And if you’d dare then you would see
That I’ve been carrying all the weight
Of the burdens on your plate.


Londra, Inghilterra. 1918
 

Ma io non mi rompo cosi facilmente, 
e se tu osassi, vedresti 
che ho portato tutto il peso 
dei fardelli che ti spettavano



Giulia ed Emily erano tornate a casa già da un pezzo quando arrivarono William e i gemelli.
La ragazza non si era ancora ripresa, e giaceva addormentata nel suo letto, il pallore mortale diffuso sul suo viso.
Adam e sua madre risiedevano qualche stanza più in là. 
I consiglieri avevano deciso che per motivi di sicurezza i due ragazzi sarebbero dovuti restare sotto la custodia del loro Signore.
Quando Giulia lo vide entrare dalla porta principale non pensò che fosse così sicuro godere della sua protezione.
Ma non ebbe certo il tempo di farglielo notare.
William infatti la superò di corse senza degnarla di uno sguardo.
Lei lo vide eccome, e lo sentì. 
I suoi abiti erano completamente zuppi di sangue palesemente non suo, e l'odore putrido della morte aveva già invaso la stanza d'ingresso.
Se fosse stata più lucida lo avrebbe sicuramente rincorso, gli avrebbe chiesto spiegazioni e magari si sarebbe anche occupata della sua salute.
Ma in quel determinato momento non era affatto lucida.
Come avrebbe potuto esserlo?
Davanti a lei, appena fuori dal cancello dal quale era appena entrato il suo signore, arrancavano faticosamente due figure.
O per lo meno una, che trasportava faticosamente l'altra.
Giulia udì chiaramente la voce di Peter chiamarla a gran voce chiedendo aiuto.
Udiva in maniera distinta una voce spezzata dai singhiozzi.
Poteva immaginare le lacrime scendere sul viso del biondo.
E questo pensiero la paralizzò.
Sapeva qual'era la figura esanime tra le braccia del tedesco. 
Sapeva di chi era il sangue nei vestiti di William, e l'idea che fosse troppo tardi per fare qualsiasi cosa la terrorizzò.
Rimase dunque immobile, sorda alle grida disperate di Peter.
Solo quando il lupo cadde pesantemente trascinando con sé il fratello si riscosse e corse da loro.
Insieme e a fatica trasportarono il corpo di Christian in salotto.
Giulia non pianse, non aveva lacrime.
Ma dentro sentiva un altro pezzo di sé scivolarle via come il ragazzo che teneva tra le braccia.
E non fece niente per trattenerlo.
Non controllò il suo respiro, né verificò il polso.
Non osservò il suo corpo in cerca della ferita mortale.
Non voleva essere lei ad esprimere l'amara sentenza.
Ma sapeva già cosa succedeva a chi si imbatteva da solo nella bestia che prendeva il sopravvento su William.
Lei stessa era quasi stata una sua vittima.
Ed era stata fortunata.
Si allontanò in fretta dalla lettiga improvvisata in cui avevano deposto Christian e osservo Peter prendersi cura di lui.
Evidentemente era ancora vivo, perché il ragazzo continuava a premere le mani sulla giugulare squarciata del fratello.
Giulia considerò nauseata che era un miracolo che Christian avesse ancora la testa attaccata al collo.
E le viscere nello stomaco se per questo.
Un profondo taglio in fatti gli attraversava completamente il torace e il ventre.
Sapeva che c'erano ben poche speranze di salvarlo, ma chi era lei per dirlo a Peter?
Forse non poteva fare niente per Christian, ma per il suo gemello sì.
Sapeva bene per esperienza che il dopo sarebbe stato molto peggio se avesse pensato di non aver neppure tentato di salvarlo.
Quando aveva perso Anna era svenuta, e quando si era svegliata era già stata seppellita.
Non voleva riservare a Peter lo stesso destino.
Corse dunque a prendere tutti i panni puliti che trovò e cominciò a stringerli sul dorso di Christian, notando a stento l'occhiata grata del fratello.
Non aveva ancora finito di sistemare le garze che William ricomparve in fondo alla stanza.
Ansimava ed era visibilmente sconvolto, ma ancora una volta non parlò.
Si avvicinò a loro con un bicchiere scuro in mano e costrinse Christian a berne il contenuto.
Peter non fece niente per protestare, ma Giulia si notò il ringhio rabbioso che lottava per fuoriuscire dalle sue labbra.

- Che cos'è ? - chiese. William ci mise un po' a rispondere – E' il sangue della gemma mescolato al mio -
Giulia trasalì – Quale gemma? -

- Ho preso il sangue di entrambi per sicurezza -
Peter strinse le nocche.

- Funzionerà? -
- Non lo so – ammise William – ma tempo fa funzionò per Giulia e Lucas, che erano in condizioni simili -

La rossa distolse lo sguardo. Non ci teneva a rivivere quei momenti.
Eppure un campanello di allarme risuonò nella sua mente.

- Che sangue usasti allora? Anna era appena morta! -

- Ricordi che facevamo dei prelievi mensili? Usai una delle provette che erano avanzate, è stato un azzardo ma ha funzionato.
Giulia pensò che se aveva funzionato non era certo stato a causa del sangue di sua sorella.

Probabilmente il sangue del guardiano dei lupi aveva qualche proprietà curativa. 
Se fosse stata ancora una strega avrebbe appuntato quest'informazione con grande interesse, ma al momento non ci fece molto caso, anzi, era riluttante a credere in un miracolo che salvasse Christian.
Se il piano di William non avesse funzionato avrebbe significato che Emily aveva perso ulteriore sangue per niente, sarebbe stata più debole e forse sarebbe morta entro la mattina successiva.
Sapeva di essere una pessimista cronaca, ma era difficile non esserlo quando all'orizzonte si prospettava l'avvicinarsi della propria fine.
Non aveva mai voluto essere immortale, ma la consapevolezza della morte la colse come un pugno nello stomaco, spezzandole il fiato e facendole girare la testa.

- Com'è potuto succedere? - chiese arrabbiata.
Si sentiva tradita dalla sua stessa razza.
C'era luna nuova quella notte, nessuno di loro si sarebbe dovuto trasformare, erano liberi dalla loro maledizione; ma in realtà erano solo deboli, incapaci di difendersi.
Ma era evidente che William ancora una volta si era preso gioco della natura, aveva perso il controllo e si era trasformato.

Non era importante sapere come aveva fatto a tornare in sé prima dell'alba, ormai il danno era fatto e si presentava sotto le spoglio di un amico morente.
Giulia non attese nessuna risposta, sapeva che non ce ne sarebbe stata una.
Vide Peter esausto poggiare delicatamente il viso sul petto del fratello.
William a distanza di sicurezza che tentava inutilmente di frenare i fremiti delle proprie braccia.
Giulia pregò silenziosamente che l'alba li cogliesse tutti vivi, se non sani.
Abbandonò in fretta la sala.
Sebbene infatti sperasse nel meglio, non voleva assistere all'ultimo respiro di quello che forse era il suo più grande amico. 
Le lacrime spingevano violente per uscire, ma lei non volle lasciar loro spazio.
Alla fine dunque Lucas aveva ragione.
William li avrebbe fatti uccidere tutti.
Con o senza la gemma della profezia erano perduti.
Improvvisamente si rese conto che non esisteva più un branco.
I Figli della Luna si erano spezzati dall'interno.
C'erano troppi segreti, troppo cose non dette, e finora l'unica scelta era stata quella di seguire il proprio signore.
Ma le cose stavano cambiando, era evidente.
In tempi normali sarebbe stato impossibile per William sparire senza dare nell'occhio.
Le tornò in mente lo sguardo consapevole di Thomas, che era rimasto impassibile durante la cerimonia.
Thomas, che aveva presentato una candidato come gemma senza nemmeno chiedere il parere di William.
Che aveva addirittura rifiutato la scelta fatta dal moro.
I lupi cominciavano a capire che era necessario compiere una scelta per la propria salvezza.
E l'unica alternativa che non comprendesse affidarsi ad una bestia letale priva di controllo era quella di rivolgersi al principe oltreoceano.
Ma lui era in combutta con i vampiri.
Qual'era il male minore?
Per capirlo i lupi avrebbero dovuto combattere una sanguinosa battaglia tra fazioni, dove solo chi fosse rimasto in piedi ne sarebbe uscito vincitore.
Giulia aveva già scelto da tempo da che parte stare.




 

But every wrong turn that you make 
will also be my mistake
Cause we’re connected through our hearts
And the devastating part is that 

I foolishly defended you to myself
But secrets always have a way of coming out.

 

Ma ogni sbaglio che farai 
sarà anche un mio errore
perché siamo collegati attraverso I nostri cuori 
e la parte devastante è 
che ti ho stupidamente protetto da ma stessa, 
ma I segreti trovano sempre un modo per venire fuori



 

Salve a Tutti!

Come al solito domando scusa per il ritardo, ma considerando il periodo sono sicura che comprenderete.
Se ci sono domande fatevi avanti, e se ci sono orrori da qualche parte per favore non abbiate paura di mostrarmeli!

La canzone da cui prende il titolo il capitolo è

  • Secrets, di Maria Mena

Se volete dare un occhiata al breve trailer che ho ideato per questa fanfiction eccolo qua:
https://www.youtube.com/watch?v=usyi-bENKt4

Spero che il capitolo vi sia piaciuto,
Alla Prossima!

* Diosmy *

 

  
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