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Autore: DolceZeref    03/03/2017    1 recensioni
Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano...iniziano in questo modo tutte le favole più famose -o almeno credo- e questa non è da meno.
Però questa non è una storia qualsiasi, assolutamente no, questa è la storia di come un principe salvò la sua amata principessa, più o meno, insieme ai suoi amici e compagni.
Questa è una storia che narra di gesta eroiche per eccellenza.
Io sono Gilbert, e questa è la mia storia.
Palesemente PruAus, ma non solo.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Austria/Roderich Edelstein, Francia/Francis Bonnefoy, Kirkland's family, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Terzo

Ero fregato, o per meglio dire ero stato fregato per la seconda volta in un giorno.
E questo non contribuiva affatto al mio buonumore.

Dopo che la simpatica riunione fu terminata, data l'ora tarda ed il buio imminente a tutti gli ospiti venne assegnata una camera per riposare, prima della partenza fissata per la mattina seguente. Io avevo molto astutamente lasciato a Lud il gravoso, nonché noioso, compito di parlare con i rappresentanti del regno, infatti ero già entrato nella stanza a me riservata e stavo camminando avanti e indietro da una parte all'altra di quest'ultima, mentre riflettevo sulla terribile trappola di cui ero rimasto un'evidente vittima.
Intanto che io ero assorto nei miei pensieri Gilbird mi svolazzava intorno, guardandomi in modo strano. Forse non era nemmeno permesso portare nel castello degli animali, ma lui era stato talmente bravo da non farsi né sentire né notare.
Prendendo in contropiede pure il mio piccolo amico mi buttai esausto sul letto, chiusi un attimo gli occhi e presi a fissare il soffitto come se possedesse le soluzioni dei miei problemi.

-Non è per niente giusto, Gilbird-
Cinguettii di assenso in sottofondo.
-Capitano tutte a me-
Lui era l'unico che sembrava capirmi davvero.
-Meno male che ci sei tu-

Purtroppo non ebbi il tempo di intavolare una conversazione che il mio caro fratello spalancò la porta come una furia, sempre mantenendo quella sua espressione autoritaria. Aveva il brutto vizio di farlo senza un minimo di preavviso. Stranamente, ogni singolo bacucco del Consiglio di Preis preferiva lui a me.

-Bruder, non sarebbe buona norma bussare?!- Mi alzai dal materasso alla velocità della luce e mi sistemai la divisa. Ero calmissimo.
-Io ho bussato, ma tu eri impegnato a parlare da solo- Ah.
-Questa volta te la passo- Alla mia risposta lui sospirò pesantemente, quasi ci fosse qualcosa che non andava.
-Comunque sia mi hanno chiesto di chiamarti, hanno preparato la cena- Ah doppio. Me n'ero dimenticato, ma annuii con un contenuto cenno del capo e lui uscì.

Gilbird si era posato tranquillamente sulla mia spalla e, dopo avergli rivolto un lieve sorriso, aprii leggermente la finestra di quel tanto che bastava per permettergli di fare un giro. Lo osservai per qualche secondo per poi avviarmi nella direzione verso cui era andato mio fratello.

Soltanto quando arrivai nella sala da pranzo capii che per cena si intendeva ricco pasto con primo, secondo e dolce adatto a sfamare un esercito. Fui felice, anzi, soddisfatto di constatare di essere in perfetto orario.

Presi posto su una delle sedie libere e, pochi minuti più tardi, fu il momento della consumazione, che però non si svolse come avevo immaginato. Il tutto avvenne in profondo silenzio, con solo i rumori delle posate in sottofondo; ognuno di noi era immerso nei suoi pensieri. Caspita, ne avevo già abbastanza, un funerale sarebbe stato più divertente! Ero assai tentato di abbandonarli al loro destino, ma le regole di comportamento che mi erano state imposte sin da quando ero bambino non me lo permisero. Il fatto era che mi suonava troppo strana quella situazione, era troppo fuori dal normale. Quindi, o lì ero l'unico a comprendere ciò che stava accadendo o, ipotesi alquanto improbabile, ero proprio io la nota stonata nel quadro generale.

Quando finimmo, per fortuna, la cena non persi tempo e mi diressi, seppur molto discretamente come si conviene a me, verso l'utopia di quel momento, ossia il mio alloggio. Speravo che Lud non mi avesse guardato troppo male, ma non potevo sopportare quella atmosfera.
Con il senno di poi avrei fatto meglio ad aspettarlo per farmi indicare la direzione giusta, ma due semplici motivi, il mio orgoglio e la mia voglia di scappare, me lo impedirono ed io mi persi nel dedalo di corridoi che non conoscevo.
Come ogni volta che mi capitava di perdermi da qualche parte iniziai ad aprire qualunque porta adocchiassi, anche se non funzionò molto bene.
Ad un certo punto mi trovai in un'ala del castello che non mi ricordava nulla ma era diversa rispetto alle altre, era molto più sontuosa. Non ci pensai un attimo ed abbassai la maniglia dell'unica soglia presente, pentendomene presto. Davanti a me si presentò una camera molto luminosa ed io non ebbi la forza di muovermi potei che immobilizzarmi: dal lato opposto una grande finestra aperta la rischiarava e c'era un pianoforte sulla destra. Sarebbe stato davvero bello se non fosse sembrato che ci fosse passato un uragano. Una delle cose più evidenti era sicuramente la moltitudine di fogli sparsi sul pavimento, come se fosse stato interrotto qualcosa di importante.
Forse ci impiegai qualche secondo di troppo per capire a chi appartenesse e, dopo un attimo di esitazione, mi affrettai ad andarmene. In ricordo di quei minuti mi rimase soltanto una fastidiosa sensazione vicino alla bocca dello stomaco.

Non sapevo dove si trovassero gli altri e non volevo scoprirlo, non sapevo che ore fossero e non sapevo dove fossi io, ma per una serie di fortuite coincidenze riuscii a raggiungere la mia stanza. Trassi un respiro profondo. In seguito notai che Gilbird era appena rientrato e chiusi lo spiraglio dal quale provenivano gli spifferi freddi della notte. Lanciai un'occhiata fuori e mi parve di osservare con tristezza che perfino la luna fosse oscurata dalle nuvole, ma non era il momento giusto per soffermarsi su quel pensiero.
Mi preparai e dopo poco fui pronto per terminare quella disastrosa giornata. Mi stupii di non essermi più lamentato per gli eventi passati. Avevo bisogno di dormire, decisamente.
Speravo soltanto che i miei problemi prima o poi sarebbero finiti.
Non lo sapevo, ma sbagliavo a desiderarlo.


Spazio dell'autrice
Ed ecco a voi il nuovo capitolo di questa storia! La cosa bella è che ho pubblicato prima di mezzanotte ed è più lungo dei precedenti perché, come ho già detto, gli eventi si stanno sbloccando.
Spero di aver fatto un buon lavoro, ditemi cosa ne pensate! Anzi, mi farebbe piacere se ci fosse qualche recensione in aggiunta alle altre, anche semplicemente per farmi notare dei particolari o per dirmi come sta andando, perché sennò non so cosa pensare.
Detto questo ringrazio chi recensisce e chi ha messo la fiction nelle preferite/seguite/ricordate, grazie.
Ci sentiamo il 3 aprile!
   
 
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