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Autore: Ed1505    24/08/2003    6 recensioni
Non per tutte le adolescenti passare una giornata da favola significa avere soldi e servitori...E Saori questo lo sa bene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA GIORNATA DA FAVOLA

 

All’orizzonte il cielo cominciava a tingersi di rosa. Gli ultimi animali notturni correvano nelle loro tane, mentre gli uccellini ancora dormivano. In una grande villa, immersa nel silenzio, un movimento fugace spezzò la tranquillità e l’immobilità di quegli istanti. Una figura uscì dalla villa, guardandosi più volte attorno, con sospetto. Poi corse verso un’uscita secondaria e presto fu fuori dall’immenso parco che circondava la villa. Percorse circa un chilometro, a passo svelto. Poi, appoggiandosi ad un albero, sospirò. Togliendosi il cappello, che teneva calato sugli occhi, fece ricadere una folta chioma di lunghi capelli color indaco sulle piccole spalle.

“Finalmente! Sono riuscita ad andarmene! Chissà Tatsumi che faccia farà quando non mi troverà…Eh eh, ben gli sta! Così impara a tenermi rinchiusa sotto una campana di vetro! Anch’io voglio la mia libertà!”

Saori Kido, la reincarnazione della Dea Atena, s’incamminò lungo il sentiero che portava in città, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare in quella giornata di libertà. Aveva solo 15 anni, ma era costretta a vivere come se ne avesse avuti 50. Non aveva una famiglia, solo le persone che la servivano. E non aveva neppure degli amici. La rigida educazione impartitale dal suo defunto nonno adottivo, non le aveva permesso di trovarne. Le uniche persone che potesse considerare amici erano i guerrieri che avevano il compito di proteggerla. Anche se non era convinta che loro la considerassero allo stesso modo.

Dopo essersi fermata per qualche istante a riflettere, si avviò nuovamente, con passo più deciso. Camminò a lungo, ogni tanto faceva una pausa per riposare. Ad un certo punto si fermò in un piccolo bar per fare colazione. Poi ripartì. All’incirca verso le 9, arrivò al porto. L’aria salmastra, il vociare dei pescatori, le risate dei bambini…tutto le riempiva il cuore di una gioia mai assaporata prima d’allora. Una lieve brezza le scompigliò i capelli. Se li raccolse in una morbida coda, cosa che prima non aveva mai fatto. Quel giorno, si sentiva una nuova Saori. Una Saori mai vista prima.

Arrivata davanti all’edificio che stava cercando, fu colta dall’incertezza. E se la persona che stava andando a trovare dormiva ancora? Si sarebbe arrabbiato, se l’avesse svegliato. E se non fosse stato solo? Magari c’era con lui qualche amico. Sapeva che a volte Shun andava da lui, per stare un po’ in compagnia. E se Shiryu o Hyoga erano in città, generalmente dormivano da lui. E…e se, peggio ancora, con lui ci fosse stata una ragazza? Magari Shaina, oppure…la ragazza dell’orfanotrofio. Improvvisamente il cuore prese a batterle all’impazzata e provò l’impulso di fuggir via. Se Seiya l’avesse vista in quello stato, l’avrebbe sicuramente presa in giro. Tutti la conoscevano come una persona fredda, determinata. Che non si faceva scrupoli a calpestare gli altri per raggiungere i suoi scopi. Ma in realtà, Saori desiderava solo avere una vita come quella di tutte le sue coetanee. Andare a scuola, uscire con le amiche…

All’improvviso, un uomo le si avvicinò. Le batté una mano sulla spalla, facendola sobbalzare.

“Ciao! Sei un’amica di Seiya? Quello è un fannullone, dorme sempre fino a tardi! Non preoccuparti di svegliarlo, suona il campanello senza problemi! Sono sicuro che si sveglierà sereno, se si troverà davanti una ragazza carina come te!”

E, così dicendo, suonò il campanello. Poi se ne andò, lasciando Saori sola, in preda al panico. Ormai era troppo tardi per fuggire. L’avrebbe sicuramente riconosciuta. Mentre pensava a cosa fare, la porta si aprì e apparve Seiya. I capelli erano tutti in disordine, gli occhi ancora mezzi chiusi. Con una mano si grattava la testa, con l’altra si appoggiava alla porta, sbadigliando rumorosamente. Portava un paio di boxer e una maglietta.

“Sì? Chi è che mi vuole, a quest’ora?”
Strizzò più volte gli occhi, per mettere a fuoco la figura che aveva davanti. Quando si accorse che si trattava di una ragazza la scrutò attentamente. Portava un paio di jeans attillati ed una camicetta con le maniche a tre quarti. Lo fissava con uno sguardo stupito, quasi spaventato. Poi, sorridendo, mormorò un timido “ciao”. Seiya non riusciva a capire di chi si trattasse. Poi la fissò bene in volto. Osservò i lunghi capelli indaco, provando a immaginarli sciolti, invece che legati. Provò a immaginare una ragazza vestita con un elegante tailleur, e circondata da servitori. Sbarrò gli occhi e la fissò a bocca aperta.

“SA- SAORI!?”
“G- già. Come va?”

Dopo i primi istanti di stupore, Seiya cominciò a guardarsi intorno, poi guardò giù. Infine, il suo sguardo stupito tornò a posarsi sulla ragazza.

“Se cerchi Tatsumi o qualcun altro alle mie dipendenze, sprechi il tuo tempo. Sono sola. Posso entrare?”
Senza proferire parola, Seiya la fece accomodare. Velocemente, accatastò tutto ciò che c’era per terra in un armadio a muro, creando un po’ di spazio dove Saori potesse sedersi. Poi andò in bagno a vestirsi. Quando uscì, vide che Saori si stava guardando attorno con infantile curiosità.

“Allora…cos’è successo?”

“Nulla. Sono solo venuta a trovarti. Ho fatto male?”
“No, per carità! Ma è quanto meno insolito che tu ti presenti qui, sola, vestita come una comune quindicenne. Non ti avevo neppure riconosciuta! Come sei venuta?”
“A piedi.”

“A PIEDI!?!? Ma quanto ci hai messo!?!”
“Non lo so. Sono partita prima dell’alba.”

“Roba da pazzi! E hai il coraggio di dirmi che sei qui solo per un saluto? Mi credi tanto scemo, signorina?”
Saori non rispose. Si limitò a continuare a fissare il mare da una piccola finestra, senza far trasparire il fastidio procuratole da quell’appellativo. Seiya sospirò.

“Tatsumi sa che sei qui?”
“No. Sono uscita di nascosto.”

“Come temevo…Posso sapere per quale motivo?”
“Così, perché mi andava. Ho pensato di andare a trovare un amico. Ho forse fatto male? Ti do tanto fastidio? O forse pensi che allora non sarei dovuta venire da te?”
“Ma che diavolo farnetichi? Oggi sei davvero strana, lo sai Saori? E’ ovvio che mi fa piacere che tu sia venuta a trovare me! Comunque, lasciamo stare, dai. Hai fame?”
La ragazza sorrise, felice. Era successo molto raramente che lui la chiamasse semplicemente per nome, solo nei momenti di maggior pericolo. Scosse la testa.

“No, ho fatto colazione, venendo qui.”

“Capisco. Allora, se non ti dispiace, io mi faccio un caffè. Sicura che non ne vuoi?”
“Sicura. Grazie lo stesso.”

Rimasero in silenzio per un po’, mentre Seiya si preparava la colazione. Poi, mentre la beveva, all’improvviso Saori disse:

“Cosa fanno, in genere, le quindicenni, durante la giornata?”
Il caffè andò di traverso a Seiya, che prese a tossire sputacchiandolo qua e là. Saori lo guardava, incuriosita dal suo buffo comportamento.

“Beh, che ti prende? Hai bevuto troppo in fretta?”
“Tsk! Sei davvero assurda! Senti, perché mi hai fatto una domanda del genere?”
“Perché sono curiosa! Io ho sempre vissuto diversamente da tutte le mie coetanee, senza sapere come vanno le cose.”

Seiya cominciava a comprendere le ragioni che avevano spinto Saori a compiere quella sorta di fuga da casa. Stette un po’ a pensare, indeciso su quale fosse la cosa più giusta da fare.

“Alla villa saranno tutti in agitazione. Forse dovrei chiamare Tatsumi e dirgli di venire a prendersela. Ma se così facessi, lei mi odierebbe per il resto dei suoi giorni…E poi, in fondo, non sta facendo nulla di male. Chiede solo di poter vivere una giornata da semplice ragazza di 15 anni. Però è incredibile. Tutte le quindicenni di questo mondo darebbero di tutto per vivere una giornata da ricca signorina di buona famiglia. Mentre lei sente il bisogno di fuggire e di comportarsi in modo normale. Evidentemente la sua vita non è tutta rose e fiori…Ma che dico?! Meglio di chiunque altro dovrei sapere quanto è faticosa la sua vita! Sempre sola, chiusa in casa, protetta…costretta a vivere come una vecchia…e minacciata di continuo da Dei e guerrieri che tentano di ucciderla. E in tutta questa sua caotica vita, lei ha visto proprio me come sua unica ancora di salvezza, per passare un solo giorno da normalissima adolescente. Perché mai dovrei rifiutarle questo piacere, che non mi costerebbe nulla se non una giornata in compagnia di una bella ragazza?”
“Vabbè, dai. Se la cosa non ti crea disturbo, ci penso io a farti vedere come si vive a 15 anni.”

“Eh? Che vuoi dire?”
“Voglio dire che oggi ti porterò a spasso per la città e ti mostrerò come si divertono i normali ragazzi della nostra età. Sai com’è, nemmeno io, fino ad oggi, ho vissuto una normale adolescenza…anche se, effettivamente, la mia esistenza non è nemmeno lontanamente paragonabile alla tua.”

Il volto di Saori s’illuminò. La ragazza sorrise di cuore, e per un istante Seiya ne rimase incantato.

“Dici davvero, Seiya? Saresti così gentile?”
“Beh, sicuramente troverò qualcosa da chiederti in cambio, quindi preparati!”

“Ok, affare fatto!”

Così uscirono di casa, diretti verso la città.

Prima si recarono a fare shopping. Sia per lei che per lui. Si divertirono moltissimo anche a provare capi d’abbigliamento assurdi, organizzarono delle vere e proprie sfilate in ogni negozio, senza però compare nulla, e provocando l’ira dei negozianti. Quando fu l’ora di pranzo, andarono a mangiare un hamburger, che Saori non aveva mai assaggiato. E ne rimase entusiasta.

“E’ davvero fantastico! Se solo Tatsumi mi lasciasse un po’ più di libertà, potrei mangiarne a volontà. E potrei anche vivere più giornate come questa.”

“Forse il pelatone è eccessivamente protettivo, ma in fin dei conti lo fa solo per essere sicuro che non ti accada nulla. In fondo credo ti voglia davvero bene, lo sai?”

“Sì, ok, però è eccessivo! Proteggermi non vuol dire farmi morire dentro casa!”

“Su questo hai perfettamente ragione! Allora, che facciamo finito il pranzo?”
“Non lo so…Continuiamo così?”
“Ormai di shopping ne abbiamo fatto a sufficienza…Vediamo…Ecco! Mi è venuta un’idea! Ora so dove portarti!”

“Davvero? E dove?”
“E’ una sorpresa…Dai, sbrigati, che dobbiamo prendere il treno!”

“Il treno!? E’ la prima volta che prendo un treno!”
“Eh eh, lo immaginavo…”
Presero un treno e dopo circa mezz’ora di viaggio scesero ad una stazione piuttosto movimentata.

“Quanta gente! Ma in che posto mi porti, Seiya?”
“Vedrai che ti piacerà.”

Dopo circa cinque minuti di cammino, si bloccarono.

“Eccoci qua! Il nostro castello!”

Erano davanti all’entrata di un enorme luna park. Saori non riusciva nemmeno a parlare, per l’emozione. Seiya rideva, felice per aver trovato il posto giusto.

Anche il pomeriggio trascorse tra gioia e divertimento. Saori era completamente diversa, rideva, scherzava, piangeva di gioia. E Seiya non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Non avrebbe mai immaginato di potersi divertire tanto in sua compagnia. Era tutto così strano…Altre volte gli era capitato di provare una forte emozione stando vicino a Saori, ma non era mai stata così intensa. E lei era raggiante, stupenda. Gli occhi le luccicavano e sembrava quasi una bambina. Ma proprio per quello risultava tremendamente attraente. Seiya non mancò di notare, con notevole disappunto, gli sguardi affascinati di molti ragazzi che incrociavano la loro strada. In quei momenti si limitava a fulminarli con lo sguardo, facendo loro capire che non dovevano nemmeno pensarci.

Verso sera, usciti dal luna park, andarono al cinema e quindi a cena. Poi tornarono all’appartamento di Seiya.

“Wow! E’ stata davvero una giornata fantastica! Mi sembrava quasi di essere in un sogno…o meglio, in una favola!”
“Eh eh, e dire che per qualsiasi altra ragazza, la vera favola sarebbe passare un giorno al tuo posto!”

“Lo so. So che molti mi invidiano e pensano che la mia vita sia sempre felice e spensierata. Ma non è così. Come loro invidiano me…Io invidio loro. Perché loro possono divertirsi con gli amici ogni giorno, e ogni giorno fare incontri, andare per negozi, al luna park, al cinema…tutto questo sempre in compagnia. Io, invece, sono sempre sola. Così ho finito col costruire un muro attorno a me. Ed anche se decidessi di andare in giro a fare amicizia, non ci riuscirei mai. Sono troppo rigida…”

“Non è vero! Oggi eri completamente diversa dal solito. Se solo riuscissi a mollare per qualche istante quella maschera da donna fredda e crudele che indossi di solito, saresti circondata dagli amici!”
Saori lo guardò, riflettendo. Poi, fissandolo negli occhi, gli chiese:
“Come fai a sapere che la maschera la indosso in quei momenti? Per quel che ne sai, la vera maschera avrei potuto indossarla oggi. Magari io sono davvero una donna fredda e crudele, ed oggi ho finto.”
“No. Non ci crederei mai, nemmeno se me lo dicessi tu. Ti conosco, so che in realtà sei molto sensibile e dolce. E sai divertirti e far divertire gli altri. L’ho imparato oggi!”

“Già…E’ stata quest’aria nuova a far crollare tutte le maschere autoimpostami in questi anni…”
Il volto di lei si era rabbuiato, e questo dispiacque molto a Seiya. Ad un certo punto, il giovane si alzò e la guardò sorridendo.

“Facciamo così! D’ora in avanti, ogni volta che ti sentirai stufa di quella vita da prigioniera, chiamami. Io correrò e ti porterò fuori, proprio come oggi! In questo modo potrai avere una vita leggermente più equilibrata, e vedrai che riuscirai a essere te stessa con tutti. Anche alla villa.”

“Dici davvero, Seiya? Faresti questo per me?”
“Certo! Siamo o non siamo amici?”

E così dicendo le porse la mano. Lei sorrise, poi la strinse, alzandosi a sua volta.

“Bene. Così abbiamo suggellato il nostro patto! E’ una promessa, Saori. Ricordatela!”
“Certo. Non la dimenticherò mai!”
“Molto bene! Ora, dimmi…Quando hai intenzione di tornare alla villa?”
“Beh, ormai è tardi. E’ meglio se mi avvio. Non voglio far venire Tatsumi o qualcun altro a prendermi. Voglio assaporare fino all’ultimo questa giornata di libertà!”

“Allora, lascia perdere la camminata solitaria. E’ troppo pericolosa. Fermati a dormire qua. Domattina, appena svegli, ci penserò io ad accompagnarti. E mi occuperò anche di calmare Tatsumi, così non perderà troppo la testa!”
“Ma no! Non voglio disturbarti oltre!”
“Nessun disturbo. Tu dormi pure sul mio letto. Io posso dormire per terra, dall’altra parte della stanza. Così non ti creerò imbarazzi. Beh, sempre che tu ti fidi a passare la notte in questo appartamento, sola con me.”
“Certo che mi fido. Tu sei un cavaliere, ed io non ho nessunissimo dubbio sulla tua ineccepibile condotta!”
“Allora, affare fatto. Se vuoi, ti presto qualcosa per dormire. Il bagno è lì, se devi cambiarti.”
“Ti ringrazio davvero, Seiya. Sei davvero gentile.”
“Dovere di amico, Milady. Dovere di amico.”
Saori si chiuse nel bagno, con in mano i vestiti prestateli da Seiya.

“Seiya oggi è stato fantastico…Non avrei mai creduto che sarebbe stato così gentile con me. In genere mi prende in giro o mi tratta male. Oggi è stato un vero amico…Forse è vero che la mia amicizia non è a senso unico, dunque. Però…è così dolce…Devo stare molto attenta. Il cuore mi batte così forte che temo possa esplodere da un momento all’altro. Perché? Cosa mi sta succedendo? E’ tutto il giorno che batte così, fin da quando sono arrivata qui, questa mattina. E’ la libertà? Potrebbe essere…Ma non sarà, forse…Non sarà piuttosto Seiya a procurarmi questo batticuore? Come quando mi salvò da Shaina e Demian del Corvo…Mi abbracciò e si gettò nel dirupo, proteggendomi. Rischiò la vita per me. E poi, quante altre volte l’ha fatto? Quante altre volte si esposto alla morte per aiutarmi? Ed ogni volta, un batticuore come questo pervadeva il mio petto. E’ dunque questo ciò che la gente chiama amore? Sono dunque innamorata? Di Seiya? Non lo so. Io non ho mai avuto una madre a cui chiedere queste cose. E nemmeno un’amica. Ho sempre dovuto arrangiarmi, e dovrò farlo anche questa volta. O forse…Shun! Lui è estremamente sensibile, sicuramente saprebbe consigliarmi. Sì, ho deciso. Anche se sono abbastanza certa di ciò che provo, aspetterò. Chiederò consiglio a Shun e poi deciderò che fare. Lui mi aiuterà…Fino ad allora…aspettami, Seiya!”
Si cambiò ed uscì dal bagno. Seiya arrossì, vedendola. Indossava la sua maglietta rossa, che le arrivava fino alle ginocchia, ed un paio di pantaloni della tuta. L’ampia scollatura della maglietta lasciava scoperta una spalla ed il giovane si disse che sarebbe stato molto duro, per lui, addormentarsi. Con quello splendore che dormiva nel suo letto, con addosso i suoi vestiti. Deglutì rumorosamente e, a malincuore, distolse lo sguardo.

“Bene. Credo sia meglio andare a dormire, ora. Ti ho già preparato il letto.”
“Grazie.”

Saori si distese sul letto, coprendosi fino al mento con il leggero lenzuolo. Seiya continuò a fissarla per qualche istante, poi si decise ad andare a dormire. Si posizionò in un angolo, con una coperta attorno al corpo ed un cuscino dietro la schiena, appoggiato alla parete.

Dopo due ore, il giovane era ancora sveglio. Non si sentiva stanco ed era felice. Il calmo respiro regolare di Saori lo faceva sentire tranquillo e rilassato. E tanto contento. Era bello ascoltarla respirare. Lo faceva sentire tremendamente vicino a lei. Senza fare rumore, si alzò e si portò vicino al letto. La fissò, le lunghe ciglia che tremavano leggermente, un sorriso appena accennato sul volto, la testa posata sul cuscino che ogni notte lui stringeva a sé. Da quella notte l’avrebbe stretto sicuramente con maggiore intensità…Incerto, quasi con timidezza, allungò una mano tremante, fino a sfiorarle i capelli, ora sciolti. Poi, con un po’ di coraggio in più, glieli accarezzò dolcemente.

“Con i capelli legati sei bella…ma quando li tieni sciolti mi fai davvero impazzire…”
Era stato un pensiero fugace, appena formatosi nella sua mente. Ma senza rendersene conto l’aveva sussurrato con un filo di voce. La mano che accarezzava i capelli scese verso il volto, per una lieve carezza su una guancia. Poi, chinando il capo, sfiorò quelle due splendide labbra con le sue. Quindi, un ultimo sussurro, prima di tornare al suo angolo.

“Sogni d’oro, mia dolcissima Saori…”

Una volta sedutosi, improvvisamente sentì tutta la stanchezza crollargli addosso e si addormentò di colpo. Nel sonno, gli parve di sentire una piccola mano vellutata sfiorargli il viso e due labbra già assaporate appoggiarsi sulle sue. Ma continuò a dormire, convinto si trattasse di un sogno. Quando, il mattino successivo, si svegliò, aveva ancora quella bella sensazione sulla pelle. E l’impressione di quel lieve contatto a fior di labbra non era sparita. Si alzò, stiracchiandosi. Ma, gettando un’occhiata verso il letto, lo trovò vuoto. Sopra, solo un foglietto. Una grafia composta, regolare e, parve a lui, infinitamente dolce, diceva:

Grazie mille per la giornata di ieri, Seiya. Sei stato fantastico. Spero di poterne vivere altre così. E visto che abbiamo promesso, mi auguro sia una speranza concreta…Ad ogni modo, non dimenticherò mai ciò che hai fatto per me. Sei davvero il mio più caro amico, Seiya. E, forse…

Non preoccuparti per il mio ritorno alla villa. Ho chiamato Tatsumi, verrà a prendermi in città. Non gli dirò dove sono stata e con chi. Rimarrà un nostro segreto. I tuoi vestiti me li sono tenuti e credo proprio che non te li restituirò! Eh eh! In compenso ti farò avere una maglietta ed un paio di pantaloni nuovi. Questi saranno il mio tesoro che mi ricorderanno per sempre questa giornata da favola.

A presto, Seiya. Grazie ancora di tutto. Ti voglio…ti voglio bene, mio caro amico.

Saori

PS

I capelli, d’ora in poi, non li legherò più…

 

Seiya finì di leggere, poi sorrise, sfiorandosi le labbra con le dita.

“Che streghetta! Mi ha pure fregato i vestiti!”

Ma continuò a sorridere mentre, con delicatezza, ripiegava il foglietto e lo riponeva all’interno del portafogli.

“A presto, mia piccola Saori…”

 

FINE

  
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