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Autore: ClosingEyes_    06/03/2017    1 recensioni
Arrivi ad un punto che il tuo cuore ormai è stanco, ti abitui a vivere nell'umiltà e non ti interessa più essere una persona migliore, butti alle spalle anni e anni di sacrifici perché sai che ci sarà sempre qualcosa a bloccarti.
Ma una magia bastò per cambiare la mia vita, in un ristorante, con un Ferrari di troppo e un freddo pungente.
Quest'aria di Natale in anticipo fa miracoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Kagome smettila di spingermi, mi farai cadere a terra!-.
-Muoviti, chissà come la ginecologa c'è alle sei e mezza del pomeriggio-.
-Perchè mi sembra ti abbia detto che faceva il turno di notte-.
Kagome
Non faceva altro che spingere quella maledetta sedia a rotelle come se fosse una macchina di formula uno, a rischio di farmi andare a faccia a terra , spiaccicata contro il pavimento freddo e chissà quanti germi ci vivevano sopra.
Giustamente perché siamo arrivata fino a questo punto? Perché Kagome mi ha costretto ad andare in ospedale, dopo la battaglia che avevo affrontato potevo aver riportato delle ferite gravi e altre stupidaggini varie.
-Dottoressa Nashi, eccola, le ho portato mia sorella, è importante la deve visitate al più presto-.
Kagome aveva il fiatone, poco ci mancava e ricoveravano lei piuttosto che me.
-Salve Dottoressa, sono Rin Futokame-.
-Prego accomodatevi nel mio studio-.
Entrammo nello studio che tutto sembrava tranne che uno studio ospedaliero: aveva ampie vetrate che facevano entrare una luce quasi accecante, sminuita da delle tende ricamate bianche che circondavano perfettamente l'ambiente, un divanetto rosso in velluto per gli accompagnatori, scrivania curata e quel famoso, odioso lettino dove se volevi avere una " privacy della vagina" non potevi.
-Allora, ditemi il problema che vi ha fatto venire di corsa-.
-Dottoressa, Rin..-.
-Parlo io Kagome, tu hai già fatto abbastanza danni-.
-Vorrei solo aggiungere che ha la febbre alta-.
Mi portai una mano sulla fronte, rassegnata al fatto che Kagome volesse avere sempre l'ultima parola.
-Dottoressa, credo di essere incinta, ho un ritardo anomalo, eppure mi è stato specificamente detto che non posso avere figli-.
-Ora controlliamo così ci rendiamo conto-.
Mi fece accomodare sul lettino per le visite e subito incominciò la tortura per me:  odiavo ogni visita dalla ginecologa.
Quando mi poteva squillare il cellulare? Sempre nei momenti meno opportuni, peccato che lo avesse quella cretina di Kagome.
-Pronto? Ah sì Sesshomaru sono Kagome, si tutto bene, siamo in ospedale-.
Stupida che non è altro, chissà che penserà poi.
-Signorina Futokame non vorrei disturbare sua sorella, le dico che si, lei è incinta-.
Mi venne un colpo al cuore, mi stavo per sentire male, ma ovviamente tutto era per la gioia che avevo dentro me, quindi non era vero che non potevo avere figli.
Kagome rimase a bocca aperta, facendo scivolare il cellulare a terra, sconvolta più di me e chiudendo la chiamata.
-Lei è sicura Dottoressa?-.
-Rin non ho mai sbagliato in vita mia-.
Quindi sarei diventata presto mamma.
-Rin, Sesshomaru lo deve sapere, assolutamente!-.
-Non adesso Kagome, voglio prima superare la fase " Sono incinta senza sapere perché", poi ne parliamo-.
-Questo Sesshomaru sarebbe il padre?-.
-Si Dottoressa-.
Kagome prese il mio cellulare da terra, giustamente, rischiando di romperlo, e porgendomelo davanti alla faccia, con un numero sopra che conoscevo bene.
-Perché ti sta chiamando Bankotsu?!-.
Presi il cellulare di scatto, rispondendo subito.
-Pronto Bankotsu?-.
-Ciao Rin, come va? Ho chiamato per sapere se è libera oggi pomeriggio-.
-Mi farebbe piacere ma sto con la febbre e in più ho appena scoperto di essere incinta-.
Sentì un silenzio tombale da dietro al telefono, forse aveva sperato in qualcosa, ma io sono e sarò sempre legata a Sesshomaru.
-Va bene, non si preoccupi, al massimo le porterò qualcosa a casa per farla sentire meglio-.
-Grazie non c'è bisogno davvero-.
-Non si preoccupi, a presto Rin!-.
Chiuse la telefonata, lasciandomi sospesa, ma per il momento il problema era un altro, come dicevo a Sesshomaru che ero incinta senza farlo tornare di corsa qui.
La dottoressa ci diede le ecografie stampate e qualche prescrizione per la febbre, così finalmente poté tornare a casa, ero troppo stanca ma soprattutto confusa.
-Quindi questo Bankotsu ha fatto colpo eh?-.
-Ma che dici ! È solo molto gentile-.
-Rin, ora sarai mamma, devi concentrarti-.
Aveva ragione, non dovevo avere altri grilli per la testa, ora sarebbe cambiato tutto.





POV Sesshomaru.
Che sciocco che sono stato, venire qui, alla ricerca di Kagura sapendo perfettamente che lei era viva, ho lasciato Rin nelle mani di quel lurido Bankotsu, chissà quali intenzioni avrà mai.
-Quindi Sesshomaru, sei venuto a cercarmi per cosa?-.
In realtà Kagura, non lo so neanche io, non volevo venire, ma qualcosa più grande di me mi ha costretto.
-Volevo solo sapere come stavi e soprattutto se Naraku avesse avuto ragione-.
-Naraku non ha mai ragione-.
-Allora perchè quella cicatrice sul petto?-.
Rimase interdetta, avevo appena fatto centro.
-Sesshomaru come sei scostumato, non so guarda nella scollatura di una signora-.
-Sta tranquilla che non pensò proprio a toccarti-.
-Comunque se proprio vuoi saperlo, ho avuto la possibilità di vivere in eterno grazie a Juromaru-.
Cosa diamine c'entrava quel verme, cosa avevano in mente, forse questa era tutta una trappola.
-Cosa?!-.
-Anzi fossi in te, tornerei indietro, però prima devi sapere una cosa: sono incinta di te, ne sono convinta-.
Un enorme macigno mi si piazzò sulle spalle, non era possibile, non sentivo il mio odore su di lei, stava mentendo.
-Tu sei incinta di Naraku, sento il suo odore forte e chiaro, non mentirmi-.
Non seppe che dire, piuttosto se ne andò via, lasciandomi solo in quel bosco, pieno di pensieri nella testa, in realtà non ero per nulla sicuro che fosse incinta di Naraku o meno, ma non certo di me.
-Rin, chissà come stai..-.
FINE POV SESSHOMARU



Sentì un brivido lungo la colonna vertebrale, come se qualcuno stesse parlando di me, forse Sesshomaru mi stava pensando.
-Rin c'è qualcuno che bussa alla porta, vai ad aprire!-.
Questo perché ero malata con la febbre e incinta, bella sorella, faceva fare tutto a me.
Aprì la porta, restando a bocca aperta e stupita dalla figura che mi trovai davanti.
-Bankotsu?-.
-Rin, devo parlarti, è importante-.
Lo feci accomodare, dopotutto non potevo lasciarlo sulla soglia della porta così.
-Dimmi , cosa devi dirmi tanto da farti venire a casa mia?-.
-Meglio che ti siedi-.
Mi accomodai sul divano, dove cinque secondi prima stavo beatamente dormendo, guardandolo preoccupata , chissà cosa aveva da dire.
-Ascoltami, c'è un nuovo pericolo-.
Ancora? Ma quando finirà questa storia, perché non potevo stare in pace.
-Cosa dovrò sopportare ancora?-.
-Juromaru, uno scagnozzo di Naraku, insieme a suo fratello Kageromaru, hanno fatto andare Sesshomaru a cercare Kagura per avere campo libero con te-.
Mi irrigidì, come faceva a sapere tutte queste cose lui, che fosse forse coinvolto.
-Tu come lo sai?-.
-Io facevo parte del loro piano, dovevo portarti via da lui-.
Mi alzai di scatto, facendomi venire un capogiro spaventoso tanto da andare quasi a terra, non ci potevo credere.
-No Rin, io sono dalla tua parte adesso, perché non voglio che ti succeda nulla di male-.
-Rin ma cosa è successo? Bankotsu che ci fai qui?!-.
-Posso spiegare Kagome..-.
-Kagome lascia perdere, va tutto bene, siamo solo di nuovo nei guai, devi avvisare Inuyasha-.
-Juromaru e Kageromaru vogliono arrivare a te e a Rin-.
Kagome era spiazzata più di me, guardando Bankotsu ormai esausta e sconvolta, ancora una guerra senza un risultato certo, ma quando finiva questa tortura.
-Bankotsu stai con lei, io vado ad avvisare Inuyasha, non osare farle del male-.
-Sono qui per proteggerla-.
Kagome uscì di fretta di casa, prendendo la macchina e sfrecciando per le strade per avvisare Inuyasha il più presto possibile.
-Bankotsu, mi aiuti a mettermi a letto? Sto troppo male-.
Bankotsu mi prese fra le sue braccia, sembrava proprio il mio angelo custode, mi sentivo così bene, era come se per un secondo mi fossi dimenticata del pericolo imminente.
Scostò le coperte, adagiandomi sul materasso delicatamente e coprendomi , posandomi un bacio sulla fronte sudata.
-Tu davvero vuoi proteggermi?-.
-Si Rin, voglio-.
-Vuoi portarmi via da Sesshomaru?-.
-Voi siete destinati a stare insieme in eterno-.
Sorrisi fra me e me, chiudendo gli occhi dalla stanchezza, sapendo che Bankotsu era davvero li per proteggermi dai nemici, era davvero una brava persona , al di là del suo passato.
Era accomodato sulla poltroncina vicino al letto, sicuramente mi stava osservando, come avrebbe fatto Sesshomaru se fosse stato lì.




POV SESSHOMARU.
Ero a casa, davanti alla porta di ingresso, mettendo la chiave nella toppa e girando , sentendo l'odore di uno sconosciuto, oppure di qualcuno di troppo conosciuto.
-Chi c'è a casa?!-.
Vidi uscire dalla camera da letto Bankotsu e allora non ci capì più nulla: lo presi per il colletto della camicia, sbattendolo nel muro con gli artigli ad un centimetro di distanza dalla sua gola, guardandolo con occhi di fuoco.
-Cosa ci fai qui?!-.
-Sto cercando di proteggerla-.
Bankotsu era sofferente, stava davvero male, la mia forza non era niente in confronto alla sua.
-Non è compito tuo-.
-Juromaru vuole arrivare a lei, ti ha distratto con Kagura..-.
Lo sapevo che era una trappola, maledizione.
-Tu perché non sei con loro?-.
-Perché tengo a Rin quanto ci tieni tu, appena l'ho vista mi ha regalato un sorriso bellissimo e..-.
-Lei è mia!-.
Lo spinsi ancora di più nel muro, quasi a sfondarlo, arrabbiato e geloso, lui non doveva toccarla neanche con un dito.
-Siete destinati a stare insieme per sempre, non voglio portartela via, non adesso-.
-Cosa intendi?!-.
-Lei è..-.
-Sesshomaru!-.
FINE POV SESSHOMARU.


Lo vidi davanti a me, con gli occhi pieni di rabbia, ferito, forse anche ingannato.
-Cosa ci fa lui qui?-.
-Mettilo giù per favore-.
Incominciai a piangere, spaventata, non volevo vederlo di nuovo in quelle condizioni.
Sesshomaru lasciò cadere il corpo di Bankotsu a terra, facendogli prendere aria dopo tanto tempo si apnea.
Venne verso di me, prendendomi il braccio e portandomi in camera da letto.
-Spiegamelo Rin-.
-Ecco io devo dirti una cosa..-.
Come glielo dico che sono incinta e che Bankotsu è venuto da me perché vuole proteggere me e il bambino.
-Mi hai tradito non è così?-.
Mi prese di peso, sbattendomi dentro alla porta, facendomi male alla schiena, tanto da farmi gemere dal dolore.
Era pazzo, uscito fuori di senno, non ragionava, forse era il caso di dirglielo.
-Non farmi del male, sono incinta..-.
Subito i suoi occhi diventarono più chiari, fino a riprendere il loro colore naturale, il suo viso sconvolto, più bianco del solito.
-Perdonami Rin, scusami se ti ho ferito, ti prego-.
Mi prese in braccio, coccolandomi , mentre mi adagiava dolcemente sul letto, sotto le coperte, accarezzandomi i capelli.
-Sei tu il papà, ma io non so come è possibile che io possa avere figli-.
-Ti ho detto che quella dea dice un sacco di sciocchezze-.
-Sesshomaru ..-.
Mi voltai verso la porta, vedendo Bankotsu che ancora si massaggiava la gola, voleva spiegare a Sesshomaru quello che stava accadendo.
-Tu cosa sai di tutta questa storia?-.
-Juromaru vuole arrivare a Kagome, passando da Rin, ha una mente diabolica, è guidato da Kageromaru-.
Sesshomaru strinse i pugni, aveva la sua espressione trita fra i denti stretti e gli occhi pieni di rabbia.
-Non la toccheranno mai, ci sarò io adesso con lei-.
-Stalle più vicino che puoi Sesshomaru, Juromaru non ha preso bene la morte dello zio per mezzo di Rin-.
Tremavo sotto le coperte, la febbre si stava alzando ancora di più ed ero ormai stanca di quella situazione.
-Bankotsu torna a casa, io e Sesshomaru dobbiamo parlare-.
-Sesshomaru, se le toccano anche un solo capello perché tu sei fissato con quella spia maledetta, te la vedrai con me-.
Sentì Sesshomaru irrigidirsi, ma si contenne solo per me, perché percepì la mia mano sulla sua, era una richiesta muta.
-Ringrazia che c'è Rin-.
Bankotsu accennò un mezzo sorriso, chiudendo la porta e andando via, lasciandoci soli.
Sesshomaru si alzò dal letto, iniziando a spogliarsi e mai come allora ho voluto fissarlo.
-Perché mi guardi?-.
-Io non ti sto guardando!- bugia.
Si tolse la giacca, appendendola alla gruccia nell'armadio, poi si slegò la cravatta, lentamente , come piaceva a me.
Si sbottonò solo due bottoni della camicia, andando nel bagno e aprendo l'acqua della doccia.
-Sei ancora malata?-.
-Tremo tutta, la febbre non accenna a passarmi-.
Si avvicinò al letto, sedendosi accanto a me e posandomi una mano sulla fronte.
-Effettivamente scotti-.
-Abbastanza-.
-E se ti dessi un rimedio che ti fa passare la febbre momentaneamente?-.
-Quale altra penicillina vuoi darmi?-.
Mi guardò come suo solito,avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra, scrutandomi negli occhi.
-Ti abbasserò la febbre per un'oretta, userò un po' dei miei " privilegi" demoniaci-.
Mi baciò delicatamente, facendomi schiudere le labbra e accogliendo la sua lingua calda e vogliosa: fra il mio rossore iniziale e la mia voglia di tirarlo per la camicia, sentì che effettivamente stavo meglio, non mi pesava più la testa, non avevo più la nausea e le forze mi tornarono piano.
-Cosa mi hai fatto?-.
Il mio petto si alzava e abbassava all'unisono dei battiti del mio cuore, ero così accaldata ed eccitata che non riuscivo più ad aspettare.
-Mi prendo ciò che è mio-.
Mi prese in braccio, baciandomi ogni angolo della pelle, scostandomi i capelli per avere ampio campo sul mio collo.
-Al pensiero che volevi quella Kagura, mi fai ribollire il sangue nelle vene-.
Gli strappai la camicia, una delle tante che rompo, stringendolo a me e graffiandogli la schiena con rabbia.
-Nessuna è come te, al pensiero che Bankotsu potesse portarti via da me, mi fa una rabbia assurda-.
Mi sbattè a terra, sul tappeto del bagno, spogliandomi tutta, vedendo ancora quei segni di una guerra vinta.
I suoi occhi si assottigliarono sempre più, mettendo le mani sulle mie gambe e facendosi spazio fra esse, facendomi impazzire come solo lui sapeva fare.
-Sei davvero la mia miglior tortura-.
Mi guardava dal basso, compiacendosi della mia goduria, bloccandomi le gambe quando tentavo di chiuderle.
-Sesshomaru, portami in paradiso-.
Venne di fronte a me, faccia a faccia, guardandomi soddisfatto.
-Chiedimelo ancora-.
Gli presi il volto con una mano, tirandolo più vicino a me, restando ad un centimetro di distanza dalle labbra.
-Ti ho detto che mi devi far impazzire, adesso-.
-I tuoi occhi, sono come i miei-.
Mi mancò il respiro, stavo di nuovo tornando demone?! Ma i miei figli avrebbero avuto la maledizione se fosse stato così.
-È provvisorio, vero?-.
-Si, anche se da demone sei spettacolare-.
Mi guardò maliziosamente, facendo salire la mano lungo l'interno coscia , arrivando ancora una volta alla mia intimità, facendomi gemere.
-Bastardo-.
-Vuoi fare sesso come a Edimburgo?-.
Al pensiero di ciò che era successo li, mi si infiammò l'animo, è stato davvero bellissimo, nonostante fosse violento e incontrollato.
-Nessuno ti deve chiamare oggi?-.
Sapeva benissimo a cosa facevo riferimento, perché puntualmente c'era qualcosa che ci disturbava, lui si sarebbe goduto la mia faccia in preda all'orgasmo mentre parlava di cose noiose al telefono.
-Mi dovrebbe chiamare un collega di mio padre-.
-Se pensi di fare di nuovo come l'ultima volta, scordatelo-.
-E se fosse invece eccitante?-.
-Sesshomaru non permetterti-.
Mi prese fra le sue braccia, baciandomi con delicatezza, alzandomi da terra e mettendomi contro il muro.
-Mi sei mancata da morire-.
-Anche tu Sesshomaru-.
Facemmo l'amore, con passione , voglia, nostalgia. 
I miei gemiti erano smorzati dai suoi baci, premuti sulle mie labbra.
Ma ogni sua spinta era una forza in meno, la testa incominciò a pesarmi, le mie gambe non si mantenevano, il mio corpo stava man mano scivolando.
-Rin-.
Sesshomaru mi prese al volo, stringendomi al suo petto, mentre mi coccolava la testa sotto l'acqua bollente.
-Io sono felice, posso essere mamma-.
-Tu sarai la mamma più brava del mondo, i nostri figli avranno una bellissima famiglia-.
Queste sue parole mi fecero scoppiare il cuore di gioia, tanto da farmi piangere.
-Ti amo Sesshomaru, non potevo chiedere di meglio-.
-Sei la mia salvezza, Rin-.
Aprì la doccia, prendendo l'accappatoio e avvolgendolo al mio corpo, tentò anche di farmi un turbante con l'asciugamano.
-Amore faccio io, grazie-.
Mi portò nel letto, asciugandomi i capelli quasi un po svogliato.
-Mi aspettavo durasse di più l'effetto-.
Mi beavo delle sue carezze, appoggiando la mia testa sui suoi addominali da statua greca.
-Almeno hai resistito un po'-.
-Sesshomaru so che questa richiesta per te è assurda, ma vorrei che proteggessi anche Bankotsu-.
S'irrigidì, diventando una statua di sale, probabilmente si stava chiedendo perché  questa richiesta, ma sapevo che Bankotsu era solo una pedina per lo scacco matto, in realtà lui voleva essere libero, non voleva farmi del male.
-Mi chiedi troppo Rin-.
Sapevo che andava contro il suo orgoglio difendere una persona che fino a prova contraria era dalla parte del nemico, ma io non sbagliavo mai, le mie sensazioni erano sempre giuste.
-Ci aiuterà, ti prego-.
Si passò una mano sulla tempia, classico atteggiamento di Sesshomaru quando le mie richieste erano così assurde da fargli venire mal di testa.
-Ma tu guarda se devo usare le mie capacità demoniache per uno smidollato come Bankotsu-.
-Grazie, Sesshomaru-.
Abbassò lo sguardo, osservandomi perplesso, forse non era del tutto convinto che io non provassi nulla per Bankotsu.
-Mi sei debitrice, ricordatelo-.
-So che non ti va proprio giù questa situazione , ma fallo per me-.
-Vuoi anche che lo vado a riprendere? Magari dorme con te e io sul divano-.
Mi voleva far intendere che io lo classificavo come il numero due, ma non era vero, lui è e sarà sempre il demone che mi ha rubato l'anima.
-Sesshomaru smettila di dire idiozie, lo sai che tu sei l'unico per me, te lo sto chiedendo perché lui ci vuole aiutare sul serio-.
-Tu Rin, credi che lui voglia starti vicino per proteggerti? Allora non hai bisogno di me-.
Prese la giacca dalla poltroncina, rivestendosi, e andò in salone, prendendo come suo solito il whiskey, in quel bicchiere di cristallo che rifletteva i raggi della luna.
Dio, quanto era bello in quel momento, mi lasciava senza fiato, forse era la febbre o forse la consapevolezza che avevo con me il demone più bello della terra, ma osservarlo da dietro al muro del corridoio fu l'unica cosa che riuscì a fare, le gambe quasi mi vennero meno a vedere quel bicchiere sfiorare lentamente le sue labbra, quanto avrei voluto che quelle labbra sfiorassero me.
Lui era perfetto, tanto da far svenire le donne solo a guardarlo, oh si, con quella camicia sbottonata al collo, la sua schiena diritta segnata dalla giacca nera attillata, un fondoschiena da sportivo, sembrava così grande che io ero uno scricciolo.
Quasi mi sembrava che lo stessi sfiorando io, passandomi il dito sulle labbra, quelle mani che prima erano fra i suoi capelli, sulla sua schiena e sul suo bellissimo viso.
Corsi in camera, accaldata, non so se per la febbre o per l'eccitazione, mettendomi a nuovo solo per lui: indossai un completo color panna, ricamato al punto giusto, accompagnato da una veste leggera in seta che scendeva leggermente sulle spalle.
Mi sciolsi i capelli e con un velo di crema tonificante in viso, tornai da lui, trovandolo nella stessa posizione di prima.
A piccoli passi, mi avvicinai a quella bellissima schiena, cercando di allungare le mie mani verso la giacca.
-Cosa pensi di fare?-.
Si voltò, bloccandomi le mani e guardandomi intensamente negli occhi.
Feci finta di non sentirlo, sporgendomi ancora in avanti, verso il suo collo e lasciando una scia di baci bollenti.
-Non mi fai nulla-.
Mi fece passare tutta la voglia di saltargli addosso, anche se con quel bicchiere fra le labbra, quello sguardo penetrante e quella camicia sbottonata.
-Sei ancora arrabbiato con me?-.
Si voltò di lato, facendosi sfuggire un ghigno di rabbia, era chiaro che fosse arrabbiato come una iena, ma era davvero inutile.
-Tesoro, ma lo sai che così, sei davvero bellissimo?-.
Presi il bicchiere di whiskey, assaggiandone giusto una punta , restando quasi disgustata da quel liquido tiepido e amaro.
Sesshomaru sorrise quasi, divertito, prendendomi il bicchiere da mano e leccando il bordo dove avevo appena bevuto.
-Piccola, queste cose non sono per te-.
Posò il bicchiere sul vassoio d'argento, sbottonandosi la camicia  ancora di più, facendomi morire dalla voglia di sbatterlo sulla poltrona vicino alla finestra.
-Non mi dici nulla?-.
Sorrise, ma quel sorriso non portava a nulla di buono, lo sapevo.
-Vedo che ti è passata la febbre-.
-Vedo che tu hai ancora voglia-.
-Perché non vai dal tuo amichetto allora ?-.
-Se preferisci che faccio sesso con Bankotsu-.
Mi voltai, con l'idea di andare in camera da letto, ma stavolta ero io a ridere, sentendo la presa di Sesshomaru sul mio polso.
-Cosa hai detto?!-.
Lo guardai negli occhi, stavolta più vogliosa, maliziosa, mi stava sfidando.
-Ho detto, se vuoi vado a fare sesso con Bankotsu-.
Mi spinse nel suo petto, alzandomi il viso e baciandomi avidamente, stringendomi i glutei con le mani, così forte da lasciarmi forse un livido, ma non mi importava.
-Tu sei mia, non osare-.
-Sesshomaru, io questo volevo sentire-.
Mi sentì alzare da terra, mettendo le gambe dietro alla sua schiena e muovendomi molto lentamente, quasi strusciandomi come un gatto il calore.
Buttai la testa all'indietro, godendomi i baci del mio demone sul seno e sul collo.
-Ti prego non ti fermare-.
Se prima ritenevo impossibile fare sesso in piedi, adesso devo ricredermi.
Mi mantenevo alla mensola del camino, con la schiena che poggiava sulla fredda pietra della canna fumaria, sentendo chiaramente le spinte di Sesshomaru aumentare ad ogni mio sospiro, ancora una volta io e lui.
-Dopo dobbiamo parlare-.
Non voglio saperlo adesso di cosa dobbiamo parlare o cosa fare, voglio che mi faccia sentire il mondo mancare sotto ai piedi, che mi metta le ali e mi faccia impazzire.
-Non è il momento ora-.
Gli spinsi la schiena per avvicinarlo di più a me, volevo con tutta me stessa che ancora una volta avesse un orgasmo, che ancora venissimo insieme.
-Sesshomaru ti prego, ancora-.
Eppure sembrava che con la testa non ci stesse proprio, che in realtà quello era solo un gesto sforzato e disperato, più mio che suo.
Venni con la consapevolezza che non è stato abbastanza, perché lui aveva altro nella testa, non di certo me.
Nessun bacio, nessun abbraccio o coccola dopo, solo un grandissimo mal di testa e una nausea infinita.
Mi portò nel letto, mettendomi ancora una volta il pigiama e stendendosi vicino a me.
-Cosa vuoi dirmi, Sesshomaru?-.
Avevo i brividi di freddo e la mia voce tremava,  non solo per il gelo che sentivo nelle ossa ma anche per la sensazione che si stesse allontanando da me.
-Kagura, mi ha detto che è incinta-.
Un momento, mi sta per venire un infarto, cosa diamine stava dicendo, no, non era possibile!.
-Di te-.
-No, di Naraku, anche se lei è convinta che sia mio figlio-.
-Lei vuole solo portarti via da me, non crederle-.
-Già, di figlio me ne basta uno-.
-Senti un po' non incominciare-.
Portò una mano sul mio ventre, chiudendo gli occhi e addormentandosi sul mio petto, perfetto, ora si che non potevo muovermi, avevo una nausea pazzesca che dovevo tenermi perché avevo un demone appoggiato addosso.
-Ti sto calmando la nausea e il mal di testa, se solo ti dessi una regolata-.
Effettivamente dopo una buona mezz'ora mi sentì meglio, chissà cosa mi aveva fatto.
Gli squillò il cellulare, chissà chi era che stava chiamando Sesshomaru a quell'ora impossibile.
-Inuyasha cosa vuoi?-.
Forse Kagome lo aveva avvisato da poco e giustamente voleva spiegazioni.
-Razza di idiota! A chi aspettavi per tornare a casa?!-.
-Inuyasha datti una calmata-.
-Guai a te se te ne vai di nuovo, a me quel Bankotsu non dice nulla di buono-.
-Neanche a me, ora non posso parlare, Rin sta dormendo-.
Chiuse la chiamata, fregandosene della risposta del fratello e spegnendo il cellulare, sia il mio che il suo.
Sesshomaru invertì le posizioni, mettendosi lui a pancia in su e facendomi adagiare la testa sul suo petto, coccolandomi la testa.
-Chiudi gli occhi Rin-.
Non me lo feci ripetere due volte, chiusi gli occhi, dormendo forse per una notte tranquilla, prima che, ancora una volta, incominciasse una nuova guerra.
Ma stavolta non dovevo essere incosciente, avevo un bambino a cui pensare, una famiglia.
Chissà come andrà a finire.
















   
 
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