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Autore: Cara Jaime    07/03/2017    0 recensioni
"Non ricordo nulla della mia famiglia. C'è il vuoto assoluto nella mia memoria. Quando avevo 112 anni, sono stata adottata da un chierico di Priapurl, il cui figlio mi ha trovata priva di sensi al limitare della foresta vicina. L'uomo gestiva un orfanotrofio, dal quale sono stata subito raccolta. Sono sempre stata tentata di scappare per andare alla ricerca della mia vera famiglia. Sapevo di essere diversa, sebbene non ricordassi proprio nulla del mio passato. Qualcosa dentro di me, mi diceva che quello non era il mio posto e che meritavo di meglio. Aspettavo la notte per sgattaiolare dalla finestra con un fagottino che tenevo sempre pronto sotto al letto. Puntualmente, dopo aver percorso diverse decine di metri nel buio, mi ritrovavo a guardare il cielo senza sapere dove andare. Ripetei i miei tentativi diverse volte nell'arco di sei mesi. Col tempo feci l'abitudine a quella famiglia e alla sua routine, mentre crescevo e la speranza di ritrovare le mie radici si affievoliva in me..."
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miniere vicino ad Asbravn, 31 marzo, 2153 CV

Stamani al nostro risveglio, c'era qualcosa di strano nell'aria. Non avrei saputo definire cosa fosse. Abbiamo subito scoperto la fonte di quella sensazione, aprendo la porta della cella in cui abbiamo passato la notte. L'intera caverna, fino alla sera prima fatta di pietra, era diventata di carne. Carne viva. Accidenti, non ho mai visto nulla del genere. Il mio stomaco si è rivoltato e ho dovuto rigettare in un angolo. Quale magra figura di fronte alla persona alla quale mi sono appena dichiarata... Comunque, anche Ikari sembrava scosso dalla visione. Solo Ragnar mi è parso immune.

Ci siamo avventurati oltre, attraverso la stanza in cui ieri stavano le statue naniche. I corridoi esterni si presentavano nello stesso stato. Faticavo a credere fosse reale, eppure il suono del terreno carnoso sotto i nostri piedi era inconfondibile. Giungemmo in una zona in cui il cunicolo si allargava in una grotta, la cui pavimentazione era ricoperta da un liquido verdognolo, oltre a resti di creature. Optammo per non proseguire da quella parte, tornando sui nostri passi. Mentre imboccavamo il corridoio alternativo, che procedeva verso sud-ovest, mi sono ritrovata improvvisamente di nuovo nella cella in cui mi sono svegliata. Esterrefatta, mi sono guardata intorno per capire cosa fosse successo. Qualcuno si stava prendendo gioco di noi, era evidente. Una magia così potente non l'avevo mai percepita. Trasmutazione. Quale mente malata può concepire un trucco del genere? Ragnar era accanto a me, mentre Ikari... dormiva sdraiato a terra nel suo sacco. La faccenda si faceva sempre più strana. Ho cercato di svegliarlo, ma inutilmente. Il nostro mezzorco è passato così alle maniere forti ed ha avuto successo. Povero Ikari, perché finisce sempre così?

Finalmente ci siamo rimessi in cammino e, uscendo di nuovo dalla cella... tutto era tornato come prima. Quindi è stato tutto un sogno? Sono sicura che la fonte fosse magica. La percezione dell'aura di trasmutazione non può essere stata una mera visione onirica. Subito ripenso alla notte in cui abbiamo dormito alla locanda di Iriaebor e non riuscivamo a svegliare Ikari. La magia dei sogni. Non può essere una coincidenza. Tuttavia, chi può esserne il responsabile? Sicuramente un incantatore, ma chi avrebbe interesse a proiettarci queste visioni?

Procedendo nella direzione in cui ci stavamo addentrando nel sogno, siamo giunti in un punto in cui la caverna si allargava. Una parete era stata scavata e rivelava una vena d'argento. Non ho approfittato per ricavarne del materiale per i miei gioielli solo perché ci sarebbe voluto troppo tempo; con l'esercito alle costole, o meglio sopra le nostre teste, mi sembrava fuori luogo. Avvicinatici per esaminare meglio se ci fossero indizi importanti sulla nostra missione, abbiamo trovato un'iscrizione in nanico. Recitava: “Dove la tana è più scura il male dimora, dove l'oro sfolgora il cuore è immerso nel buio.” Un nuovo enigma. Sembra che le viscere della terra nascondano molti segreti.

Se fosse un indizio non lo abbiamo scoperto poiché, proseguendo il cammino, abbiamo incontrato l'entrata di un edificio sotterraneo. Superata una stanza con un doppio colonnato, abbiamo fatto ingresso in una stanza dominata da una statua. Un'altra incisione, stavolta diceva: “In queste stanze giace Durlag il potente, dopo la caduta ed il riscatto, qui il suo corpo trovò la pace.” Ikari ha presupposto ci trovassimo nella famosa torre di Durlag. L'unica torre veramente conosciuta di un mago è la torre di Durlag, un'antica torre creata dall'avventuriero mago, in cui per secoli si è cercato di entrare senza risultati. Si è guadagnata la fama poiché, una volta liberata dalle trappole e dallo spirito di Durlag, è divenuta una meta turistica. Era impossibile che si trattasse della stessa torre. Essa si trova molto più a est del luogo in cui eravamo noi.

Nella stanza successiva, una statua identica alla prima si trovava tra un macchinario a nord e un laboratorio alchemico a sud. Un'unica porta, chiusa, incantata, nella rientranza meridionale della stanza. Un piccolo drago in pietra (credo) ha attirato la mia attenzione. Era delizioso. Tentando di rimuoverlo per portarlo con me, ho scoperto che era saldamente fissato al banco. Ho dovuto rinunciare. Nel frattempo, ho udito dei suoi nella stanza, meccanici, metallici. Sono corsa verso la macchina, compreso ciò che stava accadendo. Infatti, ecco il nostro mezzorco intento ad attivare le leve dell'aggeggio, in tutta tranquillità. Gli ho chiesto di lasciar stare, dato che non sapevamo cosa facessero. Temevo fosse pericoloso. Tuttavia nulla di grave pareva accadere. Così ho iniziato a interessarmi al meccanismo. Andando per tentativi e usando la logica, sono riuscita a sbloccare la prima porta, rimuovendo la chiusura e l'incantamento posto su di essa. Poi, un rumore assordante riecheggiò nella stanza, finché mi sono convinta di aver attivato un incantesimo in grado di farci a pezzi. Mentre mi preparavo al peggio, mi sono portata al centro della stanza. Dall'angolo in cui stava il laboratorio alchemico ci venne incontro un drago delle dimensioni di un gatto. La statuina si era animata.

Si è presentato come Solitas e ha dichiarato di essere stato il famiglio di Durlag. Nientemeno. Quando l'ho interrogato sul suo precedente stato, mi ha raccontato di aver subito una punizione per non aver protetto il suo padrone, il mago stesso. Avuta la conferma che quel luogo non era la torre, ma la tomba di Durlag, il pseudo-drago si offrì di ricambiare il dono della sua liberazione. Gli chiedemmo immediatamente se conosceva una via d'uscita. Dopo aver scartato quella più ovvia, ovvero la direzione dalla quale provenivamo, l'animale si è avviato volando velocemente dall'altra parte.

Era veloce, faticavamo a stargli dietro. D'un tratto si è fermato e ci ha informato di qualcosa davanti a noi, che non riuscivamo a vedere. Ragnar ha risolto il problema lanciando qualche pietra e costringendo la creatura a rivelarsi. Si trovava su una sporgenza più in alto; aveva un carapace allungato, zampe simili a quelle di un granchio e due enormi chele, oltre a un'aria molto pericolosa.

Fortunatamente siamo riusciti a passare indenni senza farci notare, o sarebbe stato un duro scontro. Superato l'imbocco di diverse gallerie, popolate da orchi e goblin a giudicare dai totem, siamo giunti a un fiume sotterraneo. Scorreva verso est. “L'uscita è da questa parte.” Solitas si è tuffato nella corrente... e noi dietro a lui.

Durante la nuotata, mi sono accorta che il mio ladro stava rimanendo senza fiato e perdeva terrano, rispetto a me e Ragnar. Ho avuto una paura tremenda. L'ho raggiunto e gli ho passato metà della mia aria attraverso la bocca, sperando che fosse sufficiente. La corrente pareva infinita e, proprio quando iniziavo a pensare che la nostra avventura sarebbe terminata lì, il fiume ci ha risputati in superficie.

Ikari non si muoveva. Non sapevo cosa fare. Ho chiesto a Solitas di salvarlo, ma Ragnar è intervenuto e, con la sua solita delicatezza, ha colpito il ladro allo stomaco. Questo gli ha fatto rigettare l'acqua bevuta, ma non ne ha causato il risveglio. Allora lo pseudo-drago è intervenuto con un incantesimo e lo ha salvato. Credo di essere in debito con quella bestiola.

Prima di accamparci, i ragazzi hanno fatto un giro della zona per assicurarsi che fosse sicura. Ah sì, devo parlarti di questo diadema. L'ho trovato quando abbiamo aperto lo scrigno all'interno della cella in cui abbiamo passato la notte scorsa. Possiede qualità magiche. Quando l'ho indossato, mi sono sentita maggiormente lucida e consapevole. Una sensazione tanto strana quanto piacevole. Anche Ragnar e Ikari hanno trovato alcuni oggetti; torneranno molto utili nel corso del nostro viaggio. I pericoli abbondano, almeno quanto i misteri in cui ci imbattiamo. A proposito di misteri, non sapremo mai cos'è accaduto al mago mutato in zombie cosciente; abbiamo mancato alla nostra parola e non abbiamo scoperto la causa del suo stato. Mi duole per lui. Sarà condannato a rimanere tale per l'eternità? Chi può dirlo?


 

   
 
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