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Autore: Nene_92    07/03/2017    12 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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(In realtà la cittadina in foto è quella di Colmar, in Francia, ma mi ricordo che quando l'ho vista per la prima volta ho pensato "questo è il villaggio di Hansel e Gretel!" )

- Durm Sburg -


5 Dicembre 1802, Istituto di Durmstrang

TOC! 
TOC! 
TOC!

Un continuo bussare incessante alla porta del dormitorio femminile della scuola di Ilvermorny fece svegliare Livvy la quale, borbottando qualche imprecazione, si diresse di malavoglia verso la porta con gli occhi quasi del tutto chiusi.

“Chi rompe a quest’ora del mattino? Saranno si e no le cinque!” La tuonoalato non era decisamente di buonumore per la sveglia ed era pronta a scagliarsi contro chiunque si dimostrasse più attivo di lei. Per Merlino, il sole non si era ancora levato!

“Ehilà Liv, mi è balenata in mente un’ideona che pure Sogno si chiedeva fino a poco fa come fossi riuscito a realizzarla!” 

Il povero malcapitato era Patton, che stava sorridendo sull’uscio della porta guardando la Ravenwood che al contrario stava sbadigliando. 
“Beh… visto che te sei la campionessa e non hai ancora un accompagnatore, che ne dici di andare con me? Infatti mi stavo chiedendo come mai non me l’avessi ancora proposto e alla fine ho preso io l’iniziativa. Per Morgana, non sai quante ne ho rifiutate per potertelo chiedere!” 
Il grande sorriso del ragazzo non sparì neanche dopo aver parlato, nonostante l’espressione alquanto arrabbiata e che non prometteva niente di buono di Livvy.

La tuonoalto rimase per qualche secondo immobile, cercando di non chiudere gli occhi per il sonno, guardando il ragazzo che continuava a non captare il segnale di pericolo che aleggiava nell’aria.

“Allora, cercherò di sopprimere il mio istinto omicida e ti darò qualche secondo per allontanarti da quest’uscio, dopodichè non sarò responsabile delle mie azioni. Dieci, nove…”

“Ma Liv, la mia è un’idea stupenda!”

“…Otto…”

“Ragionaciii! Sogno non sbaglia mai, figuriamoci io!”

“…Sette…”

“Lo so che sei emozionata e allo stesso tempo stupefatta per la novità ma manteniamo la calma, suvvia sono o non sono il più bello della scuola?”

“…Sei…”

“Ma no che dico… Di tutto il mondo, dove ne trovi uno con un tale fascino!”

“…Cinque…”

“Va bene, sai dove trovarmi eh… Ci si vede tra qualche ora!” 
Facendo un occhiolino come se la sapesse lunga, Pat capì che era giunto il momento di dileguarsi, correndo a più non posso verso il proprio dormitorio. 

La ragazza tirò un sospiro di sollievo e, chiudendosi la porta alle spalle, cominciò a strisciare i piedi verso il letto, appuntandosi mentalmente di mettere qualche trappola sull’uscio nel caso il ragazzo volesse tornare alla carica. Patton non era mai stato uno che mollava la presa facilmente e, di conseguenza, era sempre meglio prendere delle misure di difesa per non dargli troppo spazio.

“Chi era?” Una voca impastata dal sonno raggiunse la Ravenwood nel momento in cui si stava rinfilando sotto le coperte, assaporando già come sarebbe stato piacevole riprendere sonno e farsi cullare dolcemente da Morfeo per qualche altra ora.
“Uno che cercava la morte. Dormi Cammie.” Rispose la tuonalato prima di tornare a dormire.

 

_*_



5 Dicembre 1802, Cortile di Durmstrang

"Ehy Clem!" Esclamò Elizabeth all'improvviso, fermandosi nel bel mezzo del cortile "Secondo te cosa stanno facendo?" Domandò curiosa, indicando alla sua amica un gruppetto di ragazzi - con le divise di Durmstrang - che si trovavano in mezzo al giardino.
"In effetti me lo stavo chiedendo anche io." Fu la risposta della Serpente Arcobaleno, fermandosi a sua volta a guardare quello strano spettacolo.


I ragazzi "incriminati" si trovano infatti apparentemente davanti al nulla, intenti a lanciare sassi.
Eppure, ogni volta che uno di questi veniva scagliato, si infrangeva contro una barriera invisibile, che per una frazione di secondo si illuminava.



"Che razza di idioti!" Stava sbuffando allo stesso tempo una voce maschile dietro di loro, commentando il medesimo spettacolo. "Finiranno per distruggerla oppure rendere il sistema inefficace e allora addio alla nostra sicurezza!"

Sentendo quelle parole, entrambe si voltarono, trovandosi così davanti a Christopher e Trystifer, che stavano entrambi scuotendo la testa sconsolati.

"Scusate, potreste spiegare anche a noi?" Provò ad indagare Clem incuriosita "In che senso sicurezza?"

Solo in quel momento Chris si rese conto che le sue parole erano state ascoltate da orecchie estranee e ciò lo portò ad arrossire leggermente. A differenza di Trys, che colse al volo l'occasione per parlare con le due australiane.
"Vedete quel riflesso dorato che si viene a creare quando il sasso raggiunge un certo punto a mezz'aria?" Iniziò a spiegare, indicando col dito proprio una delle pietre che in quel momento venne scagliata a mezz'aria dall'ennesimo studente.
Dopo che entrambe le ragazze ebbero annuito, continuò "Quella in realtà è una barriera protettiva. E' stata creata da Elijah stesso - il nostro preside -" si corresse immediatamente "subito dopo l'attacco dei toxic death."
"Solo che se quegli idioti continueranno a lanciare le pietre contro finiranno o per indebolirla oppure per indicare a tutti dove esattamente si trova." Si intromise a quel punto nel discorso Christopher, che continuava a gettare occhiatacce ai colpevoli. "Come se non ne avessimo già avuti abbastanza di attacchi."

Per qualche secondo il silenzio regnò sovrano, visto che tutti loro erano stati colpiti - in una maniera o nell'altra - dalle recenti scomparse avvenute dei loro compagni.

Almeno finchè Elizabeth - vincendo la sua normale timidezza - decise di schiarirsi la gola.
"State andando a Durm Sburg anche voi?" Domandò tanto per rompere il ghiaccio. "Io e Clem ci stavamo chiedendo quale fosse la strada più corta... magari potreste indicarcela." Concluse diventando rossa come un peperone.
"E se invece di indicarvela vi accompagnassimo?" Colse immediatamente la palla al balzo Trys "Tanto è anche la nostra meta. Avete in mente qualche posto in particolare da vedere?" Si interessò iniziando a fare strada. "Da questa parte, prego."

_*_




5 Dicembre 1802, Villaggio di Durm Sburg

Sascha continuava a camminare per il villaggio seguendo la scia di Jacob, gettando attorno a sè solo occhiate di sottecchi.
Non aveva la minima idea di dove il ragazzo la stesse portando.


"Oggi si esce. Nascondi la tua identità con questo." Le aveva detto - anzi ordinato - circa un'ora prima lanciandole il solito mantello rosso.
Poi, quando se lo era sistemato sulle spalle, le aveva tirato su il cappuccio in modo tale da coprirle quasi completamente il viso.
In effetti, se non fosse stata per la presa salda con cui il ragazzo la teneva per un braccio, guidandola attraverso la folla, si sarebbe già persa da un pezzo.


"Adesso puoi toglierti il cappuccio. Non serve con lei. Anzi... probabilmente lo saprà già." Le comunicò secco Jacob ad un certo punto.
Lei chi? Avrebbe voluto chiedergli. Invece si morse solo la lingua. Obbedendo all'ordine - ormai Sascha aveva imparato a proprie spese che era meglio non contraddirlo - la rossa si sfilò il cappuccio, riottenendo così finalmente la visuale.


Non erano più nel cuore del villaggio. Erano ai confini, in una stradina all'apparenza abbandonata.
Davanti ad una catapecchia di legno con più assi marcie che sane.


Jacob alzò un pugno per bussare alla porta, ma non fu necessario.
Cigolando in maniera sinistra, quest'ultima venne aperta dall'interno e una voce li invitò ad entrare.

Sascha non avrebbe voluto obbedire - quel posto le metteva i brividi - ma di nuovo Jacob la afferrò per un polso, trascinandola con sè.

La prima cosa che la lupa avvertì entrando fu il tanfo.
Poi la porta dietro di loro si chiuse, lasciandoli al buio.


_*_


"Davvero Kath, non sei obbligata a farlo." Ripetè Kyle per l'ennesima volta. "Non ho bisogno della balia!"
Kathleen, trattenendo appena un risolino divertito, si voltò verso di lui con un libro in mano. "E chi l'ha detto che lo stia facendo per te?" Domandò con un sorriso furbo.
"E per chi altri se no?" Domandò il ragazzo innarcando un sopracciglio.
"Beh, fino a prova contraria questa è una libreria." Spiegò la yowie facendo un gesto ampio per indicare la bottega intorno a sè. "Nei libri sono contenute informazioni. E a me ne servono, visto che devo ancora capire in cosa consisterà la prossima prova del Tremaghi." Spiegò serafica, ricominciando a curiosare tra gli scaffali. "Visto che non ti faccio da balia?" Concluse con tono ovvio, allontandandosi da lui per avvicinarsi ad uno scaffale promettente e iniziando a tirare fuori alcuni dei libri.


Senza trovare nulla con cui ribattere, Kyle si mise a fare altrettanto.

Se davvero Kathleen stava cercando di ottenere risposte per la prova successiva del Torneo, lui invece ne aveva bisogno per se stesso.
La mancanza di ricordi di quel periodo passato lontano dalla scuola lo angosciava ogni giorno di più.

Per lui erano trascorse solo poche ore. Invece, per tutti gli altri, erano trascorse intere settimane.


E Kyle non riusciva a capacitarsene.
Per quello, appena aveva saputo di quella gita al villaggio ed essendogli tornate le forze per poterla affrontare, aveva deciso di recarsi nella libreria del paese.
Non sapeva neanche lui cosa cercare esattamente... oppure cosa avrebbe potuto fornirgli in più quella libreria rispetto alla biblioteca di Durmstrang.
Però sapeva anche che, se non avesse fatto nulla, avrebbe rischiato di impazzire a causa di quella storia.
Ed era proprio l'ultima cosa che voleva.

Sospirando, Kyle ripose l'ennesimo libro inutile sullo scaffale.
Poi si girò verso Kath, che a differenza sua aveva ancora il naso incollato al grosso tomo che teneva tra le mani.
Era talmente concentrata nella lettura che sembrava voler memorizzare ogni singola parola del volume.

Ora o mai più. Pensò il ragazzo prima di schiarirsi la gola. "Ehm Kath... a proposito del Torneo Tremaghi..." Iniziò titubante, mentre la ragazza girava impercettibilmente il collo verso di lui.
"Sì?"
"Ecco..." Tentennò lui non sapendo neanche bene come chiederglielo "Ti andrebbe di essere la mia accompagnatrice per il ballo?" Buttò fuori alla fine, incrociando le dita dietro alla schiena.

Al contrario delle sue pessime aspettative - come si era ripetuto negli ultimi giorni Kath era pur sempre una delle Campionesse, probabilmente aveva la fila di possibili accompagnatori - il volto della ragazza si aprì in un enorme sorriso. 
"Certo Kyle. Mi piacerebbe molto! Grazie per avermelo chiesto!"

 

_*_


"Allora Ty?" Stava allegramente ciarlando Camille, camminando per il villaggio attaccata al braccio di Tyler "Raccontami tutto! Come hai intenzione di passare la giornata? E dove porterai Reyna a pranzo oggi?" Cominciò a domandare a raffica, guardandosi attorno. "Perchè sarebbe buon costume se la portassi tu da qualche parte, però è chiaro che trovandoci qui è più facile che sia lei a consigliarti i posti da visitare!" Continuò quasi saltellando, felice per l'amico. "Uuuh! Ci sono! Ho un'idea! Che ne dici se...?"

Mentre Camille continuava a parlare a macchinetta, Tyler si guardava attorno stupito.
Con un orecchio prestava attenzione a ciò che l'amica gli stava dicendo - in fondo era stato lui a chiederle consiglio per Reyna - ma al contempo cercava anche di focalizzare l'attenzione prima sulla strada che portava al villaggio e poi, una volta arrivati lì, alle varie stradine che conducevano nei vari negozietti tipici di quella località.

Dal momento che il ragazzo adorava tutto ciò che era caratteristico di un determinato Paese, non potè far altro che guardarsi attorno stupito, cercando di memorizzarne mentalmente il più possibile.

E ce n'erano di cose da vedere a Durm Sburg.

A partire dal piccolo fiume che la attraversava per tutta la sua lunghezza, in quel momento completamente ghiacciato - sia Tyler che Camille ebbero modo di assistere allo spettacolo creato da alcuni bambini che si divertirono a scivolare sulla sua superficie con dei rudimentali pattini.
Oppure i diversi negozietti tipici e locande caratteristiche.
La più apprezzata dagli abitanti del luogo sembrava essere Le Luci Fatate, il cui nome rispecchiava la caratteristica interna: al posto dei lumini, ogni singolo tavolo era illuminato da una fata, che aveva il compito di sbattere ripetutamente le ali per produrre la polvere fatata per illuminare il posto.
E il tutto era condito dalle diverse luminarie natalizie, che sia i negozianti che gli abitanti del luogo avevano iniziato ad utilizzare per rallegrare il paese.

"Beh Tyler credo proprio che siamo arrivati!" Esclamò in quel momento la voce di Camille, riportandolo alla realtà.
Senza che il caposcuola se ne fosse accorto - troppo preso com'era a guardarsi intorno - i due erano arrivati proprio davanti al negozio d'abiti dove il ragazzo aveva appuntamento con la Black.
E, ad ulteriore conferma, una chioma rossa ormai familiare - quella di Helene - sbucò proprio in quel momento dalla porta, seguita a ruota da Reyna.

"Buona fortuna!" Gli sussurrò Camille, prima di dirigersi allegramente verso Helene, che la salutò con entusiasmo.
Poi le due ragazze, dopo essersi scambiate qualche chiacchera sottovoce, si presero a braccetto ridacchiando e sparirono in una delle vie laterali del paese.

"Vogliamo andare?" Domandò Tyler a Reyna, porgendole educatamente il braccio e facendole un leggero inchino.
La purosangue, con un sorriso, accettò di buon grado.



_*_

Negozio di vestiti, poco prima


Dopo essersi rimirata allo specchio per cinque minuti buoni, con uno sbuffo Reyna si tolse l'ennesimo abito da cerimonia.
Ne aveva già provati un'infinità, ma nessuno che fosse davvero di suo gusto.

'Sempre la stessa storia' si ritrovò a pensare scocciata 'Li vedi sul manichino e sembrano stupendi. Li indossi e sembrano bruttissimi.'

"Come va Rey?" Sentì la voce di Helene che la chiamava.
Tre secondi dopo la testa della rossa aveva fatto capolino dietro al paravento, trovando così la sua amica ancora in intimo.
"Non sei riuscita ancora ad indossarlo?" Domandò stupita, sgranando leggermente gli occhi. "Ti serve una mano per caso?" Chiese alla fine premurosa.

"In realtà l'ho già sia indossato che tolto. Non mi piaceva." Spiegò Reyna con un sospiro. "E non so neanche se riuscirò a trovarne uno in tempo per il ballo!" Si lamentò scoraggiata, sedendosi su uno sgabello e mettendosi la testa tra le mani.
"Massì che lo troverai!" Provò ad incoraggiarla Helene "In fondo hai già anche l'accompagnatore! Trovare il vestito adatto, in confronto, sarà una sciocchezza no?"
"Tu invece non ce l'hai ancora Helene?" Si interessò Reyna, svicolando così l'argomento vestito. "Un accompagnatore intendo." Specificò poi.
"Ehm no, non ancora." Rispose la rossa allontanandosi dal camerino per cercare qualcosa che potesse rispondere ai gusti dell'amica.
"Ma nessuno te l'ha ancora chiesto?" Insistette la Black "Eppure mi sembrava di averti visto, durante la settimana, confabulare con un paio di ragazzi!"
Davanti a quella constatazione la Sauer arrossì, diventando un tutt'uno con i suoi capelli. "Ci devo ancora pensare."
Borbottò alla fine "Prova questo." Aggiunse subito dopo, tagliando così il discorso a sua volta pasandole un abito.

Reyna, senza provare ad indagare oltre, fece quanto l'amica le aveva appena suggerito.
E il risultato la lasciò a bocca aperta.

Sì, aveva appena trovato l'abito per il ballo.
E a distanza di pochi minuti si sarebbe trovata anche con il suo accompagnatore.

"Helene ti adoro!"

 

_*_

Quando i suoi occhi riuscirono finalmente ad abituarsi alla penombra, Sascha riconobbe tra le ombre una signora anziana e rugosa che scrutava sia lei che Jacob con due occhi completamente bianchi, senza pupille. 

Se non fosse stata per la presa ferrea di Jacob, che non l'aveva mollata un secondo da quando erano entrati in quella casa, la lupa avrebbe fatto un salto all'indietro per darsela a gambe. Ma neppure la presa del Grimm riuscì ad evitarle il verso strozzato che uscì dalla sua gola.


"Sai già cosa voglio, vero Gertrude?" Domandò il ragazzo tranquillo.
"Naturalmente." Rispose la donna annuendo "Ma per poterlo fare, devo vederla più da vicino." 

Senza troppe cerimonie, Jacob strattonò Sascha, portandola così a pochi centimetri dalla vecchia. E quest'ultima, con uno scatto repentino, afferrò il braccio destro della ragazza, girandolo in modo tale che il palmo fosse rivolto verso l'alto.

Quando ottenne l'angolazione prevista, le appoggiò all'altezza del polso un'ampolla di vetro rovesciata, aumentando contemporaneamente la presa sul suo braccio.

Sascha capì immediatamente il perchè. "Ahy! Brucia!" Si lamentò, cercando di ritrarre la mano senza però riuscirci.
"Sta ferma!" Fu tutto ciò che ottenne da Jacob. "E soprattutto zitta."

Reprimendo a mala pena le lacrime - miste tra umiliazione e dolore - Sascha spostò lo sguardo sul suo braccio. La vecchia le aveva aperto un foro dal quale fuoriuscì del sangue. 
E quest'ultimo, sfidando la forza di gravità, entrò nell'ampolla rovesciata vorticando.

Fortunatamente quella tortura durò solo pochi secondi.

Poi, così come era iniziato, il dolore bruciante si arrestò. E la stanza venne illuminata di colpo.

La vecchietta si appropriò dell'ampolla, al cui interno il sangue continuava a vorticare, e la agitò appena. 

"La ragazza è stata pizzicata dai toxic death per 23 volte." Decretò "Una sola volta in più e per lei sarebbe stato fatale."
"Puoi procurarmene qualcuno?" Domandò Jacob facendosi attento e assottigliando gli occhi. "Pago qualunque prezzo."

"Posso sentire dai miei contatti." Rispose la vecchia "Ma dopo la stretta che tuo cugino Philippe ha messo sul loro commercio dopo l'attacco alla vostra Scuola, sarà molto difficile."

"Quando ti arriveranno sai come contattarmi." Chiuse la conversazione Jacob, avvicinandosi alla porta per uscire.

Sascha, che non vedeva l'ora di andarsene da quel luogo inquietante, fece per seguirlo. Ma i suoi passi vennero arrestati dalla vecchia, che nuovamente la afferrò per il polso. 

"Non fidarti della atserof. Quando ci entrerai di tua volontà, sarà la tua fine."


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