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Autore: Better_Slash    08/03/2017    1 recensioni
Perchabet/Caleo/Frazel/Jasiper/Solangelo
Per riuscire a trovare la persona che ha assassinato la madre e la sorella, Nico di Angelo ha deciso di seguire le orme del padre entrando nei servizi segreti. Un solo passo lo separa dalla sa vendetta: per ottenere tutte leinformazioni che cerca sull'omicida Nico dovrà fare una cosa che non si sarebbe mai aspettato... andare al college per proteggere Will Solace, il figlio di Apollo, anche lui immischiato in vari affari con la Cia, anche se ciò vuol dire avere a che fare con un branco di adolescenti fuori di testa.
Non so fare le introduzioni, ma credo che almeno questo lo devo scrivere, per quanto sia ovvio: solangelo is the way
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Calipso, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era una cosa abbastanza insopportabile.
Nico lavorava con quelle persone da quando aveva dieci anni e nonostante ormai fosse un adulto era lui a venir chiamato ogni singla volta che bisognava strisciare da qualche parte.
Era molto rispettato nel suo lavoro, insomma, trovatelo voi un ragazzo in grado di mettere al tappeto un uomo grande il doppio di lui con una mano mentre ricaricava la sua 44 magnum preferita con l’altra, ma proprio per il suo grande talento non capiva perché in quel momento si trovasse a strisciare lungo un condotto d’aerazione.
O meglio, il perché lo capiva: dopo aver rubato ripreso la pen-drive da una casa perennemente sorvegliata di certo non poteva andarsene dalla prta principale e quindi serviva qualcuno abbastanza smilzo da passare nel condotto di aerazione, ma comunque era una cosa insopportabile.
Appena uscito da quel luogo prese un respiro che gli fece quasi esplodere i polmoni, ma non ebbe neppure il tempo di godersi quel momento che dovette mettersi a correre per entrare velocemente nella sua auto.
Guidò per circa mezz’ora finché non raggiunse il negozio di informatica del centro. Erano le quattro del mattino, ma lui aveva le chiavi e quindi non era un problema.
Andò sul retro e, proprio come si addiceva ad una base operativa, schiacciò un paio di bottoni, inserì una decina di cifre… eccetera eccetera finché non si aprì una porta.
Scese le scale per arrivare in una cantina più grande del normale, con parecchie porte, computer un po’ ovunque e cose del genere e vide subito una ragazza di circa ventun’anni che lavorava al computer. “Sei in ritardo” Affermò.
Nico sbuffò. “Annabeth, mi avevi detto che la penna era nella camera da letto.”
La ragazza alzò lo sguardo dal computer solo in quel momento. “E quindi?”
“Ce n’erano tre in quella casa ed ho dovuto ispezionarle tutte da cima a fondo.” Prese la semplcie pen-drive nera dalla tasca e gliela lanciò. Annabeth la prese al volo. “E scommetto che era nell’ultima in cui hai cercato”
“Al solito, sono abbastanza sfortunato in queste cose. Che c’è lì dentro a proposito?”
“Affari di Stato, tutto come al solito” Chiuse il computer e si mise di fronte a Nico. Per non analizzare subito il contenuto della penna doveva essere grave.  “I grandi capi ti vogliono parlare, credo sia importante”
“Importante? Che è successo?”
“Atena mi ha parlato prima, ci sono dei problemi con il programma protezione testimoni e lei ha espressamente chiesto di te. Se vai di la ti spiegheranno tutto”
“Tu non vieni a darmi supporto morale?”
“No, ti aspettavo per la penna, ma ora devo andare a casa, domani parto ricordi?”
“Giusto. Salutami Percy”
Andò nella stanza accanto e vide tre persone, connesse però ad una videocamera accanto a loro ce n’erano altre due. Atena, Poseidone e Artemide nella stanza con lui, Ares ed Afrodite su uno schermo.
“Salve a tutti” disse un po’ stranito. Era insolito vedere tutti i grandi capi nella stessa stanza… più o meno, specialmente Poseidone e Atena, sapevano tutti quanto fosse grande il loro odio.
Specialmente da quando i loro figli si erano fidanzati.
Fu Artemide a prendere la parola. “Signor Di Angelo, conosce per caso quest’uomo?” dritti al punto come sempre.
Lo schermo in cui erano gli altri due si ridusse per mostrare l’immagine di un altro uomo. O meglio, un insieme di fotografie di un uomo. Aveva i capelli così biondi che sembravano riflettere il sole. “Non credo, chi è?”
“Mio fratello” Disse piatta. Con un telecomando continuò a far scorrere le immagini mentre Ares le rubava la parola. “Quando Artemide è entrata a far parte della CIA c’era il suo gemello con lui, ma durante una missione a New York le cose sono andate storte ed abbiamo deciso di farlo dimettere, per poi iserirlo nel programma protezione testimoni…”
“I rischi sono contati, perché avreste dovuto?”
“Le nostre ragioni non la riguardano signor Di Angelo, non è questo il punto. Come dicevo…”
Nico almeno ad una risposta doveva ottenerla. “Se è successo vet’anni fa perché ne parliamo ora?”
Afrodite si irritò. “Se ci permettesse di finire… Apollo ha da poco ricevuto un attacco a casa sua e dal modus operandi crediamo che sia dovuto a ciò che è successo in passato. Il criminale che cercavam del resto non l’abbiamo mai preso, nonostante non avessimo mai smesso di cercarlo. Considerando i vari problemi che ha già avuto in passato e considerato tutto ciò che ha fatto per noi abbiamo deciso di aiutarlo.”
“Qualcosa mi dice che c’è un ma”
“Ovviamente” Riprese Atena. “In tutto questo tempo non è rimasto con le mani in mano… socialmente parlando. Si è fatto una famiglia ed ha fari figli”
“Quindi? Non dovreste semplicemente cambiare identità a tutti ed inserirli nel programma?”
Artemide si morse il labbro. “Apollo si rifiuta. Ha ricevuto attacchi, ma anche minaccie e queste dicono che se provasse a scappare i suoi assalitori farebbero del male anche alla sua famiglia. Il che vuol dire che non ha intenzione di spostarsi, ma visto tutto ciò che ha fatto per noi quando era ancora in servizio abbiamo deciso di aiutarlo. Alcune persone lo tengono d’occhio e lo stesso vale per i suoi figli ma… beh, Will ci da dei problemi”
“Will? Il motivo?”
“Beh, è il fratello I più piccoli vivono con il padre, quindi sono controllati, mentre i più grandi lavorano, Will è l’unico che va ancora al college e nessuno…”
“No, no, oh no. Ho capito dove volete andare a parare e la risposta è assolutamente no. Io non vado a fare da scudo in una scuola ad un piccolo raggio di sole e…”
“Nico” a parlare fu Poseidone. “Non è così semplice. Ci servi, va bene? A quel ragazzo potrebbe essere fatto del male e serve qualcuno che lo protegga. Gli manca un anno di college, anche supponendo che le cose vadano nel peggiore dei modi finito quest’anno anche tu avrai finito il lavoro. Sei l’unico che lo possa fare, dell’età adatta non…”
“E Percy?”
“Missione con Annabeth, partono domani e tornano tra un mese, tu invece devi iniziare la settimana prossima. Non possiamo permetterci altro tempo”
“Come dovremmo fare? Io non lo so fare lo studente del college… non ho neppure finito il liceo! Né lo ho iniziato ora che ci penso… ho sempre studiato con…”
“A questo penseremo noi. Ci stai?”
Nico sospirò. “Scusate, ma ho detto di no, ho altro a cui pensare.”
Atena incrociò le braccia al petto e quando lo vide allontanarsi si giocò la carta finale. “Nico, Hazel.”
Lui si fermò. “Dovrebbe essere una minaccia?”
“Sarà una semplice coincidenza, ma vanno allo stesso college. So che è almeno un anno che non riesci a vederla, potresti stare con lei e… e comunque abbiamo deciso che se porterai bene a termine questa missione ti daremo tutte le informazioni che abbiamo sull’uomo che stai cercando.”
Nico si voltò all’improvviso, negli occhi una furia ceca. “Non prendermi in giro. È una cosa illegale, sono anni che vi chiedo informazioni ed avete sempre detto che avrei potuto averle solo…”
“So quello che abbiamo detto, però questo lavoro serve a proteggere uno che consideriamo di famiglia. Ci prenderemo la responsabilità, ma devi accettare.”
“A questo punto mi pare inutile anche solo parlarne. Quando inizio?”
“Domani creeremo il tuo nuovo fascicolo e da dopodomani inizierai ad addestrarti per completare bene il tuo compito. Oa vai a dormire. Ah, hai fatto un buon lavoro oggi”
 
Cecil buttò giù il terzo bicchierino incitando Will a fare lo stesso. “L’ennesimo trenta ovviamente. Dai Will, devi festeggiare!”
Will non voleva ubriacarsi, ma doveva effettivamente festeggiare, poco ma sicuro. In un sorso finì il suo rum e mandò giù subito il succo a pera. “Ancora non ci credo che sto per finire.”
“Va bene, se non vuoi ubriacarti passiamo oltre. Ci sta una ragazza lì che ti sta fissando…”
Will lo guardò male e Cecil scoppiò a ridere.
“Va bene, allora puoi puntare su quel biondo lì”
Will si girò, ma vide solamente un ragazzo di spalle. “Non mi piace il suo culo… e i biondi non sono il mio tipo”
“Il tuo ultimo ragazzo era biondo”
“Si ma il suo di culo mi piaceva”
Risero entrambi. “Un pensierino ce lo potresti fare, anche solo per distarti un po’”
“Distrarmi da che?”
Cecil lo fissò come a dire “te lo devo pure spiegare?” e Will in risposta si scolò il bicchierino appena riempito.
“Ho capito, ho capito, mi butto in pista”
 
Nico fissava quella che sarebbe dovuta essere la sua pagella del liceo. Tutte C e qualche D, voti appena sufficienti insomma. “Potevate fare di meglio” Commentò parlando a tutti quelli che lo circondavano ed a nessuno in particolare.
Atena gli rispose, era sempre lei ad avere le risposte del resto. “Devi concentrartisulla missione, se avessi avuto buoni voti desterebbe sospetti il fatto che andrai… non tanto bene”
“Chi dice che non andrò bene?” ribattè Nico offeso. “non sono stupido”
“Lo so, ma sarai un po troppo impegnato per studiare, no?”
Il moro volle sdrammatizzare, erano sempre tutti troppo seri lì. E se lo diceva lui era grave. “Voi siete della CIA, anzi, noi tutti siamo della CIA, non potreste passarmi le risposte di tutti i test? Opure potrei akerare qualche computer e prendermle da solo”
Poseidone ridacchò e lo stesso fece Ares, e stranamente fu Afrodite a lanciargli un’occhiataccia. Tutti lì si rendevano conto della sua giovane età e del fatto che non aveva avuto un’infanzia.. normale, quindi gli concedevano di scherzare praticamente sempre, ma c’era sempre anche qualcuno che gli lanciava “l’occhiata” per ricordargli che comunque non era opportuno.
“Quindi, che storia è?”
Artemide gli passò un fascicolo. “Abbiamo deciso di lasciare invariate le tue origini, sarà molto più facile per te metterti in contatto con altri coetanei se potrai parlare di te stesso in modo nomale…”
“Ferma, mi stai dicendo che dovei essere semplicemente Nico? Allora a che serve questo fascicolo?”
“Beh, devi pur avere un passato, un padre normale ed una scusa per quello che è successo a tua madre e a tua sorella. Ma considera che comunque ci sarà Hazel, quindi ci siamo dovuti adattare anche a lei ed alle sue di conoscenze. Fondamente questo fascicolo serve a coprire le tue attività di quest’ultimo anno”
Nico si sentiva male ogni volta che sua madre e l’altra sorella venivano nominate, ma non lo faceva vedere. “Dovrò fare ciò che faccio con Haz insomma. Va bene, il colleg quanto dista?”
“Tre ore in aereo”
“Allra leggerò tutta questa roba direttamente durante il viaggio, ora posso andare? Ho voglia i McDonald”
“Devi prenderla sul serio Nico, è importante.”
“Sul serio? Non volete neppure dirmi chi c’è detro a minacciare Apollo!”
“Ti conosciamo Nico! Ti metteresti in mezzo più del dovuto ed andresti a cercare di risolvere il problema anche senza il nostro consenso. Il tuo compito è solo quello di tenere d’occhio Will e chi gli sta vicino.”
“Questo è…”
“Devo ricordarti l’ultima missionin Francia?”
“… molto responsabi da parte vostra” mise il broncio e si accovacciò sulla sedia. “Dai, gente, sapete benissimo che potete contare su di me, ma mi avete stressato tutta la settimana e vorrei dormire prima di domani” Si alzò e se ne andò senza aspettare una risposta.
Il suo appartamento era piccolo ed è perfettamente inutile descriverlo.
Nico non teneva tante cose sue, aveva sempre la valigia pronta ed infatti non dovette neppure prepararla. Ogni tanto cacciava le foto di Maria e Bianca, ma poi le rmetteva al loro posto.
Si buttò sul letto e chiuse gli occhi, addormentandosi prima di subito.
 
Will si svegliò per colpa delle abitudini a dir poco pessime del suo coinquilino Leo. Faceva cotinuamente esplodere le cose e qulla mattina era toccato alla macchinetta del caffè. Ormai Will ci era abituato, ma ciò non cambiava che fosse fastidioso.
“Leo, io come dovrei fare colazione?”
L’altro fece uno sguardo da cucciolo smarrito. “Ti giuro che non sono stato io” probabilmente in realtà non lo aveva neppure ascoltato: Leo diceva “non sono stato io” ogni volta che succedeva qualcosa che comportasse un’esplosione, era un riflesso condizionato.
“Chi è stato allora?” Si voltò sulla schiena e si portò una mano sulla fronte.
“I… i nargilli” rispe assolutamente convinto.
“Ieri hai visto Harry Potter vero?”
Lo sguardo di Leo si illuminò appena sentì quel nome. “Forse. Comunque devo andare a fare colazione con Jason, ti porterò un caffe, okay?”
Will avrebbe solo voluto rispondere “ma se dovevi fare colazione con lui perché hai toccato la macchinetta del caffè?” ma si limitò ad annuire. “Espresso, grazie. Alle dieci viene Cecil a studiare ed ho bisogno di energie”
“Ah, alle… alle 10?”
“Di domenica non si sveglia presto, perché? Ti serve la stanza?”
“Beh, ieri  esplosa la tua sveglia quindi…”
Bussarono alla porta in quel preciso istante, impedendo a Will di sfruttare i suoi studi di anatomia per commettere un omicidio.
Leo corse verso la porta ed abbracciò Cecil come se fosse innamorato. “Carissimo, che bello vederti! Ma sei fantastico oggi! Prego accomodati, Will è lì, io non vorrei mai essere di troppo mentre studiate quindi… ciao” Parlò così velocemente che Cecil non riscì a tenere il passo, subito dopo corse fuori dalla porta e la chiuse.
L’altro fissò Will. “Poi sarei io il ritardatario?”
“Come se fosse colpa mia” si alzò dal letto e si cambiò i vestiti, per svegliarsi un po’.
Cecil gli porse una ciambella. “Ah, ho scoperto perchè ultimamente Hazel era così esaltata.”
“Ah sì? Che è successo? Glielo avrò chiesto mille volte; non mi ha mai voluto dire nulla e lo dice a te? Non sa neppure chi sei!”
“L’ho sentita ieri in mensa mentre ne parlava con Frank. Hai saputo di Ethan Nakamura?”
Quel ragazzo faceva talmente tanti casini che era difficile tenere il passo. “Che ha combinato stavolta?”
“Motivi personali, si è dovuto ritirare, finirà l’anno da privatista immagino”
“Che c’entra con Hazel?”
“Beh, non potevano lasciare Jason da solo no? Gli hanno già trovato un nuovo compagno di stanza”
“Quindi?”
“Il fratellino di Hazel verrà qui”
“Scherzi? Siamo a dicembre! È ancora in tempo per i corsi? Ma poi… Hazel non ha mai accennato a un fratello o sbaglio?”
“Non chiederlo a me, la so solo di vista… ma sembrava veramente contenta. Immagino che semplicemente non si tengano in contatto o cose del genere, niente di grave…”
“Non si tiene in contatto con la propria sorella? Non mi ispira molto”
“Bho… comunque era giusto per fare due chiacchiere. Iniziamo? Devi assolutamente darmi una mano con chimica…”
   
 
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