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Autore: LordPando    09/03/2017    2 recensioni
ALERT! STORIA INTERATTIVA CHE PERÒ AVRÀ ANCHE PERSONAGGI DA ME INVENTATI, DUNQUE…
Bene. Bene. Bene.
Questa è l’introduzione, l’incipit, il proemio di una fanfiction sull’opera di Cassandra Clare: Shadowhunters. La mia è una storia di amore e morte, di OC (original crachters) e di individui di dubbia morale, è una storia di lotta per il potere e la felicità e per alcuni della morte. Alla fine si troveranno le schede da mandare a me come messaggio privato.
Ma ora occhio, che andiamo ad incominciare!
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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  —Cala la notte sul villaggio di Tabula e tutti gli abitanti chiudono gli occhi.— disse una voce tetra, che cercava di spaventare. —Il Veggente apra gli occhi e…
  —Un momento!— disse una seconda voce. Veniva da un bambino riccio e dai capelli scuri che stava controllando la carta davanti a sé. Immediatamente tutti coloro che stavano attorno al tavolo aprirono gli occhi e lanciarono un’occhiata truce al ragazzo, le cui guance si fecero rosse come pomodori. —Scusate…— pigolò. —Avevo dimenticato il mio personaggio, ma adesso lo so, sono il Lupo Mannaro e possiamo…—Man mano che parlava la voce si faceva sempre più flebile mentre Kish Bellevard si rendeva conto del proprio errore. —Ops.
  Tutti i presenti si accasciarono e cominciavano a gridare contro il povero ragazzino. —OGNI VOLTA LA STESSA STORIA! NOI GIOCHIAMO BENISSIMO FINO A QUANDO NON ARRIVI TU CHE GUARDI LE CARTE DEGLI ALTRI O TI METTI A BATTIBECCARE O RIVELI IL TUO PERSONAGGIO! NON POSSIAMO FARE COSÌ! LA PROSSIMA VOLTA SARÀ QUELLA IN CUI NON GIOCHERAI! TI È CHIARO!? Anzi… Devi imparare la lezione! Fuori di qui!— stava sbraitando Lasaar Bellevard, un ragazzo alto e dalla pelle scura, dall’aria truce ed il naso aquilino, una faccia che non contribuiva affatto alla sua gentilezza. Ogni venerdì sera lui ed i suoi amici si riunivano lì per giocare a Lupus in Tabula. Da quando sua madre lo aveva costretto a portare il fratellino le serate si erano trasformate in una lotta per farlo arrivare in ritardo. L’unica sua consolazione era quella ragazza… Tessa. In realtà Tessa Aurora Shaine, si era unita a loro una settimana prima, ma nonostante tutti i suoi tentativi di flirtare lei lo aveva sempre respinto con la massima durezza. Ah, le ragazze. La loro menti erano e sarebbero sempre state oggetto di studio…
  —Va bene, fratellone…— Stava dicendo il ragazzino sull’orlo delle lacrime. —Ma io non volevo, non l’ho feto apposta, io…
  —Taci, Kish.— lo zittì l’altro con durezza. —Non ho intenzione di ascoltare le tue lamentele infantili. Torna a casa dalla mamma… ORA.
  —No.— disse con voce risentita il ragazzino.
  —Oh, sì che te ne vai.
  —N-no!
  In quel momento si alzò Tessa, che sedeva accanto al bambino e con una voce profonda, torreggiando su di lui disse: —Tu vai via ora. E non accetto repliche.
  —Sissignora! Ma sappi che il fratellone…— il ragazzino fu interrotto da Lasaar.
  —ORA!
  Il bambino cominciò ad allontanarsi mentre tutti, nella stanza, tiravano un sospiro di sollievo.
  All’esterno Kish avanzava a teta alta e con un sorriso beffardo sul volto, evitando le chiazze di luce che i numerosi lampioni proiettavano per strada. Aveva un’andatura svelta e sicura, ma appena percorsi una ventina di metri si fermò, schiacciandosi contro il muro. —Shroppshire…—Sussurrò. Dalle ombre che li circondavano emerse un uomo dagli occhi azzurrissimi, il naso aquilino ed i lineamenti duri.
  —Padrone?— Chiese, con un’aria umile ma mesta.
  —Ricordi gli ordini?
  —Attaccate quel gruppo di mondani?
  —Già… ma dalla scorsa volta una figlia dell’Angelo si è aggiunta al gruppo, dunque io verrò con te. Nel caso avessi difficoltà a riconoscerla, e quella che si fa chiamare Tessa. E… non farti problemi a chiamare alleati. Vai, ora, e non deludermi.— Le ultime parole furono dette con un tono truce che avrebbe fatto rabbrividire chiunque, tranne il succubo demoniaco di Matthew Bourie. Da quando il vampiro si era sostituito al bambino per cercare grosse riserve di sangue umano, tutto era filato a meraviglia… fino a quando quella cacciatrice non si era intromessa. Ma avrebbe provveduto anche a lei, quella notte. Avrebbe provveduto a tutti.
 
Tessa guardò Lasaar che ci provava con lei per l’ennesima volta, quando il suo cellulare iniziò a squillare. La suoneria si diffuse per la stanza, un’allegra musica di piano. —Scusate un attimo…—Disse con falso imbarazzo. A chiamarla era stato James “Jamie” Shadow Kingsley, parabatai ed amore segreto di Tessa. La ragazza tirò fuori svelta il telefono e rispose. —Jamie.
  —Principessina.
  —Cosa succede?
  —Sono nella tua zona. Hai finito con i… com’è che li hai chiamati?
  —Mondani, Jamie. Non fanno parte del mondo delle ombre, ci nascondiamo da loro ed è nostro compito proteggerli. Non capirò mai come fai a dimenticartene.
  —Bah. Comunque, quello che conta è che sto arrivando. Vuoi andartene da quella gabbia di matti?
  —Sì. C’è un ragazzo che tenta disperatamente di flirtare con me e sono tentata…
  —Di baciarlo?
  —Di ucciderlo.
  —Allora sarà meglio che venga a salvarti da questo mandano.
  —D’accordo. Sto arrivando.— Tu… Tu… Tu… il rumore di telefono attaccato risuonò nelle orecchie di Tessa che stava facendo uno sforzo enorme per non guardare inviperita Lasaar. Si voltò sbuffando verso la porta. In quel momento la suddetta porta si aprì velocemente e ne entrò un uomo alto, dagli occhi azzurro cielo ed il naso aquilino. Sembrava enormemente fuori posto nella sala in cui i ragazzi si accingevano a riprendere la partita. Immediatamente un odore familiare raggiunse le narici di Tessa: demone. Immediatamente tuti  sensi della ragazza si misero all’erta mentre Lasaar si avvicinava all’uomo. Gli arrivava circa all’adunco naso e lo sconosciuto lo fissava senza minima considerazione.
  —Ehi, amico, che cosa ci fai qui? È un posto molto esclusivo!— disse il ragazzo. Poi ci fu un istante di silenzio mentre il demone si rendeva conto di chi aveva davanti. Poi, con un unico movimento al contempo svelto e letale prese il giovane per il collo e lo sbatté contro il muro.
  —Io entro dove, quando e come mi pare!— ringhiò, fissando con aria truce tutti i presenti che venivano rapidamente presi al panico. Solo Tessa rimaneva immobile difronte al demone che si guardava intorno. Tessa no sapeva con esattezza che cosa cercasse, ma quando la vide il volto del mostro si illuminò. Aveva la sua preda.
  Come in fibrillazione la mente d tessa iniziò a parlare di sé in terza persona: Theresa Aurora Shaine. Nata nell’istituto di San Pietroburgo, non puoi morire ora. Devi prima sposare Jamie, e con il tuo fascino –i tuoi capelli color cioccolato, le tue ciglia femminili, i tuoi occhi grandi e gentili e le tue labbra carnose ci riuscirai! Sai che è illegale perché lui è il tuo parabatai ma devi farcela. E non puoi morire proprio ora. Non pensare che con tutta probabilità non se ricambiata e che stai pensando inutilmente, ma vivi bene. O semplicemente vivi. Quindi tira fuori la tua spada angelica e combatti, vigliacca! Poi, rapida come il vento, tirò fuori l’arma celeste che conservava in tasca. —Nakir!— Con un grido fece illuminare la lame che brillò di una luce intensa e chiara, mentre il demone si leccava le labbra. Tutti i mondani erano caduti in uno stato di trance mentre i due contendenti si guardavano pieni di astio. Poi, con un salto, il succubo demoniaco prese la forma di un enorme falco e volò in picchiata verso la ragazza che sbuffò ostentando falsa sicurezza: —Demoni muta forma… una noia!— ma si ritrasse in fretta quando vide che stava per essere infilzata dall’adunco becco dell’animale. —ARGH!— gridò la ragazza, resasi conto di quanto quella “noia” avesse intenzione di ucciderla.
  Mentre Tessa faceva l’ennesimo salto indietro per schivare le zanne acuminate di una tigre la porta si aprì di nuovo.  Con un gridolino di gioia Tessa accolse James Shadow Kingsley, suo parabatai nonché amore segreto. —Jamie! Aiutami!
  Immediatamente gli occhi blu scuro del ragazzo vennero assaliti dalla paura verso la propria compagna di battaglia. Era un ragazzo alto e con un fisico atletico che contribuiva a renderlo ancora più attraente. Ma nonostante avesse potuto avere infinite ragazze, l’unica che le interessava –temendo di non essere ricambiato- era la sua parabatai. Per cui, quando vide che la suddetta stava per essere stritolata da un serpente gigante si lanciò in sua difesa. Tirò fuori dalla tasca -ricoperta di rune per renderla capace di portare enormi pesi senza occupare spazio né pesare- un’ascia bipenne alta due metri e pesante circa quaranta chili e si lanciò sul serpente. La creatura si prostrò in avanti per evitare il colpo, poi si trasformò in un passero per sfuggire agli ampi fendenti del ragazzo. I due Shadowhunters si guardarono attorno confusi fino a quando Jamie non buttò a terra Tessa per salvarla da un gufo reale lanciatosi dal soffitto. Mentre I ragazzi si alzavano un granchio gigante apparve di fronte a loro e prese a minacciarli con le chele. L’enorme mostro avanzava in quella massa di corpi come se l’aggiunta di un nuovo nemico non lo preoccupasse minimamente. I mondani sul pavimento russavano sonoramente spezzando l’atmosfera di tensione, ma i Nephilim stavano comunque in guardia, pronti a scattare al minimo segno di attacco. Nessuno dei due parlava, cercavano solo di aggirare il granchio. Senza riuscirci.
 All’improvviso con uno scatto fulmineo la bestia chiuse la chela sulla zampa di Tessa che cadde a terra con un urlo di dolore, l’arto spezzato. A quella vista, gli occhi di Jamie si annebbiarono per la rabbia. Sollevò con un grido l’ascia e la abbatté su una delle chele del demone che con un urlo di dolore si ritrasse prendendo la forma di una tigre monca. Al posto di una delle zampe anteriori c’era un brandello di carne dal quale usciva sangue a fiotti. Tutto il corpo di Jamie era atteggiato in posizione da battaglia, leggermente piegato sulle gambe e l’enorme ascia protesa in avanti.
  Con un nuovo grido il ragazzo menò un enorme fendente che venne schivato da un enorme serpente a cui mancava la parte posteriore della coda. La creatura si lanciò sul ragazzo e mentre questi parava veniva circondato dalle spire dell’animale. Jamie se ne accorse e spiccò un balzo all’indietro rischiando di spezzarsi un tendine tanto finì lontano. La creatura fece un mezzo sorriso come se si rendesse conto che quello che aveva di fronte era un avversario degno di questo nome. Poi guardò con astio la figura svenuta di Tessa che stava sul pavimento mentre cercava un modo di avvelenare il nemico. E gli venne in mente. —Ragazzo,— disse. —Ti rendi conto di con chi stai combattendo? Io sono Shroppshire, muta forma, demone superiore… e tu speri di battermi? Allora sappi questo, ragazzino: la festa è finita!— Ed il demone scomparve.
  Shroppshire la pulce girava sul pavimento mentre cercava di avvicinarsi al ragazzo che, confuso, cercava l’avversario. —Dove sei?— chiedeva a denti stretti. —Vieni fuori e combatti con me, codardo!
  Ma nessuna risposta. Fino a quando non si udì un feroce sibilo, come di una caldaia che stava per scoppiare. E scoppiò la trasformazione di Shroppshire che aveva finito il proprio tempo massimo da trasformato, mostrando la sua vera natura: il demone non era latro che un cane a tre steste con la bava alla bocca… circa delle dimensioni di un cucciolo. Jamie guardava allibito il nuovo nemico mentre si preparava a finirlo con un colpo d’ascia quando questi si accasciò a terra, dissanguato. Il corpo era in una pozza di liquido verde e se ne stava immobile, fino a quando non scomparve. Il ragazzo si sentì nelle orecchie una canzone che sua madre gli cantava da bambino, quando era triste:
Sparagli Piero, sparagli ora
E dopo un colpo sparagli ancora
Finché tu non lo vedrai esangue
Cadere a terra e coprire il suo sangue!
Jamie socchiuse gli occhi mentre le note gli risuonavano nella mente. Poi, con un moto di paura, sentì un assurdo dolore alla runa parabatai che aveva dietro la schiena. Tessa! Immediatamente il ragazzo corse verso di lei, in lacrime. La ragazza era ancora svenuta, ma stava pian piano riprendendo conoscenza. Mentre Jamie la stringeva fra le braccia il dolore di Tessa si alleviò, ma nonostante questo sentiva di avere bisogno di aiuto —Ombra…— Sussurrò.
  —Prin-principessina degli Shaine? Mi senti?— rispose lui balbettante.
  —Sapevo che ce l’avresti fatta. Ma morirò se non lo chiami.
  —Chi?
  —Brad… Bradford Chase, lo stregone. Lui può aiutarmi, c’è il suo numero nel mio cellulare.
  Immediatamente il ragazzo prese il telefono dalla tasca di lei e con le dita tremanti scorse la lista dei contatti fino a trovare: Bradford Chase. Che Dio ce la mandi buona! Pensò. Poi premette il tasto di chiamata.
  Al quinto squillo rispose una voce maschile con un accento orientale che lo sorprese. —Chi è che mi disturba a questa tarda ora?
  Jamie rispose con voce sicura. —Sono un amico di Tessa Shaine. Lei sta per morire, e cambierà mondo senza il tuo aiuto.
  —Quanto puoi pagare?— Chiese malizioso lo stregone.
  —Quanto vuoi.
 
Pochi minuti dopo il figlio di Lilith era già lì. Aveva chiamato con sé un paio d lupi mannari e stava facendo portare la ragazza su una barella dai suddetti. Jamie stava accanto a lui nel furgone, pallido come un cencio.
  —Fa molto male la runa?— chiese lo stregone.
  —Lascia perdere.— gli disse il ragazzo. Nel profondo era infuriato con sé stesso, sentiva che avrebbe dovuto proteggerla meglio. E se sarebbe morta? Non poteva permetterlo. Difficilmente la sua vita avrebbe più avuto un senso, senza quella ragazza al suo fianco. Ma, si disse tristemente, mai come sposa. Ancora ricordava di quanto era stato fiero di diventare il parabatai di Tessa. Ma ogni giorno quel legame che impediva ai due di fidanzarsi gli lacerava il cuore come un pugnale. Ed inoltre probabilmente non era nemmeno ricambiato… Intanto però pensava anche allo stregone: Castano, occhi chiari, né smilzo né atletico, aveva un fisico normale e la barba sempre leggermente incolta come probabilmente amava portarla. Le orecchie leggermente a sventola erano una sorta di tratto distintivo, ma aveva anche un sorriso smagliante… Quasi brillasse di Luce propria. Appena il Nascosto era arrivato aveva cecato di guarire le ferite principali, ma aveva detto che la ragazza non avrebbe camminato per un po’. Ma ci avrebbero provato. L’avrebbero salvata.
 
Matthew Bourie stava fermo all’angolo della strada. Non compiangeva la perdita del succubo quanto il fallimento del proprio piano. Certo avrebbe avuto parecchio sangue, ma non quanto ne sperava. Ma si sarebbe riscattato.  E la morte di quella Nephilim sarebbe stato il prossimo passo. Certo, non si aspettava l’intervento dello stregone, ma… ogni cosa a suo tempo. Vivere seicento ani aveva aiutato la sua pazienza a migliorare, affinarsi… poteva aspettare anche un secolo, ma presto tutti i fiori appassiscono, tranne quelli immortali. Lui sarebbe sempre fiorito, anche grazie alle numerose api che portavano in giro il suo polline e  che aiutavano la sua espansione. Ma quello che voleva lui non era la morte dei Nephilim, bensì…
  Le riflessioni di Matthew furono interrotte dall’albergatore che lo aveva raggiunto in camera.
  —Desiderate?— chiese l’imponente uomo.
 
Nel lettino dell’ospedale dell’Istituto di New York Tessa cominciava a guarire. I medici –ed ovviamente Jamie- stavano con lei ventiquattro ore su ventiquattro, ed erano rari i momenti di solitudine con il suo parabatai. Era in quei momenti che stava meglio nonostante la tristezza di on poterlo baciare, di non poter chiedere un conforto superiore a quello che poteva are un amico, che la attanagliava. Ma le bastava che lui le stesse vicino perché potesse sentirsi felice, almeno in parte.
  —Tessa, quel demone era davvero potente. Da dove veniva?— Chiese Jamie in uno di quei rarissimi momenti, con la voce carica di apprensione.
  —Non lo so.— disse lei con voce flebile. Ancora era stanca ed il dolore alla gamba tranciata la faceva svenire spesso.
  —Che cosa può significare?
  —L’inizio.
  —L’inizio?— le fece eco lui.
  —Una nuova battaglia.— rispose Tessa, svenendo nuovamente.
 

Spazio autore

 
Allora… piaciuto questo capitolo de giovedì sera (anche se non ho una data fissa in cui postare)? Spero di sì perché ho inserito tre dei vostri nuovi OC, quindi colgo l’occasione di ringraziare stardust94 e LoveEverlack, entrambe bravissime, e delle quali spero aver esaudito i desideri su come ho fatto agire i personaggi. Ovviamente se che legge queste parole desidera mandarmi un OC non esitate, attendo materiale perché la battaglia cominci! Nei prossimi capitoli aggiungeremo fili alla trama ed approfondiremo il nostro Bradford. In più spero che abbiate colto il riferimento alla canzone “La guerra di Piero” ed al fantastico gioco veramente esistente Lupus in Tabula (spero che nessuno segnali tutto questo come spam) e poi… niente, vedrò di scrivere il più possibile anche se nella prossima settimana sarò parecchio parecchio impegnato quindi mi scuso in anticipo se non riuscirò a pubblicare…
LordPando
   
 
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