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Autore: KryPotterCullen    05/06/2009    2 recensioni
Draco Malfoy, creduto morto, è in realtà vivo, ed è il braccio destro di Voldemort. Nella battaglia finale tra L'Ordine della Fenice e Voldemort, l' aiuto di Draco potrebbe determinare la vittoria del Lord Oscuro. Perchè si è schierato dalla sua parte? Cosa lo ha spinto a farlo?
Genere: Romantico, Suspence, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Voldemort | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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cap

CAPITOLO TERZO






Hermione correva veloce; doveva fare in fretta, se non fosse tornata subito sarebbero stati in molti a notare la sua assenza, e Harry e Ron si sarebbero preoccupati inutilmente, per poi combinare qualche pasticcio.
Era quasi arrivata; dal folto degli alberi intravide lo spiazzo erboso in cui si trovava la tomba.
Da quando li aveva seppelliti, non era ancora andata a trovare i suoi genitori, non poteva permetterselo. Erano tempi duri per tutti, nessuno usciva più di casa.
Ma glielo doveva, doveva andare a trovarli almeno una volta, anche se così sarebbe stato tutto più doloroso, più reale, e lei si sarebbe davvero resa conto che non c'erano più.
E poi, aveva bisogno di un pò di pace, dopo ciò che aveva appena compiuto.
Si fermò. Era arrivata nel campetto di erbe medicinali.
Fece qualche passo, e se la trovò davanti.






    Qui giacciono Michelle Wilson-Granger (4 luglio 1948- 28 novembre 1998) e Robert Granger (16 marzo 1946- 28 novembre 1998).
Che le loro anime riposino in pace.







Hermione lesse la scritta con gli occhi velati di tristezza. Poche parole incise su una lapide, ecco che cos'era la tomba dei suoi genitori. "Dopotutto, siamo in guerra, non posso pretendere di più", pensò con amarezza. Dopo la guerra, avrebbe offerto alle loro spoglie un rifugio più sicuro di quel campetto, e una vera tomba.
La sua attenzione tornò alla lapide.
I suoi genitori le mancavano, terribilmente. Le mancava sua madre, gentile e affettuosa, coraggiosa e orgogliosa. Le mancava suo padre, simpatico e intelligente, tenace e forte.
Loro gli avevano insegnato tutto, avevano fatto di lei ciò che era. Erano persone meravigliose, che non meritavano una fine simile.
La ragazza si inginocchiò sull'erba ancora umida di pioggia, davanti alla lapide.
I suoi genitori erano stati uccisi da dei mangiamorte. Hermione ricordava ancora gli ultimi momenti passati con loro; i mangiamorte che entravano, lei che si parava davanti ai suoi genitori in posizione di difesa e gli urlava di scappare, loro che non se ne andavano... non volevano scappare, non volevano abbandonare la loro bambina; era il loro bene più prezioso, le dicevano sempre. Dopotutto erano persone coraggiose, genitori babbani di cui lei era sempre andata fiera.
Così erano rimasti. E lei, lei non era riuscita a proteggerli... il senso di colpa bussò alla porta del suo cuore, mozzandole il respiro.
Loro non c'erano più, lei non li avrebbe più rivisti, mai più.... non avrebbe più sentito quello strano profumo di miele e biscotti che sentiva ogni volta che abbracciava sua madre, non avrebbe più sentito suo padre ridere, con quella sua risata contagiosa.
Ricordò lo sguardo terrorizzato dell'uomo, dopo aver visto cadere a terra sua moglie, e la consapevolezza, vista nei suoi occhi, che non si sarebbe più rialzata; e poi, anche lui, suo padre, era stato colpito, ed era caduto vicino alla sua donna, con un tonfo che alle orecchie di Hermione era sembrato assordante.
"Sono morti, morti!".
Qualcosa si spezzò, in lei. Perse tutta la sua ostentata sicurezza, e iniziò a piangere silenziosamente contro la lapide come una bambina impaurita, scossa da piccoli singhiozzi; -Mi dispiace-, sussurrò - Non ci sono riuscita... non ce l'ho fatta. Mi dispiace!-, ripeteva, in una cantilena.
Piangeva e piangeva, e non riusciva a smettere; tutte le lacrime del mondo sembravano appartenerle.
Non voleva andare via, voleva restare lì, con loro.
Il vento le mosse i capelli. Sussultò: le era sembrata una carezza...

Si svegliò. Era buio ormai, sentiva i gufi della foresta che si innalzavano in volo per andare a caccia; e il freddo era aumentato.
Si stropicciò gli occhi, ma erano talmente irritati dalle lacrime che non servì a molto. Si sentiva serena; si era sfogata abbastanza, per oggi.
Si scostò dalla lapide gelida e si guardò intorno: non vide praticamente nulla, ma non se ne proccupò; lì, si sentiva sicura.











Draco Malfoy, dal folto degli alberi, la osservava, in piedi, da almeno un'ora. Era buio, ma riusciva almeno a riconoscere la sua figura, grazie alla debole luce della falce di luna presente in cielo
Non riusciva ad avvicinarsi, nemmeno adesso che si era svegliata; aveva paura di guardarla negli occhi, aveva paura di rivedere quello sguardo pieno d'odio che lei gli aveva rivolto quella notte.
Sentì montare in lui la rabbia
Ma perché? Cosa le aveva fatto per meritarsi tutto ciò?



Hermione sentì qualcosa avvicinarsi a lei. Qualcosa di... piccolo; lo prese. Era peloso, caldo e umidiccio. Gli diede qualche colpetto, per vedere se era qualcosa di vivo.
-Maauuh!-, protestò la cosa.
"Un gatto", pensò la ragazza, osservando meglio quella pallina di pelo.
Era minuscolo, delle dimensioni di una grossa pagnotta; il pelo era nerissimo, e gli occhi gialli brillavano nel buio.
- Ciao piccolo- sussurrò piano lei, prendendolo in braccio, - Hai freddo ?- chiese. Il gatto le rispose con un altro miagolio, e iniziò ad infilarsi sotto il suo mantello, al riparo in una delle innumerevoli tasche.
Hermione lo lasciò fare, e sorrise. Le venne da pensare al povero Grattastinchi, che era morto di vecchiaia un annetto prima; che nostalgia, aveva tanti ricordi legati a quel gatto rossiccio... "Anche lui mi ha lasciata", pensò lei con tristezza.
Lasciò vagare lo sguardo sino al cielo, e vide la luna; o meglio, ne vide un pezzo, visto che era quasi totalmente coperta dalle nuvole. Però, poteva ammirare tante stelle quelle notte.  Ricordò ciò che le diceva sempre sua madre, quando era più piccola:- Quando non ci sarò più, non scoraggiarti, ti proteggerò per sempre dal cielo.-.
"Sarà vero ?", si chiese Hermione; ma conosceva già la risposta: nessuno la proteggeva da lassù, non aveva nessun altro angelo custode. Era sola.
Beh, non proprio sola; c'erano Harry e Ron con lei, e Ginny, e Blaise,  e Robert...
"Un momento!", pensò, in preda al panico: "E' tardissimo! Harry e Ron si preoccuperanno, andranno a cercarmi... devo andare! Con Ron in queste condizioni poi...".
-Lumos- disse accendendo la bacchetta; prese qualche erba per preparare un infuso a Ronald, si alzò, e si diresse verso la macchia scura che era la foresta, pronta per rimettersi in marcia. Iniziò a camminare, ma si fermò. Sorrise malinconica, e si girò verso la lapide; -Arrivederci-, sussurrò, -Vi voglio bene-.
Poi corse verso gli alberi, con gli occhi che tornavano a bruciarle.








"Sta arrivando", pensò Draco "Ormai non posso più aspettare."
Uscì dal folto. La vide, era bellissima, come sempre; provava il forte desiderio di baciarla, abbracciarla, vedere i suoi occhi, sentire la sua voce...
Il ricordo del suo tradimento però era forte, bastava per tenerlo immobile e con la mente lucida.
Chissà lei cosa avrebbe pensato nel rivederlo.
Dal suo sguardo capì che non l'aveva riconosciuto, l'ombra degli alberi impediva alla luce lunare di passare..
Con un solo movimento del braccio, le scagliò contro un potente incantesimo immobilizzante..





Hermione vide una figura nera uscire dal folto degli alberi, si sentì mancare; ma in un secondo ritrovò il suo solito sangue freddo, e si preparò allo scontro.
La maledizione del suo avversario non tardò ad arrivare, e lei eresse prontamente uno scudo.
L' incantesimo, però, era più potente del previsto, e la colse di sorpresa. "Ma chi diavolo..." stava pensando, mentre l'intensità dell'incantesimo la faceva barcollare.
Per sua sfortuna, inciampò una radice, e sbatté la testa.
Un dolore acuto alla base del cranio la disorientò, facendole perdere l'equilibrio.
Cadde a terra, le foglie secche scricchiolarono sotto di lei.
Da uno spiraglio tra le fronde degli alberi, poteva intravvedere un pezzo di cielo; una stella, molto luminosa, attirò la sua attenzione.
Cercò di ricordarne il nome, ma era troppo confusa, le girava la testa.
Sentì dei rumori,  si ricordò del suo assalitore, che si stava avvicinando.
Lei però non aveva paura; sentiva che lui non le avrebbe fatto nulla di male.
 E poi c'era la stella.... che sua madre si trovasse davvero lì ?
Poi perse il filo dei suoi pensieri e svenne.



************

Nota dell'autrice:
Buongiorno a tutti! Cosa ne pensate di questo capitolo? Vi piace? A me, sinceramente, non è mai piaciuto tanto.... infatti l'ho riscritto diverse volte, e alla fine ho deciso di pubblicare questa  versione, che mi sembrava la meglio riuscita.
Vorrei ringraziare:

Kyryu ( ciau! Sono felice che la fic continui a piacerti!^^)
                                       e
anna96 (beh.... in un certo senso... XD no dai non dico nulla, spero che tu abbia letto anche questo cap =D)
  
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