Dalla
rubrica A Cuore Scoperto del
settimanale Non mi dire!, n. 10
12/03/2017.
Caro Kai, seguo
questa rubrica dagli
albori e sono una tua grande fan.
Il mio problema, più che di cuore, è di stile.
Devi infatti sapere che sono
innamorata come una mela cotta di un ragazzo bello e bravo,
affascinante e
dotato di contante; e fin qui tutto bene. Le noti dolenti riguardano il
modo in
cui suddetto pezzo di manzo osa abbigliarsi.
Eviterò di dilungarmi sulla quantità industriale
di burrocacao e smalto
trasparente che ‘sto soggettone (chiamiamolo Y per
comodità) consuma ogni
settimana, o sul fatto che il suo portagioie trabocchi di anelli molto
metrosexual,
bracciali tintinnanti e borchiati, pendenti lunghi da donna e orecchini
da
piercing. Quando ci siamo messi insieme sapevo di non trovarmi davanti
ad un lord
inglese, sicché non posso nemmeno lamentarmi più
di tanto. E poi l’amore va al
di là delle apparenze, giusto?
Però, la cosa che mi fa davvero cadere le ovaie è
che Y non è un adolescente
confuso che deve ancora trovare il proprio stile. In tal caso
sopporterei,
confidando nello sviluppo. Ma Y è adulto e vaccinato, svolge
un lavoro di
rappresentanza in cui il vestiario costituisce un importante biglietto
da
visita. Non può proprio permettersi di girare impunemente
sfoggiando sneakers
da ghetto boy, pantaloni in ecopelle che persino un gigolò
rifiuterebbe di
indossare, maglioni oversize, cappellino da baseball e ingioiellato
peggio della
Madonna del Carmine, convieni con me? Come già accennato
sopra, Y è davvero un
gran bel tronco di pino e ha un fisico che scansate proprio: gli
basterebbe
abbonarsi a vita al combo giacca-e-camicia e la gente per strada lo
scambierebbe per un modello, invece che per un teppistello di
provincia.
Aiutami tu, Kai. Non so più che pesci prendere!
Con affetto e stima,
M.
«Gentile M, il
quesito che mi sottoponi è meno spinoso di quel
che sembra.
Giacché noi maschietti siamo notoriamente duri di
comprendonio, le strade
percorribili sono due e di sicura efficacia. Puoi prenderlo con le
buone,
trascinandolo a fare shopping e manifestandogli in seguito, nella
privacy della
vostra camera da letto, il tuo apprezzamento per i suoi nuovi e
sobrissimi abiti.
Oppure puoi prenderlo con le cattive, minacciando uno sciopero sessuale
(per
ulteriori approfondimenti consiglio la lettura della Lisistrata
di Aristofane) o dando direttamente fuoco al suo
guardaroba. In entrambi i casi sarà obbligato a piegarsi al
tuo volere. Se poi riceverà
una conferma -in natura- del tuo apprezzamento per il suo cambio di
look, avrai
vinto su tutti i fronti. Recita giustamente il saggio: tira
più un pelo di… che
un carro di buoi. Così va il mondo, mia cara. Sfruttalo a
tuo vantaggio e fammi
sapere come è andata!»
Caro Kai, ma
è proprio vero che il
primo amore non si scorda mai? Non c’è una via di
fuga?
Complimenti da un tuo fedele seguace,
S.
«Devo
ringraziarti, S, per avermi posto
una simile domanda.
A parlare d’amore si rischia di scivolare negli stereotipi
più triti e ritriti,
tuttavia qualcosa di vero nei soliti modi di dire
c’è.
Il primo amore, lo confermo, non si scorda mai. Ci segna
inevitabilmente, nel
bene e nel male. La prima persona per cui si prova un vero, sincero
trasporto
ha il potere di condizionare l’esito delle successive
relazioni. Amare
significa mostrarsi per quel che si è, nudi di fronte
all’altro. Rendere
qualcuno responsabile della nostra felicità, e viceversa.
Mettersi in gioco in
tal modo, soprattutto per la prima volta, è qualcosa da cui
non si torna
indietro; i sentimenti non si cancellano con un colpo di spugna. I
ricordi che
restano ce li portiamo nel cuore come una cicatrice, una
verità nota a noi
soltanto. Talvolta (molto spesso) fanno male.
Il trucco è andare avanti con la propria vita. Chi rimane
prigioniero del
passato è perduto.»
Mi ero
ripromessa, terminata La caduta degli
dèi,
di non impantanarmi mai più con una long. E invece, da brava
Miss Coerenza
quale sono, dopo quasi tre anni ci sono ricascata. Sono emozionata come
una
cocorita in procinto di deporre le uova. CHE STO FACENDO??!
Brevi precisazioni sulla ficcy: si tratta di una raccolta con una trama
orizzontale che presto sarà chiara a tutti. Starà
a voi indovinare le identità
dei misteriosi mittenti ed i vari pairing (checcculoH!), visto che sin
dall’inizio
è chiaro che il Federico Moccia coreano è Jongin.
Se vi va, consigli e
suggerimenti sugli argomenti delle prossime lettere sono mooooolto bene
accetti.
Una
cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/IlGeniodelMaleEFP/.