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Autore: victoria electra black    13/03/2017    4 recensioni
||STORIA INTERATTIVA - CONCLUSA||
-
I cavalieri della Luna Rossa e del Sole Nero sono dei maghi speciali nel mondo della magia.
Solo chi ha sviluppato un particolare potere può entrare ma il sacrificio è enorme.
Chiunque riesca a superare le prove per accedervi, deve essere disposto a tutto pur di mantenere la pace, anche ad usare le maledizioni senza perdono sui propri cari se necessario.
Per questo i ragazzi che vengono chiamati, sperano di non dover superare mai le prove.
Tuttavia, alcuni non chiedono di meglio che entrare a farne parte visto che l'eternità è un dono molto ambito.
Nei secoli, però, i circoli si sono sempre più ristretti ed è il motivo che spinge i restanti 4 membri a cercarne altri nelle varie scuole di magia del mondo.
Ovviamente, Hogwarts non è esclusa.
Chi sceglieranno i cavalieri fra tutti i nostri eroi?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zodiac Chronicles'
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special 2

CAPITOLO SPECIAL:

Moon, Sun, Eclipse”



Angolo Autrici:


Alohaaaa mondo di efp! Pensavate che ci fossimo 'perse' nei meandri del mondo reale, eh?! Ed invece NO! Siamo sempre qui! In ritardo, tanto per cambiare, ma sempre qui!


Gin: prendetevela con Vic, questa volta è tutta colpa sua. La signorina se l'è presa comoda!

Vic: Gin! Ho avuto gli esami! Un po' di pietà!

Gin: si, si... con 'sta storia 'degli esami' alla fine fai sempre come ti pare... ti conosco, IO!

Vic: ….... Vabbé.... meglio tardi che mai, orsù!


Detto questo, come promesso, ecco il capitolo special su Farley :)

Speriamo vi piaccia.

A questo punto non sappiamo se aggiornare col prossimo capitolo (che stiamo già scrivendo) la settimana prossima o quella dopo ancora... voi che dite? Dateci un consiglio :)

Ora vi lasciamo al capitolo.

Buona lettura.

Baci

Vic & Gin


**

L ' astronomia costringe l'anima a guardare oltre e ci conduce da un mondo ad un altro”
Platone

**


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Farley Alister Baskerville


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Loki Baskerville



I Baskerville erano quella che si potrebbe definire una famiglia militare volta alla guerra ed alla salvaguardia del territorio. Casato conosciuto, all'interno del mondo magico, non solo per le antiche origini su cui esso si fondava ma, soprattutto, per le gloriose gesta dei membri che ne avevano sempre fatto parte.

Purosangue da generazioni, erano gli antichi custodi dei confini Scozzesi, forti maghi che combatterono strenuamente la lotta alle streghe e salvarono, di conseguenza, molte vite.

Casata di abili duellanti e cavalieri impavidi, si narra che uno di loro sedesse alla tavola rotonda di Re Artù, che combatterono le guerre dei trentanni, dei cento, delle due Rose e –persino– le Napoleoniche.

Ma non solo!

Antichi dipinti in Cina ed in Giappone di un avventuriero occidentale inchinato davanti agli imperatori della Città Proibita mostrano quanto, tutt'oggi, questa famiglia preservi personaggi illustri e di fama mondiale!



Detto questo, è tempo di parlare un po' anche del pupillo di casa Baskerville.



Farley Alister Baskerville.

Un nome, una garanzia!

O almeno questo era quello che gli ripetevano quasi sempre molti dei suoi compagni ad Hogwarts.

Certo, essere nato in quel ricco ed antico casato lo agevolava su molte cose, ma per quanto la cosa lo riguardasse, non gliene poteva fregare assolutamente niente di come lo etichettassero certe persone.

Era fatto così, non poteva farci niente.

E lui era FIERO di essere un Baskerville.

Ed anche se aveva capito, fin da piccolo, che la sua non era proprio una 'famiglia normale' alla fine la cosa non l'aveva mai infastidito più di tanto.



Ma partiamo dal principio...



Era una calda mattinata estiva e la nostra splendida serpe, dalle iridi violacee, aveva deciso di alzarsi presto per girovagare nel castello che si ritrovava come casa.

Sapeva perfettamente dell'esistenza di alcuni passaggi segreti che ancora non era riuscito a scoprire, pertanto non avendo niente di meglio da fare, quel giorno aveva deciso di andare 'a caccia'.

Già pregustava il sapore della vittoria quando avrebbe scovato, sicuramente, un altro passaggio segreto (così come aveva fatto il mese precedente) quando un rumore alla sua destra lo costrinse a distrarsi.

Jean e Flock, gli elfi domestici che lo avevano praticamente cresciuto da quando era venuto al mondo, tentavano disperatamente di pulire la parte più alta di quello che sembrava essere un vecchio arazzo impolverato.

Essendo entrambi alti poco più che un metro faticavano parecchio nell'intento e, di conseguenza, il nostro baldo giovane decise d'intervenire.

Jean, Flock. Tutto bene?”

Padron Farley! Che piacere vederla in piedi così presto!”

Ti ringrazio Flock, ma ditemi: avete bisogno di una mano?”

Oh sì la prego padrone ci aiuti!” aveva risposto, zompettando verso di lui, Jean prima che Flock potesse parlare.

Jean! Il padrone avrà altro a cui pensare oggi! Non lo disturbare!” e, difatti, la riprese subito l'altro elfo domestico.

Ma il bello di Farley era che faceva tutto di testa sua, anche le cose che la gente non si aspettava facesse un purosangue, per questo Flock fu costretto a bloccarsi quando sentì la risposta del moro.

Non ti preoccupare Flock” ed avvicinandosi ai due ed all'arazzo continuò “Allora, iniziamo a pulire!”



Erano passati appena dieci minuti e già Farley stava iniziando a pentirsi della sua scelta.

Quell'arazzo, o almeno quello gli sembrava, era così impolverato che quasi iniziava a dubitare che potesse appartenere alla sua famiglia. Insomma, come aveva fatto a ridursi in quella maniera?!

Preso da un impeto di rabbia, nel tentativo di poter finire il prima possibile quel lavoro, iniziò a sfregare con enfasi un punto qualsiasi dell'arazzo ma, quando finalmente riuscì ad intravedere una figura su quell'ammasso di polvere, quasi rimase di sale.

Si bloccò immediatamente e la sua mente iniziò ad andare come a ritroso nel tempo fino al momento in cui suo padre gli espose, per la prima volta, la sua teoria sulle leggende...



**



Quasi sicuramente è vera, Farley. E quel “quasi” è lì solo per ricordarti che nessuna storia ci arriva mai così com'è. Spesso viene rielaborata e riscritta. Ma il sunto è quello e quindi tutto è vero. Ed è qui che sta proprio il bello, a mio parere!”



Erano le parole 'preferite' di suo padre, quelle che gli ripeteva di continuo ogni volta che Farley gli domandava qualcosa sulle antiche gesta di qualche membro della sua famiglia.

Ed erano proprio quelle parole che rendevano felice il nostro piccolo lord.

Che lo facevano sognare ed immaginare una vita così irreale ed assurda, ma degna di essere ammirata.

Ed anche quel giorno, suo padre, gliele aveva ripetute.

Aveva poco più di quattro anni e se ne stava, seduto, su di un antico tappeto nel salottino privato che collegava le sue stanze a quelle dei genitori.



Ora che ci pensava...gli era sempre piaciuto quel tappeto.



Regalato da un Imperatore Mongolo ad uno dei suoi antenati, per averlo aiutato in una guerra che Far non conosceva ancora, lo aveva sempre attirato... un po' come una calamita... e ciò che, sicuramente, alimentava la sua curiosità erano i disegni di cui era provvisto: degli studiosi. Tutti rappresentanti una materia diversa. E ciò non aveva fermato un piccolo Farley ad assillare, letteralmente, tutte le persone che conosceva per sapere quali, fra questi, la gente preferisse. Così era venuto a conoscenza che: suo padre preferisse lo stratega mentre sua madre, invece, prediligeva il matematico. Suo zio, il fratello di Alister -suo padre- il geografo, mentre sua moglie aveva scelto il botanico.

Aveva chiesto anche ai suoi nonni, che gli avevano risposto con il giurista e il medico. Aveva interrogato la servitù, gli amici di famiglia ed anche Jean e Flock!

Per Farley era importantissimo saperlo.

Difatti non aveva esitato a chiederlo, persino, al suo piccolo cuginetto di appena un anno: Loki e questo, con grande sorpresa di tutti, aveva battuto le manine paffute sul fisico.

E Far, a quel gesto, ne era rimasto più che soddisfatto.

Molte risposte si erano ripetute, ma mai nessuno aveva indicato il suo, di preferito.

Forse perché era all'angolo del tappeto, troppo vicino al mobilio per essere notato, o forse perché spesso vi si poggiava i piedi sopra quando ci si sedeva, ma nessuno, neanche uno, aveva mai espresso la sua simpatia verso l'astronomo.
Era una donna, a dirla tutta, seduta su una panchetta, con gli occhi a mandorla chiusi e le mani aperte a reggere pergamene; il suo scialle dorato le galleggiava sopra la testa come un aureola e, sopra di esso, erano ricamati con infinita minuzia tanti piccolissimi simboli che rappresentavano lo zodiaco cinese e tutti attorno minuscoli punti ricamati d'argento.
L'aveva scoperta per caso, ma l'aveva affascinato come nient'altro al mondo.
Era stato per lei che aveva chiesto informazioni sulle stelle per la prima volta, perché si sentiva strano a pensarci, ma era ancora troppo piccolo e non poteva capire che quelle che reputava sorpresa, stupore e curiosità, fossero invece un forte senso d'appartenenza, ammirazione e consapevolezza.

Per quella donna ricamata sul suo tappeto preferito, Farley si era fatto raccontare tutte le storie che i suoi conoscevano sulle stelle, sul cielo e su tutto quello che c'era dopo di questo.



Per tutta risposta, sua madre gli regalò – il giorno del suo quinto compleanno - un cannocchiale affinché il suo figliolo potesse, come desiderava da tempo, poter guardare il cielo di notte e spiare le stelle mentre lei gli raccontava miti antichi ed ammaliatori, dove ogni astro era un anima ascesa al cielo ed i più luminosi erano i più potenti e meritevoli.

Un mondo dal quale le stelle scendevano per arrivare sulla terra e mostrarsi solo ai più degni.

Una terra dove, da qualche parte, esisteva un guardiano di tutte le stelle ed i misteri dell'Universo, in grado di parlare con loro e vivere nei cieli.
E, proprio in quel frangente, suo padre aveva fatto la sua entrata in scena solo per dare maggior supporto alla moglie.

Poggiandogli la mano fra i capelli, gli aveva sorriso - come faceva di rado - con uno strano calore negli occhi ed aveva affermato:

Ascolta tua madre, Farley, ricorda tutto quello che ti dice. Ogni mito è verità, e ti sarà molto utile se vorrai trattar con loro” indicando il cielo con l'altra mano. Poi gli aveva scompigliato i capelli ed era sparito di nuovo, silenzioso come era arrivato.

E Farley lo sapeva, che la sua famiglia era strana, che la gente compariva e scompariva come per magia e che era diversa dalle altre.

Ma non per questo gli voleva meno bene!

La sua famiglia sapeva raccontargli le storie più belle per poi spiegargli che non era tutto una favola, che la verità si nascondeva solo dietro le parole, ma c'era sempre, in ogni racconto. In ogni sillaba pronunciata.


Quello fu il momento in cui decise che l'universo, e tutto ciò che conteneva, sarebbero diventati il suo futuro.

E quando raccontò quelle storie, a sua volta, a suo cugino gli promise che avrebbe tirato giù una stella dal cielo e glie l'avrebbe mostrata.

Al suo migliore amico.

All'unico membro della sua famiglia che sentisse come un fratello.

Solo per lui e nessun altro.



**



Padron Farley, tutto bene?” domandò la piccola Jean, perplessa, dopo aver notato come Farley si fosse bloccato alla vista di quell'immagine.



Una donna.



L'astronoma.



Farley era senza parole e per questo gli ci volle un po' per riprendersi.

J-jean!” iniziò a balbettare stranamente, il moro.

Padrone?!” ora anche Flock iniziò a guardarlo con aria preoccupata.



Che cosa era appena successo al giovane Baskerville?



In quel preciso istante Loki fece il suo ingresso in quell'angolo della casa e, saltando praticamente addosso al cugino, lo afferrò per il collo con il braccio sinistro e lo costrinse a piegarsi.

Poi, con un fare molto goffo ma affettuoso, iniziò a scompigliargli tutti i capelli corvini con l'altra mano... esattamente come aveva fatto suo padre quel giorno... e, ridendo a più non posso, iniziò a prendere in giro Far.

Cugino mio, ma cosa combini?! Ti lascio poche ore da solo e come ti ritrovo? Imbambolato, con la faccia da pesce lesso, a guardare quell'immagine di donna. Che poi, insomma, parliamone! Non è manco tutta 'sta bellezza! Santo Merlino: non ti sarai mica innamorato? Lo sai che non è reale, vero? Quindi lascia perdere: è un amore impossibile il tuo!”

E continuò a ridere a più non posso mentre Far tentava, senza successo, di liberarsi dalla morsa del moro lanciando finte minacce.

Loki! Mannaggia a te, mollami subito! Se non lo farai io-”

Tu cosa eh?! Suvvia, ti sto aiutando a rinsavire! Cosa direbbero i tuoi se ti vedessero così? Cosa direbbe tua madre! Ti spedirebbe subito al San Mungo, fidati cugino, quindi ringraziami!”

E pensi di aiutarmi facendomi soffocare? Bell'aiuto il tuo, complimenti!”

A quell'affermazione Loki decise di liberarlo dalla sua morsa ferrea, esattamente come aveva appena espresso suo cugino, peccato che nel farlo ci mise – come suo solito – troppa enfasi.

Lo mollò.

Di botto.

E Farley si ritrovò con la faccia sul pavimento.

Imbestialito come una belva, glielo si poteva leggere nelle sue iridi violacee, si girò malamente verso il cugino ed iniziò a ringhiargli contro Scommetto che l'hai fatto apposta!”

Io? che dici, sono praticamente un angelo!”

LOKI!”

Comunque ti volevo solo avvisare che è pronto il pranzo, dato che i domestici non ti trovavano, quindi... sayonara!”

E detto ciò, Loki fece dietro-front e si affrettò ad allontanarsi dall'ira del cugino, sempre ridendo con gusto.

Si, bravo, bravo. Corri finché puoi! Perché quando ti prenderò non potrai manco più fare quello!” e, con uno scatto fulmineo, si tirò su ed iniziò a correre appresso al cugino ma, di punto in bianco, un pensiero gli balenò in testa e si girò al volo verso gli elfi domestici.

Jean, Flock!”

Sì padrone!” risposero all'unisono i due.

Appena avete finito con quel tappeto, portatelo nella mia stanza per favore. Da oggi lo voglio là!”

Sarà fatto!”

Bene” ebbe appena il tempo di rivolgergli un sorriso che, preso di nuovo dalla sua ira, si rigirò su se stesso e continuò il suo inseguimento.



Loki, cugino mio... mio amato cugino... sei praticamente morto!



The End


  
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