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Autore: esse198    14/03/2017    0 recensioni
Molly riceve un dvd misterioso. dopo la visione di quel video nulla sarà più come prima.
post quarta stagione
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L’onda lunga di Euros
 


La cassetta della posta era colma di volantini. Sembrava fosse stata via qualche mese. Invece stava solo rientrando dalla sua canonica giornata di lavoro. Liberò tutte le cartacce e recuperò tre buste: due buste sottili contenevano comunicazioni dalla banca e una terza busta era gialla e imbottita, evidentemente proteggeva qualcosa di fragile.
Molly guardò con curiosità quella busta, salendo le scale. Non aveva un mittente e nemmeno un destinatario: era stata messa personalmente nella cassetta. Una volta entrata nell’appartamento si spogliò: tolse via il cappotto, la sciarpa, le scarpe. Poggiò il pacchetto sulla penisola della cucina. Si mosse nell’appartamento per svolgere i suoi gesti rituali. Poi l’occhio ricadde sulla busta. Appoggiò la schiena al bordo della penisola e cominciò ad aprirla.
Un attimo dopo rimise scarpe, sciarpa e cappotto, riprese la borsa e uscì.
 
A Baker Street l’atmosfera era immersa nella classica quotidianità: la piccola già messa a letto, John nella sua poltrona col suo portatile e Sherlock nell’altra con le gambe ripiegate e i piedi su di essa a litigare con la tv.
Il suono del campanello non li scompose più di tanto: i clienti arrivavano sempre a qualsiasi ora.
A scomporli fu scoprire chi era appena entrato e la sua espressione contrita.
Sherlock mise giù i piedi dalla poltrona, John chiuse il portatile e si spostò un po’ in avanti voltandosi a guardarla, Molly avanzò esitante verso i due uomini allungando la busta gialla, ma soprattutto il suo contenuto: un dvd.
Molly aveva saputo dei dvd di Mary per Sherlock e John. Quello sembrava uno di essi, ma c’era su scritto “I love you”. Si chiese perché era stato portato da lei e sì, aveva agito d’impulso. Non aveva nemmeno provato a guardarlo. Aveva pensato ai suoi due amici e si era precipitata a Baker Street. Forse loro non c’entravano niente con quel dvd, ma aveva provato uno strano brivido di fronte a quell’oggetto, ma soprattutto di fronte a quella scritta. Alla fine aveva anche pensato che il mittente aveva sbagliato destinatario e si era convinta che fosse da parte di Mary per John.
Molly rabbrividì quando vide i due uomini sbiancare davanti a quell’oggetto. John aveva guardato con apprensione Sherlock e quest’ultimo, dopo aver accolto lo sguardo di John, aveva spostato l’attenzione su Molly. Poi prese il dvd. Lo rigirò tra le mani, lo scrutò a lungo. Temeva il peggio e si chiedeva già chi potesse aver fatto una crudeltà tale. O forse si stava sbagliando. Nel tempo aveva imparato che gli capitava spesso di sbagliarsi.
Fu John a sbloccare la situazione: gli strappò il dvd di mano
“Proviamo a vedere.” disse e lo infilò nel portatile.
Ci furono alcuni secondi di nero. Poi furono sufficienti i primissimi fotogrammi per far capire a Sherlock che non si era sbagliato. Il portatile fu poggiato sulla scrivania affollata di roba, era rivolto ai tre, Molly qualche passo indietro rispetto ai due uomini, come se quella cosa fosse una bomba pronta ad esplodere da cui stare alla larga.
“Forse è meglio fermarsi qui.” disse John con una mano sul bordo dello schermo.
“Decisamente.” lo seguì Sherlock velocemente piegando verso il basso lo schermo, e in un altro contesto sarebbe sembrato un ragazzino intento a nascondere qualche malefatta.
Ma Molly aveva già riconosciuto i tre uomini in quella stanza, aveva visto una bara e Sherlock aveva una pistola tra le mani. Si fece largo tra i due e rialzò lo schermo del computer, terrorizzata, ma quasi ipnotizzata. Restò in cappotto e sciarpa, e senza riuscire a staccare gli occhi dalle immagini, superò i due e si sedette alla scrivania, con le gambe di lato, un po’ storta, coprendo solo un angolo della sedia.
 
Furono i dieci minuti più lunghi della vita. Per John, per Molly e per Sherlock.
John rimase debitamente vicino alla donna, temeva un crollo, una crisi isterica, ma si accorse che a preoccuparlo di più era il suo amico. Il detective si muoveva nervosamente nella stanza. Non guardò mai le immagini sul laptop, ma sentiva perfettamente l’audio e ciò era sufficiente per far riaffiorare in modo nitido nella sua mente tutti i suoi ricordi, tutti i suoi incubi. A un certo punto scattò verso la scrivania “Andiamo! Adesso basta, mi sembra più che sufficiente!”
Molly non staccò ancora lo sguardo, ma una mano decisa aprì il suo palmo verso Sherlock e quella mano diceva “Assolutamente no.”
La ragazza sentiva il proprio corpo completamente in tensione, ogni muscolo del suo corpo era rigido, aveva persino male. Il respiro sembrava rimasto sospeso per tutto il tempo, gli occhi non batterono ciglio e la mente sembrava aver annullato qualunque pensiero o forse erano talmente affollati, talmente sovrapposti da annullarsi. Perché mentre guardava quel video si rese conto di ciò che era effettivamente successo in quei giorni innominati, si rese conto che tutti – TUTTI – avevano  assistito a quell’umiliazione. Si rese conto di odiare quella voce femminile che le aveva inflitto quel dolore, quella voce sadica di cui non vedeva un volto, quella voce, lo sapeva, che apparteneva alla sorella di Sherlock. Si rese conto di essere sotto shock e che i suoi occhi non erano nemmeno più capaci di produrre lacrime, eravamo oltre. Molto oltre. E si rese conto che per quanto fosse straziante, lacerante, non riusciva a porre fine a quell’agonia. Finché quell’agonia non si spense da sola.
Sherlock aveva distrutto la sua bara e poi i tre erano usciti da quella maledetta stanza. E tornò il nero.
Solo allora Molly fece un profondo sospiro, riprese fiato, sbatté le palpebre e si portò la mani davanti la bocca. Ebbe un sussulto.
Adesso Sherlock si era avvicinato e aveva chiuso con violenza il computer. Probabilmente lo aveva rotto.
La guardava con rabbia.
“Soddisfatta?” soffiò con uno sguardo che John faticava a riconoscere.
“Peccato che non ci sia la continuazione! Ti sarebbe piaciuto: nell’altra stanza ho dovuto scegliere tra mio fratello e il mio amico. Dovevo sparare a uno dei due, ma ho deciso di sparare a me stesso e allora sono finito nella nostra vecchia casa di famiglia con John in un pozzo e pochi minuti a disposizione per tirarlo fuori da lì!” sbottò come un fiume in piena, senza riuscire a fermarsi. John aveva provato ad avvicinarsi per calmarlo, ma capì che Sherlock in quel momento era irrefrenabile. “O forse vuoi maggiori dettagli?”
Molly alzò sconvolta lo sguardo vero l’uomo che le stava rivolgendo tutte quelle accuse insensate. E vide un uomo fuori di sé. Forse in un altro momento avrebbe capito, avrebbe compreso, lo avrebbe in qualche modo calmato o consolato, perché era chiaro che Sherlock in quel momento era sopraffatto dalle emozioni e dall’orrore riemerso da quel video. Ma non era un altro momento, era quel momento e in quell’esatto istante anche Molly era fuori di sé, sopraffatta anche lei da quelle immagini così sconvolgenti. Per cui si alzò e gli si fece vicina: “Cosa diavolo stai dicendo?”
“Dovevi capirlo di cosa si trattava! Cos’altro ti aspettavi che fosse? Con quella scritta “I love you” – disse quelle parole marcandole, quasi in senso di sfida, quasi con derisione, con quel suo sarcasmo cattivo che John aveva visto poche volte e cioè quando aveva paura.
“Sherlock…” provò il dottore con voce bassa e uno sguardo che lo invitava a un minimo di autocontrollo. Ma il suo amico il controllo lo aveva perso alla vista di quel dvd.
“Cosa ti aspettavi? Una dichiarazione d’amore? Per te? Pensavi fosse uno di quei film romantici che piacciono a te? Dovevamo preparare i popcorn!”
“Sherlock, basta!” fece John con maggiore decisione.
“Io non avevo minimente idea del suo contenuto!” sbottò Molly alzando il tono della voce. “Nessuno mi ha mai anche solo accennato a quel che accadde in quei giorni. Ho ricevuto solo delle pallide scuse, e io me le sono tenute. Come sempre ho cercato di capire, di andare oltre, di vedere oltre, di vedere del buono in te, perché ero convinta che fosse così. Ma sai cosa? Mi sbagliavo, mi sono sempre sbagliata. Perché tu, Sherlock Holmes, sei solo un fottutissimo egoista del cazzo! E io non voglio più avere a che fare con te, con la tua famiglia psicopatica e con tutto questo!” concluse facendo un gesto che sembrava includere tutta Baker Street.
Raccolse la borsa e sbatté forte la porta dietro di sé.
Sherlock si mosse ancora nervosamente, John avvertì un moto di paura quando lo sentì fare un verso strano e poi lo vide scaraventare con violenza tutto ciò che era sulla scrivania. Si accasciò infine sul divano con la testa tra le mani.
Un pianto di bambina arrivò dall’altra stanza. 




Note: salve a tutti! mi è presa la malattia sherlolly... scusate.
dunque questa è una cosa strana, forse. ho messo OOC perchè temo di essere andata un pò oltre, ma fatemi sapere cosa ne pensate.
ci sarà una seconda parte che attende di essere revisionata, quindi aggiornerò presto.
intanto se volete farmi sapere che ne pensate, ne sarei molto contenta!
grazie!
silvia
  
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