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Autore: Matthw883    15/03/2017    2 recensioni
Dopo che Chloe e Max si salutano sulla scogliera durante il tornado Chloe viene inspiegabilmente trasportata ad Arcadia Bay nel futuro, sette anni dopo per l'esattezza. Spaventata Chloe si fionda subito nella sua vecchia casa dove....(beh, il resto leggetelo voi, non voglio spoilerarvi troppo)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield, Nuovo personaggio, Warren Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 22      NELLA CANTINA DI JEAN


 
POV MAX


Ahi, perché mi fa cosi male la testa ? Che  è successo ?  Dove sono ? E perché ho le mani e le gambe legate ?
Ah già, è vero, ora ricordo, Jean mi ha fatto perdere i sensi e poi deve avermi portata qui, la stanza è buia e c’è una piccola luce soffusa, non riesco a vedere molto bene, ma a giudicare dalla finestrella sopra di me sembra che mi trovo in cantina. Nell’aria sento puzza di sangue e di qualcosa in decomposizione, ho paura che possa esserci un corpo umano qui da qualche parte. Quell’ essere è davvero un delinquente, avevano ragione a Chloe e Warren a sospettare di lui. Warren mi dispiace tanto, non meritavi tutto quel dolore, ti ho fatto soffrire, ora chissà se ti rivedrò mai più. Sto per cominciare a piangere ma trattengo le lacrime, no non posso farlo, devo essere forte, ho già vissuto una situazione del genere quando Jefferson mi rinchiuse nella camera oscura. Devo trovare il modo di riuscire ad uscire da qui, prima devo slegarmi o rompere le corde, ma è impossibile qui non c’è nulla di appuntito, però se riuscissi a prendere il mio telefono cellulare forse potrei chiamare aiuto.
Cerco di raggiungerlo ma niente, i nodi sono troppo stretti.
Sento aprirsi la porta della cantina, meglio che finga di essere ancora stordita, chiudo immediatamente gli occhi e rimango ferma a terra:
-Allora, posso divertirmi con la nuova arrivata ?-
-No scordatelo, lei è mia, non ti bastano tutte quelle che ti ho procurato in questi giorni ?-
Sono in due, uno e Jean, ma l’altra persona non riesco proprio a capire chi sia
-Ma a me piace.-
-Pure a me, e visto che tutte le altre te le sei godute solo tu, questa è mia chiaro ? Non devi contraddirmi, altrimenti ti rispedisco dritto da dove sei venuto. Allora dimmi è questo quello che vuoi ?-
A quello parole rabbrividisco, è ovvio che stanno parlando di me:
-No, no, no ti prego no, qualsiasi cosa ma quello no.-
La voce dell’uomo è molto spaventata, Jean deve avergli fatto qualcosa di terribile:
-Ecco bene, allora vedi di ricordarti di chi ti ha salvato il culo.-
-Certo.-
-Bene, allora posa la roba e torna di sopra, voglio restare da sola con lei, quando ho fatto ti chiamo io.-
-Ma…-
-E dai, non avrai certo da annoiarti c’è sempre la donna che hai preso ieri sera.-
-Si ma non è divertente, non urla più, non c’è più gusto cosi.-
-E dai, oh per una volta che voglio divertirmi io, tu fai un sacco di storie.-
La leggerezza con cui parlano di queste cose mi sconvolge sempre di più, mi sento quasi paralizzata:
-Eh va bene, me ne vado.-
L’altro uomo si allontana mentre a giudicare dai sui passi sembra proprio che Jean stia camminando verso di me. Una volta arrivato di fronte a me Jean poggia il suo piede sulle mie gambe e mi da qualche colpetto energico:
-Su Max apri gli occhi, è arrivata l’ora di divertirsi.-
Mi si rivolge con il suo classico tono di voce pacato. Io rimango ferma e immobile, spero che lui creda che io sia ancora svenuta e che se ne vada:
-Oh guarda, guarda, sembra proprio che qui ci sia la bella addormentata nel bosco. Chissà, magari se la bacio si sveglia.-
Quel verme si avvicina al mio volto, poi solleva la mia testa con una mano e mi stampa un bacio sulle labbra, tenta anche di mettere dentro la lingua, ma io mi oppongo scostando la testa:
-Bleah, mi fai schifo.-
Il bacio mi fa venire i conati di vomito, se penso poi che l’ho baciato pure ieri sera di mia spontanea volontà, sto ancora più male:
-Ahahah, proprio come avevo immaginato, stavi fingendo.-
Gli urlo contro:
-Allontanati da me.-
-Oh e perché dovrei farlo ? Non eri tu quella che era sempre felice di vedermi ?  Non eri tu quella a cui il cuore batteva forte ogni volta che mi vedeva ? Non eri tu quella che dicevi che ero l’uomo perfetto, elegante, raffinato, gentile ? Non ti sono piaciuti i miei baci ?-
A sentire quelle parole mi sento ancora più in colpa, in questa situazione mi ci sono infilata da sola, e mi dispiace ammetterlo, ma è vero, Jean mi piaceva:
-Si, è vero, hai ragione, ho commesso un grosso errore nel darti fiducia, avevano ragione mio marito e la mia migliore amica, non dovevo fidarmi di me, sei uno degli essere più viscidi che abbia mai conosciuto.-
Senza perdere la calma nella sua voce ribatte la mia affermazione toccandomi il viso:
-Tu credi ? No, la verità è che tu non hai commesso un grosso errore. La verità è che sapevi quello che volevi, tu sei una di quelle tante puttanelle disposte a tutto per avere un briciolo di fama e di successo. Sia uguale a tutte le altre, uno è gentile con voi, vi offre il mondo, ma voi ve ne fregate dei sui sentimenti e lo fate soffrire, perché vi importa solo di ciò che può avere da lui. Pensavo che fossi diversa, ma mi sbagliavo.-
Si alza in piedi e si avvicina a un lato della stanza:
-Sapessi, le volte che ho immaginato noi due come una famiglia, sapessi le volte che ho immaginato noi due mentre facciamo l’amore. E invece….-
Si interrompe  per qualche secondo, nel suo volto mi sembra di vedere un ghigno malvagio:
-Anche se all’ultima cosa porremmo rimedio molto presto. Ma ora come prima cosa ammira la mia cantina.-
Jean preme un interruttore e un fascio di luce quasi mi acceca, passati i secondi necessari affinchè i miei occhi si abituassero alla luce, vedo finalmente vedo quello che c’è qui intorno a me e ne rimango inorridita.
La cantina è molto grande, è dipinta di bianco, alla mia destra si trova un letto con le lenzuola sporche di sangue, davanti al letto, in piedi su un cavalletto si trova una telecamera, mentre alla destra di essa si trova una sedia. La cosa più orrenda però è un corpo coperto da un panno bianco insanguinato che si trova nell’angolo della stanza più lontano da me:
-Mi dispiace moltissimo per la puzza e il sangue, volevo accoglierti in una ambiente più pulito, ma vedi, ieri sera una delle nostre ospiti è morta, un vero peccato, l’abbiamo già sostituita, ma non abbiamo ancora provveduto a smaltirla. Come ormai credo tu abbia capito, tra poco io e te ci divertiremo proprio qui, vedrai, ti divertirai da morire.-
Questo sta parlando delle donne come se fossero immondizia, spazzatura, è peggio di Jefferson, lui almeno aveva una sorta di rispetto per le sue “modelle” ma lui no, le tratta come se fossero bambole che compri al supermercato, e che quando sono rotte butti via. La prossima bambola a essere rotta sarò io, beh, forse un po’ me lo merito, sono ormai rassegnata al mio destino, l’ho già scampata una volta con Jefferson, non mi può andare bene due volte, affronterò il mio destino con coraggio, è quello che la mia famiglia vorrebbe da me. La cosa che mi fa più male però è sapere che non riabbraccerò più la mia bambina e che non potrò dire a Warren che è lui l’unico uomo che amo e che abbia mai amato:
-Non sembri spaventata.-
-Cosa ?-
-Non sei spaventata ? Di solito le ragazze che vengono qui urlano di paura. Perché tu non lo fai ?-
-Mi sono già trovata in una situazione del genere e poi servirebbe a qualcosa urlare ? No, faresti comunque i tuoi sporchi comodi, quindi meglio accettare quello che il destino mi riserva. Ma prima di cominciare dimmi una sola cosa, perché ? Perché hai fai tutto questo ? Come mai ?-
Sorride:
-Va bene, te lo dirò, in fondo te lo meriti.  Ma prima voglio farti una domanda Max, tu sai cos’è l’amicizia ?-
-Cosa ?-
-L’amicizia, la vera amicizia, quella che ti fa sentire in completa simbiosi con un’altra persona, quella che ti fa sentire l’altra persona come un fratello, quella per cui faresti di tutto per l’altra persona. La conosci ? Hai mai provato un sentimento simile per un’altra persona ?-
Ripenso a tutta la storia mia e di Chloe:
-Si, l’ho provata, ma che c’entra questo ?-
-Centra, perché cosi potrai capirmi meglio. Vedi Max, io tempo fa avevo un amico, il mio unico, solo amico, era l’unica persona che mi volesse bene, l’unica persona che sapevo che non mi avrebbe mai abbandonato. Pensa che un giorno lui mi salvò la vita, stavo per annegare in un fiume e lui mi salvò, si tuffò incurante del pericolo e mi salvò la vita. Da quel giorno giurai che lo avrei protetto da qualunque cosa. Passarono gli anni, e il mio amico fu rinchiuso in un istituto di igiene mentale, meglio noto come manicomio, dicevano che era malato, che era un depravato, un pervertito, che aveva bisogno di essere isolato, che avrebbe potuto fare del male alle altre persone, che non poteva essere controllato. Balle, basta portargli periodicamente una donna con cui divertirsi e lui non farà mai del male a nessuno. A-avresti dovuto vedere quello che gli facevano in quel posto, l-li dentro non è vita, non lo curavano, lo umiliavano. Ho usato i miei soldi, le mie conoscenze e l’ho fatto uscire da li dentro. Ho cercato di gestirlo, di riadattarlo al mondo esterno, ma non è servito a niente, non volevo rimandarlo li dentro, non potevo rimandarlo li dentro, cosi ho deciso di aiutarlo, di portargli le ragazze,  ho cercato circoscrivere i suoi problemi, all’inizio non partecipavo anch’io ai sui…diciamo “momenti di divertimento”, diciamo che lo aiutavo, io filmavo tutto il “divertimento”, ma poi a forza di guardare ci ho preso gusto e anch’io ho cominciato a “divertirmi”.-
All’inizio del suo racconto era molto triste e commosso, cose mi hanno fatto pensare alle somiglianza del rapporto tra me e Chloe con  quello Jean e il suo amico, solo che a differenza nostra loro sono dei maniaci omicidi:
-T-tu sei malato, v-voi siete malati, siete completamente pazzi. E dimmi, come avreste fatto a non farvi beccare dalla polizia ? Come hanno fatto a non identificarvi mai ?
A queste parole si innervosisce parecchio:
-Questi non sono affari tuoi, ora stai zitta e lasciami fare.-
Lui mi afferra e mi depone sopra la sedia che si trova nella stanza:
-Ora ci divertiamo ?-
-E’-è cosi che mi avresti amata ? E’ cosi che mi avresti trattata una volta arrivati a Parigi ? E’ cosi che avremmo fatto l’amore ? Con la minaccia e la coercizione ?-
-Sta zitta, sta zitta, tu non capisci, all’inizio ti avevo adocchiato come una possibile preda sessuale, ma poi parlando con te, mi sono accorto che mi piacevi veramente. I-io volevo veramente formare una famiglia insieme a te, sarebbe stato bello avere un po’ di normalità in mezzo a tutte quelle che voi chiamate follie. Sarebbe stato bello avere qualcuno che mi amava, i-io avrei anche adottato tua figlia, mi sarei preso cura di lei, tu eri perfetta, dolce e sensibile, senza contare il fatto che tu saresti stata un ottimo alibi per la maggior parte delle nostre malefatte. Ma tu no, mi hai spezzato il cuore, tu hai preferito tuo marito, quel Warren Graham, dimmi, cos’ha lui più di me ?-
Sembra come se Jean convivessero due personalità in una sola persona, da una parte c’è il suo lato folle, sadico, malvagio e perverso, dall’altro lato però c’è una persona che sembra desiderare ardentemente una vita normale, che vuole una famiglia, che vuole amare e essere amato, che desidera la felicità ma che non può averla:
-Allora, cosa ha lui più di me ?-
-Tanto, tutto, io amo Warren perché è una brava persona, è un ottimo marito, un buon padre, è onesto, buono, generoso, coraggioso, dolce, sensibile, intelligente, una gran lavoratore, è una persona che mi ama per come sono, è un uomo che fa tanti sacrifici per la sua famiglia. Ma soprattutto non è un maniaco come te.-
A queste parole Jean perde del tutto la pazienza, prima taglia la corda delle mie gambe con un coltello, poi mi afferra e mi sbatte contro il muro:
-Ora mi hai davvero stancato, non è più tempo di parole, è tempo di agire.-
Detto questo Jean mi strappa di dosso la felpa e la maglietta, dopodichè comincia a palparmi il seno:
-Mmmh si, non molto grande, ma veramente niente male.-
Io non posso fare nulla, ho ancora la corda intorno alle man e poi sono paralizzata dal terrore e dalla paura, mi sento violata, è-è una sensazione orribile, lo stupro è la cosa peggiore che possa mai capitare a una donna, peggio dell’omicidio, e io sono ancora all’inizio. Vorrei tanto piangere ma non posso, non voglio dargli questa soddisfazione, io non piangerò.
Dopo avermi palpata Jean si mettere a fare dei buchi sui miei pantaloni e subito dopo lui comincia a slacciarsi la cerniera e lo tira fuori, io sono sempre più terrorizzata, ma prima di soccombere del tutto alla paura ho un ultimo scatto di orgoglio:
-Sai Jean, ho trovato un’altra cosa in cui Warren è meglio di te.-
-Ah si, e che cosa ?-
-L’attrezzo, il tuo non è lungo nemmeno la metà di quello di Warren. Ce l’hai piccolo, se pensi di poter dare piacere a una donna con quel coso, beh credimi, sei completamente fuori strada.-
Detto questo gli sputo in viso:
-Ora mi hai davvero stancato, ti farò patire le pende dell’ inferno.-
Jean prende il suo coltello e comincia a passarlo su tutta mia guancia destra, fa un male cane, ma ancora una volta cerco di non piangere. In questo momento per superare il dolore cerco di pensare alle cose belle, a mia figlia, a Chloe, e a Warren, al mio cavaliere bianco che questa volta purtroppo non potrà venire a salvarmi.




POV WARREN


Quello che ho visto dentro quel pc è raccapricciante, è pieno di filmati di Jean che stupra delle donne, ero tantissimi, ne ho visto solo uno, gli altri non li ho voluti vedere, ma tanto mi è bastato per farmi rimanere schifato a inorridito:
-Hai visto Chloe ?-
-S-si, non immaginavo che potesse esistere qualcuno capace di questa violenza bestiale.-
-Già, ma invece purtroppo esiste, e ora abbiamo le prove che ci servono per incriminare quel bastardo.-
-Si, ma non sappiamo ancora come ha fatto a rapire e stuprare quelle ragazze senza farsi scoprire.-
-Io una mezza idea ce l’ho, credo che si sia fatto aiutare a Pierre, l’amico che era ricoverato nell’ospedale psichiatrico, hai visto quello che è capace di fare no ? Non mi è ancora chiaro il metodo che hanno usato, ma non importa, quello che c’è dentro questo pc ci basterà per incastrarlo.-
Chloe annuisce:
-Si hai ragione, muoviamoci, non c’è un secondo da perdere, dobbiamo subito andare alla polizia.-
-No.-
-Come no ? Sei diventato improvvisamente scemo ?-
-Certo che dobbiamo andare alla polizia, ma prima dobbiamo avvertire Max, dobbiamo dirgli quello che abbiamo scoperto, dobbiamo tenerla lontana dalle sue grinfie, dobbiamo impedirle di avvicinarsi a luii.-
Chloe sbuffa:
-E allora cosa hai intenzione di fare ?-
-Telefona a Max, avvisiamola del pericolo e se non ascolta….beh, credo che saremmo costretti a inviarle qualche fotogramma del video.-
Chloe prende il telefono fisso e compone il numero:
-Cazzo, ha il cellulare spento.-
Cazzo, e se fosse già insieme a Jean:
-P-prova a chiamare l’albergo in cui alloggia.-
-Chloe fa come gli ho detto:
-Pronto ? Si buongiorno, vorrei parlare con una delle vostre ospiti, si chiama Maxine Caulfield e…..ah, ok, ma non saprebbe dirmi quando ritorna ? Va bene, grazie lo stesso.-
Dopo questa conversazione Chloe sospira e si siede sul divano:
-Allora che ti hanno detto ?-
-Max non si trova in hotel, ha lasciato detto che sarebbe stata via poco, che doveva sistemare una cosa e poi sarebbe tornata subito indietro a a prendere i suoi bagagli, ma ancora non si è fatta viva.-
POV CHLOE
Dopo le mia parole Warren rimane zitto e immobile per qualche secondo, poi dopo aver stretti i pugni si alza in piedi e agitato va a prendere il suo giacchetto di pelle:
-Ma che stai facendo ?-
-Lei è li con lui, l’ha presa quel figlio di puttana, lo so , lo sento, m-magari adesso le sta facendo del male. Io devo fare qualcosa, devo andare a salvarla.-
-No, fermati, in questo modo sarai in pericolo anche tu. Andiamo dalla polizia, gli consegniamo il computer e vedrai che poi ci penseranno loro ad arrestare quel mostro.-
-No, qui ogni secondo è prezioso, non c’è tempo, non possiamo aspettare i comodi dei poliziotti. Hai visto anche tu cosa quell’essere è capace di fare. Facciamo cosi, tu vai a consegnare il computer, io intanto farò irruzione in casa sua e cercherò di tenere al sicuro Max fino all’arrivo della polizia.-
-Non se ne parla nemmeno, non ti lascerò andare li dentro da solo, io vengo con te.-
-No, scordatelo, non metterò in pericolo la tua vita, e poi se tu vieni con me chi è che consegnerà il computer alla polizia.-
-Posso farlo io.-
Io e Warren ci giriamo stupiti nella direzione da dove viene la voce, è Shirley che è appena entrata in casa:
-Scusatemi, ero tornata a casa dopo aver passato la notte dal mio ragazzo, quando ho sentito le vostre voci, ho capito che stavate parlando di cose che non dovevo sapere, ma non me ne sono andata, non ho potuto fare a meno di sentire il vostro discorso. Quell’uomo è davvero un mostro, bisogna impedirgli di nuocere ad altre persone, perciò s-se nel mio piccolo posso fare qualcosa per fermarlo, beh potete contare su di me.-
Io e Warren ci lanciamo uno sguardo di intesa, lui annuisce e io dico a Shirley:
-Va bene Shirley, se proprio vuoi esserci utile, allora porta immediatamente questo computer alla polizia, fagli vedere i disgustosi filmati che ci sono all’interno, e poi porta i poliziotti a quest’ indirizzo.-
Gli porgo un bigliettino con scritto l’indirizzo della casa di Jean:
 -Oh dimenticavo, grazie mille Shirley.-
Lei sorride:
-Prego.-
 
Dopo esserci congedati da Shirley, io e Warren saliamo sulla sua auto e ci dirigiamo verso la casa di Jean.
Prima di uscire consegno a Warren una pistola:

-Prendila, ti servirà.-
-E questa dove l’hai presa ? Credevo che ne avessi una sola-
-Ne ho comprata un’ altra di scorta, una delle cose belle degli U.S.A è che si possono vendere armi a chiunque in qualunque posto.-
Dico questa frase con una certa ironia.
Usciamo dall’auto e ci dirigiamo verso la sua casa, il cancello è stranamente aperto, come se qualcuno fosse entrato o qui poco fa, Max, non può che essere stata lei. Fortunatamente i cani stanno ancora dormendo:
-Ma quanto era potente quel sonnifero ?-
-Mi sa che ho fatto un piccolo errore calcolo, non avrebbero dovuto dormire per cosi tanto tempo, beh meglio cosi.-
-Già.-
Spavaldi ci dirigiamo verso la porta che si trova sul retro della villa, è l’unico posto dove possiamo entrare, Jean non può averla già riparata in poche ore. Fortunatamente è cosi, io e Warren entriamo e lentamente ci muoviamo per le stanze:
-Dobbiamo raggiungere la porta che non siamo riusciti ad aprire ieri sera, secondo me Max è stata portata la sotto.-
-D’accordo, ma facciamo piano.-
Arriviamo alla porta ma è di nuovo chiusa, presa dalla frustrazione sbatto violentemente il pugno sulla porta:
-Noooo cazzooo, maledetta.-
-Chloe calmati, fai silenzio.-
Prima che potessi rendermi conto della stronzata che ho fatto sento una voce potente provenire dalle scale:
-Chi è che fa questo rumore ? Pierre sei tu ? Hai finito di sotto ?-
Una persona scende velocemente dalle scale, deve essere Jean Sebastian:
-Presto nasconditi Chloe.-
Io e Warren ci nascondiamo dietro a un mobile. La persona che scende dalle scale si rivela essere proprio Jean Sebastian, è vestito con un paio di jeans e un felpa insanguinata, ha con se un fucile . Spero che il sangue sulla felpa non sia quello di Max. S
Si avvicina lentamente verso di noi, e poi si ferma davanti alla porta:
-Che strano, non c’è nessuno, eppure mi era sembrato di sentire delle voci.-
Si avvicina al mobile dove sono nascosta, non faccio in tempo a tirar fuori la mia pistola che già mi è addosso:
-Ah ah, ecco dove sei.-
-No, fermo lasciami stare.-
Prima che possa colpirmi col calcio del fucile, Warren sbuca dal suo mobile e lo colpisce alle spalle con il calcio della sua pistola:
-Ma cosa…-
Non fa in tempo a finire la frase che cade a terra svenuto:
-Wow, mi hai salvato, grazie Warren.-
-Prego, ora forza, prendiamogli la chiave per aprire questa porta, però facciamo attenzione, ho paura che di sotto si trovi Pierre, il suo complice.
Mi metto a cercare le chiavi nei suoi pantaloni, eccole, erano nella tasca destra. Le porgo a Warren:
-Ottimo, senti, di lui che ne facciamo ?-
-Credo sia meglio strascinarcelo dietro, potrebbe sempre riprendersi, e poi Pierre non oserà colpirci se con noi abbiamo il suo amico.-
Non appena Warren apre la porta sentiamo un forte grido, è di Max, sembra che stia soffrendo molto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 E' stato un capitolo molto faticoso e difficile, spero non ci siano troppi errori, voi che l'avete letto di starete chiedendo: Ma Jean non si trovava nel piano di sotto con Max ? Matthw hai sbagliato. No, non ho sbagliato e lo vedrete nel prossimo capitolo dove avrete un quadro chiaro ti tutto ciò che è successo (lo so che la spiegazione di Jean non è completa, è solo un assaggio. Che accadrà ora ?  Chloe e Warren riusciranno a salvare Max ? E come ha fatto Jean a non farsi scoprire per tutto questo tempo ? Lo scoprirete (forse) nel prossimo capitolo. Grazie a tutti coloro che leggono, seguono e commentano la Fanfic. Critiche (se giustificate) sono amichevolmente accettate perchè aiutano a migliorarsi. Ah dimenticavo, ditemi se devo portare il rating da arancione a rosso per via di certe scene che ho scritto in questo capitolo perchè onestamente non lo so.  
   
 
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