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Autore: Mue    15/03/2017    0 recensioni
Quando il Ministro della Magia indice una nuova edizione del Torneo Tremaghi, il Capo Auror Harry Potter dà le dimissioni in segno di protesta. Questo, però, non ferma il suo diligente, remissivo e pacato secondogenito: Al Potter, disobbedendo per la prima volta al padre, parteciperà al torneo e andrà a Durmstrang.
I Malfoy, invece, accolgono il Torneo come un'occasione di riscatto e gloria sebbene Scorpius, pessimista e impulsivo, sia spinto nel pericolo più dal suo desiderio d'indipendenza e dalla volontà di dimenticare Rose Weasley che dall'orgoglio del sangue.
Ma a contendere il posto di campione c'è anche il peggior avversario possibile: il geniale Stuart Dunneth, amico e rivale di Albus. Irrequieto e tormentato da sogni innaturali, si sente irresistibilmente attratto dall'Est, da Durmstrang.
Tra le creste gelate degli Urali, otto ragazzi di Hogwarts saranno coinvolti in antiche faide di Clan, delitti misteriosi, attrazioni fatali e, soprattutto, le terribili prove del Torneo.
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«Non lasciatevi soli.»
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'I Figli della Pace'
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IV. Campione

 
Al non aveva mai creduto davvero di poter essere eletto Campione di Hogwarts: era troppo consapevole della superiorità dei suoi compagni.
Sì, era animato dalla speranza ma in cuor suo sapeva che non ce l'avrebbe fatta, che non sarebbe mai stato all'altezza.
Ma il suo nome era uscito dal Calice.
Albus Potter.
Rimase folgorato per un lungo istante, sordo a tutto, anche al boato che si era levato nella sala, anche alle grida dei suoi compagni. Stuart gli stava stringendo una spalla, Rhiannon gli stava gridando nell'orecchio esultando per Grifondoro che avrebbe rappresentato la scuola, persino Macnair applaudiva sebbene amareggiato.
Al, inebetito, ci mise qualche secondo ad affrontare l'impatto di quello che era appena successo.
«I-io?» balbettò incerto.
Stuart lo issò a sedere e gli diede una spinta. «Vai, Al. Sei tu, sei il Campione.» Il sorriso di gioia estrema che aveva sul volto convinse definitivamente Al.
Anche lui si aprì in un sorriso gigante e disse: «Grazie.»
Strinse una mano a Stuart e poi si incamminò verso il tavolo dei professori, dove McKinnon lo guardava sorridendo.
«Nella stanza posteriore, Potter. Complimenti» aggiunse a bassa voce e Al annuì obbedendo.
Ancora stordito e incredulo raggiunse la porta indicata e la oltrepassò ritrovandosi in una stanza buia, dal soffitto basso a volta e le pareti tappezzate di armi, scudi e bastoni.
Lì c'erano gli altri Campioni, in piedi accanto a uno scrittoio in prossimità del quale galleggiavano numerose candele illuminando la penombra e stagliando le ombre scure dei campioni sulla parete opposta.
La scura figura rozza e squadrata del ragazzo di Beauxbatons, Lucian, si volse e gli andò incontro con una mano tesa.
«Benvenuto!» esclamò allegramente. «Io sono Lucian. Come ti chiami?»
Al, colto di sorpresa ma di umore estatico, gli strinse la mano con calore. «Albus.»
Lucian gli sorrise: aveva denti strani, grossi e lunghi.
«Vieni vicino a noi. Lei è Skadhi» disse indicando la figura più esile e bassa che si stagliava contro la luce delle candele. Poi, con un sussurro commentò: «Non le piace tanto parlare, credo.»
Al cercò di non ridere e si avvicinò.
La ragazza di Durmstrang si volse e Al, che alla sua nomina l'aveva vista solo di sfuggita, se la trovò finalmente vicino, irradiata dalla luce fioca.
«Ciao.»
Al batté gli occhi più volte e gli emerse involontario un sospiro spezzato.
Era bianca, non c'era altra parola altro definirla.
Ciglia candide come piume di cigno, sopracciglia invisibili da tanto erano chiare e che le facevano parere la fronte pallida troppo alta. Tante piccole trecce di capelli che le scoprivano tratti della pelle del cranio e che sembravano sottili come fili di ragnatela.
Ed era bella.
Non bella nel senso classico del termine. Al era certo che chiunque, con “bella” avrebbe inteso una ragazza come Rhiannon, la sua compagna di casa. O come Rose, o anche le altre sue cugine Dominique e Victoire.
Non certo lei, con la sua bocca piccola e il naso grande. Eppure... eppure era bella... anzi, la più bella ragazza che Al avesse mai visto.
Qualcosa dentro di lui ebbe un sussulto, come un contraccolpo di assestamento dell'Elevatore al Ministero quando arrivava al piano giusto.
Deglutì, senza riuscire a distogliere lo sguardo.
Lei ricambiò il suo, perplessa, poi corrugò la fronte.
«Cosa c'è?» domandò secca.
Al fece per dire qualcosa ma non gli uscì in suono. La fatica di cercare di rimediare però gli fu risparmiata dall'ingresso dei Presidi delle scuole e dai due giudici supplementari del Torneo, Krum e Grimnismal.
«Ebbene, ecco i nostri tre Campioni» esordì Tarasque eccitato. «Lucian, ragazzo, sono veramente felice che tu sia stato scelto.»
«Merci, Monsieur.»
«Siamo tutti felici per i nostri Campioni ma forse è meglio tralasciare le cortesie a dopo» interloquì seccamente la Swanhild. Si rivolse ai tre ragazzi: «Siete qui perché vi siete sottoposti a un contratto magico vincolante che vi terrà legati per tutta la durata del Torneo. Spero che siate consapevoli sia dell'onore che dell'onere che questo comporterà.»
Tutti e tre annuirono anche se Al faticava a stare concentrato, lo sguardo che veniva come calamitato dalla ragazza di Durmstrang.
«I nostri giudici esterni vi daranno ora le istruzioni per la prima prova» concluse la Principessa, facendo un cenno verso i due uomini rimasti più indietro.
Krum, a braccia conserte, si volse muto verso Grimnismal con un cenno eloquente: avrebbe lasciato parlare lui. Grimnismal sfregandosi una tempia si fece avanti ma non abbastanza da entrare nel raggio di luce delle candele; Al ne fu stranamente sollevato: quell'uomo non gli ispirava molta fiducia, aveva un pallore che lo inquietava e i suoi occhi erano troppo neri e troppo penetranti.
«Molto bene» esordì l'uomo con una voce bassa e calma. «Come sapete il torneo comprende tre prove. Poiché è stato creato per promuovere l'amicizia tra le tre scuole che vi partecipano, la prima prova sarà concentrata sulla collaborazione.
«Ogni Campione avrà a disposizione uno studente di una delle altre due scuole ad assisterlo nell'impresa. Per evitare che gli studenti delle altre scuole ostacolino il Campione che assistono, sarà dato un punteggio sia al Campione che allo studente al suo fianco. I punti dello studente si sommeranno a quelli del Campione della sua scuola.»
Al, che sebbene ascoltasse attentamente Grimnismal non aveva mai smesso di guardare di sottecchi la ragazza di Durmstrang, Skadhi, la vide rabbuiarsi a quell'affermazione.
«E chi sceglierà gli studenti che dovranno stare con i Campioni?» domandò corrucciata.
«I Campioni stessi. Avete a disposizione tutti i giorni da qui fino alla prova, che si terrà il venticinque novembre, per conoscere meglio gli studenti delle altre scuole e farvi un'idea di chi vorreste al vostro fianco nella Prova.
«Ho dimenticato qualcosa, Viktor?» concluse, voltandosi verso Krum.
L'altro grugnì e fece un segno di diniego e Grimnismal annuì. «Perfetto. Allora credo di potervi lasciare ai vostri dormitori. Ci rivediamo il giorno della Prima Prova. McKinnon, Tarasque. Altezza» salutò brevemente, quindi girò i tacchi ed uscì dalla stanza preceduto da Krum.
A quel punto prese la parola la Principessa Swanhild. «Le vostre scuole vorranno festeggiarvi ma vi consiglio di non celebrare eccessivamente l'avvenimento e di riposarvi: vi attenderanno giornate impegnative. Buonanotte a tutti.»
«Altezza!» la fermò Skadhi mentre si stava già ritirando. «Posso parlarvi?»
La principessa strinse le labbra, quindi le fece un cenno secco e la ragazza, con gran rammarico di Al, seguì la sua Preside fuori dalla stanza.
Al stava ancora fissando la porta inebetito quando McKinnon lo richiamò. «Allora, Potter, intendi scrivere subito per dare la notizia a tuo padre?»
 
*

Leo stava suonando la sua Violarpa con più intensità del solito. Le dita scorrevano lungo le corde traendo note lunghe, profonde e vibranti che si impastavano in una melodia barocca, ricca di abbellimenti e virtuosismi.
Scorpius non era mai stato un esperto di musica, gli era sempre interessata poco ma anche nella sua ignoranza aveva sempre riconosciuto a Leo Macnair un talento piuttosto spiccato.
Il suo compagno di dormitorio aveva tenuto riposto il suo strumento tutto il viaggio sull'Espresso di Hogwarts ma ora, forse spinto dalla rabbia del risultato del sorteggio, forse in piena astinenza da musica o forse per entrambi i motivi, stava spalmando l'anima su quelle corde. E Scorpius non poteva far altro che stare ad ascoltare, l'attenzione che continuava a scivolare via dal numero di Trasfigurazione Oggi che aveva in mano mentre stavano seduti nel loro scompartimento personale.
Chiuse gli occhi, deciso a lasciarsi prendere dalla musica e cercando di non pensare alle ceneri che giacevano nel posacenere sul tavolo, ormai fredde.
Rose gli aveva mandato una lettera quella mattina e Scorpius l'aveva bruciata senza aprirla: non era pentito di averlo fatto ma ogni oggetto che gli ricordava lei non faceva che aggiungere amarezza al suo stato d'animo già tetro.
Leo rallentò la musica e abbassò il volume. «Scorpius?»
Scorpius alzò lo sguardo sul compagno di stanza.
«Stai distruggendo la rivista» gli fece osservare Leo e Scorpius si accorse che aveva completamente accartocciato Trasfigurazione Oggi.
«Dannazione» commentò con voce strascicata cercando di spianare le pieghe.
Leo stava arpeggiando piano, guardandolo. «Ti serve qualcos'altro a cui pensare, caro mio.»
Leo sapeva di Rose, era suo compagno di stanza dal primo anno e nascondergli qualcosa -se anche Scorpius avesse voluto, ma i segreti non facevano per lui- sarebbe stato assurdo.
«Del tipo?»
«Be'» rispose Leo con una smorfia, «se ti fossi iscritto davvero al Torneo saresti stato nominato al posto di Potter e potresti scervellarti sulla Prima Prova.»
Scorpius sbuffò. «Il Calice avrebbe scelto comunque Potter.»
Leo diede in una risata sarcastica. «Contro di te? Okay, è bravo in Incantesimi o Difesa Contro le Arti Oscure ma, ammettiamolo, non è un genio, non quanto il suo amico Dunneth o te: è sempre stato sotto l'ala di suo padre.»
«Appunto.»
Leo diede un arpeggio troppo violento e la Violarpa diede una nota stridente di lamento.«Cosa vuoi dire con “appunto”?»
«Sotto l'ala di suo padre era sicuramente protetto ma forse era anche trattenuto» spiegò Scorpius succinto. «Potrebbe rivelarsi sorprendente: dopotutto il Calice l'ha preferito a te.»
Leo storse il naso. «Ne dubito.»
«Staremo a vedere» replicò Scorpius con un'alzata di spalle.
Leo aveva l'espressione imbronciata. «Quello che proprio non riesco a spiegarmi è come il Calice l'abbia preferito a Dunneth. Ero convinto che sarebbe stato lui il Campione.»
Scorpius fissò la copertina tutta spiegazzata di Trasfigurazione Oggi.
«Chissà.»
Quando Stuart gli aveva lasciato intuire di aver visto il suo biglietto vuoto Scorpius non gli aveva prestato molta attenzione: non gli interessava quello che pensava Dunneth. Tuttavia ora, ponderando l'episodio, Scorpius cominciò a scoprirsi incuriosito da Stuart: sapeva che passava diverse notti insonni, che gli importava poco di quel Torneo -era stato quello che meno aveva parlato delle Prove, del premio o di altre cose collegate alla gara durante il viaggio verso la Russia- e che era invece molto interessato a Durmstrang: durante il viaggio l'aveva più volte visto intento a leggere Compendio dell'Istruzione magica in Europa.
Che anche lui non si fosse davvero iscritto? E cosa faceva lì a Durmstrang?
“Ti serve qualcos'altro a cui pensare”, gli diceva Leo.
Scorpius meditò per qualche momento su Dunneth, poi la sua memoria scivolò all'anno prima, quando a una partita di Quidditch aveva visto Stuart seduto in tribuna con una delle sue amiche e Rose... Scorpius sbuffò: no, Dunneth e i suoi affari non erano decisamente la soluzione che l'avrebbe aiutato a non pensare.
Leo aveva ripreso a suonare a ritmo serrato formando quella sua musica ricca e intensa e fu allora che Fay si affacciò nello scompartimento dei Serpeverde.
«Ehi, Malfoy...»
Scorpius aggrottò le sopracciglia. «Stone, chi ti ha dato libero accesso alla nostra stanza senza nemmeno bussare?»
Ma Fay non rispose e guardò invece Leo che ignorando il rumore della porta che si apriva o forse non avendolo nemmeno sentito continuava a rovesciare musica nella piccola stanza del treno.
«Oh...» fece Fay, e per la prima volta da che Scorpius la conosceva rimase zitta.
Scorpius si lasciò sfuggire un sorriso leggero e tornò anche lui a guardare Leo che, forse sentendosi osservato, dopo qualche istante alzò lo sguardo e vide l'intrusa.
Fermò la musica di colpo, sbottando: «Stone! Ancora qui per il Quidditch?! Scorpius, maledizione, acconsenti a questo incubo o non ci lascerà più in pace!»
Fay non riuscì a trattenere una risata e guardò Scorpius interrogativa: l'aveva tormentato per tutto il ritorno dal banchetto all'Espresso dopo la nomina dei Campioni.
Scorpius sbuffò: «Se l'alternativa è essere tormentati per tutta la notte, temo che dovrò accettare.»
«Sapevo che avresti ceduto» disse con sicurezza Fay, allegra. «Comunque, a dire il vero, ero venuta qui a dirvi che Al è tornato: venite di là a festeggiarlo con noi?»
Leo fece un verso sprezzante. «Oh, sì, festeggiare un Grifondoro è proprio nella lista delle cose che preferisco, seconda solo a una carezza del Platano Picchiatore.»
«Non fare il Troll, Macnair: anche tu hai applaudito quando l'hanno nominato.»
Leo sbuffò ma seguì fuori dallo scompartimento Fay e Scorpius.
«Che cosa stavi suonando?» domandò Fay incuriosita. «È uno strumento magico? Sembrava un concerto di archi! Fa un bellissimo suono.»
Leo era compiaciuto dal suo interesse ma rispose sprezzante: «Già, Stone, niente a che vedere con le vostre noiose babbanerie musicali.»
«Come fai a sapere che sei più che all'altezza della nostra musica se non la ascolti? O la conosci?» fece Fay con un sorrisetto sardonico.
La fatica di trovare una risposta fu risparmiata a Leo dalla loro entrata nel vagone comune: furono investiti dalle domande eccitate di Rhiannon e Owain, dalla risata di Stuart e dalle esclamazioni emozionate di Virginia.
«...Quindi sarà tra meno di un mese? Ma chi sceglierai? Hai già qualche idea?» stava chiedendo Owain interessato.
«Oh, Al, sei Campione! Grifondoro Campione! Che meraviglia!» commentava giuliva Rhiannon danzando.
Leo finse un conato di vomito e Fay gli tirò uno scappellotto sulla spalla prima di andare ad accucciarsi vicino ad Al, circondato dagli altri.
Al aveva una faccia strana, a metà tra un sorriso e un'espressione tesa.
«Stai già cominciando a fartela sotto, Potter?» domandò Leo che l'aveva notato a sua volta mentre si sedeva poco lontano.
Al arrossì e non rispose.
«Ti hanno detto in cosa consiste la Prima Prova?» domandò Scorpius con discreto interesse.
Fay, troppo eccitata, rispose al posto suo. «A quanto pare i Campioni dovranno scegliere uno studente delle altre scuole per affiancarli e aiutarli durante la Prova! Non è pazzesco? Penso che sia la prima volta che coinvolgono direttamente altri studenti, no?»
«Sì» fece Owain. «Ho dato un'occhiata alla storia delle edizioni precedenti su uno speciale che è uscito con la Gazzetta del Profeta un mese fa: non è mai capitato... Volontariamente o attivamente, intendo. Tante volte gli studenti sono stati coinvolti per incidente, a volte ci sono state pure delle morti nei Tornei più antichi. Oppure l'ultimo Torneo li hanno usati come ostaggi, ma non hanno fatto nulla di pratico.»
Scorpius interloquì serio: «Come si assicurano che gli studenti non mettano i bastoni tra le ruote ai Campioni avversari?»
«Daranno dei punti in più alla loro scuola» spiegò Al mordendosi il labbro. «Il problema ora è sceglierlo.»
Scorpius inarcò le sopracciglia. «Oh, se ti toccherà scegliere da Durmstrang avrai già metà lavoro fatto: elimina tutta la parte di scuola che non ha applaudito alla loro Campionessa.»
Virginia spalancò gli occhi. «Credi che quelli che non desideravano che fosse nominata lei preferiranno osteggiare Al e non darle punti in più? Possono arrivare a tanto?»
Scorpius scrollò le spalle. «Non è una possibilità da scartare.»
Stuart si intromise con la sua voce calma. «Be', hai un mese per cominciare a capire di chi fidarti...»
«Di nessuno, soprattutto se di Durmstrang» commentò Scorpius.
Stuart lo guardò. «È dall'inizio del viaggio che parli male degli studenti di Durmstrang, Malfoy. Che cosa sai di loro che te li rende così antipatici?»
Aveva posto la domanda in tono leggero ma Scorpius vide che lo fissava con interesse.
Scorpius scosse la testa. «Niente di personale, ma i Maghi russi in generale sono famosi per le faide secolari tra le loro famiglie e fazioni, soprattutto quelle Purosangue. E la neutralità non è contemplata.»
«Anch'io ho sentito qualcosa del genere. Mio padre ha un amico della Siberia e spesso ci ha raccontato di dissidi politici» intervenne Virginia accigliata. «Ma che cosa c'entriamo noi con le loro liti? E poi questi ragazzi sono solo studenti, no?»
«Siamo nel loro territorio e questo, per molti di loro, è già una scusa valida» disse Scorpius asciutto. «Se fossi in voi, mi terrei lontano da loro, anche se sono solo studenti.»
Ma nessuno avrebbe seguito il suo consiglio. Nemmeno lui stesso.

 

   
 
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