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Autore: Echocide    17/03/2017    7 recensioni
[Sequel di Miraculous Heroes e Miraculous Heroes 2]
La minaccia di Maus è stata sventata, ma non c'è pace per i nostri eroi: il mistero dell'uccisione degli uomini del loro nemico non è stato risolto e un nuovo nemico trama nell'ombra...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
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Titolo: Miraculous Heroes 3
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, altri
Genere: azione, mistero, romantico
Rating: NC13
Avvertimenti: longfic, what if...?, original character
Wordcount: 2.833 (Fidipù)
Note: Salve salvino, eccoci qua con il nuovo aggiornamento di Miraculous Heroes 3. Leggendo e rileggendo i vostri commenti (Sì, mi piace rileggerli), ho notato quando Xiang non piaccia e sono felice perché ciò significa che sto facendo una buona caratterizzazione del personaggio: Xiang è orgogliosa e indossa un paraocchi che le permette di vedere solo davanti a sé, ha deciso la sua missione e la porterà a termine (o forse no?). Penso di averle dato la mia testardaggine, al momento della creazione, ma Xiang è già in fase di cambiamento (come fece a suo tempo Rafael, così odiato all'epoca di Miraculous Heroes). Un cambiamento che è tutto dovuto ad Alex...quindi....mh. Dovrei fare un capitolo in Scene, di ciò, ora che ci penso.
Beh, per chi si aspettava le botte da orbi, penso si troverà un'amara sorpresa perché più che far valere le proprie motivazioni con la battaglia, ho dato libero campo alle parole e alle spiegazioni (che, più che in questo, ci saranno nei prossimi capitoli).
E niente...
Date una chance a Xiang, ok?
Detto ciò, come sempre, vi voglio ringraziare per il fatto che leggete le mie storie e le inserite in una delle vostre liste, per i vostri commenti e...beh, per tutto!
Grazie mille di tutto cuore.
E ci vediamo al prossimo capitolo!



Sarah si appoggiò al banco della cucina, osservando il ragazzo accanto a lei mentre sbatteva con velocità le uova in una zuppiera: «Che c’è?» le domandò Rafael, versando una parte del composto nella padella riscaldata e iniziando a muoverla, in modo che l’uovo coprisse l’intera superficie.
«Niente.»
«Mi stai fissando.»
«Hai problemi con la gente che ti fissa?»
Rafael abbozzò un sorriso, regalando un’occhiata veloce alla ragazza e tornando poi a concentrarsi sulla futura omelette: «Cosa c’è?» domandò nuovamente, allungandosi e prendendo un mestolo di legno, iniziando a scostare il contorno della frittata: «Quando mi fissi così a lungo, vuoi sempre chiedermi qualcosa.»
«Sei stato anche con una cuoca?»
«Sarah!»
La ragazza sorrise, notando le guance di lui che si erano lievemente arrossate: «Non capisco perché, quando ti ho detto che Lila e Marinette sarebbero venute qui stasera, hai dovuto prendere possesso della mia cucina…»
«Perché la tua alternativa di cena sarebbe stata cibo ad asporto.»
«Che problemi hai con il cibo ad asporto?»
«Che problemi hai con il cucinare?»
«Nessuno. So cucinare, sai? Anche se tu mi prendi sempre in giro…»
«La cucina americana non è cucina. Semplice. Non è prendere in giro, è un dato di fatto! Chiedi a Lila…»
«Lila mi ha già fatto un discorso sul fatto che, in America, roviniamo la cucina italiana. Grazie, vorrei evitare il secondo round.» bofonchiò Sarah, incrociando le braccia e fissandolo con il broncio: «E, comunque, so cucinare. La so fare anche io una frittata…»
«Omelette.»
«Quel che è.»
Rafael sospirò, allungandosi verso il pensile dove Sarah aveva riposto i piatti e prendendone uno: lo posò sopra la padella e poi, velocemente, girò il tutto e sistemò l’omelette nella padella dalla parte che doveva ancora cuocere: «Non capisco perché te la prendi. Dovresti essere contenta di avere uno schiavo che cucina per te…»
«Non capisco perché cucinare quando si può tranquillamente ordinare qualcosa…»
«Sarah, cosa hai mangiato ieri?»
«Cinese.»
«E l’altro ieri?»
«Qualcosa di surgelato.»
«Mai pensato che la tua dieta sia squilibrata?»
«Dovresti vedere quella di mia madre…» commentò la ragazza, mettendosi a sedere sul bancone della cucina e fissandolo: «Non capisco perché cucinare quando sono sola. Lo reputo uno spreco di tempo.»
«Ma oggi non sei sola…»
«Sono Lila e Marinette.»
«Sarah, questo discorso ha un fine o lo stai facendo solo per farmi impazzire?»
La ragazza aprì la bocca, ma il campanello fece morire ogni risposta da parte di lei: «Salvato dal campanello.» dichiarò, balzando giù e andando ad aprire: Rafael rimase in cucina, sistemando il formaggio e le verdure sull’omelette e richiudendola, lasciandola cucinare un altro po’.
«Oh. Mi piacciono certe visioni…» commentò la voce di Lila, facendo sorridere il ragazzo: «Seriamente Rafael questi pantaloni fanno un effetto decisamente bello al tuo lato b.»
«Ciao, Lila maniaca.» la salutò il moro, voltandosi appena: «Mai visto un paio di jeans? Mi sembra che Wei li porti ogni tanto…»
«Sì, ma purtroppo – per quanto meraviglioso Wei sia – non ha il tuo stesso lato b, amico mio.»
«Lila, piantala.»
«Gelosa, Sarah?»
Rafael ridacchiò, sistemando l’omelette pronta su un piatto e mettendosi al lavoro sulla seconda: «Dovresti vederla. L’ultima volta è quasi saltata al collo di una sua compagna di università perché…»
«Ehi. Quella era stata con te.»
«Rafael, cosa hai fatto alla nostra dolce e innocente Sarah?» domandò divertita Lila, sistemandosi al tavolino e fissando l’americana: «Mi ricordo com’eri quando ti ho conosciuto: dolce, carina, gentile. E ora sei…sei…mh. Mi ricordi un po’ me.»
«E questo è male, tanto male.» bofonchiò Rafael, voltandosi e additando la propria ragazza con il mestolo: «Fai reset e torna come prima.»
«Cosa?»
«Non voglio un’altra Lila nei dintorni. Forza. Torna la mia Sarah.»


Wei sorrise all’uomo che aveva aperto la porta, diventando immediatamente serio non appena vide lo sguardo preoccupato del maestro: «C’è qualcosa che non va?» domandò, entrando nell’abitazione e togliendosi il soprabito.
Fu scosse il capo, lasciando andare un sospiro: «Pensavo fosse Alex.» bofonchiò l’ometto, facendogli cenno di andare nella sala principale della casa: «Ma lui non avrebbe suonato…»
«Oggi aveva un appuntamento, no?»
«Sì. Penso sia ancora con quella ragazza.» continuò Fu, accomodandosi al tavolino basso e tamburellando le dita sul legno: «Quindi credo sia inutile preoccuparmi. E’ Alex, cosa può succedergli?»
«Che una donna, posseduta da uno spirito maligno cinese, gli inserisca un cristallo nero e lo soggioghi con il suo potere?» domandò Wei, divertito: «Sicuramente è con quella ragazza. Mi sembrava molto preso…»
«Oh. Lo è, lo è. Mi ha fatto ammattire a furia di osannare la sua bella.» bofonchiò l’anziano, alzando gli occhi al cielo: «E la tua dov’è?»
«Con Marinette e Sarah.»
«Una serata di riposo, eh?»
«Non capisco perché tutti pensiate che stare lontano da Lila sia…» Wei si fermò, massaggiandosi il mento: «…la cosa migliore. Io non la vedo così.»
«Perché tu pensi con altre parti che non sono il cervello.»
«O forse perché Lila non è il demone che tutti dipingete.»
«Ne sei certo?»
«Sicurissimo.»
Fu annuì, spostando lo sguardo sull’orologio e lasciando andare un sospiro: «Do ancora un’ora a quel ragazzino, poi sguinzaglio voi sette per tutta Parigi, finché non lo trovate.»


Lila gemette, buttando giù l’ultimo boccone dell’omelette: «Quel ragazzo ha le mani d’oro…» mormorò, sospirando e chiudendo gli occhi, mentre il sapore delle uova, del formaggio e della verdura si mescolava nella bocca: «Se gli va male come modello e con l’economia, ha il futuro nella cucina. Garantito.»
«Non fosse che è così fissato nel farmi mangiare…»
«Come fissato nel farti mangiare?» domandò Marinette, scambiandosi un’occhiata con Lila: «Puoi…»
«Ogni volta che viene si mette sempre a cucinare perché, secondo lui, non posso campare di cibo precotto o da asporto.»
«Beh, non è che ha torto, Sarah.» commentò Lila, sorridendo: «Anche se io devo essere l’ultima a parlare: avrei la tua stessa dieta, se non fosse per Wei.»
«Grazie mamma e papà, per avermi insegnato a sopravvivere!»
«Ehi, mia nonna ci ha provato a insegnarmi a cucinare ma…»
«Non è colpa sua se sei una calamità naturale ai fornelli.» concluse Vooxi per l’italiana, agitando la forchetta per aria con un pezzo di carne infilzata: «Ormai in casa vige la regola ‘Lila deve stare lontana dalla cucina’, perché potremmo morire tutti quanti. E noi kwami siamo immortali, dico tutto!»
«Qualcuno qui non vuole l’edizione illustrata di Animali fantastici e dove trovarli…» cantilenò Lila, osservando il proprio kwami con un sorriso mefistofelico in volto: «Potrei dire al commesso che non la prendo più e…»
«No. Lila. Ti prego, non farlo. Ritiro tutto quello che ho detto! Davvero!»
Marinette sorrise, osservando il kwami iniziare a pregare la propria umana e quest’ultima che si era voltata dalla parte opposta: «Sei più calma, adesso.» constatò, notando che Sarah annuiva con la testa: «Oggi eri così nervosa…»
«Wei mi ha fatto calmare.»
«Ho paura a chiederti come.»
«Fidati, non vuoi saperlo.»
Vooxi sbuffò, fluttuando a mezz’aria con le zampette incrociate: «Fidati, nemmeno io avrei voluto saperlo.»
«Vooxi…»
«Non ho detto nulla! Nulla!»
«Povero Vooxi.» mormorò Mikko, ridacchiando con Tikki: «Che cos’è Animali fantastici comunque?»
«Un capolavoro, Mikko!» dichiarò il kwami della volpe, volando dalla compagna e passandole una zampetta attorno alle spalle, tirandola contro di sé: «Un film del mondo di Harry Potter dove viene narrata l’avventura di Scamander, uno degli autori di uno dei libri di Harry…»
«Bello.»
«A Mikko non interessa, a meno che non ci sia una storia d’amore.» commentò Sarah, ridacchiando: «Mi sembra che ci sia o che comunque sia accennata…»
«Sì, fra un babbano e una strega.» commentò Vooxi, osservando la compagna: «Ancora devo capire perché devi essere così fissata con l’amore. Sei fuggita da un matrimonio.»
«Combinato! Io non amavo il mio promesso, te l’ho già detto! E ho sempre sognato quel sentimento che…» Mikko si fermò, indicando Tikki: «Plagg si è offerto volontario per amore! E quanti nostri Portatori abbiamo visto soffrire e gioire per questo sentimento, eh?»
«Plagg non si è offerto per amore…»
«Tikki. Per favore, ero il suo compagno di bravate e bevute: non avrebbe mai fatto quella scelta, se non fosse stato per te.» commentò il volpino: «Forse da ubriaco. Forse. Ma era completamente sobrio quando ha scelto di seguirti.»
«E adesso sono finalmente riuniti dopo tanto tempo, perché i loro Portatori si amano. Capisci quanto forte è l’amore?»
«I Portatori di Plagg e Tikki si amano ogni volta. Questa volta sono stati più fortunati perché sono insieme e nessuno è morto.»
«Vooxi, perché non vai a farti uccidere da quelli di Routo?»
«Forse perché Routo non esiste più, Mikko?»
«Dimmi che non sono l’unica a vedere una futura coppia fra i nostri kwami, Sarah.»
«Sarebbero carini assieme.»
«Cosa?» sbottarono i due kwami, indicandosi a vicenda: «Non esiste!»
Lila ridacchiò, osservando i due spiritelli con lo sguardo indignato: «Sapete, le migliori coppie iniziano sempre così…»


Rafael poggiò la cassa di bottiglie assieme alle gemelle, stirandosi poi i muscoli delle braccia e sbuffando: era andato al locale di Alain con l’intenzione di bersi qualcosa e poi andare a casa, ma l’uomo lo aveva incastrato e costretto al lavoro.
«Il maestro Fu ti sta chiamando.» lo informò Flaffy, volando verso di lui con il cellulare in mano: «E’ la seconda chiamata che fa.»
Rafael annuì, prendendo il telefono e accettando la chiamata: «Maestro?» domandò, ascoltando la voce dell’anziano dall’altra parte: «Cosa? Alex? No, è da oggi che non lo sento. Aveva un appuntamento con la sua ragazza e…cosa? Non è tornato a casa? Beh, magari è ancora con lei…lo sa, che da cosa…sì, va bene. Ok. Mi chiami se non torna entro domattina. Ok. Arrivederci.»
«Problemi?»
«Alex non è ancora  tornato a casa.» mormorò Rafael, sorridendo: «Magari il nostro amico sta facendo un po’ di attività al momento. Non credi?»
«Che genere di attività?»
«Fa finta che non ti abbia detto niente, Flaffy.»


«Puoi smettere di guardare il cellulare? Mi metti ansia.» bofonchiò Plagg, osservando il biondo: «Quando Marinette torna a casa, ti chiami e potrai andare a sfogare la tua voglia repressa. Che poi repressa…lo avete fatto anche stamattina, prima di tornare qua.»
«Sbaglio o sei molto informato?»
«Sai com’è…» borbottò Plagg, girandosi annoiato verso il cellulare e osservandolo illuminarsi: «Oh. Una chiamata.»
«Mari…ah no. E’ il maestro Miyagi.» mormorò Adrien, rispondendo e azionando il vivace: «Salve, maestro! Come va il ‘dai la cera, togli la cera’?»
«Ah ah ah. Molto divertente.»
«Ci provo. A cosa devo la sua chiamata?»
«Da quanto non senti Alex?»
«Da…» Adrien si fermò, alzando lo sguardo verso il soffitto: «Oggi pomeriggio? Abbiamo fatto quel piccolo allenamento con Thomas e poi è uscito di corsa per andare all’appuntamento con la più bella ragazza di Parigi. La seconda, ovviamente. La prima è Marinette. Perché?»
«Non è tornato.»
«Si starà dando alla pazza gioia con una che ci sta.» commentò Plagg, lanciando in aria una pallina di camambert e aprendo la bocca, recuperandola: «Insomma, non è che ha grandi possibilità e ora che ne ha trovata una…»
«La stessa cosa che ha detto Rafael.»
«Tornerà, maestro. Alex torna sempre.»
«Ok. Grazie, Adrien.»
«Di niente, maestro.»


Felix sospirò, passandosi una mano fra i capelli e osservando la ragazza seduta sul divano: «Io…» iniziò, fermandosi e inspirando profondamente: «Mi sembrava di averti istruito su ciò che si può fare e non fare, no? Quando sei arrivata qui, intendo. E rapire una persona è fra le cose da non fare, Xiang.»
«Non lo terrò qui molto. Giusto il tempo di farmi consegnare i Miraculous e…»
«Ancora?» sbottò Felix, alzando le mani e abbassandole in un gesto frustato: «Maledizione, Xiang! Perché sei così fissata con il volere prendere i Miraculous? Ti ho già detto che i Portatori…»
«Sì, sono in gamba.» assentì la ragazza, alzandosi in piedi e osservandolo: «Alex mi ha parlato di loro e mi ha raccontato le loro gesta. Certo, senza dirmi che sa chi sono e fa parte del gruppo. Hanno fatto un bel lavoro e…»
«E devi lasciare che siano loro a gestire la cosa.»
«No! Non voglio. Sono persone innocenti e fantastiche, non voglio che loro siano in pericolo.»
«Xiang!»
«Questo è un problema che è nato per colpa della mia gente, che non ha saputo rinunciare al potere di quel gioiello, una volta che è giunto a noi. Sono io che devo rimediare, non loro.» mormorò Xiang, battendosi il pugno contro il petto e osservando l’altro agitata: «E’ una guerra di Shangri-la e loro non devono entrarci, io non voglio che loro…»
«Come sei passata da ‘non sono degli di portare i Miraculous, quindi li prendo io’ a ‘Devo proteggerli, perché questo è un guaio di Shangri-la’? Xiang, tu…»
«Ciò che si abbatterà su questo mondo, se non porto i Miraculous, a Shangri-la è qualcosa di…» la ragazza si fermò, scuotendo la testa: «Potrebbero perdere la vita, Felix.»
«E’ una cosa che si mette in conto, quando combatti il male. Sai?» mormorò l’uomo, sorridendo triste: «Quando combattevo le ombre di Chiyou sapevo che ogni battaglia poteva essere l’ultima e così anche quando prestavo servizio nell’esercito inglese. Posso comprendere che, dall’alto della tua vita millenaria, ci reputi tutti bambini e incapaci ma…» l’uomo si fermò, abbozzando un sorriso e allungando una mano e stringendo quella della ragazza: «…non offendere così il coraggio e la forza di quei ragazzi. Hanno fatto grandi cose e sono certo che sapranno cavarsela anche stavolta.»
«Io…»
«E poi hanno la figlia di Shangri-la dalla loro parte.» commentò Felix, sorridendole e carezzandole i capelli: «Fidati del tuo paparino che è completamente in disaccordo con questo rapimento, quindi una volta spiegato tutto portiamo quel poveraccio da Fu. Da quanto è svenuto, piuttosto? Ci manca solo che, invece di fargli perdere i sensi, lo hai ucciso.»
«Ho controllato la mia forza.» bofonchiò Xiang, stringendosi nelle braccia: «E comunque lui me li ha fatti conoscere, mi ha raccontato le loro vite ed io…»
«Ti sei affezionata, eh? A quel ragazzo e agli altri, vero? Uao, Xiang è diventata umana.»
«Io non…»
«Andiamo, regina dei ghiacci perenni. Dillo al tuo paparino.»
«Paparino?» domandò la voce sconvolta di Alex, facendo voltare i due verso la porta d’ingresso della sala: «Lui è tuo padre?» domandò, indicando Felix e guardando Xiang in attesa di risposte: «E dove mi trovo? Perché sono qui?»
«Oh. Non è morto.» commentò Felix, sorridendo e alzandosi in piedi: «Ottimo, possiamo depennare omicidio dalla tua lista di reati.»
«Io non ho commesso nessun reato.»
«Il rapimento è reato, Xiang.»
«Ehi. Yuuh. Persona che vuole sapere qui.»
«Giusto.» Felix annuì, intrecciando le mani dietro la schiena e sorridendo affabile al ragazzo: «Prima di tutto, lascia che mi presenti: mi chiamo Felix Norton e…beh, Xiang immagino che già la conosci, no? Ecco, la nostra adorabile ragazza qua, ti ha rapito per chiedere, come riscatto, i Miraculous.»
Alex sbatté le palpebre, osservando i due con un sorriso ebete in volto: «Penso di non aver compreso bene…» mormorò, voltandosi verso Xiang e indicandola: «Mi hai rapito?»
«Già.»
«Perché vuoi i Miraculous?»
«Sì.»
Alex inspirò profondamente, annuendo con la testa: «Tu sai cosa sono i Miraculous? Tu sai tutto?» domandò portandosi le mani alla testa e osservando sconvolto la ragazza: «Sei quella che controllava le ombre e ha ucciso gli uomini di Maus? Oh, fantastico! Sono di nuovo stato catturato dal nemico! Ma che problemi hanno con me questi cattivi? Catturiamo tutti Alex!»
«Cosa? No, anche io combatto il Dì ren.»
«Chi?»
«Colui che controlla le ombre.» spiegò Xiang, facendo un passo verso Alex e fissandolo: «Ha ucciso il mio mentore ed io l’ho seguito fino a qua, mi sono avvicinata perché volevo prendere i Miraculous per portarli in un luogo sicuro e proteggerli, ma…ecco io…»
«Ok. Un passo per volta. Sei veramente cinese?»
«Sì. Più o meno. In  verità la mia patria è Shangri-la.»
«Shangri-la? Quella Shangri-la?»
«Esattamente.»
Alex annuì ripetutamente con la testa, avvicinandosi al divano e lasciandosi cadere: «Ok. Vieni da Shangri-la. Quanti anni hai?»
«Secondo il vostro metodo di calcolare il tempo, dovrei avere qualcosa come tre, quattromila anni.»
«Ah.»
«Alex, io…»
«E’ una fortuna che mi piacciono più mature, no?»
«Più mature?»
«Le donne, no? Mi piacciono mature.»
«Sta dando i numeri, Xiang.»
«No, sto semplicemente cercando  di collocare tutto nel giusto ordine.» spiegò Alex, annuendo: «Ormai penso di averne viste veramente parecchie e non mi stupisco più di niente. A proposito, come ha detto che si chiama?»
«Felix Norton.»
«Oh. Che buffo. Anche quello che piaceva alla babbiona si chiamava…» Alex sgranò lo sguardo, osservando l’uomo e additandolo con bocca aperta: «Lei…lei…lei dovrebbe essere morto!»
«Eh già.»
«E’ uno zombie? Figo!»
«Non sono uno zombie! Ti sembro che vado in giro a fa ‘uaaah’ e a mangiare cervelli?» sbottò Felix, imitando brevemente uno zombie e fissando l’altro: «E’ una lunga storia.»
«Penso che sarà una lunga notte…» commentò Alex, allargando le braccia e voltandosi poi verso Xiang: «E tu sei in debito di un appuntamento a modo. Col cavolo che considero questo come appuntamento.»
«Ma…»
«Ah. E niente furti di Miraculous, rimangono dove sono.»
«E fu così che la  millenaria Xiang venne messa al suo posto da un diciannovenne americano…»


   
 
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